La Federazione delle donne cubane alle donne del mondo
Il saluto di Teresa Amarelle, segretaria della FMC, alle donne convenute a Cuba per il 70° della FDIM: «Care delegate, invitate, amiche del mondo, costruiamo la pace con giustizia, solidarietà, diritti, uguaglianza!»
Care delegate, invitate e partecipanti
per la Federazione delle Donne
Cubane è un grande onore per festeggiare a Cuba il 70 ° anniversario della
costituzione della Federazione Internazionale Democratica delle Donne (Fdim/Widf),
organizzazione nata alla fine della Seconda Guerra Mondiale, grazie all'azione
rivoluzionaria di donne determinate a dedicare i loro sforzi alla costruzione
di una nuova vita, a preservare la pace, l'indipendenza nazionale e il
progresso sociale; donne che decisero di unirsi per proteggere i loro figli e
figlie, far valere i propri diritti, contribuire a rendere più forti l’umanità
e la democrazia.
Lo facciamo a Cuba, un paese che dal 1959 va costruendo un progetto di
uguaglianza e giustizia sociale edificata sulla pace e che ha ribadito il suo
impegno a consolidare l'America latina e i Caraibi come Zona di Pace, dove le
divergenze tra le nazioni si risolvano col dialogo, il negoziato o altre forme
di soluzione pacifica, in pieno accordo con il diritto internazionale.
Il risultato di questo nostro incontro è stata la convergenza dei pensieri,
delle correnti e identità progressiste e rivoluzionarie diverse, che hanno in
comune la lotta per l'uguaglianza di genere e il mantenimento della pace.
E’ stata una giornata fruttuosa che ci consegna la sfida di portare a
livelli più elevati il funzionamento di questa prestigiosa organizzazione e aggiungere
il nostro granello di sabbia al rapporto che si è forgiato nel corso di molti
anni di lotta per il benessere delle nostre popolazioni e la conquista di un
futuro migliore per l'umanità.
Siamo straordinariamente soddisfatte delle profonde analisi e delle
proposte scaturite dal dibattito, che sono state concordi nel sottolineare questioni
che sono di vitale importanza per progredire nella ricerca di strategie comuni capaci
di migliorare il nostro lavoro nel mondo, in risposta alle esigenze e necessità
dell’attuale congiuntura internazionale.
In questi 70 anni la Fdim/Widf non ha mai smesso di agire in difesa della
pace, contro l'imperialismo e per l'emancipazione delle donne.
Nel contesto delle dittature militari (in America Latina), che portarono
una scia di persecuzioni, sparizioni di persone, tortura e morte, emerse e si moltiplicò
la partecipazione delle donne nei partiti politici di sinistra e nei movimenti sociali,
che si distinsero tra le varie forze che assunsero la lotta armata come mezzo
per raggiungere la seconda e definitiva indipendenza.
Due fatti non possono essere sottaciuti, tuttavia, per il danno che causarono
in quegli anni, e il duro colpo che
rappresentarono per i partiti e movimenti della sinistra rivoluzionaria del
mondo.
Il primo fu nel 1987, in
occasione della celebrazione del IX Congresso della Fdim/Widf a Mosca, nel
quale si evidenziò, tra le varie discussioni che vi si tennero, l'intenzione di
far tornare le donne tra le mura domestiche. Si adombrava il proposito di far smobilitare
le donne, cosa che costituiva un insulto e una forma di disprezzo per il
potenziale creativo e rivoluzionario da esse dimostrato in ogni tempo.
Il secondo fatto fu la disintegrazione dell'URSS e della comunità dei paesi
socialisti dell'Europa orientale, che significò la rinuncia alla via socialista
allo sviluppo. Quel fatto determinò un momento difficile, smobilitante per
l'organizzazione internazionale, non solo perché un folto gruppo di organizzazioni
affiliate uscì dalla Fdim/Widf e andò perduta la sede centrale di Berlino, ma
anche per lo scetticismo, e i dubbi sul futuro, che scoraggiarono molte
dirigenti della Federazione e del movimento delle donne.
Di fronte a questa situazione si poneva l’urgente necessità di affrontare ogni
ostacolo, perché non venissero ripiegate le bandiere della lotta e non si rinunciasse
alle giuste ragioni che avevano portato alla creazione della Fdim/Widf nel
1945.
L'imposizione del modello economico neoliberista e gli aggiustamenti
strutturali hanno fatto salire i livelli di povertà a limiti inauditi; si è
allargato il divario tra i paesi del Sud e del Nord, e all'interno di ogni
paese. L'impatto della crisi si è fatta sentire più forte tra le donne, i cui
effetti più dannosi sono stati:
La femminilizzazione della povertà
La perdita di molti benefici
sociali per le lavoratrici
L'esclusione crescente in materia
di occupazione e di istruzione
La disoccupazione, l’aumento del
lavoro precario e del lavoro minorile
L’aumento delle difficoltà e del
lavoro a domicilio.
Molteplici ed eterogenee organizzazioni di donne sono sorte in risposta al
peggioramento dei guasti sociali. La Fdim/Widf ha lanciato diversi piani
d'azione per evitare un ritorno al caos mortale della guerra e al rigurgito
dell'ideologia fascista.
In questo complesso scenario, ruolo significativo hanno svolto donne di
valore di ogni continente, alcune delle quali sono qui oggi, e altre che, pur
non essendo presenti fisicamente, ci hanno lasciato il loro esempio per il presente
e il futuro.
Compagne,
non saremmo coerenti se non dedicassimo qualche parola di sentito omaggio a
chi, dal suo primo incontro con la Fdim/Widf nel novembre 1959, ne apprezzò la portata
nella difesa dei diritti delle donne. Ci riferiamo alla presidente eterna della
Federazione delle Donne Cubane (FMC), la compagna Vilma Espin, che è stata vice
presidente della Fdim/Widf dal 1963 fino al 2007.
Le iniziative messe in atto grazie alla sua naturale capacità dirigente
hanno di fatto impedito la disattivazione della Fdim/Widf e ne hanno tenuto in
vita gli obiettivi strategici.
Nel febbraio 1990 in
una riunione dell'Ufficio di presidenza della Fdim/Widf, tenutasi a Berlino,
quello che è oggi il Comitato direttivo propose la creazione dei coordinamenti
regionali per contribuire da tutte le regioni a rafforzare la Federazione e non
permettere che scomparisse in mezzo al crollo del socialismo nell’Europa
orientale.
Ma, senza dubbio, il più grande contributo di Vilma è stata la creazione, di
concerto col nostro amato Comandante in capo Fidel Castro, della Federazione
delle donne cubane (FMC) il 23 agosto 1960, che al significato in sé della
costituzione di una nuova organizzazione, aggiungeva quello che la sua affiliazione rappresentava
per le donne di un paese in rivoluzione, appena liberato dalla dominazione
imperialista, i cui principi si basano sulla giustizia, l'uguaglianza, la
sovranità e l'indipendenza nazionale.
Sotto la sua guida, si sono verificate le più profonde trasformazioni nella
vita e nel pensiero delle cubane sul ruolo attivo che devono svolgere nella
società.
Pertanto confermiamo che di Vilma si dovrà parlare sempre al presente. La
sua opera e il pensiero sono una bella eredità per l’oggi e il domani nella
lotta per le rivendicazioni delle donne.
A 70 anni dalla costituzione della Fdim/Widf, l'ordine mondiale attuale
spende di più per le armi che per l'istruzione o la salute. La fame,
l'analfabetismo, le migrazioni forzate hanno volti di donne e bambini, che muoiono
ogni giorno anonimamente per malattie prevenibili, mancanza di acqua potabile o
"danni collaterali" in conseguenza di guerre e conflitti che non
hanno fine. Così non è possibile ottenere lo sviluppo umano e si realizza la profezia
del leader storico della rivoluzione cubana, Fidel Castro: una specie è in via
di estinzione, la specie umana.
La politica aggressiva e interventista degli Stati Uniti, rivolta a
propositi geopolitici di dominazione, il
linguaggio militaristico che si adopera nelle grandi potenze, suscitano
l'allarme di alcuni esperti e un dispiegamento mediatico che segnalano il
pericolo di una nuova guerra mondiale.
E’ indiscutibile sullo sfondo di questo clima bellicista sta la sfrenatezza
del capitale finanziario transnazionale, che contribuisce ai molteplici
squilibri economici internazionali e a una concentrazione sempre più assurda
delle ricchezze, che i beneficiari cercano di conservare per sé ad ogni costo.
Nelle zone di conflitto prevale la presenza delle potenze occidentali, sia
che agiscano direttamente sia indirettamente. Assumono il ruolo di polizia
globale nei conflitti interetnici in Africa, stanno dietro il colpo di stato
fascista in Ucraina e hanno suscitato e istigato le guerre in Medio Oriente,
ricreando un cerchio di eterni scontri e caos perenne di cui approfittano le
grandi transnazionali.
Ci auguriamo che la saggezza e l'intelligenza umana prevalgano sulla
irrazionalità che può condurre solo ad un mondo di distruzione e di barbarie.
Care delegate, invitate, amiche del
mondo:
si è appena conclusa la sessione di alto livello del Settantesimo dell'Assemblea
generale delle Nazioni Unite dedicata agli Obiettivi dello Sviluppo
Sostenibile, definiti a partire dai cosiddetti Obiettivi del Millennio, che ci
hanno permesso di andare avanti, ma non abbastanza, nella maggior parte dei
paesi. Sperando che siano applicati adeguatamente, e si misurino con le vere cause della povertà, con la
discriminazione, e affrontino la quota di responsabilità che ci spetta in modo
che possiamo avanzare più rapidamente nello sviluppo integrale delle donne.
A 20 anni dalla quarta Conferenza Mondiale delle Nazioni Unite sulle
donne e dalla approvazione della Dichiarazione e la Piattaforma d'azione
di Pechino, si è tenuta la Conferenza dei leader mondiali sulla parità di
genere e l'empowerment delle donne: "Un impegno per l’azione". Si
sono rilevati progressi in alcuni paesi più che in altri. Ma ancora le 12 aree
di interesse speciale identificate rimangono sfide e mete da raggiungere in
molti Stati.
Al momento dell’adozione della Piattaforma d'azione di Pechino, il nostro
paese già aveva realizzato molti obiettivi strategici in essa contenuti.
Il progetto sociale cubano, profondamente umanista, non riduce lo sviluppo
al solo piano materiale. Noi lo concepiamo come diritto a condizioni di vita
dignitose, alla salute, all'occupazione, all'istruzione, alla partecipazione
politica. Le persone sono il centro e il fine dello sviluppo, e le donne e le bambine
sono una parte essenziale di questo processo, non solo come destinatarie, ma
come protagoniste.
Cuba ha portato avanti il suo programma di sviluppo umano affrontando in
più di 50 anni una crudele guerra economica: il blocco economico, finanziario e
commerciale imposto dal governo degli Stati Uniti, che è stato condannato dalla
comunità internazionale alle Nazioni Unite in 24 occasioni, ma resta in piedi,
e finché resterà, noi lo combatteremo, convinte di poter contare sulla
solidarietà, come è stato finora, di tutte voi, di tutte le vostre organizzazioni
e della Fdim/Widf.
Noi cubane, da parte nostra, apprezziamo tutto il supporto ricevuto per il
ritorno dei Cinque Eroi cubani in patria. Continueremo a sostenere le giuste
cause dei popoli nostri fratelli nella regione latinoamericana e nel mondo,
continueremo a sostenere la lotta delle donne in difesa dei loro diritti più
elementari, contro la povertà, la discriminazione e ogni forma di violenza da
qualunque parte provenga.
Care sorelle e amiche del mondo,
molte ragioni ci assistono nel rivolgerci come donne di questo tempo alle affiliate della Fdim/Widf, alle organizzazioni femminili, femministe, alle personalità, a tutti gli uomini e le donne che sognano un mondo migliore, più giusto ed equo per i nostri figli e figlie, lontano dal consumismo brutale che ci viene imposto, affinché siamo uniti nella denuncia e condanna dell'ingerenza straniera, delle politiche interventiste di terrore e di guerra che l'imperialismo e i suoi alleati promuovono.
Noi cubane sottoscriviamo ciò che ha dichiarato il nostro presidente Raúl
Castro, lo scorso 28 settembre alle Nazioni Unite:
... "All'umanità viene negato
il diritto di vivere in pace e il suo diritto allo sviluppo. È nella povertà e nelle
disuguaglianze che devono essere ricercate le cause dei conflitti, generate dal
colonialismo e dall'espropriazione delle popolazioni indigene, prima, e dall'imperialismo
e la divisione in sfere di influenza poi ".
L'unità è una condizione
indispensabile nella lotta per la pace, salvaguardarla è un prerequisito per la
soluzione dei grandi problemi mondiali che rendono incerto il futuro. Uniamoci,
dunque, per garantire a donne e uomini, ragazze e ragazzi, bambine e bambini, a
tutta l'umanità, il diritto alla vita.
Molte grazie