L’ITALIA ESCA DALL’AMBIGUITÀ SUL NUCLEARE
Nelle mani del governo italiano migliaia di firme raccolte per sollecitare firma e ratifica del Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari adottato dalle Nazioni Unite
Mercoledì
26 settembre, Giornata internazionale
per il disarmo nucleare, a Roma una delegazione delle associazioni WILPF Italia, Donne in Nero, Disarmisti
Esigenti, Pax Christi, Comboniani, IPPNW (medici contro il nucleare, premio Nobel per la pace 1986)
consegnerà al Ministero degli Affari Esteri un l’Appello sottoscritto da
migliaia di cittadine e cittadini italiani che chiedono alle massime
istituzioni del Paese di adoperarsi affinché anche l’Italia firmi e ratifichi
il TPAN ( Trattato per la Proibizione
delle Armi Nucleari), approvato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
È
l’epilogo di un iter durato vari mesi, che ha preso il via dalla “Carovana
delle Donne per il Disarmo Nucleare” promossa da WILPF Italia (Women’s International League for Peace and
Freedom), alla quale hanno aderito l’AWMR Italia e altre associazioni e movimenti pacifisti.
La Carovana, che si proponeva di rilanciare con forza il messaggio di pace di ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons, Premio Nobel 2017), ha toccato una ventina di città italiane dove ha promosso dibattiti, manifestazioni, proiezioni di film, presentazioni di libri, incontri con i giovani delle scuole sul tema della follia della violenza nucleare.
La Carovana, che si proponeva di rilanciare con forza il messaggio di pace di ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons, Premio Nobel 2017), ha toccato una ventina di città italiane dove ha promosso dibattiti, manifestazioni, proiezioni di film, presentazioni di libri, incontri con i giovani delle scuole sul tema della follia della violenza nucleare.
La
campagna per la messa al bando delle armi nucleari proseguirà in Italia col
duplice obiettivo di sollecitare il governo a firmare e ratificare il TPAN,
adottato dall’ONU il 7 luglio 2017 con 122 voti a favore, e convincere
un’opinione pubblica sempre più estesa che una guerra nucleare costituisce una
minaccia incombente sulla vita dei popoli e dell’ecosistema terrestre molto più
concreta di quanto non si creda, poiché può essere scatenata addirittura per
caso, per incidente o per errore di calcolo. E che, d’altra parte, la logica
della deterrenza nucleare e della minaccia di distruzione reciproca, oltre ad
essere contrarie all’etica di ogni civile convivenza e ai principi della nostra
Costituzione, rappresentano un pericoloso incentivo all’accumulazione di
armamenti nucleari.
A
distanza di un anno dalla sua adozione, il
TPAN è stato firmato da 60 stati e già ratificato da 14. È realistico
pensare che entro il 2020 si arrivi alle 50 ratifiche necessarie per la sua
entrata in vigore.
L’Italia non ha partecipato ai
negoziati in sede ONU che hanno portato all’adozione del TPAN, né ha compiuto
passi in quella direzione.
La
sorpresa e l’indignazione per questa “assenza” del nostro Paese, che in tal
modo si è allineata di fatto con gli Stati nuclearisti che si sono opposti al
TPAN, ha spinto tanti cittadini e cittadine ad opporsi con determinazione alla presenza di bombe nucleari USA,
ospitate nelle basi militari di Ghedi ed Aviano, incrementando la raccolta
di firme che il giorno 26 settembre verrà presentata alle massime istituzioni,
affinché l’Italia contribuisca all’entrata in vigore del TPAN.
La
delegazione sarà accolta al Ministero per gli Affari Esteri alle ore 13.