Perché è necessario che gli uomini si esprimano contro la violenza sulle donne
Phumzile Mlambo-Ngcuka vice-segretaria generale delle Nazioni Unite
e direttrice esecutiva di UN Women
La violenza fisica e sessuale contro le
donne continua a essere una delle violazioni più pervasive dei diritti umani
nel mondo, con una donna su tre che la sperimenta in qualche modo nella sua
vita. Aiutato dalla cultura del silenzio e impunità, questo ciclo diffuso di
violenza priva innumerevoli donne del loro diritto a un senso di sicurezza
personale e dell'opportunità di realizzare le loro potenzialità. Cosa fare per
porre fine a questo modello di abuso?
La direttrice esecutiva di UN Women Phumzile
Mlambo-Ngcuka sostiene in questa intervista del 20 novembre scorso - pochi
giorni prima della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza
contro le donne - che rispondere con l’indignazione silenziosa non è
abbastanza: bisogna fare rumore. Come si
può lavorare tutte e tutti insieme per rendere il mondo un posto più sicuro per le
donne e perché c'è così tanto bisogno che gli uomini si facciano avanti
e si esprimano contro le molestie e le aggressioni alle donne.
Perché è necessario che gli uomini si esprimano contro la violenza sulle donne
Phumzile Mlambo-Ngcuka vice-segretaria generale delle Nazioni Unite e direttrice esecutiva di UN Women |
POPSUGAR: Ho letto che ha
iniziato come insegnante. Che tipo di dialogo pensa che dovremmo avere con gli studenti
fin dalle scuole primarie per contribuire a ridurre il tasso di violenza contro
le donne?
Phumzile Mlambo-Ngcuka:
Beh, dovremmo discutere della parità di genere e dei modelli di comportamento
in classe. Ciò rende l'uguaglianza normale, accettabile, e [dà] tolleranza zero
al modello di comportamento patriarcale in modo tale che, in età molto precoce,
i bambini lo vedano come un modo di vivere, come il modo di essere.
Abbiamo appreso che
dall'età di 7 anni, i bambini iniziano a interiorizzare i ruoli di genere. Le
ragazze iniziano a pensare che spetti ai ragazzi assumere la guida; mentre a
loro spetta non parlare ad alta voce; comportarsi in un modo particolare, che
tenda ad essere sottomesso. Ma se in classe, un'insegnante attenta alle
questioni di genere la prende sul nascere, inverte i ruoli e dà alle ragazze la
responsabilità di essere i leader in classe, normalizza questi ruoli di genere
e contribuisce al modello di società a cui miriamo.
Uno degli aneddoti da me preferiti
sui modelli di comportamento e su come la società ci condiziona riguarda un
ragazzo in Germania a cui è stato chiesto se gli piacerebbe fare il
cancelliere. Dice: «Beh, no, perché in Germania devi essere una ragazza per fare
il cancelliere», perché fin dai suoi primi anni, non ha mai visto un uomo in
quel ruolo. In realtà noi creiamo il mondo nel quale i bambini crescono.
Quindi il patriarcato è
fatto di molte cose, bisogna parlarne fin dalla tenera età in modo che le
ragazze possano effettivamente sapere che non è responsabilità della mamma
cucinare per loro; che anche papà può e deve cucinare. È ancora meglio se, a
casa, questi ruoli sono invertiti. La scuola è un luogo in cui i bambini
trascorrono molte ore affidati alla cura dell’insegnante, su cui ricade la
responsabilità della cosa giusta da fare.
PS: Lei ha scritto del
comportamento "indifferente" di alcuni uomini nei confronti delle
molestie sessuali e della violenza contro le donne. Come pensa che si possa
modificare quella mentalità?
PMN: È una cospirazione
contro le donne quando gli uomini perbene non fanno nulla; quando gli uomini
perbene guardano dall'altra parte; quando gli uomini perbene scherzano su
questi problemi. Questo in realtà dà ai perpetratori il permesso di continuare
perché “non è un problema grave”. Quindi, in realtà, dobbiamo smetterla con
queste discussioni occasionali sul problema e smetterla di volgere lo sguardo
dall'altra parte; bisogno essere attivi e fare rumore su ciò che si considera
inaccettabile.
Non credo che la maggior
parte degli uomini al mondo vorrebbe far del male alle donne, ma possono essere
molto compiacenti, e questo è altrettanto grave.
PS: Quest’anno è venuto
alla ribalta il discorso intorno all'hashtag #MeToo e alle molestie sessuali.
Che ruolo pensa che i social media possano giocare nel cambiare gli
atteggiamenti delle persone?
PMN: Penso che dobbiamo
continuare a proteggere le donne sui social media, che si espongono in un mondo
che può ancora essere molto duro nei loro confronti, in modo che non si sentano
sole. E, naturalmente, le aggressioni si verificano anche sui social media,
quindi abbiamo bisogno di fornire una contro-narrazione - una narrazione di
supporto - in modo che le voci di coloro che sono punitivi nei confronti delle
donne non diventino la voce dominante.
Anche i social media sono
molto importanti per la condivisione delle informazioni giuste. Ad esempio,
quali sono le leggi e quali sono i passi da fare? Dove andare per usufruire dei
servizi? Un tipo di informazione che in un momento di bisogno può essere
terribilmente utile e un tipo di informazione che, se non è disponibile quando
ne hai bisogno, può significare che sei lasciata senza difese e non sei in
grado di avere il tipo di supporto che potrebbe tutelarti di fronte alla legge.
PS: Quali segni di
progresso vede, oggi, che la fanno sentire ottimista sulla direzione intrapresa
riguardo alla lotta contro la violenza sulle donne?
PMN: Le generazioni del
terzo millennio sono molto più esplicite su questo tema, ma ci sono ancora
molti giovani, anche loro, che hanno punti di vista problematici sulle
questioni della parità. Penso anche che segnali positivi vengano da #MeToo,
perché le donne si sentono più autorizzate a parlare e finalmente a togliersi
dal cuore questo terribile fardello che portano con sé, che ha un impatto sulla
loro qualità di vita, sul loro stato di serenità e sulla visione della vita. E
una volta che sono in grado di parlarne, significa che possono finalmente trovare
conforto.
Il fatto che alcune si
muovano in questa direzione, ma anche il fatto che altre che hanno avuto la
stessa esperienza siano disposti a dire: "Non sei solo, facciamolo
insieme": questa sorellanza e solidarietà è importante.
Ma molto di più, abbiamo
bisogno di più uomini che dicano: "Sono disposto a cambiare" o
"L'ho fatto, e non lo farò mai più" o "Non volgerò lo sguardo dall'altra
parte". Questo tipo di rumore è ancora poco percettibile, quindi abbiamo
bisogno di vedere più uomini assumersi la responsabilità di essere in prima
linea nella ricerca di soluzioni e confermare che certi comportamenti non vanno
bene. Non abbiamo abbastanza voci in questa direzione. Ciò fa parte anche del
discorso sui modelli di comportamento: se gli uomini adulti si comportano in tal modo, influenzano gli uomini più giovani.
PS: Le giovani donne non
necessariamente attiviste come possono essere coinvolte nella piattaforma delle
Nazioni Unite per combattere la violenza contro le donne?
PMN: Sa, è davvero
importante ricordare a tutti che questa è una cosa che può accadere a chiunque.
Non è necessario essere un’attivista. Per il solo interesse personale e di autodifesa, è importante creare un clima e un
mondo che non consenta o non renda la violazione delle donne un fatto
quotidiano. Quindi, al giorno d’oggi, dato che le donne sono così attive sui
social media, è importante essere attive sui siti dei social media che
rappresentano il giusto sistema di valori.
Se sei uno studente nel
campus, entra a far parte dei gruppi di azione che esistono nel campus. La cosa
peggiore che può capitare a una persona giovane è essere giovane e non far
parte di qualcosa che vada oltre la tua persona. Penso che sia un'occasione
mancata, perché il futuro dipende da chi percorre un miglio in più per
assicurarsi che il mondo sia migliore perché ci ha vissuto. Quindi, qualsiasi
persona giovane, ovunque sia, se non è attiva in niente - nella sua università,
nella sua chiesa, nel suo posto di lavoro, nel suo sindacato, nella sua
comunità, anche con i suoi amici sui social media – si alzi, si muova e sia il
cambiamento che vuol vedere nel mondo, perché c'è spazio per ognuno di noi. Lo
spazio non è pieno, c'è posto per tutti. Altrimenti ci si perde. Si manca d’azione.
PS: La violenza contro le
donne è ovviamente un'enorme questione dei diritti umani, ma lei ha anche
parlato di come influisce sulla nostra economia. Perché questa è una questione
importante per tutte le persone che hanno a cuore l'economia globale?
PMN: Innanzitutto, è una
grave violazione dei diritti. Quindi, per questo motivo, è importante
combattere ogni forma di violenza contro le donne e la nostra intenzione deve
essere quella di porvi fine. Perché una donna ferita è una donna di troppo.
Ci sono costi nella vita
delle donne che esse devono sopportare perché perdono ore di lavoro; perdono
reddito perché sono malate; finiscono per smettere di lavorare perché sono
terrorizzate. Subiscono danni mentali e fisici. Hanno le ossa spezzate; le
mascelle rotte; hanno gli occhi neri; i denti spezzati. Tutto ciò significa
costi medici, dolore e lesioni.
Le economie dei paesi
significano anche che le donne cominciano ad essere un peso per evitare il
danno che sospettano gli accadrà se si trovano in determinati luoghi. E
iniziano a limitare la propria libertà di movimento e iniziano a limitare il
proprio successo. Il fatto che le donne cerchino di evitare di concorrere alle cariche
pubbliche a causa delle molestie e talvolta anche della violenza di cui vedono
il rischio, significa che il mondo viene deprivato della leadership potenzialmente
straordinaria delle donne. E, naturalmente, se le donne come professioniste
iniziano a guardarsi dal fare carriera
perché si chiedono se saranno sicuro o meno, si possono immaginare le occasioni
mancate per le donne.
Il cyberbullismo, ad
esempio: è perpetrato in parte perché non abbiamo abbastanza donne nell'industria
della tecnologia che possano vedere questo come un problema importante e
costringere le loro aziende ad avere politiche e azioni che proteggano le donne
nel cyberspazio.
Quindi la violenza contro
le donne è piuttosto complessa. Si verifica in ogni ambito della vita. Anche le
nostre risposte devono essere altrettanto ampie e complete.
Trad. AWMR Italia
Trad. AWMR Italia
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