11/01/18

#FREEAHED

ROMA, PRESIDIO PER AHED  TAMIMI



La Rete romana di solidarietà con il popolo palestinese e la Comunità palestinese di Roma convocano un presidio davanti al Parlamento, piazza Montecitorio sabato 13 gennaio alle ore 11, per chiedere la scarcerazione di Ahed Tamimi e di tutti i minori palestinesi rinchiusi nelle carceri israeliane perché accusati di resistenza all'occupazione militare dei Territori Palestinesi.
Nel comunicato di convocazione emesso dalla Rete si legge: 
 "Ahed Tamimi, dopo aver schiaffeggiato due soldati israeliani armati fino ai denti che  si rifiutavano di lasciare il cortile della sua casa di famiglia nel villaggio di Nabi Saleh, vicino a Ramallah, in Cisgiordania è stata incarcerata con l’accusa di aggressione e istigazione alla rivolta, insieme alla cugina Nour. Rischia una condanna di molti anni. Sua madre, Nariman, è detenuta per aver filmato l’incidente. L’episodio è avvenuto dopo che dei  soldati non lontano da casa sua  hanno sparato in faccia a suo cugino quindicenne, ferendolo gravemente.
I villaggi palestinesi come Nabi Saleh sono regolarmente invasi dai soldati. I bambini vengono trascinati via dai loro letti nel bel mezzo della notte, come è successo ad Ahed, e portati davanti a tribunali militari. Le associazioni che si occupano di diritti umani hanno raccolto molte evidenze su come i bambini siano regolarmente picchiati e torturati durante la detenzione.
Ogni anno finiscono nelle carceri israeliane centinaia di bambini accusati di aver lanciato pietre. Nel 99% dei casi sono dichiarati colpevoli ed incarcerati. E molti sono quelli uccisi: negli ultimi 16 anni l’esercito israeliano ha ucciso in media 11 bambini al mese.
L’impunità di Israele deve finire. L’Italia e l’Europa come firmatari della “Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”, devono esigerne il rispetto.
Ahed Tamimi, la madre Nariman, la cugina Nour e tutti i minori palestinesi rinchiusi nelle carceri israeliane devono essere liberati!".
#FreeAhedTamimi
#STOPOCCUPATION




08/01/18

#FREEAHED

Liberare Ahed Tamimi!



Da quando è nata a Nabi Saleh (villaggio a nord di Ramallah, in territorio palestinese occupato) Ahed Tamimi, 16 anni, ha conosciuto il sopruso di un esercito occupante, l’obbligo di passare attraverso i checkpoint sulla strada per andare a scuola, il dolore di vedere i propri familiari colpiti a morte o feriti e la propria casa invasa nel cuore della notte. Il 19 dicembre scorso, Ahed Tamimi, non ce l’ha fatta più e, quando i soldati sono entrati ancora una volta nel cortile della sua casa, ha reagito. Ha urlato esasperata e ha schiaffeggiato uno di loro.

Per l’offesa recata al suo soldato, lo stato d’Israele intende vendicarsi. Ahed ha passato queste settimane in varie prigioni. La maggior parte del tempo in una cella di isolamento con videocamera che monitora ogni sua mossa. Oggi deve presentarsi in tribunale.
In Israele s’invocano punizioni esemplari per Ahed. Il ministro dell'Istruzione israeliano Neftali Bennett ha detto che lei e la sua famiglia "dovrebbero passare il resto della loro vita in prigione". Il giornalista israeliano Ben Caspit si è augurato che venga punita con lo stupro, dicendo: "dovremmo esigere un prezzo in qualche altra occasione, nel buio, senza testimoni e telecamere”. Il ministro della Difesa Avigdor Liberman ha detto che lei e la sua famiglia devono" avere ciò che meritano ".
Non sono solo parole a vanvera. Il maltrattamento delle donne palestinesi detenute, incluse varie forme di violenza sessuale, è documentato.

Chiediamo che Ahed Tamimi venga rilasciata immediatamente.
Chiediamo che vengano rilasciati i detenuti politici palestinesi, dei quali molti minorenni, in “detenzione amministrativa” – cioè in indefinita attesa di giudizio - perché costituirebbero “un pericolo per la vita dei militari dello Stato ebraico che operano nei territori occupati palestinesi”.
Chiediamo che Israele ponga fine all’occupazione militare e all’espansione coloniale nei Territori Palestinesi.
Chiediamo che la Palestina sia finalmente libera e indipendente entro i confini del 1967, nel rispetto delle risoluzioni delle Nazioni Unite.

AWMR Italia donne della regione mediterranea
#FreeAhed

03/01/18

PALESTINA 2018

Liberare Ahed Tamimi!



L’AWMR Italia esprime piena solidarietà ad Ahed Tamini, la ragazza 16enne palestinese arrestata all'alba del 19 dicembre dall’autorità militare israeliana e tuttora detenuta nel carcere di Ofer, in Cisgiordania.

Arrestata per avere schiaffeggiato un  soldato israeliano nel cortile della sua casa di Nabi Saleh (villaggio a nord di Ramallah, in territorio palestinese occupato) in cui Ahed vive con la sua famiglia, è ora in attesa di essere giudicata dal tribunale militare isreliano.

Nel carcere di Ofer risulta siano rinchiusi oltre mille palestinesi, di cui molti minorenni, in “detenzione amministrativa” – cioè in indefinita attesa di processo - perché costituirebbero “un pericolo per la vita dei militari dello Stato ebraico che operano nei territori occupati palestinesi”.

L'AWMR italia chiede il  rilascio di Ahed Tamimi e di tutti i prigionieri politici palestinesi – donne e uomini – ed esprime pieno sostegno e solidarietà  al popolo palestinese e alla sua lotta di liberazione.


L’AWMR Italia resterà dalla parte delle donne palestinesi e delle loro famiglie in lotta, fino alla fine dell’occupazione israeliana dei Territori Palestinesi, fino a che la Palestina non sarà libera e indipendente entro i confini anteriori al 1967, nel rispetto delle risoluzioni e secondo il sentire comune internazionale ripetutamente espresso dalle Nazioni Unite nel corso di 50 anni.
#FreeAhed


2018

Desideri per il nuovo anno

di Eduardo Galeano

Spero che siamo degni/e di disperata speranza.

Che possiamo avere il coraggio di stare da soli/e e il coraggio di rischiare di stare insieme, perché non serve a niente un dente fuori dalla bocca o un dito fuori dalla mano.

Che possiamo essere disobbedienti, ogni volta che riceviamo ordini che umiliano la nostra coscienza o violano il nostro buon senso.

Che possiamo essere così testardi/e da continuare a credere, contro ogni evidenza, che la condizione umana ne valga la pena, perché siamo stati/e  fatti/e male, ma non siamo finiti/e.

Che possiamo essere capaci di continuare a camminare sui sentieri del vento, nonostante le cadute, i tradimenti e le sconfitte, perché la storia continua, al di là di noi, e quando essa dice addio, sta dicendo: ci vediamo dopo.

Che possiamo mantener viva la certezza che è possibile essere compatriota e contemporaneo/a di chiunque vive animato/a dal desiderio di giustizia e da volontà di bellezza, nasca dove nasce e viva quando vive, perché non hanno confini le mappe dell’anima né del tempo .