27/03/23

2 aprile 2023 / La pace nelle nostre mani

 Awmr Italia Donne della regione mediterranea aderisce alla giornata di mobilitazione contro la guerra convocata da Europe for Peace il 2 aprile. Prendiamo la Pace nelle nostre mani!


Il 2 aprile spegniamo la propaganda di guerra, accendiamo la pace!


In Europa, in Ucraina, in Russia e in tutto il mondo la gente vuole la pace, mentre i governi chiedono sempre più armi e risorse umane per la guerra.

Noi chiediamo il diritto alla salute, all’educazione, al lavoro e a un pianeta vivibile, ma i governi ci trascinano in una guerra totale.

L’unica possibilità di evitare il peggio risiede nel risveglio dell’essere umano e nella capacità di organizzarsi dei popoli.

Prendiamo il futuro nelle nostre mani: il 2 aprile convergiamo in Europa e in tutto il mondo in una giornata dedicata alla pace e alla nonviolenza attiva.

Spegniamo la televisione e tutti i social network, spegniamo la propaganda di guerra e le informazioni filtrate e manipolate. Dedichiamoci invece alla comunicazione diretta con le persone intorno a noi e organizziamo attività per la pace: un incontro, una manifestazione, un flash mob, una bandiera della pace sul balcone o sull’auto, una meditazione o una preghiera in accordo alla nostra religione o al nostro ateismo, e qualsiasi altra attività volta alla pace.

Ognuno lo farà con le proprie idee, credenze e slogan, ma tutti assieme spegneremo la televisione e i social. Convergeremo così nello stesso giorno con tutta la ricchezza e la forza della diversità. Sarà un grande esperimento di auto-organizzazione internazionale non centralizzato.

Solo noi possiamo cambiare le cose: noi, gli invisibili, quelli che non hanno voce. Nessuna istituzione o personaggio famoso lo farà per noi. E se qualcuno ha una grande influenza sociale dovrà metterla al servizio di tutti per amplificare la voce di chi ha un urgente bisogno di futuro per sé e per i propri figli.

Continueremo la protesta nonviolenta (boicottaggio, disobbedienza civile, sit-in,..) fino a quando chi oggi ha il potere di decisione non ascolterà la voce della maggioranza della popolazione che chiede semplicemente pace e una vita dignitosa.

Già il 3 aprile inonderemo i social con il racconto delle nostre iniziative: le nostre richieste, foto, messaggi e video.

Il nostro futuro dipende dalle scelte che facciamo oggi.

#EuropeForPeace

09/03/23

#8marzo2023 / Resistere per esistere / Donna Vita Libertà


La parola è alle lotte delle donne di tutto il mondo per la #pace, i diritti, l’autodeterminazione 
e al loro impegno di camminare insieme realmente e simbolicamente contro ogni forma di sessismo, discriminazione, emarginazione, violenza, delegittimazione politica.




Nella #Giornata internazionale della donna, vogliamo rilanciare il nostro invito a disertare le guerre, quella in #Ucraina come le altre guerre che sono in corso a diverse latitudini e quelle che si stanno preparando: a dire NO alla riproposizione della esiziale contrapposizione occidente/oriente e di logiche fallaci come quella dello “scontro di civiltà”, che vanificano la faticosa ricerca di un’alternativa nella costruzione sociale e politica come quella che abbiamo chiamato “paradigma della cura”.

Assumere la cura come “paradigma politico”: cura non solo come rimedio alla malattia, ma come fondamento delle relazioni fra le nazioni e degli umani con il vivente. Ci sembrava che la pandemia avesse aperto gli occhi di molte e molti su questa necessità. Ed eravamo convinte di poter avere parola decisiva – proprio noi donne – in questo prefigurabile salto di paradigma, dalle logiche di potenza a quella della cura condivisa del pianeta.


Invece la barbarie della guerra ritorna e con essa s’induce nelle persone l’assuefazione alla logica binaria amico-nemico nelle relazioni interne ed internazionali. Anzi, per “normalizzare la paura”, entrano con noncuranza nella comunicazione mainstream perfino ipotesi fino a ieri improponibili come “guerra nucleare”.

Ma noi la nostra paura vogliamo nominarla e reagire. Diciamo che ci fa paura lo stravolgimento di senso, per cui in nome della “sicurezza” si moltiplica la produzione di armi per preparare la guerra contro un presunto nemico da combattere, sia esso uno stato potente o una persona vulnerabile richiedente asilo.

Ci allarma profondamente che il discorso sulla sicurezza sia occupato dalle destre neofasciste e che un ministro dell’istruzione minacci provvedimenti disciplinari nei confronti di una dirigente per aver invitato la sua comunità scolastica a difendere la Costituzione antifascista. Noi crediamo nell’alto senso di responsabilità di quella dirigente scolastica e stiamo dalla sua parte.

Ci fa inorridire un ministro degli interni che accusa di irresponsabilità le donne e gli uomini profughi che “mettono in pericolo le vite dei loro figli”. Noi rifiutiamo la retorica cinica di chi, per guadagnare voti, specula sulla scelta di accogliere o respingere i profughi e stiamo dalla parte di chi è costretto a mettere il proprio corpo e quello dei propri figli in pericolo – dentro una barca, un gommone o su un tir – per avere una possibilità di vivere o di sopravvivere.

Affermiamo un’altra idea di sicurezza, declinata dentro il paradigma della cura e dell’accoglienza, come diritto degli esseri umani e di ogni essere vivente a un’esistenza dignitosa. E rifiutiamo invece la militarizzazione e la corsa al riarmo, le logiche repressive di confino e di respingimento come il massimo dell’incuria.

Sicurezza è dare accoglienza a chi fugge dalla povertà e contrastare le crescenti disuguaglianze economiche e promuovere la condivisione della ricchezza. Sicurezza è dare asilo a chi fugge da ingiustizie e discriminazioni religiose, etniche o di genere, e lottare per i diritti e le libertà di tutte e tutti. Sicurezza è dare rifugio a chi fugge dalle guerre e costruire la pace.