Addio Hazel, coraggiosa donna di Greenham Common!
HAZEL WHISKERD RENNIE, pacifista
inglese protagonista del mitico Campo delle donne per la
pace a Greenham Common, ci ha lasciato alla bella età di 88 anni.
Hazel, che viveva a Worthing, nel West Sussex, circondata dall’affetto di figli e nipoti, è stata una
delle animatrici del Campo di donne attorno alla
base missilistica di Greenham Common dal dicembre 1982 fino al 2000 (quando il campo fu chiuso) e anche, fino all'ultimo, un’attivista della WILPF, la Lega internazionale delle donne per la pace
e la libertà.
Ostinata, energica e appassionata, come la descrive la sua amica Jane Powell sul Guardian, Hazel negli anni di Greenham Common fu arrestata più volte e per almeno
quattro volte fu detenuta nella prigione
di Holloway perché si rifiutava di pagare le multe comminatele per violazione
di proprietà. Nel 1986, durante una carica poliziesca, sebbene fosse artritica
e ipovedente, fu così brutalmente malmenata da finire in ospedale. I suoi
aggressori non furono mai perseguiti, ma lei, una volta dimessa, tornò ancora a Greenham Common.
Hazel era anche un’indole arguta e giocosa: una delle volte che fu
arrestata, ai poliziotti che le chiedevano le generalità disse, impassibile e
seria, di chiamarsi Millicent Uprising Shortly. Le donne di Greenham la stimavano come narratrice di talento, autrice
di poesie che aveva tenuto segrete, finché non si era decisa a recitarle
davanti a loro, con grande successo. La sua disponibilità amichevole e calorosa, il suo interesse autentico per i temi delle donne, la sua indignazione
genuina contro le ingiustizie, la sua sensibilità e la fiducia nel cambiamento, erano spesso la
ragione per cui molte donne restavano a Greenham, o vi tornavano mese dopo
mese, anno dopo anno.
Di famiglia operaia,
Hazel era nata e cresciuta in una famiglia numerosa a East Morton nel West
Yorkshire, aveva frequentato la scuola locale e aveva cominciato a lavorare in
una fabbrica di munizioni a 14 anni. Poi si era arruolata nella Women’s Air
Force e lì aveva incontrato Jock Rennie, che era nella RAF, e lo aveva sposato
nel 1958. Con i loro quattro figli aveva girato il mondo seguendo Jock nei suoi
trasferimenti in Sri Lanka, a Cipro, Singapore e Bahrain, prima di stabilirsi a
Worthing.
Anche dopo Greenham,
Hazel continuò ad intrecciare la sua passione per la poesia e la scrittura con
la lotta per la pace e la giustizia, e ad usare l’ironia e lo scherzo caustico
come arma politica: nel 2003 sostenne il
ruolo di giudice in una messinscena satirica
di tribunale che metteva Tony Blair sotto processo per la sua complicità
nei bombardamenti dell’Iraq. L’anno seguente, con indosso una tuta bianca,
guidò un gruppo in "giro di
ispezione" per le strade della città, chiedendo ai passanti se sapevano dove Saddam
Hussein avesse nascosto le sue presunte armi di distruzione di massa.
Ma oltre all’ironia, sapeva
usare la scrittura seria e convincente. In occasione del sequestro e detenzione
di cittadini britannici di origine araba detenuti a Guantanamo, scrisse alle
autorità lettere assai persuasive a favore del loro rilascio. Molti sono convinti che la sua eloquente lettera
a Gordon Brown sia stata determinante per il rilascio, nel 2007, di Omar Deghayes, britannico
di origine libica per sei anni detenuto a Guantanamo e sottoposto a brutali
torture.
Scrisse anche un appello
per il rilascio di Shaker Aamer, britannico di origine saudita, sequestrato
dall’intelligence Usa nel 2002 e rinchiuso a Guantanamo per quasi 14 anni senza
che fossero formulati capi di accusa fondati contro di lui. Hazel Rennie ha
fatto in tempo a vedere il suo rilascio, lo scorso anno, e ne è stata felice.
Hazel se n’è andata
serena, lasciando in eredità alle sue figlie la sua bella storia di passione e di lotta, da
raccontare ai nipoti. “We want better”
era lo slogan scandito dalle donne di Greenham Common mentre a viva forza
venivano allontanate dalle recinzioni della base missilistica destinata ad
ospitare i missili americani Cruise a testata nucleare. La voce delle donne di Greenham trovò negli anni ’80 e ‘90 un’eco
profonda nelle donne di Comiso, in Sicilia. E l’eco rimase viva nel corso degli
anni e nelle generazioni seguenti, poiché la stessa Greenham Common è divenuta un luogo
simbolo, da cui una generazione di donne ha gridato al mondo il suo desiderio di
pace, convivenza, inclusione e differenza, denunciando il tradimento di una
classe politica asservita agli interessi di una ristretta oligarchia
internazionale guerrafondaia e vorace.
Nessun commento:
Posta un commento