28/08/19

Windhoek/Donne d'Europa contro la guerra

Diciamo NO alle guerre imperialiste e alla NATO

Risoluzione contro le guerre imperialiste e la NATO presentata dall'Ufficio europeo della WIDF e approvata nel Consiglio direttivo di Windhoek (Namibia), il 12 agosto 2019


Nella ricorrenza del 74° anniversario del crimine imperialista contro il popolo giapponese a Hiroshima e Nagasaki, il comitato direttivo della Federazione internazionale democratica femminile (WIDF) riunito a Windhoek, Namibia, dichiara quanto segue:

Oggi, 74 anni dopo il crimine perpetrato dagli Stati Uniti contro il popolo giapponese, quando il fungo nucleare spazzò via dalla faccia della Terra migliaia di persone a Hiroshima e Nagasaki ( 6 e 9 agosto 1945), la NATO pianifica ancora la possibilità di realizzare il primo attacco nucleare, secondo quanto deciso nel Summit di Varsavia del 2016.

Le organizzazioni affiliate alla WIDF sviluppano la loro azione nelle condizioni determinate dall’acuirsi dalla competizione inter-imperialista che diffonde nel mondo povertà, lavoro senza diritti, guerre e rifugiati. Quando il sistema di sfruttamento non può risolvere le crisi generate dal crescere delle controversie, né tramite accordi né attraverso guerre commerciali, allora lo sbocco è la guerra imperialista. E poiché le donne sono le prime vittime delle guerre, le organizzazioni della WIDF levano in alto la bandiera contro di esse.
Nelle guerre, sono soprattutto le donne delle classi popolari, che con i loro figli ed i figli dei rifugiati e degli sfollati costituiscono la maggioranza della popolazione, a sopportare il peso più grave. Le donne sono le prime vittime della violenza, compresa la violenza sessuale.
Stiamo vivendo in un periodo più che mai a rischio per le popolazioni del mondo.
- La crescente aggressività di Stati Uniti / NATO / UE determina l’acuirsi della conflittualità con Russia, Cina, Iran, con il coinvolgimento attivo di decine di altri paesi.
- La decisione degli Stati Uniti di ritirarsi dal Trattato di non proliferazione nucleare dimostra quanto pericolosamente stiano crescendo le contraddizioni inter-imperialiste.
- L'UE sta organizzando di fatto un esercito proprio, la Permanent Structured Cooperation (PESCO), fatto che rivela anche una crescente conflittualità dentro la NATO.
- Le regioni del Mediterraneo sud-orientale e dei Balcani, dell’Ucraina, del Golfo Persico sono nell’occhio del ciclone, in quanto possiedono importanti risorse naturali che producono ricchezza e sono sulla rotta dei trasporti di materie prime e merci dall'Asia centrale, il Mar Caspio e Medio Oriente verso l'Occidente e verso le emergenti potenze asiatiche.
- I recenti avvenimenti nello stretto di Hormuz del Golfo Persico, nel contesto del conflitto con l'Iran, avvicinano ulteriormente il pericolo per i nostri popoli.
- A lato del maggiore conflitto USA-Turchia, va crescendo l'aggressività della borghesia turca, che ha raggiunto il punto di aperta violazione della Zona Economica Esclusiva Cipriota (ZEE) da parte dei perforatori turchi, mentre sfida i diritti sovrani della Grecia nell'Egeo.
- L’espansione della NATO nei Balcani si realizzando oggi con la firma dell'accordo di Prespa tra la Grecia e la Macedonia.

La pace e la vita dei nostri popoli sono messe in pericolo immediato per gli interessi dei maggiori gruppi economici. La nostra lotta contro la NATO e l'UE è necessaria per la nostra sopravvivenza.

Rafforziamo la nostra solidarietà con le donne che soffrono le conseguenze degli interventi imperialisti della NATO, degli USA e dell'UE; con le migliaia di rifugiati e i loro figli. Le donne delle classi popolari hanno interessi comuni, indipendentemente dall'etnia, dalla razza, dalla religione e dalle tradizioni culturali. Il nostro avversario è comune, la società di sfruttamento e dell'oppressione.

Esprimiamo la nostra piena solidarietà alla giusta lotta del popolo palestinese, in particolare delle donne, contro l'occupazione israeliana della terra palestinese, che è incoraggiata e patrocinata da USA, UE, NATO. Condanniamo l'aggressività israeliana nei confronti del popolo palestinese. Saremo al suo fianco fino a che non avranno fine l'occupazione e gli insediamenti illegali di coloni, fino alla liberazione dei prigionieri politici, fino a quando non acquisiranno il loro stato sovrano e indipendente entro i confini del 1967, con capitale Gerusalemme est e sotto il governo del popolo.

Sosteniamo il diritto di ogni popolo a decidere da sé sia ​​per il suo presente che per il suo futuro. Per questo motivo stiamo dalla parte del popolo venezuelano, delle donne e delle classi popolari che subiscono le conseguenze dell'ingerenza imperialista degli Stati Uniti e del tentato colpo di stato per insediare il burattino Guaidò al posto del governo eletto.

Esprimiamo la nostra solidarietà al popolo cubano che ancora fa fronte al crudele embargo degli Stati Uniti, di cui chiediamo la cessazione immediata.

La continuata occupazione del territorio di Cipro da parte della Turchia, che dura da 45 anni, deve avere fine, consentendo ai greco-ciprioti e ai turco-ciprioti di proseguire i negoziati per la federazione delle due aree con parità politica, come prescritto nella relativa risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, nella prospettiva della riunificazione dell’isola.
Esprimiamo la nostra solidarietà alle donne di Cipro vittime di stupro nel 1974 e chiediamo la punizione dei colpevoli.

È necessaria la lotta costante e persistente dei popoli, e le donne delle classi popolari hanno tutto l’interesse a partecipare a questa lotta, contro le cause che originano le guerre imperialiste. Tali cause sono indissolubilmente legate alla natura della società odierna, la cui pietra angolare è lo sfruttamento dell'essere umano da parte dell'essere umano. Non ci sottomettiamo a tale esiziale correlazione, ma intensifichiamo la nostra lotta comune contro le guerre imperialiste e il coinvolgimento dei nostri paesi in esse.

La nostra lotta come donne non può non denunciare gli effetti della guerra e dell'imperialismo nei nostri paesi, che generano ulteriori disuguaglianze di genere e asimmetrie. Il risultato è una maggiore povertà tra le donne, la loro soggezione a umiliazioni, abusi e ogni tipo di violenza. Le donne d'Europa non possono non denunciare l'aumento di stupri, schiavitù sessuale, prostituzione, gravidanze indesiderate, matrimoni e sterilizzazione forzati che arrivano nei nostri paesi. L'Europa è la destinazione e il transito del commercio di donne e minori a fini di sfruttamento sul lavoro  e sessuale, per via di una legislazione permissiva che legittima l'attività lucrativa della prostituzione nei grandi paesi europei sfruttando la povertà dei precari rifugiati migranti.

Lottiamo per:
Il disimpegno dalla NATO e la chiusura delle basi USA / NATO che supportano i disegni imperialisti;
L'abolizione di tutte le armi nucleari e il divieto dei test nucleari.
Non un soldato sia inviato fuori dei confini del proprio paese.
Per la dignità delle donne e per il diritto ad una vita dignitosa, contrastando tutte le forme di violenza a cui le guerre le sottopongono.   
                                                                                
Ufficio regionale europeo della WIDF
Windhoek, Namibia, 12.8.2019

23/08/19

DICHIARAZIONE DI WINDHOEK (NAMIBIA)


"Unite per l'uguaglianza di genere, la pace nel mondo e la giustizia sociale per tutte e tutti"


Dal 9 al 12 agosto 2019 si è riunito a Windhoek (Namibia) il consiglio direttivo  della Federazione democratica internazionale delle donne (WIDF/FDIM) con il motto: "Uguaglianza di genere, pace nel mondo e giustizia sociale per tutte e tutti".

Vi hanno partecipato delegate da Cuba, Argentina, El Salvador, Russia, Cipro, Turchia, Grecia, Portogallo, Spagna, Angola, Namibia, Mozambico, Guinea Bissau, Zimbabwe, Vietnam, Palestina, Libano, Iraq.

Al termine dei lavori è stata votata una risoluzione finale che, tenendo conto della situazione delle donne nelle diverse regioni del mondo, dei problemi comuni e della necessaria solidarietà nella lotta per i diritti di tutte, traccia le linee guida per l'azione politica delle organizzazioni affiliate alla Federazione nel prossimo anno.

#FDIM #WIDF #Namibia 🇳🇦

«La Federazione Democratica Internazionale delle Donne (FDIM/WIDF), organizzazione non governativa fondata nel dicembre 1945, con statuto consultivo presso l'ECOSOC delle Nazioni Unite dal 1969, dà la priorità e mobilita le affiliate e le associate per intraprendere azioni che promuovano, rendano visibili e mantengano vivi e vigenti i principi fondanti, la tenace lotta per un mondo di pace, per lo sviluppo e la solidarietà con tutte le lotte e le giuste cause dei popoli e delle donne, contro la violenza di genere, contro ogni tipo di discriminazione di classe sociale, razza, sesso, orientamento sessuale, genere e nazionalità e contro il sistema capitalistico e patriarcale.


Il nostro incontro si svolge nel contesto di una situazione mondiale critica, segnata dalla politica delle potenze imperiali che mettono in pericolo la pace e la stabilità del mondo, nonché i diritti sociali economici e politici conquistati nel corso degli ultimi decenni. Gli ultimi anni hanno costituito una tappa particolarmente convulsa per il mondo; lo sviluppo storico del capitalismo, le nuove forme di espansione e il dominio imperiale sono entrati in una crisi sistemica inevitabile e indiscutibile, la cui dimensione comprende l’ambito economico, politico, sociale, energetico , ambientale, alimentare, tra gli altri.
In questa situazione, il movimento delle donne è parte fondamentale nella lotta contro il patriarcato, l'imperialismo e il neoliberismo.

Pertanto, noi organizzazioni riunite in questo comitato direttivo internazionale dichiariamo quanto segue:

Chiediamo che cessino nel mondo i femminicidi, le sparizioni forzate, la discriminazione e la violenza di genere, che costituiscono una grave violazione dei diritti umani e dei trattati internazionali; che si riconosca la complessità e l'entità di questo fenomeno che si presenta con facce diverse: abuso sessuale, stupro e incesto, maltrattamenti nella relazione, minacce e insulti, molestie e coercizioni sessuali, sfruttamento e traffico sessuale, schiavitù e violenza psicologica ed economica; che s’intraprenda un’azione legale efficace contro gli autori del crimine di femminicidio.

Rifiutiamo tutte le forme di discriminazione e violenza contro le donne, l'esclusione, il traffico e la tratta di donne e ragazze, lo sfruttamento sessuale, la prostituzione, la pornografia e le reti pedofile tramite Internet che hanno costi elevati per la salute globale delle donne colpite. Allo stesso modo, il costo sociale della violenza di genere comprende l'inazione della società, che non adotta misure per difendere i diritti delle donne. In molti casi esse non riescono ad usufruire dei loro diritti sessuali e riproduttivi e non possono accedere all'aborto.

Denunciamo la crescita vertiginosa delle reti di traffico e tratta gestite da persone che sequestrano e sfruttano vite umano, particolarmente di donne, giovani, ragazze e ragazzi.
Ci pronunciamo contro il terrorismo, il traffico di stupefacenti, la criminalità organizzata, la tratta e il traffico di esseri umani e rifiutiamo qualsiasi forma di discriminazione e violenza, ponendo l'accento su donne, ragazze, ragazzi, popolazioni indigene, afro-discendenti, persone con disabilità o con diverso orientamento sessuale e di genere.

Chiediamo l'accesso alla terra, alla proprietà, alla casa, ad uguale retribuzione per uguale lavoro, per il diritto alla salute, all’istruzione, all’integrità personale, alla vita privata, a non essere sottoposte a trattamenti crudeli e disumani, alla sicurezza e assistenza sociale, al lavoro dignitoso, al miglioramento tecnico e culturale e alla protezione dei propri diritti sessuali e riproduttivi.

Esigiamo che non si trascurino i pericoli specifici che la popolazione femminile affronta in situazioni di conflitto, con l'installazione di basi e interventi militari in paesi e nazioni impoveriti dal neoliberismo.
Chiediamo che si metta fine all'occupazione israeliana dei territori palestinesi, dove la popolazione palestinese continua ad essere aggredita in casa sua. Respingiamo il cosiddetto accordo del secolo, chiediamo la libertà dei prigionieri di guerra, in particolare donne e malati, e la costituzione dello Stato palestinese indipendente con capitale Gerusalemme.

Sosteniamo la lotta della popolazione del Sahara occidentale per il diritto alla propria autodeterminazione.

Riaffermiamo la solidarietà con la Repubblica Bolivariana del Venezuela e il suo governo, di fronte all'escalation dell'aggressione imperialista.

Chiediamo la revoca definitiva del blocco economico, finanziario e commerciale del governo degli Stati Uniti contro Cuba e la restituzione al popolo cubano del territorio della base navale statunitense di Guantanamo.

Esprimiamo la nostra solidarietà alle donne e al popolo della Namibia e degli altri paesi vicini che subiscono gli effetti di una siccità crudele che ha colpito negativamente non solo la loro economia ma anche le condizioni di vita delle famiglie.
Richiamiamo l'attenzione del mondo sulla necessità di adottare misure urgenti per affrontare gli effetti devastanti del cambiamento climatico.
Esigiamo il rispetto del diritto di accesso delle popolazioni all'acqua e proclamiamo la cura e la protezione dell'ambiente  quale condizione indispensabile per garantire la sopravvivenza della specie umana. 

Chiediamo che si metta fine alla occupazione turca di una parte di Cipro, che dura da oltre 45 anni, e sosteniamo la continuazione dei negoziati che portino alla federazione delle due zone, con uguaglianza politica e in conformità con la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nella prospettiva di riunificare l'isola.
Respingiamo la condanna ingiusta di Luis Ignacio Luis Da Silva e sosteniamo la richiesta del popolo brasiliano di ripristinare la democrazia nel paese.
Condanniamo la militarizzazione imperialista del pianeta, siamo preoccupate per le aggressioni imperialiste, difendiamo l’idea di un mondo pacificato e senza armi nucleari, chiediamo l'eliminazione di tutte le basi militari straniere nel mondo.

Riconosciamo le lotte di tutte le donne del mondo e facciamo nostre le loro rivendicazioni. Invitiamo tutte le donne rivoluzionarie, di sinistra e progressiste del mondo a unirsi per lottare per preservare la pace e salvaguardare la specie umana, non smettere di lottare per un mondo migliore, più giusto ed equo, contro il patriarcato, il capitalismo e le loro nuove forme di sfruttamento. Oggi l'unità tra le donne è più necessaria che mai, in un mondo sempre più globalizzato nel quale le oligarchie imperialiste, in primis il governo degli Stati Uniti, cercano di impossessarsi della ricchezza e sottomettere i più poveri.

L'unica alternativa è costruire società più giuste, stabilire un ordine internazionale più equo, basato sul rispetto dei diritti di tutte e tutti, assicurare lo sviluppo sostenibile alle nazioni e mettere i progressi della scienza, della tecnologia e dei mass media al servizio della salvezza del pianeta e della dignità umana.

Mentre c'è una escalation bellicista e imperialista a livello mondiale, è anche vero che l'umanità progressista si mobilita sempre di più, si attrezza per resistere e procedere verso nuovi successi.

Uniamoci e mobilitiamo la nostra forza per realizzare la nostra grande missione che è quella di difendere la pace nel mondo, raggiungere l'autodeterminazione dei popoli e il pieno esercizio dei nostri diritti.»

Namibia, Windhoek, 12 agosto 2019

09/08/19

NAGASAKI 9 AGOSTO 2019

DICHIARAZIONE DI PACE



«Chiudi gli occhi e ascolta.
Mentre migliaia di braccia e gambe 
venivano strappate,
intestini fuori dai corpi
brulicavano di vermi,
coloro che ancora respiravano
andavano in cerca dei propri cari
e cremavano quelli che ritrovavano morti,
il fumo dei cadaveri che bruciavano saliva al cielo
e sangue innocente 
arrossava l'acqua del fiume Urakami.
Lasciando solo cicatrici cheloidi, 
la guerra infine terminò.
Ma
mia madre e mio padre se ne sono andati.
I miei fratelli e sorelle non torneranno più.
Le persone sono deboli e dimenticano presto.
Ripetono ancora e ancora gli stessi errori.
Ma
Questo non si deve mai dimenticare.
Questo non si deve mai ripetere
in nessuna circostanza...».

Questa poesia è stata scritta da una donna esposta al bombardamento atomico di Nagasaki alle 11:02, il 9 agosto 1945. Diciassette anni, perse la sua famiglia e subì gravi lesioni. La poesia esprime la sua fervida convinzione che nessuno al mondo dovrebbe mai più sperimentare la stessa tragedia.
Le bombe atomiche sono state costruite da mani umane e sono esplose sopra teste umane. Ne consegue che le armi nucleari possono essere eliminate con un atto di volontà umana e che la fonte di tale volontà è, senza dubbio, la mente di ogni essere umano.
La situazione mondiale attuale riguardo alle armi nucleari è estremamente pericolosa. L’opinione che le armi nucleari siano utili sta di nuovo facendosi strada. Gli Stati Uniti stanno sviluppando armi nucleari più piccole e più maneggevoli. La Russia ha annunciato lo sviluppo e la produzione di nuove armi nucleari. Inoltre, il Trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio (INF), che mise fine alla corsa al riarmo della guerra fredda, sta per scadere e così pure è a rischio la continuazione del trattato sulla riduzione delle armi strategiche (START). Le conquiste del genere umano ed i risultati dei nostri lunghi sforzi per liberare il mondo dalle armi nucleari stanno collassando uno dopo l'altro, e sta montando il pericolo di una calamità nucleare.

Gli appelli disperati dei sopravvissuti alla bomba atomica, che cercano di assicurare che l’inferno in terra causato dalle armi nucleari "non si ripeta mai”, non sono riusciti a raggiungere le orecchie del mondo? La risposta è no. 
Ci sono però molte persone nelle Nazioni Unite, nei governi e nelle municipalità, e in particolare gruppi della società civile, tra cui i sopravvissuti alla bomba atomica, che condividono la stessa opinione e si esprimono.
Come una raccolta di piccole voci, gruppi della società civile hanno dato prova più volte di poter cambiare le cose. I test della bomba all'idrogeno nell'Atollo di Bikini nel 1954 suscitarono un'ondata di proteste in tutto il mondo che portò alla stipulazione di trattati per la messa al bando dei test. Analogamente, la forza dei movimenti dei cittadini ha avuto un ruolo importante nella conclusione del Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari nel 2017. Il potere di un singolo individuo è piccolo, ma niente affatto debole.

Mi rivolgo alla società civile di tutto il mondo.
Continuiamo a mettere in discussione le nostre esperienze di guerra e dei bombardamenti atomici e trasmettiamo la conoscenza alle generazioni future. La conoscenza dell'orrore della guerra è un primo passo importante verso la pace.
Continuiamo a promuovere la fiducia tra le persone oltre i confini nazionali. I ponti di fiducia costruiti dai singoli individui contribuiranno a prevenire lo scoppio di guerre per conflitti nazionali.
Informiamo i nostri figli circa l'importanza di comprendere il dolore degli altri. Ciò getterà i semi della pace nei cuori dei bambini.
Ci sono molte cose che possiamo fare per la causa della pace. Evitiamo la disperazione e l'indifferenza e continuiamo a coltivare una cultura di pace. Leviamo la nostra voce e insistiamo sul fatto che le armi nucleari sono inutili.
Questo è il grande ruolo che ognuno di noi può giocare, per quanto piccolo possa sembrare.

Leader di tutto il mondo: visitate le città che hanno subito un bombardamento atomico, vedete, ascoltate e sentite quello che è accaduto sotto il fungo atomico. Incidete nella vostra mente la disumanità delle armi nucleari.
Leader degli stati nucleari: il trattato di non-proliferazione delle armi nucleari (TNP) arriverà alla scadenza dei cinquant'anni il prossimo anno. Tutti gli stati nucleari dovrebbero ricordare il significato del trattato, che promette di eliminare le armi nucleari e obbliga ogni paese di adempiere a questo dovere. Mi appello agli Stati Uniti e alla Russia, in particolare, perché si assumano la responsabilità come superpotenze nucleari, dimostrando al mondo modi concreti per ridurre drasticamente gli arsenali nucleari.

Rivolgo anche un appello al governo giapponese. Il Giappone ha voltato le spalle sul Trattato sul divieto delle armi nucleari (TPNW). Come unico paese al mondo ad aver sperimentato la devastazione causata dalle armi nucleari, il Giappone deve firmare e ratificare il trattato sul divieto delle armi nucleari nel più breve tempo possibile. A tal fine, chiedo il Giappone di cogliere la tendenza verso la denuclearizzazione nella penisola coreana e di avviare sforzi per rendere il nord-est asiatico una zona denuclearizzata in cui tutti i paesi coesistono sotto, non un “ombrello nucleare”, ma un “ombrello non-nucleare". E soprattutto, chiedo al governo giapponese di sostenere lo spirito del ‘non ricorso alla guerra’ sancito dalla Costituzione giapponese e di prendere l'iniziativa di diffondere questo spirito in tutto il mondo.

L'età media dei sopravvissuti alla bomba atomica ha superato gli 82. Chiedo al governo giapponese di adottare ulteriori misure di sostegno ai sopravvissuti anziani e misure di aiuto alle persone che sono state esposte ai bombardamenti atomici, ma sono ancora in attesa di essere riconosciute come sopravvissuti.

Come città esposta alla devastazione nucleare, Nagasaki continuerà a sostenere la popolazione di Fukushima, che è ancora alle prese con la contaminazione radioattiva otto anni dopo il disastro della centrale nucleare.
Il mio pensiero commosso va alle persone che sono morte nel bombardamento atomico, e dichiaro la determinazione di Nagasaki, insieme a Hiroshima e alle persone in tutto il mondo impegnate per la pace, a lottare senza sosta per l'abolizione delle armi nucleari e la realizzazione di una durevole pace mondiale.

Tomihisa Taue
sindaco di Nagasaki
9 agosto 2019
Trad. dall'inglese di A.D.

04/08/19

Hiroshima e Nagasaki 1945-2019


For a Nuclear Weapon-Free, Peaceful and Just World




Messaggio a Yuri Horie, vicepresidente e responsabile delle relazioni internazionali della Federazione delle Donne Giapponesi (FUDANREN), nel 74° anniversario della tragedia di Hiroshima e Nagasaki. 

Per un mondo libero dalle armi nucleari, pacifico e giusto.


Cara Yuri Horie, care amiche di FUDANREN,
per vostro tramite inviamo un augurio di grande successo  sia alla Conferenza Mondiale 2019 contro le bombe A e H che si tiene a Hiroshima e Nagasaki dal 3 al 9 agosto che al Forum delle Donne No Nucleare!” che si tiene l’8 agosto a Nagasaki, ai quali parteciperete.

Come voi ci ricordate, quest’anno fanno 74 anni da che le prime bombe atomiche furono sganciate su Hiroshima e Nagasaki, causando la morte di centinaia di migliaia di esseri umani e inenarrabili danni alle persone e all’ambiente, che si trasmettono alle generazioni nate dopo la guerra.

Nonostante il terribile monito rappresentato dalle testimonianze degli Hibakusha, i sopravvissuti alle bombe, oggi sono distribuite in nove arsenali nel mondo oltre 13mila armi nucleari, che minacciano di distruzione l’intero pianeta ogni momento. Esse costituiscono il micidiale lascito di cui l’umanità fatica a disfarsi.
Come ogni anno, la nostra organizzazione, nella rete delle organizzazioni per la pace, coglie questa dolorosa occasione per rammentare a tutti noi che una guerra nucleare è una minaccia costante per le vite umane e per l’ecosistema planetario molto più concreta di quanto non si creda, poiché può essere scatenata per caso, per incidente o errore di calcolo.
Inoltre, la logica della deterrenza nucleare e la minaccia di distruzione reciproca rappresenta un incentivo, e non un freno, all’accumulazione di sempre più micidiali ordigni nucleari.
Per questo noi sosteniamo fortemente la via indicata dal Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW) che è stato approvato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 7 luglio 2017 con 122 voti a favore.

L’Italia non è ufficialmente un paese dotato di armi nucleari, grazie al fatto che il popolo italiano ha espresso il suo rifiuto del nucleare, sia per uso civile che militare, in un referendum del 1987; volontà confermata da un secondo referendum del 2011. Tuttavia, in quanto paese membro della NATO e alleato degli Stati Uniti, è costretta ad ospitare sul suo territorio testate nucleari nelle basi militari di Ghedi e Aviano.
Il problema della presenza di testate nucleari Usa sul nostro territorio è tra quelli più fortemente trattati nelle campagne per il disarmo nucleare a cui L’AWMR Italia partecipa da anni, nell’ambito della rete delle organizzazioni per la pace. Lo scorso anno, migliaia di firme sono state raccolte in calce a un appello che chiedeva al governo italiano di firmare e ratificare il TPNW.

Il governo italiano è stato “assente” dal percorso che ha portato all’adozione del TPNW da parte dell’Assemblea Generale delle NU, ma questa “assenza” non era casuale, essa ha costituiva un allineamento di fatto con le potenze nucleari che contrastano il Trattato. Questo comportamento ambiguo ci indigna profondamente.

La campagna continua quest’anno e noi torniamo a chiedere che l’Italia esca fuori dall’ambiguità e contribuisca al raggiungimento del numero di ratifiche necessarie perché il TPNW entri in vigore nel 2020.
Nello stesso tempo continuiamo a chiedere che l’Italia esca dalla NATO, strumento estremamente costoso e pericoloso di guerra imperialista. Chiediamo di uscire fuori da qualsiasi “ombrello” nucleare e dall’alleanza militare con gli Usa, i quali,  facendo saltare uno a uno i trattati bilaterali, multilaterali e internazionali sottoscritti finora, rimangono l’“ipocrita nucleare” numero uno.

Tutti gli stati, sia quelli dotati di armi nucleari, sia quelli sotto l’ombrello nucleare di altri, dovrebbero cooperare a fermare la nuova escalation nucleare. Tutti gli stati, pur nel rispetto del diritto di ciascuno all’ autodifesa, dovrebbe contribuire al percorso di disarmo offerto dal TPNW sulla base del diritto internazionale.
Le donne e i popoli del mondo chiedono che il disarmo nucleare diventi una priorità di tutti gli stati e che questa lunga storia di terrore abbia fine. Con questa consapevolezza, ribadiamo il nostro augurio di grande successo  alla Conferenza mondiale contro le bome A e H del 3-9 agosto 2019 e al Forum delle donne dell’8 agosto 2019 a Hiroshima e Nagasaki.
Saremo molto grate alla presidente di FUDANREN Masako Shibata se vorrà portare il nostro saluto e la nostra voce solidale in ambedue gli eventi.

In solidarietà e sorellanza

Ada Donno
per AWMR Italia

02/08/19

Hiroshima e Nagasaki 74


INVITO DAL GIAPPONE

Anche quest'anno, dal 3 al 9 agosto, si svolgeranno a Hiroshima e Nagasaki la Conferenza mondiale 2019 contro le bombe A e H ed il «Women's Forum  No nukes!». Ce lo rammentano le donne della Fudanren (Japan Federation of Women's Organizations) invitandoci a far pervenire la nostra solidarietà.




FUDANREN, 2 agosto 2019

Care amiche, a Hiroshima e Nagasaki dal 3 al 9 agosto si terrà la conferenza mondiale del 2019 contro le bombe A e H, con un’ampia partecipazione dall'estero, sul tema "Per un mondo privo di armi nucleari, pacifico e giusto".
La Conferenza di quest'anno, che si tiene alla vigilia del 2020, 75° anniversario del primo bombardamento atomico, ha più importanza che mai nel raccogliere l'aspirazione degli Hibakusha, i sopravvissuti alla bomba, di vedere realizzato un mondo senza armi nucleari.
Con il forte sostegno degli Hibakusha e della società civile, è stato adottato il Trattato di proibizione delle armi nucleari (TPNW) e il numero di paesi che hanno firmato e ratificato il trattato è in costante aumento. Inoltre, all'interno degli stati dotati di armi nucleari e dei paesi "ad ombrello nucleare", assistiamo a un crescente movimento a sostegno del Trattato. Purtroppo gli stati dotati di armi nucleari e i loro alleati stanno voltando le spalle alla proibizione delle armi nucleari, anche se essi sono evidentemente in minoranza.
La Conferenza mondiale sarà un luogo per costruire un'ampia cooperazione internazionale tra le organizzazioni pubbliche, che includono gli Hibakusha e le vittime nucleari. In vista della Conferenza di revisione del TNP del 2020, sviluppiamo nella Conferenza i nostri maggiori sforzi congiunti per sollecitare gli Stati in materia di armi nucleari, affinché ne accettino la proibizione.
Le voci e le azioni delle persone a favore della pace e contro le armi nucleari crescono anche nella penisola coreana. Rafforziamo la solidarietà di base in Asia a sostegno della denuclearizzazione della penisola coreana e della creazione di un sistema di pace anche lì.
Sono lieta di informarvi che Masako Shibata, presidente di FUDANREN, rappresenterà la Women's International Democratic Federation alla Conferenza mondiale e nel “Forum delle Donne “No bombe! " dell'8 agosto a Nagasaki. 
In seguito vi invieremo il report di ambedue gli eventi.
Saranno benvenuti i vostri messaggi di solidarietà alla Conferenza e al "Forum delle donne"

Cari saluti
Yuri Horie
Vice-Presidente di FUDANREN (Giappone)