18/03/19

IRAN / NASRIN SOTOUDEH


"Chiediamo la liberazione di tutte le prigioniere politiche"

L'organizzazione democratica delle donne iraniane respinge con fermezza la sentenza del regime teocratico


Il regime repubblicano islamico ha emesso una condanna a 38 anni di reclusione e 148 frustate contro l'avvocata per i diritti umani Nasrin Sotoudeh, che ha sconcertato l'opinione pubblica internazionale. Nasrin Sotoudeh, che ha difeso molti attivisti per i diritti civili o umani che sono diventati prigionieri politici, è stata arrestata nel giugno 2018 per essersi espressa criticamente nei confronti del regime e dell’ondata di arresti nel paese. Da allora è detenuta nella famigerata prigione Evin. 



https://www.tdzi.org/doiw-strongly-condemns-the-regimes-sentence-on-ms-nasrin-sotoudeh/

Il signor Khandan, sposato con Sotoudeh, ha scritto l'11 marzo 2019:
«L'ultima sentenza contro Nasrin Sotoudeh le è stata notificata in prigione: 38 anni di carcere e 148 frustate sono la somma di due condanne. Ha ricevuto 5 anni con la prima e 33 anni più 148 frustate con la seconda. Il Tribunale della Rivoluzione ha giudicato la difesa di Sotoudeh dei diritti delle donne e la sua opposizione all'hijab, in quanto " costrizione " per le donne, un "incitamento alla corruzione e alla prostituzione "».

La sentenza della corte dimostra, più chiaramente che mai, l'immutata determinazione della magistratura del regime a reprimere i dissidenti e gli attivisti per i diritti umani e civili. Molte figure ben note e organismi per i diritti umani in tutto il mondo hanno condannato una sentenza così dura, in violazione della legge e dei principi e della logica legale. Un gruppo di giuristi iraniani ha rilasciato una dichiarazione di condanna della sentenza:
«L'emissione di una sentenza così severa è motivo di vergogna e  segno di intolleranza nei confronti dei avvocati che si esprimono criticamente, implica una giustizia debole ed è una evidente contravvenzione alle disposizioni sulla legge costituzionale, i diritti fondamentali e il ruolo degli avvocati».

Il responsabile della Società per la difesa dei diritti umani, Abdolkarim Lahiji, ha scritto: «Nell’ambito dei poteri del capo religioso supremo, la punizione per chi si oppone alla pena capitale e alla costrizione dell'hijab o difende i prigionieri politici e gli obiettori di coscienza, comporta lunghe detenzioni e frustate. Il sistema giudiziario sa che queste pene sbagliate e severe non piegheranno lo spirito resistente di Nasrin Sotoudeh né la faranno desistere dalla sua difesa di chi subisce il torto. Ma il loro vero obiettivo è seminare paura e terrore tra le persone che protestano sempre più per i loro diritti politici, civici, sociali, politici e culturali. La società internazionale non può e non deve ignorare questa offesa al diritto internazionale e ai diritti umani».
Il portavoce dell'Unione Europea ha commentato che Nasrin Sotoudeh è ​​stata condannata in sua assenza, senza un processo equo e in violazione dei più elementari diritti di un imputato.

Nasrin Sotoudeh, che è componente del Consiglio della pace e del Centro per la difesa dei diritti umani e ha preso parte alla Campagna per l'abolizione della pena di morte, è una delle centinaia di prigioniere politiche detenute con l'accusa di "diffusione di falsità con l'intenzione di disturbare l'opinione pubblica", di "assembramento e collusione contro la sicurezza nazionale ", disturbo della "sicurezza" del regime reazionario del capo religioso supremo, "attività di propaganda contro il sistema" e simili. Le detenute con figli piccoli, sono private dei colloqui per mesi o anni, come forma di tortura, eppure continuano la loro lotta dentro le carceri del regime.

Secondo il rapporto di HARANA, l'organo di informazione degli attivisti per i diritti umani in Iran, il 28 settembre 2018, oltre ai dervisci incarcerati nella "prigione di Karchak" e alle donne ambientaliste che si trovano nell'ala di massima sicurezza delle Guardie della Rivoluzione, nell'ala femminile del carcere di Evin attualmente ci sono 17 donne, detenute principalmente per motivi politici e di sicurezza. I loro nomi sono:

Maryam Akbari Monfared – nata il 13 dicembre 1975 – condannata a 15 anni
Zahra Zehtabchi – nata il 28 marzo 1969 – condannata a 10 anni
Fatemeh Mossana – nata il 5 giugno 1967 – condannata a 10 anni
Narges Mohammadi – nata il 21 aprile 1972 – condannata a 16 anni, in aggiunta a precedenti 6 anni
Reyhaneh Haj Ebrahim Dabbagh - nata il 31 maggio 1982 – condannata a 15 di carcere e all’esilio
Azita Rafi’zadeh- nata il 21 maggio1980 – condannata a 4 anni
Nazanin Zaghari-Ratcliffe- nata il 26 dicembre 1978 – condannata a 5 anni
Aras Amiri- nata in ottobre 1986, in attesa di giudizio
Golrokh Ebrahimi Iraii- nata il 30 luglio 1980 –condannata a 6 anni di carcere commutato in 2 anni e mezzo in base all’art. 134 e perdonata
Nasrin Sotoudeh Langaroodi- nata il 30 maggio 1963 – condannata recentemente dopo un lungo periodo di incertezza a 38 anni di carcere e 148 frustate
Negin Ghadamian- nata il 2 agosto 1983 –condannata a 5 anni
Ma’soumeh (Minoo) Ghasemzadeh Malekshah- nata in giugno 1976 – condannata a 10 anni
Roghieh Haji Mashallah- nata nel 1981 – condanna indeterminata
Leila Tajeek- nata nel 1974 – condanna in corso di revisione
Atena (Fatemeh) Da’emi- nata il 27 marzo 1988-  condannata a 7 annio, commutati in 5 anni sulla base dell’art.134
Elham Barmaki- nata il 19 settembre1968- condannata a 10 years
Sotoudeh Fazeli- nata il 13 settembre 1953- condannata a 3 anni.

L'Organizzazione democratica delle donne iraniane (DOIW), all'unisono con tutti i difensori e combattenti per l'uguaglianza e i diritti civili, condanna la magistratura della Repubblica islamica, nel modo più forte possibile, per la sentenza emessa contro la signora Nasrin Sotoudeh. Chiediamo la liberazione di questa nota attivista per i diritti umani e di tutte le donne prigioniere politiche.
Il rilascio di tutti i prigionieri politici è una delle richieste più pressanti delle forze popolari e patriottiche del nostro paese.

13 marzo 2019

Trad. A.D.

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