12/09/20

Widf/Fdim Europa / Per i nostri diritti e per il nostro futuro

Dichiarazione dell’Ufficio regionale europeo della Federazione Democratica Internazionaledelle donne (Widf/Fdim)


“Oggi è evidente che la nostra lotta di lunga data per servizi sociali e di cura pubblici e gratuiti è davvero una lotta per la vita. Ma è anche evidente che godere di ciò che è essenziale per la nostra salute è incompatibile con le regole del mercato e la ricerca del massimo profitto.  Perciò dichiariamo che la medicina più efficace contro la pandemia è la lotta per i nostri diritti.”

L'Ufficio europeo della Widf/Fdim esprime la sua solidarietà alle donne d'Europa e a tutte le organizzazioni affiliate nella regione e nel mondo, i cui popoli stanno affrontando gli effetti della pandemia COVID-19. A tutti coloro che sono stati malati, inviamo i nostri pensieri e calorosi auguri per una pronta guarigione.

1.      Crisi sanitaria e responsabilità dei governi

Ogni giorno, in tutto il mondo, migliaia di persone perdono la vita e altre migliaia sono esposte al rischio di innumerevoli effetti sulla loro salute, perché le politiche dei governi, comprese anche quelle degli stati più potenti, minano costantemente il diritto alla tutela della nostra salute a vantaggio dei mercati e dei profitti delle grandi imprese.

Gli effetti della pandemia illustrano tragicamente le profonde inadeguatezze dei sistemi sanitari in tutti i paesi capitalisti. Questi erano ben noti prima della comparsa del COVID-19: non sono emersi dal nulla. Sono il risultato di politiche antipopolari attuate da tutti i governi, sia liberali che socialdemocratici. Ciò che le persone stanno vivendo è il risultato della mercificazione della salute e della privatizzazione dei servizi sanitari e di cura, a favore di sempre maggiori profitti per le grandi imprese.

Tali politiche minano la capacità del grande potenziale scientifico e tecnologico oggi disponibile, di soddisfare pienamente ogni esigenza delle persone - sia di prevenzione delle malattie che di cura di chi si ammala.

Sosteniamo la lotta di medici, infermieri e tutti gli operatori ospedalieri – donne e uomini - che stanno lavorando duramente nonostante la carenza di strumenti e dispositivi, correndo un grande rischio per la loro salute e la loro vita, insieme a tanti altri che hanno mantenuto in funzione i servizi essenziali durante questi tempi difficili.

L'ufficio regionale europeo della Widf/Fdim rivolge un saluto speciale alle donne di tutto il mondo che lavorano instancabilmente per proteggere le persone più vulnerabili e salvare vite, anche con risorse scarse o inesistenti, mettendo così a rischio la loro sicurezza personale.

Durante i periodi di quarantena, le organizzazioni europee della Widf/Fdim hanno continuato la loro lotta e non hanno smesso di sollecitare:

• Finanziamenti statali per rafforzare i sistemi sanitari pubblici,

• Assunzione di personale medico e infermieristico a tempo pieno, con pieni diritti lavorativi.

• Fornitura di tutto il necessario per il funzionamento delle Unità di Terapia Intensiva

• Sviluppo dell'infrastruttura necessaria per il funzionamento globale dei servizi sanitari e di ricerca pubblici.

Oggi è evidente che la nostra lotta di lunga data per l'assistenza sanitaria pubblica gratuita è davvero una lotta per la vita. Fornire ciò che è essenziale per la salute delle persone è incompatibile con le regole del mercato e la ricerca di massimo profitto.

Questi problemi non sono nuovi. Ne evidenziammo molti già nel convegno che le nostre organizzazioni europee tennero a Bruxelles nel 2015. È una lotta che abbiamo combattuto in molti luoghi per un lungo periodo.

2.      Crisi sanitaria e tensioni internazionali

Abbiamo accolto con favore l'esempio di paesi come CUBA, che hanno mostrato in ogni modo possibile la loro solidarietà ai paesi colpiti, mentre abbiamo denunciato l'UE, la cui politica condanna i nostri popoli a vivere carenti dell'assistenza sanitaria pubblica gratuita su cui confidano.

Denunciamo la NATO che, nel profondo di questa crisi, esige da tutti gli Stati membri che raggiungano l'obiettivo del 2% del PIL sugli armamenti e sulla spesa per la "difesa". Ci opponiamo, chiediamo che i governi europei riducano i loro bilanci di guerra per provvedere ai bisogni civili e ai servizi sociali.

L'epidemia di COVID-19 è stata la scintilla che ha dato fuoco alla crisi economica globale, ormai avanzata, intensificando gli antagonismi imperialisti, mentre i popoli gemono sotto il peso che sono costretti a sopportare. Mentre essi piangono i loro morti, i loro governi sono impegnati a pianificare nuove guerre di conquista.

La strategia di controllo delle risorse e dei mercati, invece, non solo si è sottratta alla quarantena negli ultimi mesi, ma è addirittura in fase di rimodulazione per potersi avvantaggiare delle contraddizioni create dalla pandemia. Le maggiori potenze, in primis USA, NATO e UE, stanno adottando misure sempre più aggressive per promuovere gli interessi dei loro monopoli.

Sviluppi pericolosi e preoccupanti si stanno verificando nell'Egeo e nel Mediterraneo orientale. Questi sono causati da forze sociali, economiche e politiche che cercano di trascinare i popoli della regione in avventure sanguinose non per loro scelta. La lotta per il controllo delle risorse energetiche, delle rotte del petrolio e del gas e delle merci nella regione è nell'interesse delle classi dominanti della regione e non delle popolazioni. Il circolo vizioso della concorrenza minaccia la pace e la stabilità, mentre le classi popolari di Grecia, Cipro e Turchia non hanno nulla da guadagnare.

L’Ufficioregionale Europeo della Widf/Fdim pertanto:

• Si oppone in ogni caso al coinvolgimento in conflitti e guerre.

• Si oppone a tutte le violazioni dei confini e a qualsiasi violazione dei termini dei trattati internazionali.

• Afferma che le risorse della terra e del mare devono essere utilizzate per soddisfare i bisogni delle popolazioni.

• Chiede di porre fine alla corsa agli armamenti e al dispiegamento di armi nucleari.

 

3.      Ricaduta della crisi socio-sanitaria sulle donne

La durata delle misure di confinamento in Europa e nel mondo ha aumentato l'incidenza della violenza domestica contro le donne, sulla quale governi, organizzazioni transnazionali e grandi imprese multinazionali hanno continuato a versare lacrime di coccodrillo. Ma gli ipocriti non dicono nulla delle loro guerre e dei loro interventi armati in ogni angolo del globo, dei massacri indiscriminati che creano migliaia di rifugiati, in maggioranza donne e bambini.

Per contrastare la violenza sulle donne, sono necessarie politiche mirate e inasprimento delle sanzioni nei casi di violazione dei diritti fondamentali delle donne. Alle donne devono essere riservati finanziamenti statali adeguati perché possano usufruire di servizi sociali e infrastrutture operanti a tempo pieno, con personale specializzato e permanente - senza doversi rivolgere al settore privato – per l’assistenza a coloro che subiscono abusi, come centri di accoglienza, case rifugio, linee telefoniche dedicate e assistenza legale.

E soprattutto va intensificata la lotta per eliminare le radici sociali ed economiche della multiforme violenza contro le donne, in una società basata sullo sfruttamento e l'oppressione.

La risposta alla domanda: chi pagherà la crisi economica in Europa e nel mondo? È ancora una volta nei milioni di lavoratrici e lavoratori che perdono il posto di lavoro, subiscono riduzioni salariali e sono costretti a lavorare a tempo parziale e contratti temporanei a chiamata. Ciò non è a causa del COVID-19, ma perché il sistema capitalistico costringe le persone a coprire il costo delle sue crisi. E nel frattempo, i governi e la UE decidono di distribuire miliardi di euro di alle imprese private e ai monopoli, escogitando ulteriori oneri per i cittadini. I motivi reali delle accese discussioni tra i paesi dell'UE cui abbiamo assistito riguardano quali monopoli, quali settori e quali paesi faranno la parte del leone, e su chi scaricare il peso maggiore della crisi. Come pagheranno le popolazioni, attraverso aumenti delle tasse o ulteriori misure di austerità che riducano la spesa sociale, per l'istruzione, la salute e il welfare? O entrambe le cose?

È evidente che, in tutta Europa, le donne sono colpite in modo sproporzionato dagli effetti della pandemia, in quanto le più vulnerabili nella forza lavoro: perché sono colpiti maggiormente i settori dei servizi e dell'assistenza in cui la maggior parte dei dipendenti sono donne; perché sulle donne si scarica il maggior peso cura dei bambini e degli anziani; perché l'assenza di servizi pubblici pesa soprattutto su di esse, quando anche le scuole vengono chiuse e molte sono costrette a restare a casa; perché molte vengono indirizzate al part-time o perdono del tutto il lavoro, licenziate dai datori di lavoro che non ne hanno più bisogno, come le addette ai servizi domestici, spesso neanche protette dal sistema di sicurezza sociale.

In aggiunta, i governi incoraggiano i datori di lavoro ad aumentare lo sfruttamento delle donne, come accade con il telelavoro non regolamentato, orari di lavoro flessibili e diritti lavorativi ridotti. E – a completamento – adottano misure “di sicurezza” per reprimere e criminalizzare le lotte delle lavoratrici e dei lavoratori che protestano.

Di fronte a tutto questo, le organizzazioni europee della Widf/Fdim dicono: non glielo permetteremo!

L'esperienza del COVID-19 ha accresciuto le difficoltà sociali ed economiche preesistenti di molte donne e ha reso evidente ai loro occhi che disuguaglianze, discriminazioni e violenza che esse subiscono sono inseparabili dalle disuguaglianze, l'oppressione e lo sfruttamento insiti nel modo di produzione e riproduzione capitalistico.

Non desisteremo finché ciascuna di noi non avrà un lavoro stabile con una retribuzione dignitosa e orari ragionevoli e l'accesso a servizi sanitari pubblici, l’istruzione e welfare gratuiti di buona qualità. Finché non raggiungeremo quel futuro giusto per noi e i nostri figli, che non può essere realizzato in una società che mette al centro il profitto delle imprese.

4.      Il domani deve trovarci forti e combattive

Chiediamo a tutte le donne e alle organizzazioni di donne di prendere il loro posto nella lotta collettiva in ciascuno dei nostri paesi e con la Widf/Fdim, partecipando attivamente all’azione per garantire i nostri diritti e il nostro futuro.

Il nostro messaggio è chiarissimo: i virus più letali sono lo sfruttamento e l'oppressione. La medicina più efficace è la lotta per i nostri diritti.

 

L’Ufficio Europeo della Federazione democraticaInternazionale delle Donne

9 settembre 2020


Testo ingl.

DECLARATION of WIDF EUROPEAN REGION                       

The WIDF Office expresses its solidarity with the women of Europe and all WIDF organizations in the region and the world, whose peoples are facing the effects of the COVID-19 pandemic. To all who have been ill, we send our thoughts and warm wishes for your recovery.

Each day, across the world, thousands of people are losing their lives, and thousands more are put at risk of innumerable effects on their health, because the policies of the governments, including those of even the most powerful states, constantly undercut our health protection needs to maintain markets and big business profits.

The perils of the pandemic tragically illustrate the profound inadequacies of health systems in all capitalist countries. These were well known before the appearance of COVID-19; they have not emerged out of nowhere. They are the result of anti-popular policies implemented by all the governments, either liberal or social-democratic. What people are experiencing is the result of the commercialization and privatization of health and care provision in the interests of ever greater profits for the huge corporations.  

This policy undermines the great scientific and technological potential that exists today, which is well able to meet in full people’s every need – both for prevention of illness and the curing of those who become sick.

We support the struggle of doctors, nurses and all hospital workers who are working hard despite lack of “tools” and at great risk to their health and their lives, together with many others who have kept essential services running during these difficult times.

The WIDF European Regional Office offers a special salutation to women everywhere who work tirelessly to protect the most vulnerable people and save lives, with scarce or no resources, thus putting their personal safety at risk.

Throughout the quarantine period, the WIDF European organizations continued their struggle, voicing their demands for:

·         State funding to strengthen public health systems,

·         Recruitment of full-time medical and nursing staff, with full labor rights.

·         Provision of everything necessary for the running of Intensive Care Units (ICUs) and

·         Development of the infrastructure necessary for the comprehensive functioning of public healthcare and research services.

Today, it is evident that our long-running struggle for free public healthcare is indeed a struggle for life. Provision of what is essential for the health of our families is incompatible with the rules of the market, and quest for ever greater profits.

These issues are not new. We highlighted many of them at the joint meeting of our organizations in Europe in Brussels back in 2015. It is a struggle we have fought in many places over a long period. We welcome the example of countries such as CUBA, which show their solidarity with affected countries in every possible way and denounce the EU, whose policy condemns our peoples to live without the free public healthcare on which they rely.

We denounce NATO, which, in the depths of this crisis, is requiring all member states to meet its 2% of GDP target on armaments and ‘defense’ spending. In contrast, we demand that European governments redeploy their war budgets to provide for civilian needs and social services.

The COVID-19 epidemic was the spark that ignited the global economic crisis, now well underway, intensifying imperialist antagonisms, while the people groan under the weight of the burden they are forced to bear. As they mourn their dead, their governments are busy planning new imperialist wars.

The strategy to control resources and markets has, by contrast, not only escaped quarantine in recent months, but is rather undergoing reshaping to benefit from the contradictions created by the pandemic.  Each imperialist power, first of all US, NATO and the EU, is taking steps to promote more aggressively the interests of its monopolies.

Dangerous and worrying developments are taking place in the Aegean and Eastern Mediterranean. These are caused by social, economic, and political forces which seek to draw the peoples of the region into bloody adventures not of their choosing. The fight to control the energy resources, oil and gas routes, and commodities of the region are in the interest of the region’s bourgeoisie and not its people. The vicious circle of competition threatens peace and stability, while the popular strata of Greece, Cyprus and Turkey gain nothing whatsoever.

The WIDF European Region therefore:

·         Opposes in any case of a hot incident and war involvement.

·         Opposes all border violations and any contravention of the terms of international treaties.

·         Asserts that the resources of the earth and sea must be used to meet the needs of the people.

·         Calls for a halt to the arms race and deployment of nuclear weapons.

 

The duration of lockdown measures in Europe and throughout the world has increased the incidence of domestic violence against women, about which governments, imperialist organizations, and large multinational corporations have constantly shed crocodile tears. But the hypocrites say nothing about their wars and interventions in every corner of the globe, as they wantonly massacre people and create thousands of refugees, the majority women and children.

To tackle violence against women, targeted policies are needed and increased penalties for cases of violation of women’s fundamental rights.   Women must be accorded adequate state funding for the provision of social services and infrastructure - operating full-time with specialist, permanent staff and without the involvement of the private sector - to support those who are abused. This should include, but not be limited to, crisis centers, refuges, dedicated telephone lines, and legal assistance.

But above all, the struggle to eliminate the social and economic roots of multi-faceted violence against women, in a society based on exploitation and oppression, must be intensified.

The economic crisis in Europe and across the world is, once again, witnessing the demand that the people must pay. That is why millions of workers are losing their jobs, suffering wage reductions, and being forced into part-time working and temporary, on-call contracts. This is not because of COVID-19 but because capitalists are forcing people to cover the cost of their crisis. And all the while, governments are distributing trillions of dollars to business corporations.  

The EU is giving billions of euros to its monopolies, while announcing new burdens for the people. In recent times, we have witnessed intense arguments between the EU countries over which monopolies, which sectors and, especially, which countries will get the lion’s share and onto which opponents to shift the greatest load. The people will pay either through tax increases or further austerity measures reducing social expenditure, education, health, and welfare – or both.

It is evident that throughout Europe, women are disproportionately affected as the most vulnerable in the workforce. Firstly, the pandemic has most affected the sectors of service and care in which the majority of employees are women. Secondly, women are disproportionately responsible for the care of children and older people. The absence of public services to support them, especially during the pandemic when even schools were closed, forced many women to stay at home. As a result, many lost their jobs or were channeled into part-time work. At the same time, women from the popular strata lost their jobs when employers no longer needed their workers, such as those employed in domestic work. Many such women are not protected by the social security system and fall through the net.

At the same time, governments are empowering employers to increase women’s exploitation, for example through unregulated teleworking, flexible working hours and reduced working rights.

They then take measures to suppress and criminalize workers’ struggles in a bid to silence us.

WIDF European organizations say: We will not let them do it. 

The COVID-19 experience has increased the social and economic difficulties of many women and made clear that inequality, discrimination, and violence against women are inseparable from the inequality, oppression, and exploitation inherent in the capitalist system.

We will never agree that our needs can be sidelined when it is possible for every one of us to have a stable job with decent pay and reasonable hours, and access to free high-quality public health services, education and welfare. A just future for women and children cannot be realized in a society that puts the profits of business corporations at its center.

Tomorrow must find us strong and militant.

We call on all women and women’s organizations to take their place in the collective struggle in each of our countries and in the WIDF, participating fully in the counterattack to secure our rights and our future.

Our message is crystal clear: The deadliest viruses are exploitation and oppression. The most effective medicine is the struggle for our rights.

September 9, 2020