Marisa Rodano |
Dalla resistenza antifascista e la fondazione dell’Unione donne italiane (Udi) alla lunga e costante attività politica nel movimento delle donne e dentro le istituzioni, l’impegno ininterrotto di Marisa Cinciari Rodano per l’emancipazione delle classi lavoratrici e l’autodeterminazione delle donne
Nata a Roma
il 21 gennaio 1921, è stata attiva nella resistenza antifascista fin dagli anni
del liceo e dell’Università. Viene arrestata nel maggio 1943 per attività sovversiva
e detenuta per qualche tempo nel carcere femminile delle Mantellate. Entra nei Gruppi di difesa della donna che nel
periodo della lotta di liberazione nazionale svolgono attività di
controinformazione, assistenza ai combattenti partigiani e loro alle famiglie
dei caduti, mobilitazione delle donne nei luoghi di lavoro; organizzazione di
manifestazioni e scioperi contro la guerra e contro la fame.
I Gruppi di difesa della donna,
riconosciuti ufficialmente nel 1944 dal CLN, pubblicano e diffondono i primi
numeri del foglio clandestino Noi donne,
che in seguito diventerà il periodico dell’Udi, con l’obiettivo di incoraggiare
e organizzare le donne alla resistenza contro i nazifascisti. Si attivano anche
nelle elezioni amministrative locali e partecipano con proprie rappresentanti
alle giunte popolari formate nelle zone liberate e nelle repubbliche
partigiane.
Le delegate italiane al congresso di Parigi, 1945 |
Marisa è attiva nella lotta clandestina della capitale nel periodo dall’8 settembre 1943 al 4 giugno 1944 in quella che lei stessa, nella sua autobiografia, definisce la sua “resistenza senza armi”. Nel 1944 sposa l’intellettuale comunista Franco Rodano e dopo la liberazione si iscrive al Partito Comunista Italiano. Nel dicembre 1945 è la più giovane tra le delegate italiane al congresso fondativo della Federazione Democratica Internazionale delle Donne, a Parigi, insieme a Camilla Ravera, Ada Gobetti e numerose altre donne che negli anni seguenti sarebbero divenute altrettante protagoniste della storia politica italiana.
Dopo la nascita della repubblica, viene dapprima eletta consigliera comunale a Roma e poi entra in Parlamento come deputata (dal 1948 al 1968) e senatrice (fino al 1972). È la prima donna nella storia italiana a ricoprire la carica di vice presidente della Camera dei deputati (dal 1963 al 1968). Viene eletta parlamentare europea (dal 1979 al 1989) e svolge un lavoro politico intensissimo occupandosi prevalentemente della politica comunitaria verso le donne, dei diritti delle donne e cooperazione allo sviluppo. È stata rappresentante del Parlamento Europeo alla Conferenza del decennio della donna dell’ONU a Nairobi (1985), ha fatto parte della delegazione italiana alla quarta Conferenza mondiale della donna dell’ONU a Pechino (1995) e alla Commissione per lo Status della donna dell’ONU a New York (dal 1996 al 2000). Ha raccontato il suo lungo impegno di comunista e femminista nel libro autobiografico Memorie di una che c’era.
Portando il suo saluto alla FDIF, in occasione della riunione di segreteria internazionale a Roma presso la Casa internazionale delle donne, nel giugno 2017, Marisa ha
ricordato così le mitiche giornate del congresso fondativo di Parigi:
Marisa Rodano e Lorena Peña, Roma giugno 2017 |
«Organizzare
un viaggio fino alla capitale francese, in un’Europa ancora devastata dalla
guerra, con pochissimi mezzi di trasporto funzionanti e senza avere molte
risorse finanziarie, non era una impresa facile. Ci rivolgemmo alle autorità
alleate e infine la delegazione partì il 24 novembre 1945 su un aereo militare,
perché non erano disponibili aerei civili. Arrivammo a Parigi a congresso già
iniziato. Nella Sala della Mutualité erano presenti più di quaranta delegazioni
di paesi di ogni parte del mondo, Cina compresa. Eleanor Roosvelt e Bess Truman
inviarono messaggi di saluto. C’erano le dirigenti dell’Union des femmes françaises:
Marie ClaudeVaillant Couturier (giovane vedova di Gabriel Péry, eroe della resistenza
francese) aveva il numero del campo di concentramento nazista, da cui era
appena tornata, tatuato sul braccio; le delegate jugoslave e sovietiche erano
in divisa partigiana, col petto carico di medaglie.
«Regnava un
clima di grande entusiasmo, l’euforia della fine della guerra e le speranze di
un mondo nuovo; la convinzione che ormai si sarebbe aperto un facile cammino
per la conquista piena di tutti i diritti delle donne. Fu accolto da un’autentica
ovazione l’appello di Dolores Ibàrruri, la mitica Pasionaria, che chiedeva a
tutte di unirsi alla lotta degli antifascisti spagnoli in carcere e in esilio
per abbattere il regime fascista del generalissimo Franco.
«Il congresso
di Parigi si concluse con la fondazione della Federazione Democratica
Internazionale delle Donne, il cui scopo dichiarato era quello di “unire le donne
al fine di promuovere un’azione comune per i loro diritti di cittadine, madri e
lavoratrici, per la difesa dell’infanzia, per garantire la pace, la democrazia
e l’indipendenza”. Presidente fu eletta madame Eugénie Cotton, donna di forte
personalità, assai autorevole…».
Felice
compleanno da tutte noi, cara Marisa!
Meraviglioso! 100 anni di vita come il partito comunista. Coincidenza emblematica. Auguri anche da parte mia.
RispondiElimina