19/09/16

Bogotà/ Congresso della FDIM/WIDF


Le donne vogliono la pace nel mondo

Intervista a Marcia Campos, presidente uscente della Fdim/Widf, apparsa nell’imminenza del 16° congresso sul settimanale colombiano VOZ del 14/20 settembre 2016 



di Ana Elsa Royas Rey

Incontriamo la compagna Marcia Campos, proveniente da San Paolo del Brasile, presso il centro congressi Tequendama di Bogotà, dove si trova per partecipare ai lavori del 16° congresso della Federazione democratica internazionale delle donne (FDIM/WIDF) di cui è stata presidente per tre mandati.

Marcia, benvenuta a Bogotà, eri già stata qui prima d’ora?
Innanzitutto voglio ringraziare molto il periodico VOZ, importante mezzo di comunicazione colombiano, noto nel mondo per il suo ruolo in difesa dei diritti dei popoli, e fondamentalmente delle donne, che lottano per il cambiamento e per conquistare una vita degna. Ma non posso tralasciare di manifestare la mia riconoscenza a tutte voi donne colombiane che siete state così coraggiose da accogliere questo congresso in un momento così cruciale per il vostro paese, dopo quasi 60 anni di guerra. Io ne sono una testimone, poiché venni qui alcuni anni fa, insieme con altre donne di Argentina, Cuba, Brasile e Venezuela, nel momento in cui migliaia di donne si trovavano in carcere con l’accusa di essere terroriste: con molto dolore ascoltavo i loro racconti, di figli strappati dalle braccia di donne che dovevano scontare condanne lunghissime; di figlie alle quali avevano assassinato le madri, di sparizioni, deportazioni, che poi abbiamo riferito al mondo intero. Parlammo con esponenti del governo colombiano, dei sindacati, di altre forze sociali, e da allora non abbiamo avuto il minimo dubbio che voi avreste raggiunto la vittoria, poiché avete rotto il cerchio della paura e fatto emergere il valore della dignità.
Questo profumo di pace già allora si percepiva, poiché è chiaro che quando si reprime con tale ferocia, i popoli si rafforzano. Il vostro è un chiaro esempio per ogni parte del mondo, di come noi donne svolgiamo un ruolo da protagoniste nel conseguimento della tranquillità, della libertà e la fine della guerra, e questa è una garanzia per l’applicabilità degli accordi pattuiti e noi altre veniamo a rendere tributo a ciò che voi avete ottenuto.
L’imperialismo quando percepisce che i popoli stanno vincendo, attacca con maggior forza per far abortire processi così importanti, lo vediamo in America Latina e in particolare in Venezuela, al quale va tutta la nostra solidarietà, in Medio Oriente, Palestina, Siria. Ma alla fine, la vittoria dei popoli è certa, non dell’imperialismo.

Che cosa  ti motivò a venire in Colombia allora, con una situazione così difficile nel paese?
Fu una decisione concordata con la direzione della nostra organizzazione, esprimere la solidarietà internazionalista è uno dei principi basilari della Fdim, e fu un insegnamento grandissimo, poiché in quella situazione, con le vostre denunce così crude, l’avere voi rotto il cerchio del terrore instaurato in quell’epoca, è stato un esempio per i nostri paesi, e oggi voi state raccogliendo i frutti del vostro sacrificio.

E la tua presenza oggi?
La mia presenza oggi è dovuta alla realizzazione del nostro grande congresso nel quale infine la Colombia si presenta con l’immagine della speranza alle altre donne del mondo, e con ogni certezza tutte noi saremo convinte che vale la pena lottare, che vogliamo esserci anche noi a condividere questa allegria con i figli della Colombia che, dopo tanti anni di lotte condotte dai loro nonni e dai loro padri, oggi raggiungono la vittoria meritata, e vivono questa realtà. I sogni si realizzano con la tenacia. Ci sono anche altri paesi che stanno vivendo momenti simili, ma abbiamo scelto la Colombia per ciò che significa politicamente, perché qui si rivelano con più chiarezza le contraddizioni dell’imperialismo che opera nel nostro continente. Per questo siamo consapevoli che i dialoghi di pace in corso necessitano del supporto di tutte le donne del mondo. Non veniamo a passeggiare, per quanto Bogotà sia bella, veniamo a manifestare il nostro sostegno. La motivazione centrale è contribuire a far sì che si applichino gli accordi nella loro totalità, specialmente per quanto si riferisce ai diritti delle donne, perché non accada quanto è accaduto in Salvador, per esempio. La Fdim ha autorevolezza e trova ascolto presso le Nazioni Unite, e lì denunceremo qualsiasi inadempienza.

Quali sono i temi del vostro congresso?
Fondamentalmente la lotta contro l’imperialismo e altri temi molto importanti: terremo otto gruppi di lavoro in cui si parlerà della condizione delle donne in Africa, delle donne arabe, delle donne che subiscono le guerre imperialiste, delle condizioni lavorative delle donne (uguale salario per uguale lavoro). Discuteremo di ogni forma di violenza contro le donne, di ogni etnia e cultura, della situazione delle donne migranti, del problema della tratta, dei diritti delle donne alla salute e all’istruzione, dei problemi ambientali.
Altro aspetto importante del congresso è la festa delle nazioni nella quale esporremo prodotti  di artigianato dei vari paesi. Noi donne produciamo cose bellissime.  Immagina, popoli diversi, tanta storia riunita insieme in un momento così importante per voi che state lottando per il successo del referendum sugli accordi di pace. Una festa potenzia l’entusiasmo, è un momento molto bello in cui unite festeggeremo la pace: la pace che voi andate a costruire sarà la pace di noi tutte. Inoltre faremo una camminata per Bogotà e alla fine di essa proporremo un Patto internazionale e interistituzionale da sottoscrivere tra la nuova presidente della Fdim e le istituzioni colombiane. L’abbiamo chiamata Caminata de Lucha de las Mujeres , sfileremo con i vestiti tipici dei nostri paesi, le nostre bandiere e le colombiane marceranno con le bandiere del Sì, con l’allegria e il sorriso del Sì,  il Sì agli Accordi di pace. Penso che sarà un’opportunità di incontrare le donne e la cittadinanza di Bogotà, di far vedere che la lotta è una festa, che noi donne del mondo vogliamo la pace, che stiamo dalla parte di quanto è stato concordato per costruire un mondo di uguaglianza.

Quale significato ha il congresso per le donne della Colombia e quelle del mondo?
Prima di tutto, che i sacrifici valgono la pena, che quando si lotta, prima o poi si è libere.  Poi, ricordando tutte le conquiste che abbiamo ottenuto e quelle che ancora vogliamo ottenere usciremo più forti, più fiduciose, più unite, perché solo con l’unità e la sorellanza internazionale raggiungeremo il nostro obiettivo finale e sconfiggeremo l’imperialismo.

Quali azioni  intraprenderà il congresso in difesa dei dialoghi di pace?
Ci sarà una dichiarazione a sostegno dei dialoghi di pace e avremo un evento di solidarietà dentro il Congresso. E’ stato concordato tra il governo e la insurgencia che sarà uno dei momenti più alti del congresso. Il documento che uscirà lo sottoporremo a tutti gli organi ufficiali in Colombia e in ciascuno dei nostri paesi, perché il mondo sappia ciò che stiamo sostenendo in Colombia.

Quale messaggio puoi mandare come presidente uscente alle donne si uniscono ad una nuova forma di lotta politica?

Diciamo loro di unirsi a noi perché la lotta è per sempre: oggi vogliamo la pace, domani l’uguaglianza e dopodomani occupare il posto che ci spetta in parlamento, fino alla presidenza. Mi resta solo da mandare un bacio alle donne che arrivano e a quelle che già ci stanno. E ora andiamo al nostro congresso!

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