27/04/18

WIDF/ Con le donne e il popolo della Corea

DICHIARAZIONE DI PYONGYANG


  
La delegazione della Federazione democratica internazionale delle donne (WIDF/FDIM) che ha visitato la Repubblica popolare di Corea dal 17 al 23 aprile 2018,  ha aperto a Pyongyang nella mattinata del 22 aprile la "marcia di solidarietà con la giusta causa della riunificazione indipendente e pacifica della penisola coreana". Alla partenza della marcia, sotto il monumento dedicato alle Tre Carte della Riunificazione, la presidente della WIDF/FDIM Lorena Peña ha letto la dichiarazione che riportiamo qui. 

Recentemente nella Penisola Coreana, grazie alle iniziative intraprese dalla Repubblica Popolare Democratica di Corea (RPDC), sono stati avviati colloqui di alto livello fra Nord e Sud e si sono assunte misure pratiche per allentare la tensione militare, che favoriscono una prospettiva di pace e di riconciliazione.
Questo cambiamento positivo della situazione della penisola sta ricevendo il sostegno e il plauso dei popoli del mondo, amanti della pace, che coltivano la speranza e l’auspicio che il dialogo e la collaborazione condotti con grande sforzo si compiano senza difficoltà, portando a risultati fruttuosi.
Noi della WIDF, con l’intento di manifestare sostegno e solidarietà totale al popolo e alle donne di Corea, che lottano per la riunificazione del paese contando sulle proprie forze nazionali, senza interventi esterni, abbiamo convocato a Pyongyang, capitale della RPDC, la marcia delle donne progressiste del mondo.
Le delegate delle organizzazioni di vari paesi che partecipano alla Marcia di solidarietà della WIDF 2018 in appoggio alla giusta causa del popolo e delle donne di Corea, con il desiderio e la volontà unanime delle donne e dell’umanità progressista amanti di giustizia e pace, dichiariamo:


Primo. Appoggiamo totalmente le giuste proposte e le iniziative disposte dal governo della RPDC per il miglioramento delle relazioni tra Nord e Sud della Corea.

Affermiamo che il processo di riunificazione della Penisola Coreana deve proseguire attraverso i dialoghi e la collaborazione secondo le dichiarazioni congiunte tra Nord e Sud.
Sosteniamo totalmente la risoluzione dei problemi per la riunificazione della nazione Coreana con le proprie forze, secondo le proprie necessità e i propri interessi.
Manifestiamo il pieno appoggio alle posizioni pacifiche del Partito del Lavoro di Corea che ha dichiarato la cessazione dei test nucleari dal 21 di aprile, la creazione di un ambiente internazionale favorevole alla edificazione economica socialista del paese e all’implementazione di contatti e dialoghi stretti con i paesi vicini e con la comunità internazionale, per raggiungere la pace e la stabilità nella penisola coreana.

Secondo. I paesi coinvolti nella divisione della Penisola Coreana e la comunità internazionale non fomentino la sfiducia e l’ostilità tra Nord e Sud, bensì coadiuvino alla riunificazione della Corea.

Gli Stati Uniti rinuncino alla politica ostile contro la RPDC, ritirino immediatamente gli apparati bellici dal Sud della Corea e smettano di ingerirsi nei suoi problemi interni.
Il Giappone desista da ogni mira aggressiva nei confronti della penisola coreana; riconosca i propri crimini di guerra passati, compresa l’infamante disumana riduzione in schiavitù sessuale commessa contro le donne di questa nazione, chieda scusa per questo, e non ostacoli la riunificazione della Corea.
I paesi vicini alla penisola riconoscano la sovranità della RPDC e svolgano un ruolo positivo che servirà di sostegno alla riunificazione della penisola.
Tutti i governi del mondo desistano da qualsiasi azione vile che aggravi la situazione della penisola e ritirino ogni risoluzione ingiusta che neghi il diritto all’esistenza e allo sviluppo del popolo coreano.

TERZO. La Federazione esprime piena fiducia che le donne e i popoli del mondo amanti della giustizia e della pace si uniranno attivamente alle attività di solidarietà internazionale a sostegno della lotta per la riunificazione indipendente della Corea.
La WIDF è ferma nella sua lotta per un nuovo mondo fondato sull’indipendenza, la giustizia e la pace, un mondo libero da dominio e sottomissione, aggressione e ingerenza.
La WIDF dimostrerà sempre totale appoggio alla causa del popolo coreano che, respingendo interventi esterni, lottano per edificare un paese unificato nella condivisione degli ideali nazionali.
Esprimiamo speranza e fiducia che quest’anno 2018, 70° anniversario della fondazione della RPDC, sia ricordato come decisivo nella progressione verso la riunificazione indipendente e la prosperità pacifica.

Pyongyang, 22 aprile 2018

26/04/18

WIDF/ Missione a Pyongyang (Corea del Nord)


Le strategie di pace delle donne


Una delegazione della Federazione Democratica Internazionale delle Donne (Widf), su invito dell’Unione delle Donne Socialiste di Corea, ha compiuto dal 17 al 23 aprile, una visita di solidarietà nella Repubblica Popolare Democratica di Corea. La delegazione, guidata della presidente Lorena Peña, comprendeva 21 rappresentanti di organizzazioni di 16 paesi dei vari continenti: El Salvador, Cuba, Colombia, Venezuela, Messico, Argentina, Brasile (America), Grecia, Italia, Portogallo, Russia, Turchia (Europa), Angola, Namibia, Repubblica Sahrawi (Africa), Vietnam (Asia).

di Ada Donno

La decisione di realizzare la visita a Pyongyang, rispondendo all’invito della vicepresidente dell’Unione Donne Socialiste di Corea Chae Chun Huiera stata presa dalla WIDF nel corso della riunione di segreteria internazionale tenutasi a Roma  nel giugno 2017, presso la Casa internazionale delle donne. Si era anche stabilito, con l'occasione che ci offriva l'ospitalità delle compagne coreane, di tenere a Pyongyang la riunione del comitato direttivo della WIDF. 
Una decisione maturata nella piena consapevolezza del significato che essa avrebbe rivestito di vera e propria missione di solidarietà e di sostegno alle donne e al popolo della Corea, considerando il momento di alta tensione politica internazionale che la penisola coreana sta attraversando.
Dire che l''accoglienza che la nostra delegazione ha ricevuto a Pyongyang è stata calorosa , è dir poco. Le amiche coreane ci hanno proposto un intenso calendario di visite nella città e nel territorio di Pyongyang, che ci ha fatto scoprire una realtà inedita per tutte noi. Insieme a queste, hanno predisposto incontri con dirigenti e rappresentanti dell’organizzazione delle donne, con esponenti delle istituzioni, del mondo del lavoro  e della società civile. Temi ricorrenti in ogni incontro sono state, come si può immaginare, le preoccupazioni per l’attuale crisi dell’ordine mondiale e ciò che le donne (e gli uomini) di ogni paese  e  di ogni continente possono fare insieme per costruire prospettive comuni di emancipazione sociale, uguaglianza, giustizia nella sicurezza e nella pace.


Con due cerimonie pubbliche e con una grande partecipazione di donne coreane nei loro coloratissimi costumi tradizionali, sono state salutate sia l'apertura che la chiusura dei lavori del direttivo della WIDF, il 19 e il 23 aprile, nel Palazzo della Cultura del Popolo
E ancora una grande folla festosa di donne ha salutato, nella mattinata del 22 aprile, la “marcia di solidarietà per la riconciliazione e la riunificazione indipendente del popolo coreano” che, partendo dal Monumento dedicato alle tre Carte, ha percorso via della Riunificazione Nazionale. Un tema martellante, quello della riunificazione indipendente della penisola: una vera “missione storica di cui ogni giovane coreano, al Nord, al Sud e all’estero, si fa oggi carico”, nelle parole di Jong Yong Won, responsabile delle relazioni internazionali dell’Unione della gioventù.
Pyongyang. La WIDF apre la Marcia di solidarietà con la giusta causa della riconciliazione del popolo coreano


WOMEN AT WORK


UN PROGETTO PER DONNE NATIVE E MIGRANTI



Prende il via il 4 maggio a Lecce  Women At Work, un progetto dedicato a donne disoccupate e/o inoccupate, native e migranti, finanziato dalla Regione Puglia - Sezione Relazioni Internazionali. Capofila è la Casa Delle Donne di Lecce, assieme ad una  rete di associazioni partner, fra le quali l'Awmr Italia - Donne della regione mediterranea.
Un viaggio nel mondo delle donne, per esplorare sogni, ambizioni, difficoltà ed ostacoli di coloro che, per troppo tempo, sono state tenute lontane dai principali settori della vita sociale, lavorativa e pubblica. Un viaggio che parte dalle storie delle donne di Italia e Albania e attraversa le culture che vivono a Lecce. L'obiettivo è la promozione di percorsi di crescita culturale e personale a partire dal lavoro, come strumenti di emancipazione, inclusione e contrasto alla violenza e alle discriminazioni.
Parte delle attività si svolgeranno a Lecce e saranno replicate in Albania, a Tirana, grazie al partenariato con l’associazione Wilpf Albania, con la finalità di rafforzare le relazioni pacifiche nel Mediterraneo, promuovere il ruolo delle donne nella società e la cultura della pace e della cooperazione.
Le associazioni  e gli enti  partner sono:Alveare LecceMeticcia Lecce. Awmr Italia - donne della regione mediterranea , @Wilpf Albania , BLABLABLACNA- Confederazione Nazionale Artigianato e Piccola e Media Impresa di Lecce , l'Assessorato alle Pari opportunità del Comune di Lecce.


16/04/18

gendered diplomacy mission

LA WIDF VA A PYONGYANG

Roma, Casa internazionale delle donne, giugno 2017. Chae Chun Hui e Lorena Peña durante la riunione della WIDF

Su invito dell’Unione delle donne socialiste della Repubblica Popolare Democratica di Corea (UDSC), una delegazione della Federazione Democratica Internazionale  delle Donne (WIDF), guidata dalla presidente Lorena Peña Mendoza e che sarà composta da rappresentanti di vari paesi di Europa, America, Paesi Arabi e Asia, si recherà in visita di amicizia a Pyongyang dal 17 al 23 aprile 2018. Nel corso del suo soggiorno in Corea la delegazione della WIDF avrà modo d’incontrare dirigenti e rappresentanti dell’Unione delle donne socialiste di Corea, i delle istituzioni e della società civile e dialogare con loro; visiterà diversi luoghi significativi della città e della regione di Pyongyang. È prevista anche la partecipazione della delegazione internazionale ad una marcia di solidarietà, per l’unità e l’autodeterminazione dei popoli e per la pace, che attraverserà le vie della città per richiamare il mondo all’urgenza di azioni di distensione e di politiche globali di disarmo e pace.
Nel corso del soggiorno a Pyongyang, la WIDF terrà inoltre (presso il Palazzo della Cultura Popolare messo a disposizione delle convenute per l'occasione) l’annuale riunione del proprio comitato direttivo per valutare gli adempimenti realizzati nell’anno trascorso dalla precedente riunione che si tenne a Roma nel giugno 2017, presso la Casa internazionale delle donne.  
Fu in quella occasione, lo ricordiamo con grande soddisfazione, che la WIDF accolse l’invito della vicepresidente dell’UDSC Chae Chun Hui, presente alla riunione, a visitare il suo Paese.
Come è facile immaginare, al centro dei colloqui e degli incontri di Pyongyang ci saranno i temi dell’attuale crisi dell’ordine mondiale e l’impatto sulla vita delle donne, i pericoli che corre la pace mondiale e che cosa le donne possono fare per mettere fine alle guerre in atto e per scongiurare i pericoli di nuove guerre, compresa una guerra nucleare, che si profilano all’orizzonte.   
Fin dalla sua fondazione 72 anni fa, la WIDF ha accettato la sfida di farsi protagonista di politiche di pace, di solidarietà e di costruzione di concrete prospettive di sicurezza globale, investendo nella diplomazia delle donne in quanto capace di porsi come laboratorio di idee e pratiche internazionali basate sull’incontro, il dialogo, il negoziato e la proposta di misure efficaci per prevenire e superare i conflitti internazionali.

14/04/18

NO WAR ON SYRIA

WORLD PEACE COUNCIL



Dichiarazione di condanna dell'aggressione imperialista contro la Siria


Il World Peace Council (WPC) denuncia con veemenza il criminale attacco missilistico compiuto questa notte da parte di  USA, Gran Bretagna e Francia contro la Siria. Il bombardamento di obiettivi siriani con il pretesto dell'uso di armi chimiche da parte dell'esercito siriano nell'est della capitale, che ancora una volta non è stato confermato, è avvenuto solo pochi giorni dopo che la Siria aveva prevalso sui mercenari armati nella Ghouta orientale e che l'evacuazione dell'area aveva iniziato a riportare una relativa normalità.

Il frettoloso attacco imperialista con più di 100 missili da parte di USA, Gran Bretagna e Francia che si proclamano "procuratori, giudici e punitori", offende i sentimenti di pace della stragrande maggioranza dei popoli del mondo e svela  il vero obiettivo degli imperialisti, ovvero la realizzazione del loro disegno di un "Nuovo Medio Oriente", per assicurarsi il controllo delle fonti e delle vie dell'energia, delle sfere di influenza e dei mercati, con il cambiamento violento dei governi e l'instaurazione di regimi amici.
Il World Peace Council non ha mai avuto il minimo dubbio sugli obiettivi degli imperialisti in Medio Oriente. Notiamo in particolare che l'attuale attacco missilistico contro la Siria è stato avallato e sostenuto dalla NATO e dall'UE, organismi che prima dell'attacco e dopo di esso nelle loro prime dichiarazioni concordano con il contesto, lo spirito e la sostanza del barbaro assalto imperialista.
          Il World Peace Council esprime la sua ferma solidarietà e sostegno al popolo siriano, che si confronta con i piani imperialisti da sette anni, e invita i propri membri ed amici a mobilitarsi e condannare l'aggressione contro la Siria e ad essere vigili contro possibili futuri attacchi.

No all'aggressione imperialista in Siria
No alle guerre imperialiste
Viva la solidarietà internazionalista dei popoli!

World Peace Council                       
Atene 14 Aprile 2018  

13/04/18

USA/SIRIA


CODEPINK AL CONGRESSO USA: FERMATE TRUMP!



L'organizzazione di donne pacifiste americane Codepink, che si batte per porre fine al militarismo Usa, per la pace e per i diritti umani, lancia un appello ai parlamentari di ambedue gli schieramenti, democratico e repubblicano, perché impediscano a Trump di attaccare la Siria.
«Trump minaccia imminenti attacchi missilistici statunitensi contro la Siria – scrivono le donne di Codepinkma i senatori Tim Kaine e Mike Lee, insieme al  Congressional Progressive Caucus hanno un'idea diversa. Richiamano la Costituzione e il War Powers Act,  dove si  afferma che il Congresso, non il Presidente, decide quando usare la forza militare
«Il presidente Trump dovrebbe essere autorizzato dal Congresso prima di intraprendere un'azione militare. "È un presidente, non un re, e il Congresso deve smettere di dargli carta bianca per fare la guerra contro chiunque, ovunque", ha detto Kaine. "Se colpisce la Siria senza la nostra approvazione, cosa gli impedirà di bombardare la Corea del Nord o l'Iran?»
Codepink sollecita perciò ad agire con urgenza per  fermare Trump. Gli attacchi missilistici contro la Siria causerebbero solo ulteriore morte e distruzione.


«Bisogna impedire a Trump di prendere una decisione incostituzionale. Già nell’agosto 2013 abbiamo fermato un attacco militare incostituzionale alla Siria, quando 200 membri della Camera Democratici e Repubblicani hanno firmato lettere al Presidente, dicendo che in base alla Costituzione e alla War Powers Resolution doveva chiedere a loro l'autorizzazione prima di colpire la Siria. Dobbiamo fare la stessa cosa anche questa volta!».

@awmr italia 

12/04/18

SIRIA/USA


NON UNA BASE, NON UN'ARMA ITALIANA PER LA NUOVA AGGRESSIONE DEGLI USA ALLA SIRIA!




L’Awmr Italia è al fianco delle donne e della popolazione siriane, già orribilmente colpite e devastate da sette anni di guerra, e si oppone all’ultima escalation bellicista innescata dagli Usa.
Il governo Trump minaccia un nuovo attacco missilistico alla Siria, accusata senza alcuna verifica dei fatti di aver usato armi chimiche contro il suo stesso popolo. E’ uno scenario pretestuoso che abbiamo già visto un anno fa e quattro anni fa nella stessa Siria, e prima ancora in Iraq, in Libia, in Kossovo, in Afghanistan.
In passato, il governo italiano e i governi dell’Unione Europea hanno supinamente “giustificato” l’impostura della “punizione necessaria”. Non solo: vi ha partecipato di fatto, fornendo basi, uomini e strutture. 
Le operazioni “punitive” ordinate da Trump contro la Siria necessitano infatti del supporto delle basi aeronavali Usa in Italia; nel nostro paese si trovano comandi e basi per le operazioni militari Usa e NATO in Medio Oriente e Nord Africa, e volenti o nolenti siamo pienamente coinvolti nella strategia aggressiva Usa/Nato in quelle aree.
Da sette anni gli Stati Uniti, la Francia, il Regno Unito, la Turchia, Israele ed i loro alleati nella regione - Arabia Saudita, Emirati Arabi, Qatar – fomentano e strumentalizzano il conflitto in Siria, finanziando ed armando gruppi “ribelli” contro il regime di Assad, con l’obiettivo vero di smembrare il territorio siriano, colpire l’Iran e “ridisegnare il Medio Oriente” in maniera conforme ai loro interessi imperialistici di accaparramento delle risorse idriche ed energetiche e di controllo delle rotte marittime nel Mediterraneo
Quest’ulteriore attacco militare alla Siria aggiungerebbe distruzione a distruzione, allontanerebbe le prospettive di soluzione negoziata del conflitto, accrescerebbe le sofferenze dei civili, in modo particolare delle donne e dei bambini, come accade in ogni guerra.
Nessuna potenza può attribuirsi unilateralmente il ruolo di gendarme internazionale; nessuno può decidere, al di fuori della legalità internazionale, chi va punito e chi no; nessuno può usare a propria discrezione esclusiva la forza militare contro un altro paese sovrano.
Ci opponiamo a questa ennesima escalation bellicista e chiediamo al governo italiano di sottrarci a questa ennesima vergogna, sostenendo attivamente una soluzione politica e diplomatica sotto l’egida delle Nazioni Unite, dissociandosi dalle strategie di guerra Usa e NATO.
Ripudiamo la guerra, non vogliamo basi militari straniere né armi nucleari sul territorio italiano, vogliamo un’Italia neutrale e ponte di pace verso ogni area del mondo.

04/04/18

Palestina

WE STAND WITH PALESTINE



Un'altra strage di civili palestinesi è stata compiuta nei giorni scorsi sul confine della Striscia di Gaza dall’esercito israeliano, che ha deliberatamente aperto il fuoco contro i partecipanti alla Marcia del Ritorno. E’ l’ennesima violenza israeliana contro il popolo palestinese, dopo i precedenti eccidi compiuti nella Striscia di Gaza da Israele nel 2009, 2012, 2014.
Israele continua a porsi al di fuori della legge internazionale grazie al sostegno degli Usa e dei paesi alleati, continua a costruire le colonie in Cisgiordania ignorando le risoluzioni dell’ONU, continua a tenere in prigione adolescenti palestinesi come Ahed Tamimi, colpevole di aver schiaffeggiato un soldato israeliano entrato abusivamente nel cortile della sua casa.
Come Awmr Italia, deploriamo il consueto silenzio-assenso dell’Italia di fronte a questo ennesimo crimine israeliano. Il governo italiano, tacendo, dimostra di fare carta straccia dei diritti umani e civili del popolo palestinese. Inoltre è fallace e ipocrita la presunta equidistanza fra Israele e Palestina di certe istituzioni internazionali e dei mass media mainstream . Non si può essere equidistanti quando da una parte si usano le pietre e dall’altra le bombe e i carri armati.
Noi sosteniamo con forza la “Marcia del ritorno” palestinese esprimendo piena solidarietà alle ‘tende del ritorno’ allestite al confine tra la Striscia di Gaza e Israele. Denunciamo l’assedio che da oltre 10 anni è stato imposto alla Striscia di Gaza, con la complicità dell’Egitto; condanniamo la decisione provocatoria del presidente Usa Trump  di riconoscere Gerusalemme come capitale dello Stato d’Israele e di spostare lì l’ambasciata Usa.
Sosteniamo con forza il diritto al ritorno dei profughi palestinesi e siamo vicine alle donne e agli uomini palestinesi che resistono da oltre 70 anni alle politiche criminali e di apartheid attuate da Israele.
Ribadiamo il pieno sostegno alla causa nazionale del popolo palestinese e al suo diritto ad avere uno stato indipendente e sovrano entro i confini del 1967. Solo quando saranno rispettati tutti i diritti del popolo palestinese, la pace potrà realizzarsi in quella parte del mondo.