25/11/17

25 NOVEMBRE

Perché è necessario che gli uomini si esprimano contro la violenza sulle donne

Phumzile Mlambo-Ngcuka vice-segretaria generale delle Nazioni Unite
e direttrice esecutiva di 
UN Women
La violenza fisica e sessuale contro le donne continua a essere una delle violazioni più pervasive dei diritti umani nel mondo, con una donna su tre che la sperimenta in qualche modo nella sua vita. Aiutato dalla cultura del silenzio e impunità, questo ciclo diffuso di violenza priva innumerevoli donne del loro diritto a un senso di sicurezza personale e dell'opportunità di realizzare le loro potenzialità. Cosa fare per porre fine a questo modello di abuso?
La direttrice esecutiva di UN Women Phumzile Mlambo-Ngcuka sostiene in questa intervista del 20 novembre scorso - pochi giorni prima della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne - che rispondere con l’indignazione silenziosa non è abbastanza: bisogna fare rumore. Come si può lavorare tutte e tutti insieme per rendere il mondo un posto più sicuro per le donne e perché c'è così tanto bisogno che gli uomini si facciano avanti e si esprimano contro le molestie e le aggressioni alle donne.

POPSUGAR: Ho letto che ha iniziato come insegnante. Che tipo di dialogo pensa che dovremmo avere con gli studenti fin dalle scuole primarie per contribuire a ridurre il tasso di violenza contro le donne?
Phumzile Mlambo-Ngcuka: Beh, dovremmo discutere della parità di genere e dei modelli di comportamento in classe. Ciò rende l'uguaglianza normale, accettabile, e [dà] tolleranza zero al modello di comportamento patriarcale in modo tale che, in età molto precoce, i bambini lo vedano come un modo di vivere, come il modo di essere.
Abbiamo appreso che dall'età di 7 anni, i bambini iniziano a interiorizzare i ruoli di genere. Le ragazze iniziano a pensare che spetti ai ragazzi assumere la guida; mentre a loro spetta non parlare ad alta voce; comportarsi in un modo particolare, che tenda ad essere sottomesso. Ma se in classe, un'insegnante attenta alle questioni di genere la prende sul nascere, inverte i ruoli e dà alle ragazze la responsabilità di essere i leader in classe, normalizza questi ruoli di genere e contribuisce al modello di società a cui miriamo.
Uno degli aneddoti da me preferiti sui modelli di comportamento e su come la società ci condiziona riguarda un ragazzo in Germania a cui è stato chiesto se gli piacerebbe fare il cancelliere. Dice: «Beh, no, perché in Germania devi essere una ragazza per fare il cancelliere», perché fin dai suoi primi anni, non ha mai visto un uomo in quel ruolo. In realtà noi creiamo il mondo nel quale i bambini crescono.
Quindi il patriarcato è fatto di molte cose, bisogna parlarne fin dalla tenera età in modo che le ragazze possano effettivamente sapere che non è responsabilità della mamma cucinare per loro; che anche papà può e deve cucinare. È ancora meglio se, a casa, questi ruoli sono invertiti. La scuola è un luogo in cui i bambini trascorrono molte ore affidati alla cura dell’insegnante, su cui ricade la responsabilità della cosa giusta da fare.

PS: Lei ha scritto del comportamento "indifferente" di alcuni uomini nei confronti delle molestie sessuali e della violenza contro le donne. Come pensa che si possa modificare quella mentalità?
PMN: È una cospirazione contro le donne quando gli uomini perbene non fanno nulla; quando gli uomini perbene guardano dall'altra parte; quando gli uomini perbene scherzano su questi problemi. Questo in realtà dà ai perpetratori il permesso di continuare perché “non è un problema grave”. Quindi, in realtà, dobbiamo smetterla con queste discussioni occasionali sul problema e smetterla di volgere lo sguardo dall'altra parte; bisogno essere attivi e fare rumore su ciò che si considera inaccettabile.
Non credo che la maggior parte degli uomini al mondo vorrebbe far del male alle donne, ma possono essere molto compiacenti, e questo è altrettanto grave.

PS: Quest’anno è venuto alla ribalta il discorso intorno all'hashtag #MeToo e alle molestie sessuali. Che ruolo pensa che i social media possano giocare nel cambiare gli atteggiamenti delle persone?
PMN: Penso che dobbiamo continuare a proteggere le donne sui social media, che si espongono in un mondo che può ancora essere molto duro nei loro confronti, in modo che non si sentano sole. E, naturalmente, le aggressioni si verificano anche sui social media, quindi abbiamo bisogno di fornire una contro-narrazione - una narrazione di supporto - in modo che le voci di coloro che sono punitivi nei confronti delle donne non diventino la voce dominante.
Anche i social media sono molto importanti per la condivisione delle informazioni giuste. Ad esempio, quali sono le leggi e quali sono i passi da fare? Dove andare per usufruire dei servizi? Un tipo di informazione che in un momento di bisogno può essere terribilmente utile e un tipo di informazione che, se non è disponibile quando ne hai bisogno, può significare che sei lasciata senza difese e non sei in grado di avere il tipo di supporto che potrebbe tutelarti di fronte alla legge.

PS: Quali segni di progresso vede, oggi, che la fanno sentire ottimista sulla direzione intrapresa riguardo alla lotta contro la violenza sulle donne?
PMN: Le generazioni del terzo millennio sono molto più esplicite su questo tema, ma ci sono ancora molti giovani, anche loro, che hanno punti di vista problematici sulle questioni della parità. Penso anche che segnali positivi vengano da #MeToo, perché le donne si sentono più autorizzate a parlare e finalmente a togliersi dal cuore questo terribile fardello che portano con sé, che ha un impatto sulla loro qualità di vita, sul loro stato di serenità e sulla visione della vita. E una volta che sono in grado di parlarne, significa che possono finalmente trovare conforto.
Il fatto che alcune si muovano in questa direzione, ma anche il fatto che altre che hanno avuto la stessa esperienza siano disposti a dire: "Non sei solo, facciamolo insieme": questa sorellanza e solidarietà è importante.
Ma molto di più, abbiamo bisogno di più uomini che dicano: "Sono disposto a cambiare" o "L'ho fatto, e non lo farò mai più" o "Non volgerò lo sguardo dall'altra parte". Questo tipo di rumore è ancora poco percettibile, quindi abbiamo bisogno di vedere più uomini assumersi la responsabilità di essere in prima linea nella ricerca di soluzioni e confermare che certi comportamenti non vanno bene. Non abbiamo abbastanza voci in questa direzione. Ciò fa parte anche del discorso sui modelli di comportamento: se gli uomini adulti si comportano in  tal modo, influenzano gli uomini più giovani.

PS: Le giovani donne non necessariamente attiviste come possono essere coinvolte nella piattaforma delle Nazioni Unite per combattere la violenza contro le donne?
PMN: Sa, è davvero importante ricordare a tutti che questa è una cosa che può accadere a chiunque. Non è necessario essere un’attivista. Per il solo interesse personale e di  autodifesa, è importante creare un clima e un mondo che non consenta o non renda la violazione delle donne un fatto quotidiano. Quindi, al giorno d’oggi, dato che le donne sono così attive sui social media, è importante essere attive sui siti dei social media che rappresentano il giusto sistema di valori.
Se sei uno studente nel campus, entra a far parte dei gruppi di azione che esistono nel campus. La cosa peggiore che può capitare a una persona giovane è essere giovane e non far parte di qualcosa che vada oltre la tua persona. Penso che sia un'occasione mancata, perché il futuro dipende da chi percorre un miglio in più per assicurarsi che il mondo sia migliore perché ci ha vissuto. Quindi, qualsiasi persona giovane, ovunque sia, se non è attiva in niente - nella sua università, nella sua chiesa, nel suo posto di lavoro, nel suo sindacato, nella sua comunità, anche con i suoi amici sui social media – si alzi, si muova e sia il cambiamento che vuol vedere nel mondo, perché c'è spazio per ognuno di noi. Lo spazio non è pieno, c'è posto per tutti. Altrimenti ci si perde. Si manca d’azione.

PS: La violenza contro le donne è ovviamente un'enorme questione dei diritti umani, ma lei ha anche parlato di come influisce sulla nostra economia. Perché questa è una questione importante per tutte le persone che hanno a cuore l'economia globale?
PMN: Innanzitutto, è una grave violazione dei diritti. Quindi, per questo motivo, è importante combattere ogni forma di violenza contro le donne e la nostra intenzione deve essere quella di porvi fine. Perché una donna ferita è una donna di troppo.
Ci sono costi nella vita delle donne che esse devono sopportare perché perdono ore di lavoro; perdono reddito perché sono malate; finiscono per smettere di lavorare perché sono terrorizzate. Subiscono danni mentali e fisici. Hanno le ossa spezzate; le mascelle rotte; hanno gli occhi neri; i denti spezzati. Tutto ciò significa costi medici, dolore e lesioni.
Le economie dei paesi significano anche che le donne cominciano ad essere un peso per evitare il danno che sospettano gli accadrà se si trovano in determinati luoghi. E iniziano a limitare la propria libertà di movimento e iniziano a limitare il proprio successo. Il fatto che le donne cerchino di evitare di concorrere alle cariche pubbliche a causa delle molestie e talvolta anche della violenza di cui vedono il rischio, significa che il mondo viene deprivato della leadership potenzialmente straordinaria delle donne. E, naturalmente, se le donne come professioniste iniziano a guardarsi dal  fare carriera perché si chiedono se saranno sicuro o meno, si possono immaginare le occasioni mancate per le donne.
Il cyberbullismo, ad esempio: è perpetrato in parte perché non abbiamo abbastanza donne nell'industria della tecnologia che possano vedere questo come un problema importante e costringere le loro aziende ad avere politiche e azioni che proteggano le donne nel cyberspazio.

Quindi la violenza contro le donne è piuttosto complessa. Si verifica in ogni ambito della vita. Anche le nostre risposte devono essere altrettanto ampie e complete.

Trad. AWMR Italia

Nessun commento:

Posta un commento