22/09/15

Mediterraneo / profughi

CHI SEMINA GUERRA RACCOGLIE PROFUGHI

di Mercedes  Arancibia (condirettrice del settimanale online Crónica Popular) 


"In un sistema neoliberista che taglia la spesa pubblica e ha meno sanità, meno istruzione, meno trasporti pubblici e meno pensioni, il fatto che arrivino nuove persone crea una lotta dei poveri contro poveri ... Per risolvere il problema si è deciso che queste persone non arrivino, che spariscano durante il viaggio. La strategia è che si eliminino da soli, in mare, affinché nessuno li veda morire ... ". Sono parole di Enrico Calamai, console italiano in Argentina tra il 1972 e il 1977, fondatore del Comitato Verità e Giustizia per i Nuovi desaparecidos, che operò freneticamente per far uscire più di trecento persone dall’Argentina e consentire loro di raggiungere l'Italia.
I nuovi desaparecidos sono quei siriani, afghani e iracheni, che lasciano la vita nelle acque del  Mediterraneo per fuggire dalla guerra e dalle persecuzioni nei loro paesi. E’ stata necessaria la foto su una spiaggia turca del cadavere di un bambino che si chiamava Aylan e aveva tre anni, annegato nel tentativo di raggiungere la sua famiglia sulle coste europee, per smuovere le coscienze di coloro che da anni legittimano la cosiddetta  "opposizione armata" in Siria. L'immagine del piccolo dai pantaloni blu e camicia rossa resterà nelle nostre retine come l'emblema di un flusso senza precedenti di immigrati che finora non volevamo vedere. Questa crisi dei rifugiati causata dalla persecuzione e dalla guerra non è un fenomeno passeggero, ma una sfida senza limiti di tempo, umanitaria, sociale ed economica, alla quale devono rispondere i paesi che, con il loro intervento o l’indifferenza, hanno svolto un ruolo in queste guerre.

Quien siembra guerras recoge refugiados | Crónica Popular

Quien siembra guerras recoge refugiados | Crónica Popular

18/09/15

Rete NO WAR

STOP  ALLE SANZIONI DELL'UNIONE EUROPEA CONTRO LA SIRIA
L'ITALIA SI DISSOCI DALLE GUERRE IMPERIALISTE

Presidio organizzato da Rete No War a Roma davanti al Parlamento per chiedere che l’Italia:
1) si dissoci dalle sanzioni europee e occidentali che contribuiscono alla tragedia vissuta dal popolo siriano;
2) sospenda le forniture militari all’Arabia saudita, regno che è fra i primi importatori di armi dall’Italia e che sta bombardando lo Yemen, in applicazione della legge 185 che vieta di esportare armi a paesi in conflitto.
Gli scenari di crisi e di guerra che investono il Medio Oriente stanno entrando ormai dentro casa con le colonne di rifugiati in fuga dal terrore e giunti nel cuore dell’Europa.
Gli yemeniti  denunciano la guerra punitiva e devastante scatenata dall’Arabia Saudita nel completo silenzio della comunità internazionale (la distruzione di Sanaa, patrimonio dell’Unesco, ha scandalizzato meno delle distruzioni di Palmira da parte dell’Isis). Le donne siriane denunciano l’aggressione contro la Siria, con una guerra devastante fomentata da paesi membri della Nato e dalle petromonarchie, che hanno aiutato la crescita del califfato.

11/09/15

MIGRANTI / ITALIA 2

MARCIA DELLE DONNE E DEGLI UOMINI SCALZI: QUATTRO CAMBIAMENTI NECESSARI + DUE NELLE POLITICHE EUROPEE


L’AWMR Italia – Donne della regione mediterranea aderisce alla MARCIA DELLE DONNE E DEGLI UOMINI SCALZI che si tiene in molte città italiane VENERDI’ 11 SETTEMBRE 2015,  in risposta all’appello che riportiamo qui:
“E’ arrivato il momento di decidere da che parte stare. E’ vero che non ci sono soluzioni semplici e che ogni cosa in questo mondo è sempre più complessa. Ma per affrontare i cambiamenti epocali della storia è necessario avere una posizione, sapere quali sono le priorità per poter prendere delle scelte.
Noi stiamo dalla parte degli uomini scalzi. Di chi ha bisogno di mettere il proprio corpo in pericolo per poter sperare di vivere o di sopravvivere. E’ difficile poterlo capire se non hai mai dovuto viverlo. Ma la migrazione assoluta richiede esattamente questo: spogliarsi completamente della propria identità per poter sperare di trovarne un’altra. Abbandonare tutto, mettere il proprio corpo e quello dei tuoi figli dentro ad una barca, ad un tir, ad un tunnel e sperare che arrivi integro al di là, in un ignoto che ti respinge, ma di cui tu hai bisogno.
Sono questi gli uomini scalzi del 21°secolo e noi stiamo con loro. Le loro ragioni possono essere coperte da decine di infamie, paure, minacce, ma è incivile e disumano non ascoltarle.
La Marcia degli Uomini Scalzi parte da queste ragioni e inizia un lungo cammino di civiltà. E’ l’inizio di un percorso di cambiamento che chiede a tutti gli uomini e le donne del mondo globale di capire che non è in alcun modo accettabile fermare e respingere chi è vittima di ingiustizie militari, religiose o economiche che siano.
Non è pensabile fermare chi scappa dalle ingiustizie, al contrario aiutarli significa lottare contro quelle ingiustizie. Dare asilo a chi scappa dalle guerre, significa ripudiare la guerra e costruire la pace.
Dare rifugio a chi scappa dalle discriminazioni religiose, etniche o di genere, significa lottare per i diritti e le libertà di tutte e tutti.
Dare accoglienza a chi fugge dalla povertà, significa non accettare le sempre crescenti disuguaglianze economiche e promuovere una maggiore redistribuzione di ricchezze.
Venerdì 11 settembre lanciamo da Venezia la Marcia delle Donne e degli Uomini Scalzi. In centinaia cammineremo scalzi fino al cuore della Mostra Internazionale di Arte Cinematografica. Ma invitiamo tutti ad organizzarne in altre città d’Italia e d’Europa.
Per chiedere con forza i primi quattro necessari cambiamenti delle politiche migratorie europee e globali:
1. certezza di corridoi umanitari sicuri per vittime di guerre, catastrofi e dittature
2. accoglienza degna e rispettosa per tutti
3. chiusura e smantellamento di tutti i luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti
4. creare un vero sistema unico di asilo in Europa superando il regolamento di Dublino
Perché la storia appartenga alle donne e agli uomini scalzi e al nostro camminare insieme”.


L’AWMR Italia marcia  insieme alle centinaia di associazioni e movimenti che hanno risposto all’appello, aggiungendo a questi primi quattro necessari cambiamenti delle politiche europee, altri due cambiamenti indispensabili: LA CESSAZIONE DELLE SANZIONI CONTRO LA SIRIA E IL DISIMPEGNO DAI PIANI IMPERIALISTI GUERRAFONDAI DEGLI USA E DELLA NATO NELLA REGIONE MEDIORIENTALE, CHE SONO CAUSA NON SECONDARIA DELLA ATTUALE CATASTROFE UMANITARIA DI CUI I MILIONI DI PROFUGHI E MIGRANTI SONO VITTIME.

10/09/15

MIGRANTI / GRECIA

LA FEDERAZIONE DELLE DONNE GRECHE: SOSTEGNO E SOLIDARIETÀ AI PROFUGHI

L'inesistenza di infrastrutture elementari nei punti di  entrata e di uscita nel paese (isole dell'Egeo, confine macedone) rende le loro condizioni  insopportabili. Abolizione dei regolamenti di Dublino II e III. Disimpegno della Grecia dai piani imperialisti degli USA, della NATO e dell'UE

La Federazione delle donne greche (OGE) esprime pieno sostegno e solidarietà alle migliaia di profughi e immigrati che cercano rifugio in Grecia poiché sono minacciati e perseguitati dalle guerre imperialiste e dalla povertà.
Tra questi, ci sono centinaia di bambini e adolescenti non accompagnati, migliaia di donne, alcune in stato di gravidanza, altre con bambini in braccio,  altre che partoriscono sui vecchi barconi arrugginiti dei trafficanti alla ricerca di un futuro migliore per sé e per i propri figli.
Nell’aspettativa di sopravvivere nelle condizioni più avverse e difficili, senza misure di protezione e cura, essi mettono a rischio la loro sicurezza incappando nelle reti del commercio di schiavi ed  esseri umani.
 L'inesistenza di infrastrutture di base nei punti di  entrata e di uscita del paese (isole dell'Egeo, confine macedone ecc) rende le loro condizioni  insopportabili, soprattutto per le donne, le donne incinte, i neonati e i bambini, che sono ansiosi di assicurarsi un pezzo di pane. Il fatto che non ci siano docce individuali, servizi igienici e articoli sanitari che permettano condizioni decenti d’igiene personale, soprattutto per le donne, neonati e bambini, è semplicemente inaccettabile; per non parlare della mancanza di infrastrutture adeguate per dormire, l'allattamento, la cura dei bambini. E 'inaccettabile che siano costretti a starsene senza alcuna protezione per ore  sotto il sole o la pioggia, perfino a dormire per strada, esausti dopo aver percorso decine di chilometri.

08/09/15

MIGRANTI / ITALIA

11 SETTEMBRE 2015: MARCIA DELLE DONNE E DEGLI

 UOMINI SCALZI

Una marcia di accoglienza, condivisione  e solidarietà con i popoli migranti è stata convocata per l'11 settembre in molte città italiane, in risposta alle ottuse reazioni xenofobe e razziste di chi in Europa costruisce nuovi muri e recinzioni di filo spinato con l'intento di fermare i profughi che chiedono asilo. 
Questo il testo dell'appello lanciato dai promotori della marcia:
 "E' arrivato il momento di decidere da che parte stare.
E' vero che non ci sono soluzioni semplici e che ogni cosa in questo mondo è sempre più complessa.
Ma per affrontare i cambiamenti epocali della storia è necessario avere una posizione, sapere quali sono le priorità per poter prendere delle scelte.
Noi stiamo dalla parte degli uomini scalzi.
Di chi ha bisogno di mettere il proprio corpo in pericolo per poter sperare di vivere o di sopravvivere.
E' difficile poterlo capire se non hai mai dovuto viverlo.
Ma la migrazione assoluta richiede esattamente questo: spogliarsi completamente della propria identità per poter sperare di trovarne un'altra. Abbandonare tutto, mettere il proprio corpo e quello dei tuoi figli dentro ad una barca, ad un tir, ad un tunnel e sperare che arrivi integro al di là, in un ignoto che ti respinge, ma di cui tu hai bisogno.
Sono questi le donne e gli uomini scalzi del 21°secolo e noi stiamo con loro.
Le loro ragioni possono essere coperte da decine di infamie, paure, minacce, ma è incivile e disumano non ascoltarle.


WIDF 70 ANNI !

Donne che cambiano la storia

Riconoscimento del Consiglio comunale di San Paolo del Brasile alla lotta delle donne in tutti i continenti, nella persona della Presidente della Federazione Internazionale Democratica delle Donne (WIDF) Marcia Campos, nell’ambito del premio "Donne che cambiano le storie", la sera del 03 settembre scorso, Oltre che a Marcia Campos, il riconoscimento è andato anche ad altre 27 donne, tra le quali Ilda Fiore dirigente della Confederazione delle donne dal Brasile (CMB), Dejane Santos del Congresso Nazionale afrobrasiliano (CNAB) e presidente dell'Associazione delle donne di Paraisópolis, Monica Tarrago regista del Paraisópolis Ballet promosso dall’Unione dei residenti di Paraisópolis.
La manifestazione, svoltasi presso l'Aula Magna del Consiglio Comunale di San Paolo, è stata un'iniziativa della deputata Clelia Gomes e del consigliere Laércio Bento. Congratulazioni a tutte le premiate per la loro storia di lotta e dedizione, alle donne brasiliane e di tutto il mondo! 



(nella foto, il riconoscimento consegnato a Márcia Campos)

NO WAR NO NATO

IL TERRORISMO DELLA NATO

Gli invasori del XXI secolo

di Stella Calloni


Il cinismo criminale con cui i mezzi di comunicazione dei governi europei manipolano la questione dell'immigrazione, insinuando la falsa idea che l'Europa sia la "vittima" di questa situazione, ha superato ogni limite e rafforzato la maniera fascista con la quale oggi le grandi potenze gestiscono le loro "relazioni internazionali" e anche interne. Se i governi europei, che hanno lasciato affondare i propri paesi in funzione della espansione strategica globale dell'impero, dilapidando milioni di dollari per "pagare" le armi di distruzione di massa utilizzate dalla Organizzazione del Trattato Nord Atlantico (NATO), vogliono una soluzione, questa è ritirare le loro truppe dai paesi invasi e occupati fino a questo punto del secolo XXI. Se daranno l’ordine  all'Esercito Islamico composto da mercenari provenienti da 80 paesi in tutto il mondo -  che di islamisti hanno solo il nome - utilizzati come una nuova strategia per mascherare l'invasione delle truppe di terra e i bombardamenti contro la Siria, non avranno bisogno di costruire muri contro gli immigrati. L'immagine del bambino curdo raccolto su una spiaggia in Turchia, dopo le decine di naufragi  accaduti davanti all'indifferenza delle organizzazioni internazionali e del mondo in generale, è solo la punta dell'iceberg della tragedia.