19/01/13

Brasilia

XV congresso della FDIF/WIDF

Dichiarazione finale 

Brasília, 12 aprile 2012
Noi, delegate al XV Congresso della Federazione Democratica Internazionale delle Donne (FDIF/WIDF), provenienti da 49 paesi, ci si siamo incontrate a Brasilia, in Brasile, dall'8 al 12 aprile 2012 per proseguire il nostro impegno e la lotta nel segno delle lotte delle donne di tutto il mondo.
Ci troviamo in una situazione di profonda crisi strutturale del sistema capitalistico, che ha un impatto sulla molteplicità degli aspetti della vita delle donne di tutto il mondo, ma in particolar modo per le lavoratrici. Affermiamo che questa non è una crisi dovuta al debito pubblico o alla gestione della cosa pubblica, ma una crisi del sistema capitalista stesso, non importa se in presenza di un governo neoliberista o social-democratico e/o filo-imperialista.
Questa crisi ha portato alla disoccupazione di massa, ha cancellato la sicurezza del lavoro attraverso l’introduzione del lavoro flessibile, il calo di salari,  prestazioni sociali e pensioni delle donne, e ha violato il diritto alla salute, all'istruzione e alla maternità.
 
Questa crisi sta portando anche alla distruzione dell'ambiente, che produce alterazioni del clima e una grave crisi alimentare mondiale, che si avverte soprattutto in Africa e in Asia.
Esprimiamo la nostra preoccupazione per quanto riguarda l’aggravarsi della crisi, delle contraddizioni imperialiste e delle tendenze guerrafondaie, che aumentano il rischio di guerra. Attualmente, i rischi aumentano dal momento che il diritto internazionale è la legge degli interessi imperialistici. Il nuovo trattato NATO firmato a Lisbona nel 2010, aumenta i rischi di guerra attraverso questo strumento di spargimento di sangue dell’imperialismo. Le donne di tutto il mondo sono le prime vittime delle guerre e delle occupazioni.

Pertanto:
esigiamo la rimozione di tutte le basi militari statunitensi o NATO nel mondo e ci opponiamo all'installazione di scudi antimissili in tutto il mondo.
Sosteniamo un mondo di pace senza armi nucleari, e quindi rivendichiamo la fine dell'imperialismo e la sua condanna per la militarizzazione del pianeta.
Chiediamo la cessazione della presenza militare degli Stati Uniti nell’area Asia-Pacifico, che è diventata il perno della nuova strategia di difesa degli Stati Uniti.
Chiediamo la fine di tutte le forme di discriminazione e di violenza contro le donne, di ogni loro esclusione, del traffico di donne e bambini, dello sfruttamento sessuale, della prostituzione, del traffico di droga, così come l'eliminazione di tutti gli ostacoli all'accesso paritario alle risorse e al lavoro, che permetta l’autonomia economica della persona. Prendiamo posizione contro le mutilazioni genitali delle donne, che costituiscono una violazione dei diritti umani. Continueremo a combattere la violenza domestica, che costituisce una violazione dei diritti e mina l'eguaglianza di genere.
Esprimiamo la nostra solidarietà col popolo e le donne palestinesi che subiscono le aggressioni statunitensi e l'occupazione israeliana. Continuiamo la nostra lotta per la fine dell'occupazione e la creazione di uno Stato indipendente con Gerusalemme come sua capitale, per il ritorno dei profughi e la liberazione dei prigionieri palestinesi e la rimozione del muro dell'apartheid.
Condanniamo, inoltre, i piani imperialisti contro Iran, Siria, Libano e l’intero Nord Africa, che costituiscono un pericolo per il sud-est del Mediterraneo e per il Medio Oriente.
Denunciamo tutte le forme di colonialismo e neocolonialismo, tutti i tipi di occupazioni, e sosteniamo l'autodeterminazione di tutti i popoli del mondo, in particolare nel Sahara occidentale e a Puerto Rico. Condanniamo la costruzione di muri che dividono i paesi e separano le famiglie, ad esempio nel Sahara occidentale, in Palestina e in Messico.
Sosteniamo la lotta del popolo cubano perchè il governo degli Stati Uniti ponga fine all’embargo contro Cuba e chiediamo alla presidenza degli Stati Uniti la liberazione e il ritorno dei cinque eroi cubani ingiustamente detenuti in quel paese.
Facciamo appello per una campagna mondiale di solidarietà verso i popoli della Somalia e del Sudan, che hanno vissuto a lungo in uno stato di guerra che ora è aggravato da una crisi alimentare.
Condanniamo, inoltre, tutti i tentativi di colpo di stato  e rivendichiamo la sovranità di tutti i popoli.
Chiediamo il ritiro delle truppe di occupazione turche a Cipro e la creazione di uno Stato indipendente bi-comunitaria e bi-zonale.
Chiediamo che gli Stati Uniti e il presidente della Corea del Sud, Lee Myung Bak, pongano immediatamente fine alle provocazioni di guerra contro la Repubblica Popolare Democratica di Corea (DPRC), al fine di di assicurare la pace alla penisola coreana. Estendiamo anche il nostro sostegno e la solidarietà al popolo coreano e in particolare alle donne nella loro giusta lotta per ottenere la riunificazione nazionale.
Esprimiamo la nostra solidarietà e il sostegno alle lotte dei popoli europei che affrontano gli attacchi più crudeli e barbari contro i loro diritti da parte del grande capitale, del FMI e dell'Unione europea. Noi condanniamo sia le politiche neoliberiste sia quelle social-democratiche contro il proletariato, e soprattutto contro le donne.
Sosteniamo la rivolta del popolo e delle donne d'Egitto, Tunisia e Yemen, e condanniamo le forze controrivoluzionarie sostenute dagli Stati Uniti e dai regimi reazionari arabi.
Chiediamo un maggiore coordinamento e una migliore cooperazione tra i movimenti anti-monopolisti e anti-imperialisti, a livello nazionale e internazionale, per creare una società senza sfruttamento, dove ci siano uguaglianza ed emancipazione per le donne. È solo attraverso la lotta organizzata e decisa delle donne e dei popoli che potremo raggiungere questo obiettivo.
VIVA LA FDIF! Viva la solidarietà internazionale!
Venceremos!

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