CHI SEMINA GUERRA RACCOGLIE PROFUGHI
di Mercedes Arancibia (condirettrice
del settimanale online Crónica Popular)
"In un sistema
neoliberista che taglia la spesa pubblica e ha meno sanità, meno istruzione,
meno trasporti pubblici e meno pensioni, il fatto che arrivino nuove persone crea
una lotta dei poveri contro poveri ... Per risolvere il problema si è deciso
che queste persone non arrivino, che spariscano durante il viaggio. La
strategia è che si eliminino da soli, in mare, affinché nessuno li veda morire
... ". Sono parole di Enrico Calamai, console italiano in Argentina tra il
1972 e il 1977, fondatore del Comitato Verità e Giustizia per i Nuovi
desaparecidos, che operò freneticamente per far uscire più di trecento persone
dall’Argentina e consentire loro di raggiungere l'Italia.
I nuovi desaparecidos sono
quei siriani, afghani e iracheni, che lasciano la vita nelle acque del Mediterraneo per fuggire dalla guerra e dalle
persecuzioni nei loro paesi. E’ stata necessaria la foto su una spiaggia turca del
cadavere di un bambino che si chiamava Aylan e aveva tre anni, annegato nel
tentativo di raggiungere la sua famiglia sulle coste europee, per smuovere le
coscienze di coloro che da anni legittimano la cosiddetta "opposizione armata" in Siria.
L'immagine del piccolo dai pantaloni blu e camicia rossa resterà nelle nostre
retine come l'emblema di un flusso senza precedenti di immigrati che finora non
volevamo vedere. Questa crisi dei rifugiati causata dalla persecuzione e dalla
guerra non è un fenomeno passeggero, ma una sfida senza limiti di tempo, umanitaria, sociale ed economica, alla quale devono rispondere i paesi che, con
il loro intervento o l’indifferenza, hanno svolto un ruolo in queste guerre.