Noi che siamo in prima linea anche in questa lotta*
La Federazione Democratica Internazionale delle Donne saluta e ringrazia sentitamente tutte le donne e gli uomini che sono in prima linea nella lotta per uscire dalla pandemia di Covid-19
Siamo
solidali con tutte le popolazioni e i paesi del mondo che sono colpiti da
questa grave emergenza sanitaria. In questi tempi immensamente difficili per le
persone e le comunità, la FDIM/WIDF invita tutte le sue organizzazioni
affiliate a prodigarsi al massimo per aiutare le proprie comunità nazionali e
territoriali ad uscire dalla crisi sanitaria che le attanaglia.
Ringraziamo
i paesi e i governi che stanno mettendo a disposizione degli altri paesi che ne
hanno urgente bisogno risorse umane e strumenti di cura. Ringraziamo in
particolare la Cina e Cuba per il generoso aiuto che stanno offrendo a molti
paesi, mettendo a disposizione conoscenze scientifiche, risorse, personale
medico ed infermieristico per far fronte all’emergenza sanitaria.
Gli effetti di questa pandemia non devono ricadere sui più vulnerabili
Gli
effetti di questa pandemia non ricadono allo stesso modo su tutte e tutti. Ci
sono paesi nei quali la pandemia aggiunge ulteriori danni ai quelli preesistenti:
paesi già oppressi da fame e povertà; paesi
strangolati dal debito, dagli aggiustamenti strutturali imposti dalle istituzioni
finanziarie globali e dalle politiche di austerità; paesi sotto occupazione militare, come la Palestina, o coinvolti in
guerre sanguinose, come la Siria e altri paesi del Medio Oriente; paesi
soggetti a privazioni di ogni genere da criminali
blocchi economici unilaterali imperialisti; paesi che mancano di strutture
sanitarie adeguate a causa delle politiche
di privatizzazione selvaggia e tagli alla spesa pubblica.
Questa
pandemia ha portato allo scoperto i guasti provocati dalle dissennate politiche neoliberiste di tagli alla sanità pubblica,
spostamento di risorse ingenti verso il privato, chiusura di ospedali pubblici,
licenziamenti massicci di personale dell’assistenza, sottrazione di risorse e
fondi agli istituti di ricerca e ai sistemi di prevenzione per indirizzarle
verso una ricerca più redditizia per le
multinazionali del settore farmaceutico e sanitario.
La
retorica del “siamo tutti sulla stessa barca” non ha potuto attutire i
contraccolpi delle politiche di austerità imposte dal FMI, la BM, la BCE e gli
altri organismi finanziari. Ovunque nel mondo, inclusi gli Stati Uniti, questa
emergenza sanitaria sta portando allo scoperto i vizi strutturali del sistema capitalistico, l’insostenibilità
delle politiche neoliberiste, i guasti profondi determinati da scelte politiche
ed economiche che negli ultimi decenni hanno portato le disuguaglianze, le
discriminazioni e le ingiustizie sociali, i danni all’ambiente fino alle
peggiori conseguenze, pur di garantire i privilegi di pochi a scapito dei
diritti di molti.
Nessun
paese può accaparrarsi l’uso esclusivo
delle risorse necessarie per contrastare la pandemia
La
FDIM/WIDF, di fronte alla crisi sanitaria mondiale, ribadisce con forza che non
può esistere sicurezza che non sia quella che assicura uguali diritti per
tutti, a partire dal diritto alla salute, attraverso piani d’azione ispirati ai
principi di solidarietà e cooperazione internazionale, condivisione delle
conoscenze e delle risorse materiali, scientifiche, tecnologiche.
Condividiamo
l’appello del segretario generale delleNazioni Unite, Antonio Guterres, per l’immediata sospensione dei conflitti
in atto in ogni parte del mondo.
Denunciamo
e condanniamo l’atteggiamento aggressivo
dell’imperialismo Usa, che neppure di fronte a questa emergenza sanitaria globale
desiste dai suoi programmi di riarmo, né dai piani di “guerra ibrida” (armata,
commerciale, mediatica) contro i paesi che non rientrano nella sua “sfera di
influenza” e non piegano la testa ai suoi diktat.
Infine,
denunciamo i tentativi dei governi o delle forze
di estrema destra di sfruttare le restrizioni temporanee prescritte dalla
quarantena per introdurre limitazioni permanenti all’esercizio dei diritti
individuali e collettivi, come sta avvenendo in Turchia, nel Salvador, in
Bolivia; o peggio, per arrogarsi i pieni poteri, calpestando leggi e
costituzioni, come in Ungheria. Denunciamo il tentativo di Israele di
trasformare la pandemia in una occasione
per occupare definitivamente i territori della Palestina.
Chi pagherà il prezzo
La
prescrizione dell’isolamento sociale, con la temporanea chiusura di molte attività
- fino ad oggi la sola prevenzione efficace del contagio - sta paralizzando o
rallentando interi settori produttivi. Se il contagio colpisce persone e comunità
senza distinzione, i suoi effetti economici e sociali non ricadranno allo stesso modo sulle diverse componenti sociali.
Le donne,
le classi lavoratrici, le comunità etniche emarginate, le componenti più vulnerabili della società rischiano di pagare il
prezzo il più alto di questa emergenza sanitaria!
Perciò
chiediamo ai governi di adottare misure
urgenti per garantire:
accesso
uguale alle informazioni e alle
risorse economiche, finanziarie, mediche e psicologiche, ai servizi e alle tecnologie sanitarie di contrasto alla diffusione
del contagio per le persone e i gruppi sociali più esposti e vulnerabili,
comprese le persone detenute, le persone anziane ricoverate in case di riposo,
i migranti nei centri di accoglienza;
integrazione
della prospettiva di genere nelle
politiche nazionali per la biosicurezza;
mezzi di
sussistenza basilari a donne e uomini, famiglie, comunità e gruppi sociali più
vulnerabili; l’immediata regolarizzazione
dei migranti irregolari in modo che possano accedere alle cure sanitarie
senza condizioni;
misure di protezione sanitaria adeguata ai
lavoratori e lavoratrici dell’agricoltura, industria e servizi essenziali;
tutela per
lavoratrici e lavoratori esposti al rischio di licenziamenti ingiustificati e congedi forzati;
reddito
di sussistenza, moratorie sui debiti,
gli affitti e altre spese correnti per le persone disoccupate;
forme
di indennità economica per le piccole
aziende agricole, industriali e del settore terziario soggette al lockdown,
per evitarne il tracollo totale, o che siano divorate dalle imprese maggiori;
politiche
indirizzate a potenziare la sanità
pubblica depotenziata dalle politiche di privatizzazione;
politiche
rivolte ad orientare la spesa pubblica a favore della riconversione dell’industria bellica verso il settore civile.
Alle Nazioni Unite, alle istituzioni
internazionali chiediamo di promuovere:
forme
di sviluppo sostenibile ispirato a una profonda alleanza tra esseri umani e natura, basato su un’economia senza sfruttamento di classe e senza le
strozzature del debito imposte dal FMI e dalla BM;
azioni
contro gli embarghi e le arbitrarie
sanzioni imperialiste unilaterali a danno dei paesi che difendono la
sovranità delle proprie scelte;
piani
d’azione per affrontare le emergenze future, assicurando che essi raggiungano persone,
territori e gruppi più vulnerabili, compresi i campi profughi nelle situazioni di conflitto;
condivisione
dei risultati della ricerca scientifica e tecnologica fra tutti i popoli del
mondo, senza speculazioni economiche.
Le donne sono in prima linea nella lotta per fermare la pandemia
Le donne,
come assistenti di prima linea, professioniste della salute, volontarie delle
associazioni non governative, scienziate e altro, stanno dando un contributo insostituibile. Sono coloro
che lavorano per fornire servizi essenziali, che consentono al resto della
comunità di vivere nell’isolamento personale che la prevenzione del contagio
impone.
Ciò
significa che esse corrono maggiori
rischi sia per la loro salute che per i risvolti negativi della pandemia
sul piano economico e sociale, che si aggiungono a quelli causati dal sistema patriarcale.
Chiediamo
ai governi di garantire alle donne uguale
accesso ai livelli decisionali nello sviluppo delle scelte politiche da
implementare in questa circostanza.
Chiediamo alle
organizzazioni affiliate alla FDIM/WIDF, a tutte le organizzazioni di
volontariato e alle associazioni di assicurare che non vengano meno le misure di protezione delle donne e delle
ragazze contro la violenza sessuale e domestica.
Chiediamo ai
governi, alle istituzioni internazionali, le organizzazioni sociali, gli istituti
scientifici, i movimenti popolari di unirsi nello sforzo congiunto di costruire risposte efficaci, basate sui
principi di solidarietà, condivisione del progresso scientifico e tecnologico,
sulla giustizia e l’uguaglianza sociale, la difesa dell’ambiente, il rispetto
per la natura e la costruzione della pace.
DONNE DI TUTTO IL MONDO UNITE NELLA LOTTA
Noi donne
unite siamo determinanti per
costruire una risposta sociale globale efficace, non solo per riparare il danno
della crisi attuale, ma anche per prevenire quelli futuri.
Lottiamo unite per la
sicurezza alimentare, per il diritto alla casa, per l’accesso all’acqua
minacciata dalle privatizzazioni; per l’educazione, la salute e la tutela
dell’ambiente; per i diritti dei migranti e le comunità etniche emarginate;
contro le guerre di aggressione e per il disarmo globale.
Siamo
capaci di contenere e respingere le malattie e indicare l’uscita in direzione di un mondo diverso, nel quale prevalgano
relazioni umane e sociali basate sui valori dell’uguaglianza, solidarietà,
giustizia sociale e pace.
*Appello emesso dal Comitato Direttivo della
Federazione Democratica Internazionale delle Donne
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