Gli strumenti giuridici che hanno le donne a tutela dei loro diritti
Una nota del Movimento Democratico de Mulheres (MDM), Portogallo, nel 70° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani
Nel 70 °
anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, firmata e
ratificata all'indomani della seconda guerra mondiale nel 1948, è dovere
fondamentale delle donne e di tutte le persone democratiche riconoscere il passato che ha
portato a un meritorio consenso attorno ai principi della Dichiarazione e richiamare alle proprie responsabilità quei governi e Stati che la vorrebbero eludere o ignorare, in un momento in cui
il mondo vive conflitti così oscuri e minacciosi, incertezze e violenze. Violenze e disuguaglianze che, se non vengono contrastate,
troveranno un'eco nelle forze più arretrate del mondo che già oggi, assetate di
sangue e di potere, si stanno auto-riororganizzando.
Per l'MDM celebrare questa Dichiarazione significa riconoscere in essa un'Etica
dei diritti umani, un'etica interculturale, universale, che ha forza giuridica e
requisiti politici, pedagogici e di altro genere, che giustificano la sua
rigorosa applicazione a favore di:
- dignità, libertà, uguaglianza, diversità, reciprocità e solidarietà di tutti gli esseri umani;
- non discriminazione, tolleranza, democrazia, sviluppo e pace;
- relazione tra la vita umana e il suo ambiente;
- responsabilità delle generazioni presenti verso le generazioni future, che implica la protezione del patrimonio genetico, naturale e culturale (materiale e immateriale) dell'umanità
2.
Il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali e il Patto
internazionale sui diritti civili e politici, entrambi del 1966, ed entrambi da rivisitare, traducono giuridicamente i principi della Dichiarazione
universale dei diritti umani, indicando chiaramente che tali diritti sono da
applicarsi a tutte le persone senza alcun tipo di discriminazione e considerando inammissibile il genere come motivo di discriminazione tra
le persone. Questi Patti hanno consacrato la promozione dei diritti delle donne in settori
particolarmente vulnerabili come il matrimonio e la famiglia, che non a caso furono oggetto di molte controversie al momento della definizione della Dichiarazione dei diritti
umani, la quale non stabiliva alcun obbligo in merito al rispetto dei diritti stessi,
né affrontava le discriminazioni in modo dettagliato, ad esempio eludendo
le questioni legate ai costumi su cui si
basa la perpetuazione di molte forme di discriminazione nei confronti delle
donne. È quindi molto importante e attuale richiamare i Patti e i loro
principi.
3. Vogliamo sottolineare che per noi dell'MDM, gran parte di ciò che è stato fatto nel campo
legislativo internazionale – ed è già stato molto - è il risultato
dell'azione e della convergenza di molte donne, delle loro organizzazioni più
progressiste e conseguenti. E tra queste rimarchiamo il ruolo fondamentale che ha avuto la WIDF (Federazione Democratica Internazionale delle Donne, una organizzazione internazionale creata nel 1945 nel secondo
dopoguerra, forgiata nella lotta per la pace e contro il nazifascismo, guidata a lungo dalla scienziata francese Eugenie Cotton. La WIDF, della cui direzione fa
parte l'MDM, rimane attiva sulla scena internazionale. Abbiamo celebrato
il suo 70 ° anniversario nel 2015. La WIDF è la più grande rete internazionale
di donne che pone la lotta per i diritti delle donne nel contesto di un ampio
fronte anti-imperialista per la pace e l'autodeterminazione dei popoli.
4. In seguito alla ratifica dei Patti, la Convenzione sull'eliminazione di tutte
le forme di discriminazione contro le donne, adottata dall'Assemblea Generale
delle Nazioni Unite nel 1979, ratificata da 184 Stati, è uno strumento essenziale per definire il quadro giuridico e politico dei diritti delle donne.
Tale
Convenzione riconosce alle donne tutti i diritti umani, in forma
giuridicamente vincolante. Nei suoi trenta articoli, esige che le donne godano
degli stessi diritti degli uomini, ma va anche oltre, imponendo le misure da
prendere per consentire a tutte le donne del mondo di esercitare i diritti loro
riconosciuti. Tuttavia, molti Stati non hanno ratificato la Convenzione, ponendo
successive riserve. È pertanto necessario continuare a sollecitare la rimozione
delle riserve alla Convenzione e chiedere agli Stati (compresi gli Stati Uniti)
di ritirare quelle riserve che sono contrarie all'oggetto e allo scopo della
Convenzione o che, detto altrimenti, siano incompatibili con il
diritto internazionale.
5.
Documenti rilevanti in questa materia sono la Dichiarazione di Vienna e il
Programma di azione sui Diritti Umani (adottati alla Conferenza Mondiale sui
Diritti Umani, Vienna, 1993). In essi, l'uguaglianza costituisce
"la pietra angolare di tutta la società democratica" che aspira
alla giustizia sociale e alla realizzazione dei diritti umani. Il
concetto di uguaglianza non consiste solo nel garantire la parità di
trattamento per tutti. E’ molto più di questo, dato che la parità di
trattamento di persone che non si trovano nella medesima condizione perpetuerebbe
l'ingiustizia invece di eliminarla.
L'uguaglianza,
si dice in questi documenti, deve essere il risultato degli sforzi volti a correggere
e combattere le disuguaglianze . Questa nozione più ampia di
uguaglianza è diventata il principio basilare e l'obiettivo ultimo della lotta
delle Nazioni Unite per il riconoscimento e l'accettazione dei diritti
fondamentali delle donne.
6.
La Conferenza di Vienna ha sottolineato l'importanza dell’eliminazione della
violenza contro le donne nella vita pubblica e privata, dell’eliminazione di
tutte le forme di molestie e sfruttamento sessuale, abusi sessuali,
sfruttamento e tratta delle donne, dell’eliminazione di pregiudizi
discriminatori nell'amministrazione della giustizia e dell'eliminazione di
tutti i conflitti che possono sorgere tra i diritti delle donne e gli effetti
dannosi di certe pratiche tradizionali, dei pregiudizi culturali e dell'estremismo
religioso, delle pratiche incompatibili con la dignità e il valore della
persona umana
La
Conferenza di Vienna ha anche sottolineato l'importanza dell'integrazione e
della piena partecipazione delle donne sia come agenti che beneficiarie dei
processi decisionali politici e del processo di sviluppo e ha ribadito gli obiettivi
stabiliti nell'Azione Globale per le Donne verso uno sviluppo sostenibile ed
equo. Nello stesso momento in cui ha proclamato l'eliminazione di tutte le
forme di discriminazione, sia implicite che esplicite , contro le
donne, ha anche fatto riferimento alle violazioni dei diritti umani delle
donne in situazioni di conflitto armato, in particolare a omicidi, stupri sistematici, schiavitù sessuale e gravidanza forzata, per i quali ha richiesto una
risposta particolarmente efficace,
7. La Piattaforma d'azione adottata alla Conferenza di Pechino (1995) è un altro strumento altrettanto fondamentale. Essa ribadisce l'universalità e l'inalienabilità come principi dei diritti delle donne in quanto diritti umani. "i diritti umani di donne e ragazze sono parte inalienabile, integrale e indivisibile dei diritti umani universali".
7. La Piattaforma d'azione adottata alla Conferenza di Pechino (1995) è un altro strumento altrettanto fondamentale. Essa ribadisce l'universalità e l'inalienabilità come principi dei diritti delle donne in quanto diritti umani. "i diritti umani di donne e ragazze sono parte inalienabile, integrale e indivisibile dei diritti umani universali".
8.
Oggi ci troviamo di fronte a una nuova generazione di diritti, che devono
essere difesi e messi in agenda in risposta all'urgente necessità di porre fine
alla violenza fisica, sessuale e psicologica contro le donne, alle morti
materne dovute alla mancanza di assistenza al parto, all'aborto clandestino, alla
detenzione di donne per aborto clandestino, alla povertà nelle sue molteplici
sfaccettature, alla prostituzione e alla tratta di esseri umani, in particolare
donne e bambini, alla discriminazione e alle disuguaglianze imposte nel lavoro,
aspetti che attualmente sono delle bandiere nella lotta delle donne per una
vita degna.
9. Permangono tra noi difficili condizioni di
vita, bassi salari, disoccupazione, deregolamentazione e precarietà del lavoro, emigrazione, specialmente di
giovani donne e uomini, che obbligano a una drastica riduzione del numero di figli, dato di fatto che colloca il Portogallo ai livelli più bassi di natalità in Europa. Il basso tasso di natalità, la povertà, la violenza e la perdita
dei diritti delle donne non possono essere che visti come la conseguenza dell'austerity e dei sacrifici economici imposti a noi dall'UE, che il governo,
prima di PSD / CDS e ora del PS, hanno accettato.
10.
Tra i diritti di terza generazione, consideriamo il diritto alla privacy come
una questione centrale per le donne (implicita nelle questioni relative ai
diritti sessuali e riproduttivi e le MGF, per esempio), che fa riferimento al
consenso e alla decisione della donna stessa come soggetto autonomo di diritti,
corrispondendo a una lotta per l'integralità dei diritti umani, che a sua volta
si riferisce all'affermazione della dignità. Anche la dottrina della
dignità umana e i diritti umani associati generano molte controversie, ma non
dobbiamo dimenticare che dignità è una parola onnipresente nella
giurisdizione internazionale dei diritti umani (HR). Inserirla nei nostri
obiettivi di lotta è anche la nostra sfida. In
Portogallo, tra alcune forze politiche, si è riaccesa la discussione sulla regolazione della
prostituzione. Per noi dell'MDM, la prostituzione costituisce una
violazione dei diritti umani incompatibile con la dignità e il valore della
persona umana e un'offesa contro il principio fondamentale dell'uguaglianza.
11.
Recentemente, alte funzionarie di UN Woman hanno affermato che "la
comunità internazionale ha riconosciuto lo stretto legame tra rispetto dei
diritti umani e principio di uguaglianza di genere" (...), che "le violazioni
dei diritti delle donne e la persistenza di disuguaglianze tra i sessi
rimangono le più grandi sfide del nostro tempo "(...)" e che le donne
continuano a incontrare molti ostacoli per far valere i loro diritti e,
nonostante una maggiore consapevolezza, le politiche spesso dimenticano le
ragazze ".
12. Le Convenzioni
e le Dichiarazioni internazionali emesse sotto gli
auspici delle Nazioni Unite sono "l'espressione della
coscienza morale dell'umanità, e allo stesso tempo costituiscono delle norme
umanistiche che tutti i membri della comunità internazionale devono
rispettare".
All'Etica
dei diritti umani, fondamentale e indispensabile per la protezione e
l'elevazione della dignità umana, si ispirano i testi - ai quali abbiamo
accennato - delle organizzazioni internazionali sui diritti delle donne. Ma
restano molti dubbi sul fatto che gli stati "si
impegnano a rispettare e far rispettare" l’edificio delle leggi e norme
che hanno costruito. La realtà, anzi, mostra esattamente che non solo non si impegnano a farle rispettare, ma che addirittura non le rispettano essi stessi!
13.
Il ventesimo secolo è stato un secolo di grandi conquiste per i diritti delle
donne. C’è stato l'accesso all'istruzione, il diritto alla contraccezione,
il diritto di voto e l'accesso al potere. C’è stato l’accesso al mondo del
lavoro e della ricerca scientifica. Sono stati fatti passi giganteschi per
garantire la visibilità sociale delle donne nella storia e il riconoscimento
del loro ruolo nella costruzione di società, letteratura e arte. Progressi
significativi sono stati fatti nella decostruzione degli stereotipi
sessisti. In Portogallo, il 25 aprile è stata la rivoluzione di maggior
successo per le donne nel senso dell’estensione di diritti e interessi specifici e
generali. Alla libertà di espressione e di opinione si è aggiunto il diritto
a decidere del proprio progetto di vita.
Tutte
queste conquiste difficili che hanno motivato la lotta delle donne nel mondo,
però, nel XXI secolo sono a rischio di collasso, vanno emergendo
sotterraneamente nuovi stereotipi e nuove modalità per nascondere, deformare o
distrarre i progetti delle donne di una condizione sociale degna e dignitoso da
cittadine, lavoratrici, madri, si esige sempre più che le donne rinuncino a se
stesse e si rendano disponibili a tornare al loro vecchio ruolo tradizionale di
"madre di famiglia", oppure siano super-donne imprenditrici, in
carriera, in balia dei meccanismi finanziari gestiti dagli interessi del
capitalismo.
14. Sappiamo che non è stato il capitalismo a darci i nostri diritti. Ce
li siamo conquistati e certamente li eserciteremo e li difenderemo. Molti
saranno approfonditi con la nostra lotta perché la vita ci obbligherà a farlo. La
nostra Costituzione di Aprile, alla luce delle Alleanze, delle Dichiarazioni,
delle Convenzioni e della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, è una
fiaccola che illumina la nostra lotta per una vita decente e dignitosa, che sostanzia un'etica del futuro e una speranza che non lasceremo morire.
MDM, Lisbona, 10 dicembre 2018
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