GLI STATI UNITI FUORI DAL CONSIGLIO PER I DIRITTI UMANI DELLE NAZIONI UNITE
Un altro ritiro unilaterale annunciato da Washington dagli impegni multilaterali, dopo l’uscita dall'UNESCO e dagli accordi sul clima di Parigi e sul nucleare iranianoGli Stati Uniti hanno annunciato il loro ritiro dal Consiglio per i diritti umani dell’Onu accusandolo di "pregiudizi cronici" contro Israele.
La decisione è stata annunciata martedì scorso dalla signora Nikki Haley, ambasciatrice degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite.
"Facciamo questo passo perché il nostro impegno non ci consente di rimanere parte di un'organizzazione ipocrita e egoista che si fa beffe dei diritti umani", ha dichiarato boriosamente, da Washington, il segretario di Stato americano Mike Pompeo.
L'alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Zeid Ra'ad al-Hussein, l’ha definita “una notizia deludente, se non proprio sorprendente", aggiungendo che "dato lo stato deplorevole dei diritti umani nel mondo di oggi, gli Stati Uniti dovrebbero fare sforzi per migliorarlo, invece di fare passi indietro".
In verità, l'uscita degli Stati Uniti dal massimo organismo delle Nazioni Unite per i diritti umani, che ha sede a Ginevra, non è una sorpresa, dato che l’ambasciatrice Haley l’aveva minacciata fin dal momento del suo insediamento agli inizi del 2017.
La decisione dell'amministrazione Trump arriva dopo che il consiglio, in una risoluzione del mese scorso sul massacro di manifestanti palestinesi a Gaza, durante la Grande Marcia del Ritorno, ha chiesto che sia aperta un’indagine sui fatti, accusando Israele di “uso eccessivo della forza”.
La mossa di Washington arriva, inoltre, nel momento in cui piovono da ogni parte le critiche per la vergognosa politica di separazione dei bambini immigrati dai loro genitori al confine tra Stati Uniti e Messico, e dopo che lo stesso alto commissario Zeid Ra'ad al-Hussein ha invitato Washington a smetterla: "Il pensiero che uno stato qualsiasi cerchi di dissuadere i genitori migranti infliggendo tali abusi sui bambini è inconcepibile", ha protestato.
Con arroganza e sprezzo del ridicolo al signora Haley ha giustificato la decisione dichiarando che gli Usa escono dal consiglio perché sarebbe diventato "un pozzo nero di pregiudizi politici e protettore dei violatori dei diritti umani... Basti vedere chi ne fa parte: il Venezuela, la Cina, Cuba, la Repubblica democratica del Congo…”. Ohibò.
Che dicono gli altri membri? Mentre il ministro degli Esteri britannico Boris Johnson con britannica spocchia definisce "deplorevole" la situazione che ha portato alla mossa di Washington, l'Unione europea ha levato la sua fievole voce per dire che essa "rischia di indebolire il ruolo degli Stati Uniti come campione e sostenitore della democrazia sulla scena mondiale". (!)
Da Israele, ovviamente, Netanyahu ringrazia. E loda Washington per la decisione "coraggiosa".
In attesa che gli Usa, come già annunciato, lascino anche l'UNESCO (a cui peraltro non versano più la propria quota da diversi anni) entro la fine del 2018, questo è il terzo ritiro di Washington dagli impegni multilaterali, dopo l’uscita dagli accordi sul clima di Parigi e sul nucleare iraniano.