A Cuba per la festa d'anniversario
Il 1° dicembre 2015 la Federazione democratica internazionale delle donne (Fdim / Widf) ha celebrato il suo Settantesimo anniversario a L'Avana
di Ada Donno
E’ stato, insieme, un appuntamento
della memoria, una festa di emozioni, un’occasione di riflessione consapevole e preoccupata sul
presente, per noi delegate
delle associazioni affiliate alla Fdim e
le invitate che ci siamo ritrovate da ogni parte del mondo: da Cuba, Brasile,
Venezuela, Paraguay, Colombia, Guyana, Panama, Guatemala, El Salvador, Messico,
Palestina, Libano, Siria, Giordania, Bahrain, Iraq, Portogallo, Grecia, Italia,
Cipro, Ucraina, Angola, Mozambico, Sahara Occidentale, Repubblica popolare di
Corea e India.
La Federazione delle donne cubane e la Oficina Régional della Fdim per le
Americhe e i Caraibi, che ha sede a Cuba, sono state le speciali organizzatrici di questo significativo
evento: a loro va la riconoscenza di tutte noi, per il generoso sforzo
organizzativo e per l’accoglienza riservataci. Dall’Italia vi abbiamo partecipato in tre,
delegate dell’Awmr Italia, che è affiliata
alla Fdim dal 2006.
Le attività sono state coordinate dalle vicepresidenti della
Fdim Annie Raja (per l’Asia), Skevi Kokouma (per l’Europa), Luzia Ingles (per l’Africa), Mona Alkhill (in rappresentanza di Mayada Abbassi, impedita da motivi di
salute, per la regione araba), Maritza
Roquet (in rappresentanza di Elizabeth
Tortosa, impegnata nella campagna elettorale in Venezuela, per l’America e i Caraibi), e da Teresa Amerelle, segretaria generale
della Federazione delle Donne Cubane.
La presidente della Fdim Marcia Campos, che non ha potuto essere presente per motivi di salute, ha inviato dal
Brasile un messaggio di saluto, nel quale ha espresso il sentito apprezzamento
di tutta la Fdim alle compagne cubane per aver voluto realizzare l’evento “qui,
nella terra di Vilma, di Fidel e del Che”.
Ci ha dato il benvenute Yanira Kupper, della Segreteria Nazionale della
Fmc, che ci ha introdotte alla visione di due filmati: uno
storico, sul congresso di fondazione della Fdim, nel Palais de la Mutualité a
Parigi nel 1945, che ci ha riproposto le immagini – un lungo minuto d’intensa
emozione - di quel lontano atto fondativo che elesse la prima presidente, la
scienziata e umanista Eugenie Cotton.
Il secondo filmato, più recente, era dedicato alla luminosa figura di Vilma Espin, partigiana della
rivoluzione cubana, fondatrice della Fmc e vicepresidente della Fdim, scomparsa
pochi anni fa.
Nelle relazioni delle vicepresidenti e di Teresa Amerelle, nei numerosi interventi delle partecipanti, nei messaggi di saluto, è stata ricordata la storia grande e complessa della Fdim nei suoi settant’anni di attività: l’impegno ininterrotto per l’emancipazione e i diritti delle donne nei cinque continenti, all’interno dei paesi dove hanno operato le sue organizzazioni federate e nell’interlocuzione costante con le istituzioni internazionali, nell’ambito del sistema delle Nazioni Unite; l’impegno ininterrotto per l’emancipazione di popoli e paesi dal giogo colonialista e imperialista, per la giustizia sociale, per la solidarietà internazionale e la pace nel mondo. Sono state riconosciute e nominate le angustie del presente; sono state ipotizzate le vie di uscita e di sviluppo possibili, di superamento degli ostacoli e delle complicazioni prevedibili, per le donne e per la società umana in generale.
Nelle relazioni delle vicepresidenti e di Teresa Amerelle, nei numerosi interventi delle partecipanti, nei messaggi di saluto, è stata ricordata la storia grande e complessa della Fdim nei suoi settant’anni di attività: l’impegno ininterrotto per l’emancipazione e i diritti delle donne nei cinque continenti, all’interno dei paesi dove hanno operato le sue organizzazioni federate e nell’interlocuzione costante con le istituzioni internazionali, nell’ambito del sistema delle Nazioni Unite; l’impegno ininterrotto per l’emancipazione di popoli e paesi dal giogo colonialista e imperialista, per la giustizia sociale, per la solidarietà internazionale e la pace nel mondo. Sono state riconosciute e nominate le angustie del presente; sono state ipotizzate le vie di uscita e di sviluppo possibili, di superamento degli ostacoli e delle complicazioni prevedibili, per le donne e per la società umana in generale.
Alicia Campos Perez, coordinatrice dell’ufficio
regionale per l’America e i Caraibi, ne ha scandito i nomi, uno per uno: alcuni
ormai leggendari, conosciuti nel mondo, come quelli della spagnola Dolores Ibarruri e della sovietica Nina Popova, partigiane della
resistenza internazionale contro il nazifascismo e fondatrici della Fdim a
Parigi; o quello della portoghese Maria
Lamas, anch’essa presente all’atto fondativo di Parigi, resistente contro
il regime fascista di Salazar. Altri nomi meno noti, e difficili da pronunciare
per noi, come quello della vietnamita Ha Thi Kiet, o quelli delle indiane Vidya Munshi (anche lei fra le
fondatrici a Parigi) e Malagika Chatterjez (tuttora vivente, fra
le prime nella segreteria della Federazione). Altri nomi, ancora, entrati nella
memoria collettiva dei loro rispettivi paesi per il ruolo svolto nella politica
e nei movimenti delle donne, come le italiane Camilla Ravera, Ada Gobetti, Marisa
Rodano, tutte fondatrici della Fdim (Marisa
Rodano fu la più giovane delle numerose delegate italiane allo storico
congresso di Parigi, ed è l’unica ancora vivente), e Carmen Zanti, che fu segretaria generale della Fdim negli anni ’60.
.
E poi, venendo all’oggi, la statunitense Vinie
Burrows (tuttora presidente del WREE, l’Organizzazione per l'uguaglianza
razziale ed economica delle donne); Emily
Nafa (presidente della Organizzazione
delle donne di Giordania); Ruth Neto, presidente dell’Unione delle
donne angolane, protagonista delle lotte anticolonialiste degli anni ’50 e ‘60;
Ligia Prieto (presidente dell'Unione
delle donne paraguaiane); le cubane Yolanda
Ferrer (già segretaria generale della Fmc), Dora Carcaño e Magalys Arocha (già coordinatrici della regione America e Caraibi);
le greche Kalliopi Boudouroglou e Roula Koukoulou, la cipriota Cristina Dimitriadou, l’inglese Barbara Switzer, l’argentina Fanny Edelman, ed altre ancora. Particolarmente
affettuoso il tributo alla libanese Linda
Matar, da molti anni infaticabile coordinatrice della Regione Araba, che
non ha voluto mancare a questo storico appuntamento.
.
Gli spettacoli culturali offerti dal gruppo teatrale giovanile
"La Colmenita" e dall'Accademia di Canto "Mariana de
Gonitch" hanno chiuso i festeggiamenti.
Contestualmente alla celebrazione del 70° anniversario, si è svolta il 28, 29 e 30 novembre, la
riunione del comitato direttivo della
Fdim, che ha messo a punto l’agenda, le modalità di svolgimento e altri aspetti
organizzativi del prossimo XVI congresso,
che si terrà a Bogotà, Colombia, il
15-18 settembre 2016.
Il XVI congresso dovrà definire l’azione e la nuova
direzione della Fdim per il prossimo triennio. Sull’onda di questo comune sentire,
il comitato direttivo ha concluso i suoi lavori con l’approvazione delle risoluzioni di solidarietà con
Palestina, Siria, Venezuela, Cuba, Colombia, Repubblica democratica di Corea,
Sahara Occidentale e Cipro, riaffermando che «gli effetti della crisi capitalistica globale hanno deteriorato la
vita delle classi lavoratrici, e specialmente delle donne, che continueranno a
difendere le libertà democratiche e i diritti delle donne, a resistere al
riaffacciarsi del nazismo, del fascismo e del militarismo sotto nuove forme, a
lottare per l’eliminazione di ogni forma di violenza, specialmente quella che
impedisce alle donne di vivere con dignità, privandole dell’uguaglianza
economica, politica e sociale…».
A conclusione dei lavori, tutte noi convenute, delegate e invitate, abbiamo sottoscritto
all’unanimità la CARTA DE L’AVANA, dichiarazione
d’intenti nella quale si riafferma la validità dei principi sui quali la Fdim
fu fondata 70 anni fa e la volontà di continuare ad ispirarsi ad essi negli
anni a venire.
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