13/11/23

Madrid 6-9 novembre 2023 / La FDIM vuole pace e uguaglianza, fine delle guerre e delle discriminazioni!

Si è riunito a Madrid dal 6 al 9 novembre il Comitato Direttivo 2023 della Federazione Democratica Internazionale delle Donne (FDIM/WIDF), per la verifica e implementazione delle deliberazioni del XVII congresso, tenutosi a Caracas nell’aprile 2022. Un grazie sentito va dalle partecipanti al Movimiento Democrático de Mujeres di Spagna che ha assicurato il regolare e proficuo svolgimento dei lavori con un supporto organizzativo efficace, disponibile e accogliente. 


Ci siamo ritrovate a Madrid, donne di ogni regione geografica, orgogliose di avere ereditato la nostra grande FDIM dalle nostre madri fondatrici – tra le quali ricordiamo con ammirazione e rispetto la Pasionaria Dolores Ibarruri – e impegnate a renderla tutte insieme più forte ed ascoltata nel mondo, come lo è stata nei suoi 78 anni di esistenza, e allo stesso tempo sempre più capace di affrontare le molte sfide che si presentano oggi e nel futuro ovunque essa è rappresentata attraverso le organizzazioni affiliate d’America e Caraibi, Asia, Africa, Regione Araba ed Europa. 


Ai lavori del CD 2023 hanno preso parte 35 delegate provenienti dalle suddette aree regionali all’insegna del motto: La FDIM dice Basta! Noi donne esigiamo la pace e l’uguaglianza, la fine delle guerre e delle discriminazioni!  Il logo disegnato per questo CD della FDIM era caratterizzato dai colori della bandiera palestinese, simbolo di eroica resistenza alla guerra genocida.

Il CD 2023 non poteva non essere segnato profondamente – dalla sua sessione di apertura fino alla conclusione dei suoi lavori con l’approvazione della Dichiarazione finale e del Piano d’Azione adottato per i prossimi due anni – dal contesto della drammatica crisi geopolitica globale, della quale la sanguinosa recrudescenza dell’aggressione sionista ai Territori Palestinesi è un punto focale.

Aprendo i lavori del CD, la presidente Lorena Peña ha invitato l’assemblea ad osservare un minuto di silenzio in onore delle vittime della guerra di sterminio che il popolo palestinese sta subendo nella Striscia di Gaza.

Il benvenuto in Spagna e nella città di Madrid è stato portato alle convenute da Cristina Simò, a nome del Movimiento Democrático de Mujeres di Spagna, e dal segretario del PCE Enrique Santiago per la coalizione Isquierda Unida, che hanno confermato il sostegno solidale alle lotte dei popoli che in ogni continente si svolgono per l’autodeterminazione e per il cambiamento sociale.

Da sin. Jenniffer Velasquez (Salvador), Lorena Peña (presidente FDIM), Ada Donno (vicepresidente europea)

Il quadro delle nuove complesse sfide che sono di fronte al movimento internazionale delle donne nell’attuale congiuntura internazionale, segnata dall’aggressione sionista alla Palestina e da altre guerre – incluse la guerra in Ucraina e quelle in corso ad altre latitudini - riconducibili in gran parte alla volontà perversa dell’imperialismo Usa e dei suoi alleati della NATO di imporre un ordine mondiale basato sul loro dominio unipolare, è stato tratteggiato dalla vicepresidente europea Ada Donno, nella sessione specificamente dedicata al tema.

Molti elementi di approfondimento si sono aggiunti nella discussione aperta e costruttiva che si è sviluppata nelle diverse sessioni del Comitato Direttivo. Ulteriori contributi di analisi e di proposta si sono aggiunti grazie ai due panel realizzati dalla FDIM in collaborazione con il Forum delle Forze Europee di Sinistra e Progressiste, convocato nei giorni seguenti, dal 10 al 12 novembre, nella stessa capitale spagnola: il primo sul tema delle conseguenze della guerra sulla condizione delle donne, il secondo sul ruolo e il contributo delle donne alla lotta per la pace con giustizia sociale e climatica.

Ogni elemento aggiuntivo di analisi e di proposta d’azione pervenuti dall’assemblea sono stati accolti nella Dichiarazione finale* e nelle diverse risoluzioni* approvate al termine dei lavori del CD.

Madrid novembre 2023. Comitato direttivo della FDIM

Un Piano d’Azione della FDIM per i prossimi due anni

La proposta di piano d’azione della per i prossimi due anni, presentata da Alicia Campos, coordinatrice dell’Ufficio regionale FDIM per America e Caribe, in applicazione del piano d’azione generale 2022-2027 approvato dal XVII congresso, rappresenta lo sforzo della FDIM di:

- aggiornare le proposte per affrontare le nuove forme di sfruttamento, oppressione e discriminazione che colpiscono le donne sia nei regimi capitalisti e patriarcali, sia nei paesi colonizzati e dominati dall'imperialismo, assumendo le esigenze e gli approcci che derivano dalle loro stesse realtà;

- affrontare i profondi cambiamenti sociali di cui l'umanità ha bisogno, che riguardano le relazioni di classe e di genere, le concezioni e i comportamenti egemonici di tipo patriarcale che affliggono tutte le culture ad ogni latitudine, compresi quelli relativi al rapporto tra gli esseri umani e la natura.

Dalle relazioni e dalla discussione complessiva è emersa con chiarezza l’indicazione che la sfida più immediata per la FDIM è fermare la guerra. La guerra aggrava le crisi economiche e sociali in atto, esacerba le crisi migratorie, inasprisce gli effetti della povertà globale, fa retrocedere i diritti delle donne ad ogni latitudine, impedisce la vitale spinta al cambiamento sociale, politico e culturale.

I dati oggettivi dicono che le peggiori conseguenze delle guerre ricadono sulle donne. E la povertà globale, innescata e inasprita dalle politiche neoliberiste imposte dall’imperialismo, è essa stessa una forma di guerra non convenzionale contro le donne e contro i popoli.

Analizzando le conseguenze della sequenza di guerre provocate e condotte dall’imperialismo anglo-americano e dai suoi alleati della Nato nella regione Araba – dall’Afghanistan, all’Iraq, alla Libia, al Sudan fino al Libano e alla Palestina – Marie Nassif Debs ha descritto come scopertamente neocolonialista il disegno di frammentare e terrorizzare l’intera regione per imporvi un dominio predatorio, con conseguenze catastrofiche innanzi tutto per le donne.

Come è stato riconosciuto anche dalle Nazioni Unite, la violenza sessuale contro le donne è essa stessa un’arma di guerra alla cui impunità bisogna mettere fine, promuovendo le convenzioni e implementando le risoluzioni che la combattono, comprese quelle contro i matrimoni forzati, la prostituzione forzata, il traffico delle donne e degli esseri umani in generale. 

La FDIM sostiene la proposta di un Tribunale internazionale istituito dalle NU contro i violatori nei conflitti armati.

Prima di tutto la pace

Da sin. Skevi Koukouma (Cipro), Ulla Klötzer (Finlandia), Silvia Pentassuglio (Italia), Lorena Peña (El Salvador)

La pace resta dunque l’obiettivo unificante di tutte le lotte: ci opponiamo alla folle escalation del riarmo, innescata soprattutto dagli Stati Uniti e dalla NATO nella sua frenetica espansione ad Est, al militarismo, all’aumento senza precedenti dei bilanci militari.

La FDIM lotta per affermare un’altra idea di sicurezza: globale, reciproca, non militarizzata e s’impegna a implementare la risoluzione 1325 delle NU sulla promozione del ruolo delle donne nei processi di pace. Come ha rilevato Skevi Koukouma, vicepresidente europea della FDIM, la risoluzione 1325 è stata tradita dalla Nato, che ne ha fatto un uso fallace, promuovendo la scalata di alcune donne ai ruoli apicali dell’organizzazione per coinvolgerle nei piani di guerra dell’imperialismo, arrivando ad attribuire il premiai ruoli apicali o Donne per la pace 2020 a una figura guerrafondaia come Nancy Pelosi!

Ulla Klötzer, di Women for Peace della Finlandia, che coordina la rete internazionale Global Women for Peace united against NATO ha ricordato che questa sfacciata operazione di “girl-washing” è stata denunciata con forza durante l’incontro con gli europarlamentari della Sinistra europea nel luglio 2023, ai quali è stata consegnata una Dichiarazione per la pace*. Tradotta in 25 lingue, la Dichiarazione può essere letta e sottoscritta sul sito della rete, nella prospettiva di costruire insieme un contro-vertice internazionale delle donne a Washington DC, nel luglio 2024, nel 75° anniversario della sottoscrizione del famigerato Patto Atlantico.

Una giusta applicazione della 1325 – come ha sottolineato Gloria Inés Ramirez, vicepresidente della FDIM per la Regione America e Caribe – è quella che si sta realizzando con gli accordi di pace in Colombia, nei quali la FDIM ha un ruolo attivo con il compito di monitorare l’approccio di genere.

La seconda sfida della FDIM nei prossimi anni sarà la giustizia ambientale. Un tema, quello della cura del territorio, che s’incontra con quello della tutela della salute e della lotta contro la militarizzazione dei territori, in cima all’impegno della FDIM.

Da sin. Gloria Inés Ramirez (Colombia), Lorena Peña (El Salvador), Nirva Camacho (Venezuela) 

Quando diciamo No alla violenza sulle donne, intendiamo dire No allo stato di cose presente, Sì a un altro mondo possibile.

La terza sfida fondamentale è la lotta contro le discriminazioni e la violenza sulle donne, che è lotta in difesa dei diritti umani delle donne, messi in questione specialmente nei paesi a regime capitalistico, dove – come si dice nella Dichiarazione finale – «le istituzioni politiche sono sempre più assoggettate e condizionate dai potentati economici finanziari privati e sono divenute deboli e remissive di fronte al revanscismo delle forze neofasciste e reazionarie, primatiste, neocolonialiste. Di conseguenza sono destinate ad aumentare le disuguaglianze, lo sfruttamento, la povertà, la violenza, la precarietà di vita e di lavoro. I diritti delle donne – anche quelli che sembravano acquisiti e indiscutibili – sono sotto attacco da parte delle destre – sia nella versione neoliberista che neofascista».

Organizzare la FDIM: implementare l’azione degli uffici di coordinamento regionali

Condizione imprescindibile perché il piano d’azione sia implementato è che esso sia sostenuto dal buon funzionamento degli uffici di coordinamento regionali, che devono strutturarsi in applicazione del mandato statutario nelle cinque aree regionali.

Dal CD è stata lanciata una sollecitazione vigorosa ai coordinamenti regionali che ancora non l’abbiano fatto, all’applicazione delle precise indicazioni date al riguardo dal XVII congresso della FDIM.

Da destra: Leticia Montes (Messico), Cristina Simò (Spagna), Osmayda Hernandez (Cuba)

Difendere la vita là dove si uccide è la prima cura 

Un arricchimento al dibattito interno della FDIM è venuto dall’Assemblea Femminista del Forum delle Forze di Sinistra, Verdi e Progressiste, incentrata sul tema dei sistemi pubblici di salute e di difesa della vita, il 10 novembre, a cui alcune delegate della FDIM erano invitate a partecipare come relatrici.

Leticia Montes, presidente dell’Unione Nazionale delle Donne Messicane, ha illustrato il principio dei diritti riproduttivi come diritti umani fondamentali e il concetto di sovranità del corpo femminile, che sono alla base di un sistema di salute pubblica che tuteli efficacemente la maternità volontaria e libera, sottratta ad ogni forma di violenza (stupro, femminicidio, traffico e sfruttamento della prostituzione).

Osmayada Hernandez, della Federazione delle Donne Cubane, ha illustrato la concezione della cura come diritto umano universale e inalienabile che a Cuba socialista presiede all’istituzione e al funzionamento del sistema pubblico di cura. «Se la cura attraversa la vita di tutte e tutti – ha rilevato Osmayda – è giusto che ci sia un sistema pubblico di cura che la tuteli. Se nelle società capitaliste non esiste un efficace sistema pubblico di cura, o viene avversato dalle forze politiche della destra, è perché nella loro visione persiste la divisione sessista e classista del lavoro. A Cuba il diritto universale alla cura nel rispetto delle diversità è tutelato dal nuovo Codice delle famiglie».

Madrid, 9 novembre. Manifestazione di solidarietà col popolo Saharawi

Solidarietà con la resistenza del popolo Saharawi e della Palestina  

Le delegate della FDIM hanno preso parte alla manifestazione indetta da Isquierda Unida nelle vie di Madrid in solidarietà col popolo Saharaoui, privato da decenni del diritto a vivere nel suo stesso territorio, che subisce la repressione delle forze di occupazione e chiede l’applicazione delle risoluzioni delle NU per l’autodeterminazione del popolo del Sahara Occidentale.

Madrid, 8 novembre 2023. Sit in della FDIM/WIDF a sostegno del popolo palestinese


Una sessione del CD della FDIM è stato dedicata all'approfondimento della situazione in Medio Oriente e in Palestina. Un presidio di solidarietà con il popolo palestinese, per chiedere il cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza, è stato convocato dalla stessa FDIM in Piazza della Costituzione a Rivas Vaciamadrid nel pomeriggio dell'8 novembre. Nell’occasione, è stata lanciata la Settimana di solidarietà col popolo palestinese, dal 29 novembre al 6 dicembre, invitando tutte le organizzazioni affiliate ed alleate ad organizzare dimostrazioni e iniziative per far sentire ovunque la voce chiara e forte di protesta contro la guerra di sterminio che si sta perpetrando ai danni del popolo palestinese.

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