26/12/15

FDIM 70 ANNI / Festa d'anniversario a Cuba

La Federazione delle donne cubane alle donne del mondo

Il saluto di Teresa Amarelle, segretaria della FMC, alle donne convenute a Cuba per il 70° della FDIM: «Care delegate, invitate, amiche del mondo, costruiamo la pace con giustizia, solidarietà, diritti, uguaglianza!» 

  

Care delegate, invitate e partecipanti
per la Federazione delle Donne Cubane è un grande onore per festeggiare a Cuba il 70 ° anniversario della costituzione della Federazione Internazionale Democratica delle Donne (Fdim/Widf), organizzazione nata alla fine della Seconda Guerra Mondiale, grazie all'azione rivoluzionaria di donne determinate a dedicare i loro sforzi alla costruzione di una nuova vita, a preservare la pace, l'indipendenza nazionale e il progresso sociale; donne che decisero di unirsi per proteggere i loro figli e figlie, far valere i propri diritti, contribuire a rendere più forti l’umanità e la democrazia.
Lo facciamo a Cuba, un paese che dal 1959 va costruendo un progetto di uguaglianza e giustizia sociale edificata sulla pace e che ha ribadito il suo impegno a consolidare l'America latina e i Caraibi come Zona di Pace, dove le divergenze tra le nazioni si risolvano col dialogo, il negoziato o altre forme di soluzione pacifica, in pieno accordo con il diritto internazionale.
Il risultato di questo nostro incontro è stata la convergenza dei pensieri, delle correnti e identità progressiste e rivoluzionarie diverse, che hanno in comune la lotta per l'uguaglianza di genere e il mantenimento della pace.
E’ stata una giornata fruttuosa che ci consegna la sfida di portare a livelli più elevati il funzionamento di questa prestigiosa organizzazione e aggiungere il nostro granello di sabbia al rapporto che si è forgiato nel corso di molti anni di lotta per il benessere delle nostre popolazioni e la conquista di un futuro migliore per l'umanità.
Siamo straordinariamente soddisfatte delle profonde analisi e delle proposte scaturite dal dibattito, che sono state concordi nel sottolineare questioni che sono di vitale importanza per progredire nella ricerca di strategie comuni capaci di migliorare il nostro lavoro nel mondo, in risposta alle esigenze e necessità dell’attuale congiuntura internazionale.

In questi 70 anni la Fdim/Widf non ha mai smesso di agire in difesa della pace, contro l'imperialismo e per l'emancipazione delle donne.
Nel contesto delle dittature militari (in America Latina), che portarono una scia di persecuzioni, sparizioni di persone, tortura e morte, emerse e si moltiplicò la partecipazione delle donne nei partiti politici di sinistra e nei movimenti sociali, che si distinsero tra le varie forze che assunsero la lotta armata come mezzo per raggiungere la seconda e definitiva indipendenza.
Due fatti non possono essere sottaciuti, tuttavia, per il danno che causarono  in quegli anni, e il duro colpo che rappresentarono per i partiti e movimenti della sinistra rivoluzionaria del mondo.
Il primo fu nel 1987, in occasione della celebrazione del IX Congresso della Fdim/Widf a Mosca, nel quale si evidenziò, tra le varie discussioni che vi si tennero, l'intenzione di far tornare le donne tra le mura domestiche. Si adombrava il proposito di far smobilitare le donne, cosa che costituiva un insulto e una forma di disprezzo per il potenziale creativo e rivoluzionario da esse dimostrato in ogni tempo.

Il secondo fatto fu la disintegrazione dell'URSS e della comunità dei paesi socialisti dell'Europa orientale, che significò la rinuncia alla via socialista allo sviluppo. Quel fatto determinò un momento difficile, smobilitante per l'organizzazione internazionale, non solo perché un folto gruppo di organizzazioni affiliate uscì dalla Fdim/Widf e andò perduta la sede centrale di Berlino, ma anche per lo scetticismo, e i dubbi sul futuro, che scoraggiarono molte dirigenti della Federazione e del movimento delle donne.
Di fronte a questa situazione si poneva l’urgente necessità di affrontare ogni ostacolo, perché non venissero ripiegate le bandiere della lotta e non si rinunciasse alle giuste ragioni che avevano portato alla creazione della Fdim/Widf nel 1945.

L'imposizione del modello economico neoliberista e gli aggiustamenti strutturali hanno fatto salire i livelli di povertà a limiti inauditi; si è allargato il divario tra i paesi del Sud e del Nord, e all'interno di ogni paese. L'impatto della crisi si è fatta sentire più forte tra le donne, i cui effetti più dannosi sono stati:
 La femminilizzazione della povertà
 La perdita di molti benefici sociali per le lavoratrici
 L'esclusione crescente in materia di occupazione e di istruzione
 La disoccupazione, l’aumento del lavoro precario e del lavoro minorile
 L’aumento delle difficoltà e del lavoro a domicilio.

Molteplici ed eterogenee organizzazioni di donne sono sorte in risposta al peggioramento dei guasti sociali. La Fdim/Widf ha lanciato diversi piani d'azione per evitare un ritorno al caos mortale della guerra e al rigurgito dell'ideologia fascista.
In questo complesso scenario, ruolo significativo hanno svolto donne di valore di ogni continente, alcune delle quali sono qui oggi, e altre che, pur non essendo presenti fisicamente, ci hanno lasciato il loro esempio per il presente e il futuro.

Compagne,
non saremmo coerenti se non dedicassimo qualche parola di sentito omaggio a chi, dal suo primo incontro con la Fdim/Widf nel novembre 1959, ne apprezzò la portata nella difesa dei diritti delle donne. Ci riferiamo alla presidente eterna della Federazione delle Donne Cubane (FMC), la compagna Vilma Espin, che è stata vice presidente della Fdim/Widf dal 1963 fino al 2007.

Le iniziative messe in atto grazie alla sua naturale capacità dirigente hanno di fatto impedito la disattivazione della Fdim/Widf e ne hanno tenuto in vita gli obiettivi strategici.

Nel febbraio 1990 in una riunione dell'Ufficio di presidenza della Fdim/Widf, tenutasi a Berlino, quello che è oggi il Comitato direttivo propose la creazione dei coordinamenti regionali per contribuire da tutte le regioni a rafforzare la Federazione e non permettere che scomparisse in mezzo al crollo del socialismo nell’Europa orientale.
Ma, senza dubbio, il più grande contributo di Vilma è stata la creazione, di concerto col nostro amato Comandante in capo Fidel Castro, della Federazione delle donne cubane (FMC) il 23 agosto 1960, che al significato in sé della costituzione di una nuova organizzazione,  aggiungeva quello che la sua affiliazione rappresentava per le donne di un paese in rivoluzione, appena liberato dalla dominazione imperialista, i cui principi si basano sulla giustizia, l'uguaglianza, la sovranità e l'indipendenza nazionale.

Sotto la sua guida, si sono verificate le più profonde trasformazioni nella vita e nel pensiero delle cubane sul ruolo attivo che devono svolgere nella società.
Pertanto confermiamo che di Vilma si dovrà parlare sempre al presente. La sua opera e il pensiero sono una bella eredità per l’oggi e il domani nella lotta per le rivendicazioni delle donne.
A 70 anni dalla costituzione della Fdim/Widf, l'ordine mondiale attuale spende di più per le armi che per l'istruzione o la salute. La fame, l'analfabetismo, le migrazioni forzate hanno volti di donne e bambini, che muoiono ogni giorno anonimamente per malattie prevenibili, mancanza di acqua potabile o "danni collaterali" in conseguenza di guerre e conflitti che non hanno fine. Così non è possibile ottenere lo sviluppo umano e si realizza la profezia del leader storico della rivoluzione cubana, Fidel Castro: una specie è in via di estinzione, la specie umana.
La politica aggressiva e interventista degli Stati Uniti, rivolta a propositi geopolitici di  dominazione, il linguaggio militaristico che si adopera nelle grandi potenze, suscitano l'allarme di alcuni esperti e un dispiegamento mediatico che segnalano il pericolo di una nuova guerra mondiale.
E’ indiscutibile sullo sfondo di questo clima bellicista sta la sfrenatezza del capitale finanziario transnazionale, che contribuisce ai molteplici squilibri economici internazionali e a una concentrazione sempre più assurda delle ricchezze, che i beneficiari cercano di conservare per sé ad ogni costo.
Nelle zone di conflitto prevale la presenza delle potenze occidentali, sia che agiscano direttamente sia indirettamente. Assumono il ruolo di polizia globale nei conflitti interetnici in Africa, stanno dietro il colpo di stato fascista in Ucraina e hanno suscitato e istigato le guerre in Medio Oriente, ricreando un cerchio di eterni scontri e caos perenne di cui approfittano le grandi transnazionali.
Ci auguriamo che la saggezza e l'intelligenza umana prevalgano sulla irrazionalità che può condurre solo ad un mondo di distruzione e di barbarie.


Care delegate, invitate, amiche del mondo:
si è appena conclusa la sessione di alto livello del Settantesimo dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite dedicata agli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile, definiti a partire dai cosiddetti Obiettivi del Millennio, che ci hanno permesso di andare avanti, ma non abbastanza, nella maggior parte dei paesi. Sperando che siano applicati adeguatamente, e si misurino con  le vere cause della povertà, con la discriminazione, e affrontino la quota di responsabilità che ci spetta in modo che possiamo avanzare più rapidamente nello sviluppo integrale delle donne.
A 20 anni dalla quarta Conferenza Mondiale delle Nazioni Unite sulle donne  e dalla approvazione  della Dichiarazione e la Piattaforma d'azione di Pechino, si è tenuta la Conferenza dei leader mondiali sulla parità di genere e l'empowerment delle donne: "Un impegno per l’azione". Si sono rilevati progressi in alcuni paesi più che in altri. Ma ancora le 12 aree di interesse speciale identificate rimangono sfide e mete da raggiungere in molti Stati.
Al momento dell’adozione della Piattaforma d'azione di Pechino, il nostro paese già aveva realizzato molti obiettivi strategici in essa contenuti.
Il progetto sociale cubano, profondamente umanista, non riduce lo sviluppo al solo piano materiale. Noi lo concepiamo come diritto a condizioni di vita dignitose, alla salute, all'occupazione, all'istruzione, alla partecipazione politica. Le persone sono il centro e il fine dello sviluppo, e le donne e le bambine sono una parte essenziale di questo processo, non solo come destinatarie, ma come protagoniste.
Cuba ha portato avanti il suo programma di sviluppo umano affrontando in più di 50 anni una crudele guerra economica: il blocco economico, finanziario e commerciale imposto dal governo degli Stati Uniti, che è stato condannato dalla comunità internazionale alle Nazioni Unite in 24 occasioni, ma resta in piedi, e finché resterà, noi lo combatteremo, convinte di poter contare sulla solidarietà, come è stato finora, di tutte voi, di tutte le vostre organizzazioni e della Fdim/Widf.
Noi cubane, da parte nostra, apprezziamo tutto il supporto ricevuto per il ritorno dei Cinque Eroi cubani in patria. Continueremo a sostenere le giuste cause dei popoli nostri fratelli nella regione latinoamericana e nel mondo, continueremo a sostenere la lotta delle donne in difesa dei loro diritti più elementari, contro la povertà, la discriminazione e ogni forma di violenza da qualunque parte provenga.

Mosaico di pace per i 70 anni della Fdim















Care sorelle e amiche del mondo, 
molte ragioni ci assistono nel rivolgerci come donne di questo tempo alle affiliate della Fdim/Widf, alle organizzazioni femminili, femministe, alle personalità, a tutti gli uomini e le donne che sognano un mondo migliore, più giusto ed equo per i nostri figli e figlie, lontano dal consumismo brutale che ci viene imposto, affinché siamo uniti nella denuncia e condanna dell'ingerenza straniera, delle politiche interventiste di terrore e di guerra che l'imperialismo e i suoi alleati promuovono.
Noi cubane sottoscriviamo ciò che ha dichiarato il nostro presidente Raúl Castro, lo scorso 28 settembre alle Nazioni Unite:
... "All'umanità viene negato il diritto di vivere in pace e il suo diritto allo sviluppo. È nella povertà e nelle disuguaglianze che devono essere ricercate le cause dei conflitti, generate dal colonialismo e dall'espropriazione delle popolazioni indigene, prima, e dall'imperialismo e la divisione in sfere di influenza poi ".
L'unità è una condizione indispensabile nella lotta per la pace, salvaguardarla è un prerequisito per la soluzione dei grandi problemi mondiali che rendono incerto il futuro. Uniamoci, dunque, per garantire a donne e uomini, ragazze e ragazzi, bambine e bambini, a tutta l'umanità, il diritto alla vita.
Molte grazie

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