10/06/20

WIDF/FDIM - DICHIARAZIONE D'IMPEGNO E DI LOTTA


Le organizzazioni della WIDF/FDIM, chiamate al compito immediato di contribuire a far fronte alla pandemia di COVID-19, hanno formulato proposte per contrastare sia le ricadute negative della crisi sanitaria sulle donne, sia le disuguaglianze e le ingiustizie sociali ed economiche già preesistenti, che l'emergenza ha acutizzato, con uno sguardo rivolto al necessario cambiamento futuro che le lotte delle donne sapranno determinare. 

 


La Federazione Democratica Internazionale delle Donne (WIDF/FDIM) esprime profonda solidarietà con le donne e le/I bambine/i del mondo e rinnova il proprio apprezzamento e ringraziamento al personale medico e sanitario di tutto il mondo impegnato in prima linea a contrastare e prevenire la diffusione della pandemia.
In particolare ringraziamo le donne che, costituendo il 70% del personale addetto ai lavori di assistenza e cura, hanno dato un contributo insostituibile come assistenti di prima linea, professioniste della salute, volontarie delle associazioni non governative, scienziate, o che hanno fornito quei servizi essenziali che hanno consentito al resto delle loro comunità di vivere nell’isolamento personale durante la quarantena.

La gestione della crisi da parte dei governi, tuttavia, ha evidenziato l’esistenza di differenze notevoli nell’assistenza sanitaria: differenze basate sulla classe di appartenenza, il genere, la provenienza, i differenti sistemi sociali vigenti nelle diverse aree geografiche.  
Nei paesi con sistemi socio-sanitari pubblici che mettono al centro la salute e il benessere delle persone e la sicurezza dell’ambiente, senza fini di lucro, c’è stata una risposta più efficace alla diffusione del contagio con una riduzione significativo dell’impatto sulle comunità.
Nei paesi capitalisti e neoliberisti, con sistemi sanitari privatizzati e mirati al profitto, la pandemia ha aggiunto ulteriori danni a quelli preesistenti: ha dilatato le disuguaglianze sociali e acutizzato le discriminazioni, lo sfruttamento, la violenza sulle donne e le ragazze subita nelle condizioni di isolamento.

È inaccettabile che nel secolo XXI ci siano sistemi sanitari pubblici che non riescono a far fronte a situazioni d’urgenza o normali, perché lo Stato o i monopoli considerano la vita e i bisogni delle persone dei “costi”.
L’emergenza della pandemia ha aggravato i problemi di paesi già oppressi da fame e povertà, strangolati dal debito, dagli “aggiustamenti strutturali” e dalle politiche di austerità; paesi sotto occupazione militare o coinvolti in guerre sanguinose.
Esigiamo un’azione efficace a livello internazionale per ottenere la liberazione di centinaia di donne yazide sequestrate e schiavizzate dai terroristi dell’ISIS in Iraq, dove sono vendute e sfruttate sessualmente.
Allo stesso modo chiediamo un’azione determinante per mettere fine alla tragedia umana causata dall’occupazione israeliana dei territori palestinesi. Ribadiamo la nostra energica condanna della politica sionista di occupazione militare continuata, colonizzazione, insediamenti in Palestina, supportata dal governo degli Sati Uniti. Condanniamo l’occupazione israeliana del sud del Libano e del Golan siriano, chiamiamo la comunità internazionale a pronunciarsi per il diritto del popolo palestinese a stabilire il proprio stato indipendente sulla propria terra e a riaffermare il diritto al ritorno dei profughi in conformità con la Risoluzione 194 delle NU.
Denunciamo l’agenda delle destre neofasciste e di tutti quei partiti di governo che tentano di approfittare della situazione per imporre regimi di stato d’assedio, spingendo sempre più persone nell’emarginazione e nella miseria estrema.

Denunciamo l’inasprimento delle azioni imperialiste in diverse aree del mondo, il blocco economico contro Cuba, i tentativi di aggressione militare contro il Venezuela, le ingerenze e le destabilizzazioni intensificate proprio nel momento in cui questi popoli lottano per contrastare la pandemia di COVID-19. Non è sopportabile che il popolo venezuelano colpito dalla pandemia debba subire anche le conseguenze dell’aggressione criminale del governo statunitense e dei suoi alleati europei, che pretendono di restaurare il loro dominio sul paese.
Respingiamo anche le sanzioni economiche imposte allo Zimbabwe dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea, che dura da quasi due decenni, e chiede la fine delle sanzioni, tanto più urgente oggi in presenza della pandemia che colpisce l’Africa.
La WIDF/FDIM chiama le sue organizzazioni affiliate nelle diverse regioni del mondo a impegnarsi e a lottare per una agenda di base a favore delle donne e dell’umanità:

LAVORO E REDDITO
Non debbono essere le donne lavoratrici e delle classi meno agiate a pagare il prezzo più alto dell’emergenza! Lottiamo per rendere visibili e affrontare le conseguenze della crisi che la pandemia ha prodotto specialmente tra le donne e per chiedere politiche e azioni specifiche per alleviare il prezzo che le donne stanno pagando come effetto della quarantena e della recessione economica.
Esigiamo che i governi adottino misure per assicurare un reddito di base per ogni persona, particolarmente per le donne con meno risorse economiche, attuino misure di protezione sociale, sussidi per l'affitto e moratorie degli sfratti, sussidi alimentari e acqua pulita gratuita, misure igieniche e quanto è indispensabile per vivere dignitosamente.

Lottiamo per una vita dignitosa per tutte e tutti, a misura delle necessità basilari del XXI secolo, lottiamo per vivere la vita che ci spetta.
Lottiamo contro qualsiasi risposta speculativa alla crisi sanitaria, contro ogni tipo di monopolio sui prodotti farmaceutici creati per combattere il coronavirus. Per evitare che il disastro sanitario si trasformi in una catastrofe planetaria.

DIRITTI RIPRODUTTIVI, VIOLENZA CONTRO LE DONNE
Una conseguenza del confinamento sociale in questi mesi, comune a tutte le regioni e tutti i paesi, è stato l’aumento della violenza domestica. La maggior parte dei governi si è limitato a registrare il dato senza mettere in atto misure efficaci di contrasto.
Esigiamo che si adottino misure perché le donne anche durante la quarantena possano ricevere aiuto e sostegno contro alla violenza domestica e ogni forma di violenza.
Sia nei paesi dove l’interruzione della gravidanza è legale, quanto in quelli dove non lo è ancora, lo stato deve garantire supporto alle donne che hanno subito violenza e sono incinte contro la loro volontà, perché possano interrompere la gravidanza indesiderata.
Raccomandiamo agli Stati, l’ONU e le sue agenzie, i   sanitari e i fornitori di servizi, di includere la prospettiva di genere in ogni risposta al COVID-19 a tutti i livelli decisionali.

EDUCAZIONE E FORMAZIONE
Vigiliamo affinché sia ripristinata ovunque, quanto prima possibile, la normale attività educativa e scolastica, con ogni riguardo per la salute e la sicurezza di studenti e docenti!
Esigiamo che nei programmi di recupero economico sia garantito l’accesso gratuito delle donne alle nuove tecnologie di comunicazione, siano attuati maggiori finanziamenti per rafforzare la scuola pubblica gratuita per tutti e tutte senza alcuna discriminazione di classe, casta, razza o genere.

DIRITTI DELLA PERSONA, PACE E SICUREZZA
Contrastiamo qualsiasi risposta autoritaria alla pandemia e i tentativi di trasformare lo stato di eccezione in misure permanenti, come tentano di fare quei governi che vogliono criminalizzare le proteste popolari. Denunciamo il disegno di quei governi che vogliono sfruttare l’emergenza per trasformare lo stato di eccezione in una forma “ordinaria” di governo e imporre un’agenda patriarcale e fascista. Le restrizioni della quarantena non devono diventare occasione per limitare il diritto di sciopero e altre forme di lotta delle classi lavoratrici per i propri diritti.

Appoggiamo l’appello delSegretario Generale delle Nazioni Unite per un cessate il fuoco globale, come misura assolutamente necessaria e urgente. Chiediamo la riconversione della produzione di armi in dispositivi sanitari e azioni contro la povertà e la fame nel mondo, altri usi civili. Solo nel 2019 si stima che gli Stati Uniti abbiano speso in armamenti nucleari 35,4 miliardi di dollari, equivalente a quanto hanno speso, tutti insieme, gli altri otto paesi dotati di armi nucleari. Solo una parte di questa spesa basterebbe a finanziare progetti sanitari e di sviluppo.

La WIDF/FDIM ribadisce con forza che non può esistere sicurezza che non sia quella che assicura uguali diritti per tutti, persone e popoli, a partire dal diritto alla salute, attraverso piani d’azione ispirati ai principi di solidarietà e cooperazione internazionale, condivisione delle conoscenze e delle risorse materiali, scientifiche, tecnologiche.

APPELLO ALLE DONNE DI TUTTO IL MONDO
Il “ritorno alla normalità” dopo la fine della quarantena non deve essere un ritorno ad uno stato di più disuguaglianza e violenza, più oppressione e sfruttamento, più debito pubblico da far pagare alle donne lavoratrici e alle classi popolari.
Se il presente sembra disastroso, il futuro non è ancora scritto e le nostre lotte potranno determinare come sarà dopo la pandemia.

Giugno 2020



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