30/05/13

FRANCA RAME

Alla nostra imprescindibile Franca
Wilpf Italia (Lega internazionale di donne per la pace e la libertà)

Cara Franca, socia onoraria della Wilpf Italia, nostra amatissima amica e compagna di lotta per i diritti di tutti, a partire da quelli delle donne. Il tuo incessante e coraggioso impegno vive in noi. Venerdì saremo lì accanto a te per darti il nostro ultimo saluto, tutte vestite di rosso , cantando “ Bella Ciao”. E le donne saranno tante e tante proprio come desideri tu. E il loro GRAZIE per te sarà un coro che all’unisono ti accompagnerà per sempre: una fluttuante onda rossa di amore e di impegno sociale e politico al femminile.
E con loro saranno tanti anche gli uomini, ci auguriamo sinceramente avviati in un percorso di cambiamento interiore verso la conquista dell’autentico rispetto per le donne, proprio come hai auspicato tu e noi insieme a te.
Vorremmo esprimerti nuovamente la nostra infinita gratitudine, per un altro aspetto del tuo impegno sociale: averci aiutato e sostenuto finanziariamente nella campagna di solidarietà per Silvia Baraldini, altra straordinaria donna, anch’essa socia onoraria della Wilpf Italia.
D'altronde quello carcerario è stato un altro importante aspetto del tuo impegno civile di donna coraggiosa, sempre dalla parte degli oppressi. Hai saputo coniugare l’arte all’impegno sociale e politico e il tuo messaggio lungimirante  di donna sensibile e coraggiosa, è diventato dirompente, forte, capace di smuovere le coscienze. Grazie. Sei la nostra imprescindibile Franca.

29/05/13

Convenzione d'Istanbul

La Camera approva
 
di Giancarla Codrignani
 
Care amiche, allora un femmicidio atroce ha affrettato la calendarizzazione della Convenzione di Istambul: la Camera si è espressa unanimemente a favore. Con applauso. Ottimo. 
Come sempre, guai a indulgere alle illusioni. Intanto, la Convenzione presentata nel 2011 deve aspettare altre nove firme per diventare esecutiva. Poi, le convenzioni sono "carte di principi" che gli stati si impegnano a rendere effettiva con leggi proprie: per farsi un'idea pensiamo alla "Convenzione contro ogni forma di discriminazione delle donne" che è del 1979 (attuabile dall' '81). I principi sono essenziali per sviluppare la cultura dei diritti. Ma, non solo in Italia, bisogna realizzarli senza fidarsi delle deleghe ai Parlamenti.
Non parlo della barbarie continua contro donne e ragazze "che si fidano": non ci sono abbastanza parole. Talebani.
Vorrei, invece, sottolineare le "microviolenze" che non sono le coltellate e non chiedono risarcimenti a mezzo legge. Sottolineo la solita "piccola cancellazione di noi", in particolare per quante si dichiarano di sinistra e si occupano poco del sé femminile dentro le famiglie politiche di appartenenza. Tanto ci amano ugualmente: vogliono che gli diamo i voti.... Leggo la pubblicizzazione della rivista o-line del Pd: TAMTAM DEMOCRATICO. Chi suona la grancassa con articoli che riguardano una politica presumibile dei due generi? Carlo, Michele, Franco, Massimo, Giorgio, Claudio, Stefano, Alessandro, Franco, Walter Francesco, Andrea. NON UNA DONNA UNA. 

27/05/13

NO VIOLENZA SULLE DONNE

Ratifica della Convenzione di Istambul
dalla Casa delle Donne di Torino

Lunedì 27 e martedì 28 maggio è stata calendarizzata per i lavori della Camera e del Senato della Repubblica la ratifica della Convenzione di Istanbul, che l’Italia ha firmato il 27 settembre 2012, sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica.
Siamo consapevoli che questa Convenzione è il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante che crea un quadro giuridico completo per proteggere le donne e le bambine contro qualsiasi forma di violenza, nonché il primo trattato internazionale che riconosce la violenza sulle donne, quale violazione dei diritti umani e forma di discriminazione.
Riteniamo però che occorra anche ritrovare una stretta sinergia fra il Governo, la nuova ministra per le Pari Opportunità Josefa Idem, il Parlamento e la società civile in modo da costruire un quadro legislativo e di politiche certo e di affrontare questo dramma con misure concrete.
Sono necessarie risorse immediate:
- per impedire la chiusura dei centri anti-violenza esistenti;
- per mettere in rete i centri anti-violenza e potenziare il numero delle “case segrete”, garantendone il funzionamento con un sostegno economico permanente;
- per pianificare un progetto di prevenzione, anche culturale.

26/05/13

Brasile

In marcia contro la Monsanto

Il 25 maggio a San Paolo, lungo l’Avenida Paulista, si è svolta la Marcia Internazionale contro la Monsanto Company, l'industria agricola e biotecnologica multinazionale statunitense, leader mondiale nella produzione dell’erbicida glifosato, venduto sotto il marchio Roundup.
Il Brasile è il secondo paese al mondo nell’acquisto dei prodotti della Società, secondo solo agli Stati Uniti. Nel 2012, la filiale brasiliana ha fatturato 3,4 miliardi di dollari.  
Al grido di: "Monsanto Fuori dai nostri corpi e dai nostri campi! " i manifestanti - cittadini contrari all'uso di pesticidi e OGM e  movimenti della società civile organizzata - hanno voluto informare i passanti circa il veleno entrato nel cibo prodotto dalla società americana e dimostrare che anche la società brasiliana sta all’erta e attiva nella lotta internazionale per una sana alimentazione.

21/05/13

DONNE NELLA CRISI

“Quando tutte le donne del mondo ….”
seconda tappa della campagna femminista di solidarietà
per il diritto alla salute

Lista “Donne nella crisi”

Maggio 2013
Le politiche di austerità, lungi dal risolvere gli enormi problemi determinati dalla crisi economica e sociale in cui siamo immerse,  colpiscono soprattutto i servizi pubblici alla persona ed in particolare i sistemi sanitari nazionali  che vengono tagliati con la scure con il risultato di svuotare di significato il diritto universale alla salute mettendo in discussione nello stesso tempo anche ciò che rimane dei diritti del lavoro (le numerose vertenze di lotta in diversi ospedali del nostro Paese ne sono un esempio concreto).
L’Italia rischia molto, sotto questo profilo, anche perché,  rispondendo  supinamente ai diktat della “troika” europea, ha introdotto in Costituzione il pareggio di bilancio (che in soldoni significa sborsare  circa 45 miliardi di euro  all’anno per i prossimi tre per pagare il “debito” accumulato). Una spada di Damocle che ci fa temere non poco.

194

194  E  AMINA  TYLER   
                                     
di Giancarla Codrignani
 
Domani 22 maggio fanno 35 anni di legge 194, sull'aborto. Non sto a rievocare le crudeltà sentite da maschi e dalle istituzioni e nemmeno il coraggio e la disperazione delle donne, sia quelle che, soprattutto le coniugate, per la prima volta denunciavano l'umiliazione, il ferro da calza e la morte, sia quelle che non conoscevano la proporzione di un fenomeno allora formalmente inesistente perché la doppia morale è la principale morale (mi spiace di dire "cattolica") di questo paese.
Vorrei ricordare il manifesto dell'aprile 1971 in cui donne francesi di qualche fama come Simone di Beauvoir si autodenunciarono per dire che il patriarcato non è sovrano del nostro corpo. Sorelle alle nostre spalle. 
Non è finita. Sappiamo il ricatto dell'obiezione di coscienza e la valorizzazione talebana dell'embrione. La nostra dignità non è mai al sicuro.
Oggi - sapete che sono un po' matta - voglio farmi carico della rivolta di Amina Tyler finita in carcere a Tunisi perché è reato di immoralità esporre il seno in pubblico. Penso che una ragazza che vive a pochi chilometri dalla Sicilia e ha una mamma regolarmente laureata ed è vissuta liberamente in un paese normale e che, dopo le speranze della rivoluzione dei gelsomini, veda cadere a pezzi l'autonomia delle donne, ha due vie, se non vuole "subire": o spara o compie l'atto estremo della nonviolenza, denuda il peccato. Il topless non è un valore in sé; il seno sì. Se va bene da noi per moda, non può in nessun altro luogo essere impuro e criminalizzabile. Anche i salafiti sono stati allattati.

20/05/13

PALESTINA

Maggio 2013: cronaca di una giornata di ordinaria occupazione


di Patrizia Cecconi
Presidente Associazione Amici della Mezzaluna Rossa Palestinese

E’ un lunedì di maggio. Dopo aver risalito il Sinai – attraversato col timore di non farcela a superare la frontiera Egitto/Israele – e dopo aver fatto sosta forzata a Eilat e poi percorso altri 350 km di deserto in pullman, siamo finalmente arrivate a Gerusalemme. Due giorni di viaggio tra disservizi, sospensione corse, taxi, pullman e bus solo per ridurre il rischio di essere respinte, rischio che avremmo corso entrando dal Ben Gurion. Infatti, a parte gli interrogatori – ridicoli, ma tipici di un paese in cui vige il non-rispetto per tutti gli umani in odore di non-filosionismo – altri problemi seri non ci sono stati. Eccoci quindi a Gerusalemme, pronte ad andare a Beit Jala, vero obiettivo di questo viaggio.

18/05/13

ALTERSUMMIT

Atene, 7 e 8 giugno 2013
Fermiamo l'austerità prima che distrugga
la democrazia!
Si svolgerà ad Atene il 7-8 giugno l’ALTERSUMMIT, un grande incontro europeo di sindacati, movimenti, associazioni, intellettuali e personalità, di diversi paesi e culture, uniti dalla volontà di costruire una forte alleanza europea contro l'austerità che distrugge democrazia e diritti.
Sarà il primo grande evento internazionale nella Grecia devastata dall'austerità, perché solo l'unità e la solidarietà fra i popoli europei può rendere credibile un progetto di Europa diversa e alternativa. 

17/05/13

GUATEMALA

La giustizia, condizione sostanziale della pace, è oggi un orizzonte possibile

Guatemala, 13 maggio 2013
L’Alleanza Rompere il Silenzio e l’impunità (ECAP-MTM-UNAMG), in seguito alla condanna per genocidio e crimini contro l'umanità emessa dal Tribunale nei confronti dell'ex capo di Stato de facto, José Efraín Rios Montt,  saluta con emozione la popolazione Ixil, la cui ricerca della giustizia non si è mai fermata, nonostante gli enormi ostacoli che ha dovuto superare per raggiungerla. Rivolgiamo un sentito  tributo alle migliaia di vittime del genocidio in tutto il territorio nazionale, in particolare nella regione  Ixil del nostro paese. Esprimiamo inoltre il nostro apprezzamento per l’azione dei pubblici ministeri, gli avvocati e le avvocate, le organizzazioni querelanti, i giudici e le giudici del tribunale che ha emesso la sentenza.

16/05/13

CRISI

Non possiamo dire che non c’entriamo


Articolo neutro di Giancarla Codrignani
(chiamo neutro uno scritto in cui anche una donna fa la sua analisi della realtà in cui vive, anche se con le proprie categorie)

Quadro generale di contesto: la Ferrari assume 350 lavoratori e pochi mesi fa ha distribuito 4.000 euro agli operai come extra; a Dacca, in Bangladesh strage di oltre 1.200 lavoratori nel crollo di una fabbrica costruita criminalmente in un megaedificio criminalmente innalzato. La forbice tra ricchi e poveri si è allargata spaventosamente a tutti i livelli. Intanto, mentre i nonni avevano insegnato a temere i debiti ("mai il passo più lungo della gamba"), abbiamo imparato che il debito si chiama mutuo e lo abbiamo messo tra i diritti. Se, però, lo stato si comporta allo stesso modo, allora ci arrabbiamo, anche se si tratta di iniziative implicitamente obbligate come le nostre. E' la crisi? è la crisi. Idee per uscirne?

10/05/13

Donne greche

No ai bombardamenti contro la Siria
(Comunicato)

La Federazione delle donne greche (Oge) condanna i terroristici bombardamenti israeliani compiuti contro la popolazione siriana sotto l’ombrello Usa-Nato-Ue e loro alleati nel Mediterraneo orientale,  che immensi danni procurano anche alle popolazioni vicine.
Con il piano imperialista del “Grande Medio Oriente” essi mirano ad assicurare ai loro monopoli lo sfruttamento dell’area ricca di energia, trascinando i popoli verso sanguinose avventure.
Esprimiamo la nostra solidarietà alla popolazione siriana, e particolarmente alle donne e alle classi popolari della Siria; siamo al loro fianco in ogni lotta che rivendichi al popolo siriano, e solo ad esso, il diritto di decidere sul futuro del suo paese, senza alcun intervento imperialistico straniero.
Condanniamo la partecipazione attiva del governo greco ai piani imperialisti ed esigiamo che sia chiusa immediatamente la base Nato di Souda, che costituisce una base di operazioni ostili ai popoli vicini.

Femminicidio

NON POSSIAMO PIU’ ATTENDERE
Casa delle donne di Torino

Lo stiamo dicendo da tanto, troppo tempo: ma siamo inascoltate!
La violenza sulle donne è diventata un’emergenza  pressante ed improrogabile per il nostro Paese.
E non parliamo solo del femminicidio: l’espressione  più efferata della sopraffazione da parte degli uomini sulle donne. Violenza sono anche le minacce di morte e le anonime offese sessiste comparse sul web contro Laura Boldrini,  Presidente della Camera. Violenza sono anche gli insulti e le ingiurie rivolte alla Ministra Cecile Kyenge per il colore della sua pelle. Violenza sono anche tutte le discriminazioni di cui le donne sono ancora fatte oggetto in Italia,  così numerose e così gravi in tutti gli ambiti, e  tali  per cui non può sfuggire il nesso fra queste e il fenomeno della violenza stesso.
Noi chiediamo alla politica e a questo Governo di affrontare questa emergenza con misure concrete, urgenti e indifferibili, dichiarando ufficialmente che è lo Stato che deve farsi carico di un problema che non è privato, ma pubblico. Impegnando le risorse necessarie, che vengono normalmente trovate nei casi di disastri o di catastrofi naturali, e che devono essere investite sia per il contrasto e la  protezione delle vittime che si attua con il sostegno permanente dei Centri Antiviolenza esistenti, sia per la pianificazione della prevenzione  dal punto di vista culturale.
In questo particolare momento  riteniamo che il  Ministero delle Pari Opportunità, avrebbe avuto la necessità  di avere più dignità, forza e peso con una  Ministra dedicata solo a questo tema. Rileviamo, invece che  dopo il corretto  ed inevitabile ritiro delle deleghe al Sottosegretario  precedentemente nominato, rimane attualmente l’unico Ministero  privo di responsabile del dicastero, nonché “senza portafoglio”, che è circostanza drammatica, nella sua totale mancanza di autonomia operativa.
Una società diversa, costruita sulla solidarietà tra generi e generazioni, in cui convivono differenze, eguaglianze, pari opportunità: che garantisca  una piena cittadinanza è il terreno da cui partire per affrontare questa emergenza.
Ribadiamo  che  la violenza contro le donne non è un affare “femminile”,  né uno slogan pre-elettorale: è una questione di democrazia negata che si combatte con trasformazioni culturali, capaci di diffondere l’affermazione della legalità, dei diritti, delle libertà e del reciproco riconoscimento dei generi e con la promozione di un’educazione alla parità  sin dalla scuola primaria.
Non possiamo più attendere!

03/05/13

WIDF-FDIM

1° Maggio 2013: lavoro per tutte e tutti!

Nel corso degli ultimi mesi la situazione negativa nel mondo ha confermato che il sistema capitalistico verte in uno stato di profonda crisi strutturale, contrassegnata da una offensiva su vari fronti, economico, religioso, ideologico, e con l’aggressione militare contro le donne e i popoli del mondo.
Nel mentre la crisi in sé provoca ulteriori guasti nella vita delle persone, diviene anche strumento d’imposizione di misure addizionali per annientare i diritti lavorativi acquisiti dalle lotte di tutti i lavoratori, uomini e donne.
Nella giornata internazionale del lavoro coordiniamo le nostre azioni nella lotta contro le aggressioni, le guerre e le invasioni imperialiste, la povertà, la disoccupazione, il lavoro precario, la discriminazione razziale nel lavoro, la carenza di sicurezza sociale e tutela della maternità, così come le cause della diffusione dell’uso di droghe, violenza e prostituzione che sono inerenti al sistema capitalistico e che finiranno solo con il sovvertimento del sistema stesso.
E’ di vitale necessità la nostra risposta: alla disoccupazione di massa, alla precarietà e al lavoro flessibile e precario; all’assenza di contratti collettivi, ai tagli alle prestazioni sociali e alle pensioni delle donne; alla violazione del diritto alla salute, all’educazione e alla maternità; alla distruzione dell’ambiente e all’aumento della povertà e della fame.
Viva il 1° Maggio
Viva i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici!
Lavoro per tutte e tutti!