17/04/20

Pandemia COVID-19 / Appello della FDIM/WIDF






Noi che siamo in prima linea anche in questa lotta*


La Federazione Democratica Internazionale delle Donne saluta e ringrazia sentitamente tutte le donne e gli uomini che sono in prima linea nella lotta per uscire dalla pandemia di Covid-19 




Siamo solidali con tutte le popolazioni e i paesi del mondo che sono colpiti da questa grave emergenza sanitaria. In questi tempi immensamente difficili per le persone e le comunità, la FDIM/WIDF invita tutte le sue organizzazioni affiliate a prodigarsi al massimo per aiutare le proprie comunità nazionali e territoriali ad uscire dalla crisi sanitaria che le attanaglia.
Ringraziamo i paesi e i governi che stanno mettendo a disposizione degli altri paesi che ne hanno urgente bisogno risorse umane e strumenti di cura. Ringraziamo in particolare la Cina e Cuba per il generoso aiuto che stanno offrendo a molti paesi, mettendo a disposizione conoscenze scientifiche, risorse, personale medico ed infermieristico per far fronte all’emergenza sanitaria.

Gli effetti di questa pandemia non devono ricadere sui più vulnerabili


Gli effetti di questa pandemia non ricadono allo stesso modo su tutte e tutti. Ci sono paesi nei quali la pandemia aggiunge ulteriori danni ai quelli preesistenti: paesi già oppressi da fame e povertà; paesi strangolati dal debito, dagli aggiustamenti strutturali imposti dalle istituzioni finanziarie globali e dalle politiche di austerità; paesi sotto occupazione militare, come la Palestina, o coinvolti in guerre sanguinose, come la Siria e altri paesi del Medio Oriente; paesi soggetti a privazioni di ogni genere da criminali blocchi economici unilaterali imperialisti; paesi che mancano di strutture sanitarie adeguate a causa delle politiche di privatizzazione selvaggia e tagli alla spesa pubblica.
Questa pandemia ha portato allo scoperto i guasti provocati dalle dissennate politiche neoliberiste di tagli alla sanità pubblica, spostamento di risorse ingenti verso il privato, chiusura di ospedali pubblici, licenziamenti massicci di personale dell’assistenza, sottrazione di risorse e fondi agli istituti di ricerca e ai sistemi di prevenzione per indirizzarle verso una ricerca più redditizia per le multinazionali del settore farmaceutico e sanitario.

La retorica del “siamo tutti sulla stessa barca” non ha potuto attutire i contraccolpi delle politiche di austerità imposte dal FMI, la BM, la BCE e gli altri organismi finanziari. Ovunque nel mondo, inclusi gli Stati Uniti, questa emergenza sanitaria sta portando allo scoperto i vizi strutturali del sistema capitalistico, l’insostenibilità delle politiche neoliberiste, i guasti profondi determinati da scelte politiche ed economiche che negli ultimi decenni hanno portato le disuguaglianze, le discriminazioni e le ingiustizie sociali, i danni all’ambiente fino alle peggiori conseguenze, pur di garantire i privilegi di pochi a scapito dei diritti di molti.
Nessun paese può accaparrarsi l’uso esclusivo delle risorse necessarie per contrastare la pandemia

La FDIM/WIDF, di fronte alla crisi sanitaria mondiale, ribadisce con forza che non può esistere sicurezza che non sia quella che assicura uguali diritti per tutti, a partire dal diritto alla salute, attraverso piani d’azione ispirati ai principi di solidarietà e cooperazione internazionale, condivisione delle conoscenze e delle risorse materiali, scientifiche, tecnologiche.
Condividiamo l’appello del segretario generale delleNazioni Unite, Antonio Guterres, per l’immediata sospensione dei conflitti in atto in ogni parte del mondo. 

Denunciamo e condanniamo l’atteggiamento aggressivo dell’imperialismo Usa, che neppure di fronte a questa emergenza sanitaria globale desiste dai suoi programmi di riarmo, né dai piani di “guerra ibrida” (armata, commerciale, mediatica) contro i paesi che non rientrano nella sua “sfera di influenza” e non piegano la testa ai suoi diktat.
Infine, denunciamo i tentativi dei governi o delle forze di estrema destra di sfruttare le restrizioni temporanee prescritte dalla quarantena per introdurre limitazioni permanenti all’esercizio dei diritti individuali e collettivi, come sta avvenendo in Turchia, nel Salvador, in Bolivia; o peggio, per arrogarsi i pieni poteri, calpestando leggi e costituzioni, come in Ungheria. Denunciamo il tentativo di Israele di trasformare la pandemia in una occasione per occupare definitivamente i territori della Palestina.

Chi pagherà il prezzo


La prescrizione dell’isolamento sociale, con la temporanea chiusura di molte attività - fino ad oggi la sola prevenzione efficace del contagio - sta paralizzando o rallentando interi settori produttivi. Se il contagio colpisce persone e comunità senza distinzione, i suoi effetti economici e sociali non ricadranno allo stesso modo sulle diverse componenti sociali.
Le donne, le classi lavoratrici, le comunità etniche emarginate, le componenti più vulnerabili della società rischiano di pagare il prezzo il più alto di questa emergenza sanitaria!

Perciò chiediamo ai governi di adottare misure urgenti per garantire:
accesso uguale alle informazioni e alle risorse economiche, finanziarie, mediche e psicologiche, ai servizi e alle tecnologie sanitarie di contrasto alla diffusione del contagio per le persone e i gruppi sociali più esposti e vulnerabili, comprese le persone detenute, le persone anziane ricoverate in case di riposo, i migranti nei centri di accoglienza;
integrazione della prospettiva di genere nelle politiche nazionali per la biosicurezza;
mezzi di sussistenza basilari a donne e uomini, famiglie, comunità e gruppi sociali più vulnerabili; l’immediata regolarizzazione dei migranti irregolari in modo che possano accedere alle cure sanitarie senza condizioni;
misure di protezione sanitaria adeguata ai lavoratori e lavoratrici dell’agricoltura, industria e servizi essenziali;
tutela per lavoratrici e lavoratori esposti al rischio di licenziamenti ingiustificati e congedi forzati;
reddito di sussistenza, moratorie sui debiti, gli affitti e altre spese correnti per le persone disoccupate;
forme di indennità economica per le piccole aziende agricole, industriali e del settore terziario soggette al lockdown, per evitarne il tracollo totale, o che siano divorate dalle imprese maggiori;
politiche indirizzate a potenziare la sanità pubblica depotenziata dalle politiche di privatizzazione;
politiche rivolte ad orientare la spesa pubblica a favore della riconversione dell’industria bellica verso il settore civile.

Alle Nazioni Unite, alle istituzioni internazionali chiediamo di promuovere:
forme di sviluppo sostenibile ispirato a una profonda alleanza tra esseri umani e natura, basato su un’economia senza sfruttamento di classe e senza le strozzature del debito imposte dal FMI e dalla BM;
azioni contro gli embarghi e le arbitrarie sanzioni imperialiste unilaterali a danno dei paesi che difendono la sovranità delle proprie scelte;
piani d’azione per affrontare le emergenze future, assicurando che essi raggiungano persone, territori e gruppi più vulnerabili, compresi i campi profughi nelle situazioni di conflitto;
condivisione dei risultati della ricerca scientifica e tecnologica fra tutti i popoli del mondo, senza speculazioni economiche.

Le donne sono in prima linea nella lotta per fermare la pandemia


Le donne, come assistenti di prima linea, professioniste della salute, volontarie delle associazioni non governative, scienziate e altro, stanno dando un contributo insostituibile. Sono coloro che lavorano per fornire servizi essenziali, che consentono al resto della comunità di vivere nell’isolamento personale che la prevenzione del contagio impone.
Ciò significa che esse corrono maggiori rischi sia per la loro salute che per i risvolti negativi della pandemia sul piano economico e sociale, che si aggiungono a quelli causati dal sistema patriarcale.
Chiediamo ai governi di garantire alle donne uguale accesso ai livelli decisionali nello sviluppo delle scelte politiche da implementare in questa circostanza.
Chiediamo alle organizzazioni affiliate alla FDIM/WIDF, a tutte le organizzazioni di volontariato e alle associazioni di assicurare che non vengano meno le misure di protezione delle donne e delle ragazze contro la violenza sessuale e domestica.
Chiediamo ai governi, alle istituzioni internazionali, le organizzazioni sociali, gli istituti scientifici, i movimenti popolari di unirsi nello sforzo congiunto di costruire risposte efficaci, basate sui principi di solidarietà, condivisione del progresso scientifico e tecnologico, sulla giustizia e l’uguaglianza sociale, la difesa dell’ambiente, il rispetto per la natura e la costruzione della pace.

DONNE DI TUTTO IL MONDO UNITE NELLA LOTTA

Noi donne unite siamo determinanti per costruire una risposta sociale globale efficace, non solo per riparare il danno della crisi attuale, ma anche per prevenire quelli futuri.
Lottiamo unite per la sicurezza alimentare, per il diritto alla casa, per l’accesso all’acqua minacciata dalle privatizzazioni; per l’educazione, la salute e la tutela dell’ambiente; per i diritti dei migranti e le comunità etniche emarginate; contro le guerre di aggressione e per il disarmo globale.
Siamo capaci di contenere e respingere le malattie e indicare l’uscita in direzione di un mondo diverso, nel quale prevalgano relazioni umane e sociali basate sui valori dell’uguaglianza, solidarietà, giustizia sociale e pace.

*Appello emesso dal Comitato Direttivo della Federazione Democratica Internazionale delle Donne

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