24/05/19

Lettera aperta al governo portoghese


SIA TOLTO IL BLOCCO ECONOMICO AL VENEZUELA!





Il Movimento Democrático de Mulheres (MDM) del Portogallo esige lo sblocco dei fondi venezuelani illegittimamente trattenuti nelle banche portoghesi





Solidale con le donne venezuelane, l'MDM richiede l’intervento del governo portoghese a favore della salute dei bambini e delle donne del Venezuela

Al 30 aprile 2019, risultano congelati / confiscati fondi venezuelani per il valore di 5.470 milioni di dollari, metà dei quali nella Nuova Banca del Portogallo e nella Banca d’Inghilterra In Portogallo,.la Nuova Banca ha illegalmente trattenuto oltre 1.500 milioni di dollari appartenenti alla Repubblica Bolivariana del Venezuela.
L'MDM ritiene inaccettabile che s’impedisca di utilizzare questo denaro per le necessità delle donne e della popolazione venezuelana, usandolo invece come arma di ricatto contro il legittimo governo venezuelano, riconosciuto dalle Nazioni Unite e dalla maggior parte dei paesi membri.

Al Governo portoghese
Alla Nuova Banca del Portogallo

Sono in molti a condannare il blocco economico e finanziario contro il Venezuela, e il suo impatto criminale sulla popolazione venezuelana, sui pazienti che aspettano di ricevere trattamenti e medicinali specifici. Un blocco che ha impedito l'importazione di partite di vaccini per la protezione di bambini, prodotti per dialisi e altro. Un blocco che colpisce anche la comunità portoghese in Venezuela.
Il blocco economico e finanziario ha impedito allo Stato venezuelano di garantire tali medicinali. Il pagamento ai fornitori è bloccato e le risorse destinate a tale scopo sono congelate.
In diverse occasioni, dietro pressione degli Stati Uniti, gli istituti bancari hanno impedito trasferimenti di denaro sollecitati da Petróleos Venezuela SA e altre istituzioni venezuelane, per un importo di 4 milioni e 851.278 euro che servirebbero per curare pazienti con leucemia.
Tra il 2017-2018, le banche europee e nordamericane hanno impedito al Governo del Venezuela l'acquisto di cibo per un totale di 300 milioni di dollari.
Si stima che, tra il 2015 e il 2018, le perdite totali per l'economia venezuelana derivanti dal blocco economico imposto dagli Stati Uniti ammontino a 130 miliardi di dollari americani.
Il blocco economico ha colpito, tra l'altro, l’applicazione di accordi internazionali, come l'accordo di collaborazione tra l'Associazione per il Trapianto di Midollo Osseo e l’agenzia Petróleos de Venezuela SA, in base al quale 25 bambini in Italia aspettano il trapianto di midollo osseo. Questo pagamento è stato trattenuto dalla Nuova Banca portoghese.
Il blocco imposto dagli Stati Uniti (che a tutti i costi pretende un "cambio di regime" in Venezuela, a dispetto dei risultati delle elezioni presidenziali del 2018) impedisce l'importazione di medicine e generi alimentari, attacca con sanzioni economiche uno stato sovrano membro dell’ONU, mette in pericolo la vita di venezuelani, bambini e anziani, donne incinta e malati gravi
Trump e il suo governo minacciano guerre di ogni tipo, tra cui quella militare e quella economica, e noi donne che lottiamo per la dignità e l'emancipazione delle donne, valori inseparabili dalla pace e dal progresso sociale, non possiamo fare a meno di pensare al valore irrinunciabile della sovranità dei popoli, dell'autonomia di politiche e di governo che ogni paese sceglie liberamente, al diritto inalienabile alla libertà e alla non ingerenza negli affari interni di altri popoli.
In questo contesto, il Movimento Democratico delle Donne portoghesi (MDM), solidale con le donne Venezuelane e i loro vari movimenti femminili - che difendono la loro patria e le loro conquiste e che l'uguaglianza e il diritto di partecipazione nell’uguaglianza - esprime delusione e indignazione per la posizione del governo portoghese e dichiara di essere pronta ad allertare l'opinione pubblica sull'urgente necessità di indurre Nuova Banca a sbloccare milioni di dollari che non le appartengono, compiendo civilmente il proprio dovere verso il suo cliente venezuelano.
All'unisono, chiediamo che Trump tolga il blocco al Venezuela!

Per la segreteria del Movimento Democratico delle Donne (MDM)
Regina Marques
Lisbona, 22 maggio 2019
Trad. A.D.

23/05/19

Unione Europea alle elezioni


Diritti per tutti


Di fronte alle politiche europee di respingimento, occorre mobilitarsi per il rispetto incondizionato dei diritti umani delle persone migranti e rifugiate.     
Una “catena di primavera” di nativi e migranti in Europa per rendere visibile la solidarietà.




L'appello di Joan Subirats, Nancy Fraser, Saskia Sassen   (*)

Ecco il panorama dell’Europa democratica: un totale di 35.597 persone sono morte, dal 1993 ad oggi, nel tentativo di arrivare in Europa, per mancanza di vie e procedure d’accesso sicure e garantite. Il Mare Nostrum si è convertito nel Mare Mortum, il mare degli annegati. Non sono state ricollocate le migliaia di persone che hanno passato mesi e anni in pessime condizioni negli affollati campi di concentramento, nei paesi del sud d’Europa. Sono all’ordine del giorno le aggressioni sessuali alle donne durante il transito e il sequestro di molte di esse da parte delle reti di trafficanti.

L’Unione Europea che doveva abolire le frontiere ha creato negli ultimi anni, dentro e tra i paesi che ne fanno parte, più ostacoli del resto del mondo. Trump compreso. La nuova guardia di frontiera europea si occupa delle frontiere interne, minando la sovranità degli Stati, e nei paesi di origine delle persone migranti (Africa, Asia) e addestrando le proprie forze di polizia e milizie ad ostacolare i movimenti degli sfollati a forza.
Una domanda, quanto denaro pubblico, che potrebbe essere usato per migliorare le condizioni di vita di europei e migranti, viene utilizzato per la costruzione di campi di detenzione/concentramento in Marocco o Turchia?

Negli ultimi tempi, i governi europei stanno assumendo decisamente queste politiche di respingimento sistematico ed esclusione di immigranti e profughi. Un coagulo di interessi economici e di mercato del lavoro contrassegnano queste decisioni, ma ciò che è più grave è la crescente presenza delle forze di estrema destra, neofasciste, sia nei processi di governance europea che in consistenti settori della popolazione.

Queste forze stanno sollevando ondate di odio contro le persone migranti e profughe, che incolpano di tutti i mali della nostra società, la disoccupazione, i bassi salari, la crisi sociale ed economica, l’aumento della delinquenza e del machismo. Tali forze estremiste, troppe volte supportate da forze politiche che si autoproclamano democratiche, utilizzano quei discorsi che contribuiscono a incrementare le ingiuste politiche migratorie esistenti, come le espulsioni in massa e la chiusura delle frontiere che portano alla morte di decine di migliaia di persone nelle acque del Mediterraneo, nei deserti dell’Africa e in altri luoghi senza nome, negandogli i diritti umani fondamentali, la vita e il diritto ad emigrare.

 All'armi, son fascisti


La politica neofascista si sostiene e si alimenta della difesa di una società gerarchica costruita sull’individualismo, la competizione e la disuguaglianza. Di una società autoritaria e patriarcale basata sull’odio e l’esclusione delle persone vulnerabili, impoverite, emarginate, diverse, migranti. Di una società nella quale coloro che sono diversi, che subiscono e anche rifiutano la disuguaglianza e la gerarchia fra le persone – le persone povere, migranti, precarie, donne che non si piegano, persone ribelli in generale – vanno emarginate ed espulse.

La crescita di queste forze politiche neofasciste, e la facilità con la quale vanno procurandosi alleanze con altri partiti e forze di destra, comincia a rendere purtroppo possibile una strategia che, dato che le persone migranti e profughe le prime vittime, potrebbe includere, se cresceranno ancora, entro non molto, repressione e sottomissione di ogni altra persona estranea al sistema. Soprattutto di coloro che a partire dalla differenza – donne, persone giovani, precarie, disoccupate, e così via – lo rifiutano. Queste forze di destra cercheranno di emarginare il pensiero e l’azione politica e sociale che lotta per una società di uguali nei diritti e nelle libertà, edificata su valori e pratiche di dignità, rispetto, solidarietà, inclusione e democrazia.

È necessario invertire questo processo, lottare e mobilitarsi a favore del rispetto incondizionato dei diritti umani delle persone migranti e profughe. Soprattutto del loro diritto alla libertà di circolazione. Negli ultimi mesi, in Europa si tengono manifestazioni con un solo obiettivo: la lotta contro la repressione delle persone più vulnerabili. Tale è l’iniziativa del 5 maggio in un gruppo di città europee che, insieme ad altre convocazioni, specialmente in Germania (19 maggio) e Francia (25 maggio), costituiscono la “catena di primavera” dei migranti in Europa. Si faranno prima delle elezioni europee, per rendere visibile che sono in molti a pensare che si debba invertire la tendenza e delegittimare l’estrema destra.
Un atto pubblico rappresentato con un abbraccio collettivo. Un simbolo di solidarietà e ricerca di uguaglianza nel rispetto delle differenze, contro l’imposizione di una società gerarchica, divisiva e disuguale.

* Articolo pubblicato sulla Tribuna di El País, il 17 maggio 2019, a firma di Nancy Fraser, filosofa; Joan Subirats, Università di Barcellona; Saskia Sassen, Columbia University.