21/07/24

No ai nuovi euromissili / Una campagna per un futuro di pace

 Awmr Italia- Donne della Regione Mediterranea ha derito alla campagna lanciata su Peacelink contro la dissennata decisione della NATO di schierare nuovamente in Germania gli euromissili che erano stati smantellati e proibiti con il trattato INF. Una decisione gravissima che contribuirà ad acuire le già altissime tensioni internazionali e ad avvicinare ulteriormente il rischio di una catastrofe nucleare.


Disegno R.Goffredo

La decisione della Nato di ritornare a schierare entro il 2026 gli euromissili che erano stati banditi dal trattato INF – come si dice nell’appello che accompagna il lancio della campagna – è di una gravità assoluta perché segna l’inizio di una nuova escalation nucleare in Europa.

Negli anni ‘80, consapevoli della gravità di questo rischio, l’Unione Sovietica e gli Sati Uniti, sotto la pressione di una grande mobilitazione dei movimenti pacifisti e col concorso di forze politiche europee più responsabili, firmarono il trattato sulle forze nucleari a medio raggio(INF), quelle più rischiose per l’Europa, perché costringeva i paesi europei a sacrificarsi facendo da “scudo” agli Stati Uniti in un eventuale confronto nucleare Est-Ovest.

Quel trattato, che portò all’eliminazione di 2692 missili e a un abbassamento sostanziale del rischio e delle tensioni internazionali, è stato annullato, inizialmente dagli Stati Uniti nel 2018, e oggi la NATO ha deciso di schierarne di nuovi in Germania.

Tale decisione contribuisce in maniera sconsiderata ad avvicinare il rischio di una catastrofe nucleare in Europa e, mentre le superpotenze nucleari si rimpallano colpe e responsabilità, i governanti europei, invece di adoperarsi per risolvere in modo ragionevole e condiviso le controversie e i conflitti, ci stanno trascinando nuovamente nella spirale di un avventurismo bellicista, di cui l’opinione pubblica fatica a percepire la pericolosità.

«Con i nuovi missili ipersonici la situazione può sfuggire di mano – avverte l’appello – anche per un semplice errore e le decisioni di rappresaglia nucleare vengono prese in una manciata di secondi. Oggi in gioco c’è il rischio di una guerra nucleare sempre più vicina con la decisione della Nato. È responsabilità di ciascuno di noi prendere posizione e chiedere ragionevolezza. Facciamo sentire la nostra voce prima che i nuovi euromissili vengano installati».

Per sottoscrivere l’appello e aderire alla campagna: www.peacelink.it/noeuromissili     

13/07/24

Controvertice / 75 anni di Nato sono troppi

Mentre la NATO concludeva il suo vertice a Washington e Biden teneva una conferenza stampa cruciale, i media mainstream continuavano freneticamente a concentrarsi sull’età e sulle capacità cognitive di Biden. È troppo vecchio e disorientato per guidare il “mondo libero”? È riuscito a superare la conferenza stampa senza inciampare troppe volte? Nella copertura mediatica del vertice, tuttavia, si è persa una seria discussione sull’età avanzata della NATO e sulla capacità della NATO di guidare il cosiddetto“mondo libero”.

La Piovra NATO

di Medea Benjamin*, World Beyond War

A 75 anni, la NATO non è invecchiata bene. Nel 2019, il presidente francese Emmanuel Macron aveva già lanciato l’allarme, accusando la NATO di “morte cerebrale”. Mentre l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha dato alla NATO una nuova prospettiva di vita, l’adesione della NATO all’Ucraina rende di fatto il conflitto – e il mondo – più pericoloso.

Ricordiamo perché è stata fondata la NATO. Mentre dalla devastazione della Seconda Guerra Mondiale andavano emergendo i contorni della Guerra Fredda, dieci nazioni europee, insieme agli Stati Uniti e al Canada, si univano nel 1949 per creare un’alleanza che nelle loro dichiarazioni doveva scoraggiare l’espansione sovietica e, grazie a una forte presenza nordamericana nel continente, fermare la rinascita del militarismo nazionalista in Europa e incoraggiare l’integrazione politica europea. Ovvero, secondo una battuta del primo segretario generale dell’alleanza, Lord Ismay, il suo scopo era “tenere i sovietici fuori, gli americani dentro e i tedeschi sotto”.

Sono passati decenni da quando l’Unione Sovietica è collassata e le nazioni europee si sono ben integrate. Allora perché la NATO continua ad esistere? Quando l’Unione Sovietica crollò nel 1991, insieme alla sua alleanza militare chiamata Patto di Varsavia, la NATO avrebbe potuto – e avrebbe dovuto – dichiarare vittoria e chiudere. Invece, è passato dai 16 membri nel 1991 ai 32 membri di oggi.

La sua espansione verso est non solo ha violato le promesse fatte dal segretario di Stato James Baker al leader sovietico Mikhail Gorbaciov, ma è stata un grave errore. Il diplomatico americano George Keenan avvertì nel 1997 che “l’espansione della NATO sarebbe stato l’errore più fatale della politica americana nell’intera era post-Guerra fredda”. In effetti, sebbene l’espansione della NATO non legittimi l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel 2022, ha comunque provocato la Russia e acceso nuove tensioni. I membri della NATO hanno anche svolto un ruolo chiave nel colpo di stato ucraino del 2014, nell’armamento e nell’addestramento delle forze ucraine in preparazione della guerra con la Russia e nell’annullamento dei negoziati che avrebbero potuto porre fine alla guerra nei suoi primi due mesi.

Dopo due anni di guerra brutale, il vertice NATO si è concentrato su come sostenere i fallimentari sforzi dell’Ucraina per respingere la Russia. L’insistenza sulla creazione di uno scenario “a prova di Trump”, che garantirebbe all’Ucraina miliardi di aiuti militari per gli anni a venire e un “percorso irreversibile” verso l’adesione alla NATO, è in realtà una garanzia che la guerra si trascinerà per anni – proprio perché l’adesione alla NATO è la preoccupazione numero uno della Russia. Al vertice non si è parlato di come porre fine alla guerra procedendo verso un cessate il fuoco e colloqui di pace. Perché? Perché la NATO è un’alleanza militare. L'unico strumento che ha è un martello.

Abbiamo visto la NATO brandire illegalmente e senza successo questo martello in un paese dopo l’altro negli ultimi 30 anni. Dalla Bosnia e la Serbia all’Afghanistan e alla Libia, la NATO ha giustificato questa violenza e destabilizzazione con la pretesa di difendere “l’ordine basato sulle regole”, violando ripetutamente i precetti fondamentali della Carta delle Nazioni Unite.

La NATO è ora un colosso militare con partner ben oltre il Nord Atlantico, che circonda il globo dalla Colombia alla Mongolia all’Australia. Si è rivelata un’alleanza aggressiva che avvia e intensifica le guerre senza consenso internazionale, esacerba l’instabilità globale e dà priorità agli accordi sugli armamenti rispetto ai bisogni umanitari. La NATO fornisce una copertura agli Stati Uniti per posizionare armi nucleari in cinque nazioni europee, avvicinandoci alla guerra nucleare in violazione sia del Trattato sulla non proliferazione delle armi nucleari che del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari. La NATO ci sta mettendo tutti in pericolo nel disperato tentativo di riaffermare l’egemonia globale degli Stati Uniti in quello che oggi è un mondo multipolare.

Il 75° anniversario della NATO è il momento opportuno per fare il punto sulla visione obsoleta del mondo della NATO e sulle violazioni del diritto internazionale. La NATO dovrebbe essere messa a tacere in modo da poter rivitalizzare e democratizzare la sede adeguata per affrontare i conflitti globali: le Nazioni Unite.

(trad. AWMR Italia)

https://worldbeyondwar.org/similar-to-biden-nato-is-aged-and-unfit-for-leadership/

*Medea Benjamin è co-fondatrice del gruppo pacifista CODEPINK Women for Peace, che aderisce alla rete Global Women for Peace united against NATO (GWUAN). È autrice di numerosi libri, tra cui Guerra in Ucraina: dare un senso a un conflitto insensato, scritto in collaborazione con Nicolas J.S. Davies. Il suo libro più recente, scritto in collaborazione con David Swanson, è “NATO: What You Need to Know”.



 

08/07/24

Washington DC / “Espansionismo e guerre sono la vera natura della NATO globale”

In apertura del contro-vertice “No NATO – Yes Peace”, che ha riunito nella capitale Usa, il 6 e 7 luglio 2024, migliaia di attiviste e attivisti pacifisti provenienti da ogni parte del mondo, la parlamentare tedesca di origine curda, Sevim Dagdelen*, ha pronunciato un “J’accuse” puntuale e coraggioso nei confronti della vera natura aggressiva e bellicista dell’Alleanza Atlantica.

Sevim Dagdelen (Washington DC, 6-7 luglio 2024)

Giusto in tempo per il suo 75° anniversario, la NATO ha gettato la maschera. E il vertice della NATO dei prossimi giorni a Washington è un momento particolarmente illuminante in questo smascheramento. La storia dell'Illuminismo ci insegna a non prendere mai per oro colato l'immagine che una persona o un'organizzazione dà di sé. Lo stesso vale per le prime fonti delle idee illuministiche nell’antica Grecia. I greci già ebbero questa intuizione. Sopra il Tempio di Apollo era incisa la massima: conosci te stesso!

Se prendiamo questa ingiunzione non alla leggera, come un gentile promemoria dei limiti del pensiero umano, ma anche nel senso su cui insisteva il filosofo presocratico greco Eraclito – cioè che “spetta a tutti gli uomini conoscere se stessi e pensare bene” – allora dobbiamo considerare la conoscenza di sé come qualità umana essenziale, che forse dovrebbe applicarsi anche alle nostre organizzazioni.

Con la NATO, invece, sembra che avvenga esattamente il contrario. Per la NATO, la negazione della sua vera natura fa parte dell’essenza dell’organizzazione. O, per dirla in altro modo, l’identificazione quasi totale con l’immagine di sé fa parte dell’essenza dell’alleanza militare. È ancora più sorprendente, quindi, che i media occidentali si accontentino così spesso di restituire al pubblico migliaia di iterazioni di questa immagine di sé, senza fare domande e senza fermarsi a considerare se l’immagine rappresenta adeguatamente la realtà.

In effetti, 75 anni di NATO equivalgono a 75 anni di negazione, anche se con una drammatica espansione di scala e portata negli ultimi anni.

Ciò è dovuto in parte al fatto che i tre grandi miti della NATO stanno ormai tramontando.

Il primo è il mito centrale di una NATO organizzata come una comunità di difesa impegnata nel rispetto del diritto internazionale: una NATO che è una comunità di stati costituzionali che sostengono la legge e consentono al diritto internazionale di governare le sue azioni, come se esistesse per nessun altro scopo se non quello di difendere il territorio dei suoi membri.

Ma se interroghiamo le reali politiche della NATO, cosa troviamo?

26/06/24

LETTERA APERTA AI GIOVANI SULLA TERZA GUERRA MONDIALE

 “So che quando la maggior parte dei giovani guarda al futuro, ha molta paura e poca speranza”


di Boaventura de Sousa Santos* - Diario 16, Spagna

Mi rivolgo ai giovani come qualcuno che, a causa della sua età, non combatterà nella prossima guerra mondiale (Terza Guerra Mondiale) e forse non ne vedrà nemmeno l'inizio. Vorrei solo trasmettere le seguenti idee, che ritengo fondate: sono convinto che la Terza Guerra Mondiale si avvicina; a differenza delle precedenti, il campo di battaglia sarà l'intero pianeta e, per la prima volta, includerà il territorio statunitense; non importa quanto sofisticate saranno la tecnologia militare e l’intelligenza artificiale su cui si fonderà, essa richiederà soldati sul campo che moriranno a milioni, insieme a popolazioni civili innocenti più che in qualsiasi guerra precedente; questi soldati saranno i giovani e non i signori della guerra, siano essi politici (che non sottoporranno mai a referendum la decisione di fare la guerra) o uomini d'affari e azionisti delle aziende del complesso militare-industriale; l’unica certezza che abbiamo riguardo alla guerra è che sappiamo quando inizia, ma non quando finisce; la specificità della Terza Guerra Mondiale è che quando finirà (tutte le guerre finiscono), per la prima volta sarà a rischio non solo la sopravvivenza della specie umana, ma anche la vita non umana sul pianeta. È una previsione distopica, ma sufficientemente realistica perché le religioni incentrate sull’idea dell’apocalisse possano proliferare oggi. A differenza di esse, il mio messaggio è spinoziano, cioè si basa sulla dialettica della paura e della speranza.

So che quando la maggior parte dei giovani guarda al futuro, ha molta paura e poca speranza. Se vuoi avere più speranza, devi essere pronto a instillare paura nei potenti di questo mondo, che apparentemente hanno smesso di aver paura dei loro nemici e vivono in un’orgia di speranza. Prima di andare avanti, voglio dire ai giovani che, anche se sono nato in Europa, parlo dal Sud del mondo attraverso la lente delle epistemologie meridionali. E per questo motivo quanto ho detto sopra è vero solo a metà. Vista dal Sud del mondo, la Terza Guerra Mondiale è già iniziata (basti ricordare Iraq, Afghanistan, Libia e Siria). Quando parlo della futura Terza Guerra Mondiale, intendo solo che la portata della guerra esistente aumenterà in modo esponenziale e che raggiungerà anche i paesi del Nord globale, una condizione sine qua non affinché qualcosa diventi globale, che sia una guerra o una pandemia.

Interesse nel promuovere la guerra

In ogni guerra c'è un paese o un impero particolarmente interessato a promuovere la guerra. Nella Prima Guerra Mondiale il più aggressivo fu l’impero tedesco; nella Seconda, la Germania di Hitler. Nessuno nel Sud del mondo crede che la Russia o la Cina siano interessate a promuovere la guerra. Gli imperi in ascesa preferiscono le relazioni a somma positiva alle relazioni a somma zero (come la guerra). La loro ascesa e il loro aumento di influenza si basano sul fornire vantaggi reali ai nuovi alleati, anche se sono soggetti a condizioni di subordinazione. Ecco perché favoriscono la diplomazia e il multilateralismo.

04/06/24

La scalata della NATO alla guerra e i governi più stupidi d'Europa



La blogger tedesca Tanja Stopperlancia l’allarme contro l’escalation della guerra: "Con un cocktail letale di veleno fatto di ipocrita arroganza, ignoranza profonda, totale negazione della realtà e gigantesca megalomania, la NATO, ubriaca di guerra, si sta apertamente e deliberatamente dirigendo verso uno scontro diretto con la Russia sotto gli occhi di tutti..."

Così facendo non vuole solo continuare la guerra per procura, ma vuole portare i propri soldati in Ucraina allo scontro diretto con i soldati russi e attaccare la Russia con le proprie armi nucleari…”

Il confronto indiretto attraverso la guerra per procura non è più sufficiente e così si spinge verso la Terza Guerra Mondiale. Perché uno scontro diretto non può che sfociare in una guerra nucleare. Ciò significa che i fanatici presunti "difensori della moralità" – primo fra tutti il ​​governo tedesco – danno seriamente per scontato che vinceranno una guerra nucleare.

Abbiamo il governo più stupido d'Europa, perché dice di voler assumere anche qui il ruolo di leadership. In realtà, i nostri signori della guerra ci stanno portando in un abisso nucleare.

 Virtù cardinali o vizi cardinali?

Secondo la “dottrina del benefattore”, noi siamo i bravi ragazzi. Almeno questo è quello che i servizi stampa e gli stessi chef ci ripetono costantemente. Buon appetito! Indurre il cambiamento di mentalità verso una società di guerra richiede la convinzione di far parte dei bravi ragazzi. Perché questo giustifica tutto, pensano. Lo chiamano "orientare al valore". Ma fai attenzione: può rimanerti in gola molto presto!

La puerile strategia autoritaria non potrebbe essere più semplice: la “dottrina del benefattore”. E i bravi ragazzi fanno solo cose buone, ecco perché sono bravi. Ciò non solo rende superflue le domande critiche sulle loro azioni e dichiarazioni, ma significa anche che, se li critichi, sei già uno dei cattivi. Gli argomenti possono essere ragionevoli quanto si vuole, ma sono irrilevanti, il contenuto non interessa. 

Poiché il "mangia o muori" non lascia alcun margine di manovra, è tracciato un percorso la cui corsia a scartamento ridotto è stata murata in cemento su entrambi i lati. A intervalli regolari si va ai box per il rifornimento di pressione dell'indottrinamento (buonooo, buonoooo, buonooooo ...) e per renderlo più facile da tollerare e rinforzarlo, c'è poi sempre la pillola amara (Putin è stato di nuovo cattivo, quindi dobbiamo fare qualcos’altro di buono, ad esempio alimentare la guerra con armi e munizioni e sperare in "risposte" dai sistemi di allarme precoce dei missili nucleari russi) ... 

Strategia comunicativa: asserire la moralità e praticare l'amoralità

 Può essere così facile quando sei dalla parte del bene, perché non c'è bisogno di mettere in discussione nulla. Hai solo bisogno dei termini giusti per suscitare clamore superficiale, perché non importa cosa c'è dentro. Va tutto bene fuori e male dentro.

Diamo ora uno sguardo più da vicino: cosa c'entra tutto questo con l'orientamento ai valori? Il "buono" non è un valore: ciò che è buono dovrebbe essere prima definito in modo più preciso attraverso dei principi. La “dottrina del bene” dovrebbe essere ricca di contenuti se l’orientamento ai valori dovesse essere preso sul serio. Cosa ci sarebbe di più ovvio che citare le quattro virtù cardinali: prudenza, giustizia, coraggio e moderazione come valori più alti dell'azione morale? «Ubriachi di giustizia, incommensurabilmente coraggiosi e davvero intelligenti (crediamo) gettiamo le nostre armi nella battaglia ucraina», ha giustamente affermato Thomas Fasbender.

Secondo il filosofo Thomas Pieper, però, la saggezza viene prima; è la misura della giustizia, del coraggio e della moderazione. Azione saggia significa quindi considerazione, autocontrollo, ragione e, soprattutto, prudenza. In breve: moralità.

Ciò significa: 1. ripetere che “Abbiamo il governo più stupido d’Europa”; 2. che il nostro governo e la NATO affermano di agire in modo moralmente orientato ai valori, ma praticano esattamente il contrario. Nietzsche e de Sade probabilmente ne sarebbero felicissimi. 

Quod erat demonstrandum. 

A che serve dire poi "avevo ragione"? 

Ora siamo al punto su cui avevamo messo in guardia più di due anni fa, perché era prevedibile che accadesse se non si cambiava rotta. Non esiste altra strategia: "Noi" (!) dobbiamo vincere, qualunque cosa accada e a qualsiasi costo, perché "noi" abbiamo ragione."

Ma, come dice il colonnello (in pensione) Wolfgang Richter, “non serve a nessuno scrivere poi sulla lapide: avevo ragione”!

* L'articolo originale sta in: https://www.pressenza.com/de/2024/06/massive-eskalation-der-nato/ 



31/05/24

1 giugno 2024 / Giornata internazionale dei bambini e delle bambine

 Movimento delle Donne democratiche in Israele: per il bene dei bambini diciamo basta!

In vista della Giornata internazionale dei bambini, il 1 giugno, il Movimento delle donne democratiche in Israele (MDWI) torna a chiedere, ancora una volta, la protezione dei cittadini palestinesi, in particolare bambini e donne, e l’immediata cessazione dell’aggressione israeliana in corso contro Rafah e l’intera Striscia di Gaza. La richiesta di porre fine alla sanguinosa guerra nella Striscia di Gaza riecheggia nelle manifestazioni di massa in Israele e nel mondo.

Il 9 ottobre 2023, il MDWI ha condannato l’uccisione e il ferimento di migliaia di israeliani e ha chiesto il rilascio delle persone rapite dicendo: “Basta con l’aggressione! Basta con l'assedio!" La guerra in corso a Gaza da allora ha causato la morte di oltre 36.000 palestinesi e il ferimento di più di 80.000 altri, mentre molte vittime sono ancora sepolte sotto le rovine. Molte di queste vittime sono bambini e donne. 

Il governo israeliano deve consentire incondizionatamente la consegna di aiuti umanitari alla Striscia di Gaza. Il blocco delle forniture di acqua, cibo e medicinali e la distruzione della maggior parte delle abitazioni, degli ospedali e delle scuole nella Striscia sono crimini di guerra. Ripetiamo e affermiamo che fermare la guerra e liberare i prigionieri israeliani e palestinesi rapiti è nell'interesse del popolo palestinese e israeliano.

Ci uniamo alla richiesta rivolta al governo Netanyahu di attuare immediatamente l’ingiunzione della Corte Internazionale di Giustizia di smetterla di colpire i civili. Sosteniamo l'intenzione della Corte Penale Internazionale di perseguire il rimo ministro Netanyahu e il ministro della difesa Gallant per crimini di guerra.

Il MDWI ha partecipato alla fondazione di Peace Partnership, movimento contro la guerra arabo-ebraico. Salutiamo e sosteniamo tutti gli oppositori della guerra a Gaza, in particolare i giovani uomini e donne israeliani che rifiutano di prestare servizio nell'esercito di guerra e di occupazione.

A nome di tutti i bambini palestinesi e israeliani, diciamo:

No alla guerra! No al razzismo!

Sì a una lotta congiunta arabo-ebraica per una pace giusta e stabile tra Israele e lo Stato palestinese che verrà istituita insieme ad esso.

Armi nucleari per l'Unione Europea? No, grazie!

La rete Global Women for Paece United AgainstNATO (GWUAN) aderisce all’appello lanciato dalla sezione tedesca di IALANA (International Association of Lawyers Against Nuclear Arms) ai candidati e alle candidate per le imminenti elezioni Europee affinché s'impegnino a promuovere l’adesione degli Stati dell’UE al Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW). 


«In vista delle elezioni del Parlamento europeo, alcuni politici ed esperti hanno avviato una discussione sulle "armi nucleari per l'UE".

Qualunque sia il contesto, IALANA sottolinea che tali piani non solo sono moralmente discutibili, ma violano anche la legge applicabile.

Le armi nucleari rappresentano – come più volte sottolineato nelle risoluzioni dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite – una minaccia per l’intera umanità e per la coesistenza pacifica degli Stati. Il loro utilizzo è associato a sofferenze incommensurabili, è contrario alla Carta delle Nazioni Unite e costituisce un crimine contro l’umanità.

Nella sua sentenza del 1996, la Corte Internazionale di Giustizia ha stabilito che la minaccia e l’uso delle armi nucleari violano generalmente il diritto umanitario internazionale. Secondo il parere consultivo della CIG, anche in circostanze estreme di autodifesa, gli stati possono difendersi solo con armi che soddisfano le condizioni del diritto internazionale umanitario. Le armi nucleari non le soddisfano. Nel suo Commento Generale n.36, il Comitato Internazionale per i Diritti Umani sottolinea il divieto delle armi nucleari, che deriva anche dal diritto alla vita.

Un ulteriore divieto dell’acquisizione e del possesso di armi nucleari ai sensi del diritto internazionale deriva dal Trattato di non proliferazione delle armi nucleari (TNP), a cui hanno aderito tutti gli Stati membri dell’UE. Il TNP vieta inoltre alla Francia, uno Stato dotato di armi nucleari, di trasferire direttamente o indirettamente armi nucleari o il controllo su tali armi a qualsiasi destinatario. Obbliga inoltre gli Stati parti a portare avanti negoziati in buona fede sul completo disarmo nucleare.

Nel 2003 anche l’UE, in quanto confederazione di Stati, si è impegnata pienamente a rispettare il regime di non proliferazione sancito dal TNP come parte della sua politica estera e di sicurezza comune (PESC) (posizione comune 2003/805/PESC del Consiglio delle Comunità europee Unione).

Questa politica di non proliferazione delle armi di distruzione di massa corrisponde all’imperativo di pace contenuto nel Trattato dell’UE e nella Carta delle Nazioni Unite. Per la Germania l’imperativo della pace è sancito anche dalla Legge fondamentale e, in questo contesto, la Germania ha riaffermato la sua rinuncia alla “produzione, possesso e controllo delle armi nucleari, biologiche e chimiche” nel Trattato sulla risoluzione finale con Rispetto alla Germania (Trattato Due Più Quattro).

Altri due Stati membri dell’UE – Austria e Irlanda – hanno fatto un ulteriore passo avanti e hanno ratificato il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW).

Facciamo appello a tutti i candidati e i partiti che partecipano alle elezioni per il Parlamento Europeo affinché prendano le distanze dall’idea che l’UE abbia proprie armi nucleari e facciano invece una campagna per porre fine alla “condivisione nucleare” praticata da Germania, Belgio e Paesi Bassi, perché tutti gli Stati membri dell’UE aderiscano al TPNW e per un mondo libero dalle armi nucleari.

Solo attraverso gli sforzi congiunti della comunità internazionale possiamo realizzare un futuro senza la costante minaccia delle armi nucleari».

 Berlino, 30 maggio 2024

https://ialana.de/images/240530_Statement_by_IALANA_Germany_Nuclear_weapons_for_the_European_Union_-_a_violation_of_applicable_law.pdf

21/05/24

Un vertice NATO per istruire i giovani a tenersi pronti alla guerra



di David Swanson* 

Il recente “Summit della gioventù” della NATO, anche se a doppia velocità, dura più di un’ora e mezza su Youtube. Non ho potuto guardarlo tutto, perché mi ha fatto sentire vecchio, così vecchio che riesco a ricordare quando le persone erano capaci di vergognarsi di trarre profitto dalle uccisioni di massa o di promuovere guerre mondiali che avrebbero potuto finire con un'apocalisse nucleare.

Sembra che la “gioventù” partecipante al vertice abbia soddisfatto certi requisiti come l’essere all’incirca più giovani di Biden o di Trump e  l’essere presenti in così tante decine. Soprattutto ci fanno sapere quanto la NATO sia alla moda e accattivante.

Dopo un po’, sul palco del “vertice” son saliti, per un paio di byte sonori ciascuno, tre vincitori di un concorso che dovevano avere tra i 18 e i 35 anni e che hanno proposto una brillante risposta alla domanda “Qual è il tuo ruolo nel dare forma a un futuro sicuro?”. La prima concorrente, una giovane donna, ha proposto un’app in cui un confidenziale soldato della NATO di un paese X aiuta a giocare ai videogiochi, per lo più divertenti simulazioni di omicidi, ma anche lezioni di propaganda (“come individuare la disinformazione!”). Con un bonus aggiuntivo: l'app servirebbe a raccogliere dati sui suoi utenti in modo che la NATO possa inviare loro messaggi importanti. 

Il secondo tipo fabbricava droni e voleva che i militari li acquistassero. Così cool! Infine la terza concorrente diceva che stava promuovendo studi sull’Ucraina nell’Europa occidentale con una divertente prospettiva pro-guerra per aiutare a comprendere che è tutta colpa della Russia.

Dopo tutto quel rinvigorimento, sono tornati su i vecchi a raccomandare a tutti di prepararsi alla guerra e di non averne paura. Questo si chiama, beninteso, non essere un idiota, ma essere “resiliente”. Notando che il tipo del tieniti-pronto-per-la-guerra avrebbe continuato a parlare per un bel po', ho iniziato a pensare che anche il mio pranzo poteva essere abbastanza resiliente da tornarmi in gola, così ho abbandonato la navigazione.

Mi dispiace molto che più di mille persone abbiano guardato questo straordinario “vertice globale dei giovani”, ma mi sento un po’ meglio sapendo che la media di un Youtube sui cuccioli di ippopotamo ottiene decine di milioni di visualizzazioni.

*World BEYOND War, 20 maggio 2024

https://worldbeyondwar.org/wp-content/uploads/2024/05/NATO-YOUTH-SUMMIT.jpg