07/02/17

NON UNA DI MENO/BOLOGNA

4/5  febbraio

OLTRE DUEMILA IN ASSEMBLEA 




https://nonunadimeno.wordpress.com/2017/02/07/oltre-duemila-allassemblea-nazionale-femminista/

“Siamo una marea, diventeremo oceano”. Con queste parole si è conclusa a Bologna l'assemblea nazionale femminista  di “Non una di meno” sui temi del femminismo e contro la violenza di genere. 
In oltre duemila da tutta Italia hanno costruito la seconda tappa del percorso verso lo sciopero generale dell’8 marzo che si svolgerà in maniera diffusa in tutte le città d’Italia. 
Welfare, lavoro, migrazioni e linguaggio sono stati solo alcuni degli argomenti affrontati nei tavoli tematici nelle aule dell’università di Bologna, tutti declinati in una lettura di genere per il protagonismo femminile e lgbtqi.
“Contro la strumentalizzazione del sessismo in chiave razzista e per la libertà di circolazione per le richiedenti asilo” è l’approccio per la libertà di movimento delle donne migranti. “Vogliamo ribadire che la nostra autodeterminazione sessuale non si tocca, siamo orgogliosamente poco produttive e anomale” hanno raccontato dal microfono dell’aula gremita di donne che hanno applaudito.
Contro le politiche di welfare sono state contestate le pratiche che vogliono la donna riproduttiva e obbligata alla maternità .            
Sull’obiezione di coscienza è stato denunciato quanto la situazione in Europa stia peggiorando e per questa ragione una delle rivendicazioni è stata proprio l’abolizione dell’articolo 9 della 194 che prevede gli obiettori dagli ospedali pubblici: “Combattere la retorica dell’aborto come evento traumatico. Se lo stato ci nega i diritti ci auto organizzeremo. Diffonderemo l’autogestione per l’utilizzo consapevole di farmaci e tecniche per l’interruzione volontaria di gravidanza”.
Relativamente ai centri anti violenza la volontà espressa dall’assemblea è stata quella di “sottrarli alla logica di istituzionalizzazione che li vuole rendere dei servizi neutri” sottolineando che il centro anti violenza deve essere un “centro di elaborazione di politiche femministe e non un servizio assistenziale”.
Sul tema della narrazione nei media mainstream delle tematiche di genere, l’appello è stato: attenzione alle parole perché la violenza sulle donne non venga giustificata con espressioni quali “raptus di follia”.
Il prossimo appuntamento sarà quello del 22 e 23 aprile a Roma per continuare dopo lo sciopero internazionale dell'8 marzo.

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