24/09/18

Disarmo nucleare


L’ITALIA ESCA DALL’AMBIGUITÀ SUL NUCLEARE

Nelle mani del governo italiano migliaia di firme raccolte per sollecitare firma e ratifica del Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari adottato dalle Nazioni Unite






Mercoledì 26 settembre, Giornata internazionale per il disarmo nucleare, a Roma una delegazione delle associazioni WILPF Italia, Donne in Nero, Disarmisti Esigenti, Pax Christi, Comboniani, IPPNW (medici contro il nucleare, premio Nobel per la pace 1986) consegnerà al Ministero degli Affari Esteri un l’Appello sottoscritto da migliaia di cittadine e cittadini italiani che chiedono alle massime istituzioni del Paese di adoperarsi affinché anche l’Italia firmi e ratifichi il TPAN ( Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari), approvato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
È l’epilogo di un iter durato vari mesi, che ha preso il via dalla “Carovana delle Donne per il Disarmo Nucleare” promossa da WILPF Italia (Women’s International League for Peace and Freedom), alla quale hanno aderito l’AWMR Italia e altre associazioni e movimenti pacifisti
La Carovana, che si proponeva di rilanciare con forza il messaggio di pace di ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons, Premio Nobel  2017), ha toccato una ventina di città italiane dove ha promosso dibattiti, manifestazioni, proiezioni di film, presentazioni di libri, incontri con i giovani delle scuole sul tema della follia della violenza nucleare.
La campagna per la messa al bando delle armi nucleari proseguirà in Italia col duplice obiettivo di sollecitare il governo a firmare e ratificare il TPAN, adottato dall’ONU il 7 luglio 2017 con 122 voti a favore, e convincere un’opinione pubblica sempre più estesa che una guerra nucleare costituisce una minaccia incombente sulla vita dei popoli e dell’ecosistema terrestre molto più concreta di quanto non si creda, poiché può essere scatenata addirittura per caso, per incidente o per errore di calcolo. E che, d’altra parte, la logica della deterrenza nucleare e della minaccia di distruzione reciproca, oltre ad essere contrarie all’etica di ogni civile convivenza e ai principi della nostra Costituzione, rappresentano un pericoloso incentivo all’accumulazione di armamenti nucleari.
A distanza di un anno dalla sua adozione, il TPAN è stato firmato da 60 stati e già ratificato da 14. È realistico pensare che entro il 2020 si arrivi alle 50 ratifiche necessarie per la sua entrata in vigore.
L’Italia non ha partecipato ai negoziati in sede ONU che hanno portato all’adozione del TPAN, né ha compiuto passi in quella direzione.
La sorpresa e l’indignazione per questa “assenza” del nostro Paese, che in tal modo si è allineata di fatto con gli Stati nuclearisti che si sono opposti al TPAN, ha spinto tanti cittadini e cittadine ad opporsi con determinazione alla presenza di bombe nucleari USA, ospitate nelle basi militari di Ghedi ed Aviano, incrementando la raccolta di firme che il giorno 26 settembre verrà presentata alle massime istituzioni, affinché l’Italia contribuisca all’entrata in vigore del TPAN.
La delegazione sarà accolta al Ministero per gli Affari Esteri alle ore 13.

18/09/18

GABRIELA / CONDANNATO IL MACELLAIO DELLE FILIPPINE


PER IL SEQUESTRO E LA SPARIZIONE DI DUE STUDENTESSE DODICI ANNI FA


Dopo dodici anni sentenza di condanna contro l'ex generale Jovito Palparan per il sequestro e la sparizione di due studentesse universitarie.


L’associazione GABRIELA (Alliance of Filipino Women) comunica con soddisfazione che l'ex generale Jovito Palparan e altri due ufficiali sono stati riconosciuti colpevoli di detenzione illegale e sequestro delle studentesse  universitarie Sherlyn Cadapan e Karen Empeno, avvenuti dodici anni fa.
«Giustizia, sebbene parziale, è stata fatta». – dicono le donne di GABRIELA.  Le due studentesse, sequestrate da presunti poliziotti mentre conducevano una ricerca nella comunità contadina di Hagonoy sono tuttora considerate disperse. Insieme a loro fu sequestrato il contadino Manuel Merino.
«Era risaputo che Palparan, noto anche come Il Macellaio delle Filippine, aveva ordinato l'uccisione di centinaia di attivisti e leader di comunità nelle aree in cui guidava gli attacchi militari durante la presidenza di Gloria Macapagal Arroyo. Ora speriamo che giustizia venga pienamente fatta non solo contro Palparan, ma tutti i responsabili di uccisioni extra-giudiziarie, sparizioni e torture.
«Allo stesso tempo rendiamo onore alla forza e al coraggio di Linda Cadapan e Connie Empeno, madri di Sherlyn e Karen, ai loro avvocati impegnati e instancabili difensori dei diritti umani e alle donne e uomini filippini che stanno combattendo strenuamente contro le ingiustizie e le violazioni dei diritti commesse dallo Stato contro il nostro popolo».