23/05/19

Unione Europea alle elezioni


Diritti per tutti


Di fronte alle politiche europee di respingimento, occorre mobilitarsi per il rispetto incondizionato dei diritti umani delle persone migranti e rifugiate.     
Una “catena di primavera” di nativi e migranti in Europa per rendere visibile la solidarietà.




L'appello di Joan Subirats, Nancy Fraser, Saskia Sassen   (*)

Ecco il panorama dell’Europa democratica: un totale di 35.597 persone sono morte, dal 1993 ad oggi, nel tentativo di arrivare in Europa, per mancanza di vie e procedure d’accesso sicure e garantite. Il Mare Nostrum si è convertito nel Mare Mortum, il mare degli annegati. Non sono state ricollocate le migliaia di persone che hanno passato mesi e anni in pessime condizioni negli affollati campi di concentramento, nei paesi del sud d’Europa. Sono all’ordine del giorno le aggressioni sessuali alle donne durante il transito e il sequestro di molte di esse da parte delle reti di trafficanti.

L’Unione Europea che doveva abolire le frontiere ha creato negli ultimi anni, dentro e tra i paesi che ne fanno parte, più ostacoli del resto del mondo. Trump compreso. La nuova guardia di frontiera europea si occupa delle frontiere interne, minando la sovranità degli Stati, e nei paesi di origine delle persone migranti (Africa, Asia) e addestrando le proprie forze di polizia e milizie ad ostacolare i movimenti degli sfollati a forza.
Una domanda, quanto denaro pubblico, che potrebbe essere usato per migliorare le condizioni di vita di europei e migranti, viene utilizzato per la costruzione di campi di detenzione/concentramento in Marocco o Turchia?

Negli ultimi tempi, i governi europei stanno assumendo decisamente queste politiche di respingimento sistematico ed esclusione di immigranti e profughi. Un coagulo di interessi economici e di mercato del lavoro contrassegnano queste decisioni, ma ciò che è più grave è la crescente presenza delle forze di estrema destra, neofasciste, sia nei processi di governance europea che in consistenti settori della popolazione.

Queste forze stanno sollevando ondate di odio contro le persone migranti e profughe, che incolpano di tutti i mali della nostra società, la disoccupazione, i bassi salari, la crisi sociale ed economica, l’aumento della delinquenza e del machismo. Tali forze estremiste, troppe volte supportate da forze politiche che si autoproclamano democratiche, utilizzano quei discorsi che contribuiscono a incrementare le ingiuste politiche migratorie esistenti, come le espulsioni in massa e la chiusura delle frontiere che portano alla morte di decine di migliaia di persone nelle acque del Mediterraneo, nei deserti dell’Africa e in altri luoghi senza nome, negandogli i diritti umani fondamentali, la vita e il diritto ad emigrare.

 All'armi, son fascisti


La politica neofascista si sostiene e si alimenta della difesa di una società gerarchica costruita sull’individualismo, la competizione e la disuguaglianza. Di una società autoritaria e patriarcale basata sull’odio e l’esclusione delle persone vulnerabili, impoverite, emarginate, diverse, migranti. Di una società nella quale coloro che sono diversi, che subiscono e anche rifiutano la disuguaglianza e la gerarchia fra le persone – le persone povere, migranti, precarie, donne che non si piegano, persone ribelli in generale – vanno emarginate ed espulse.

La crescita di queste forze politiche neofasciste, e la facilità con la quale vanno procurandosi alleanze con altri partiti e forze di destra, comincia a rendere purtroppo possibile una strategia che, dato che le persone migranti e profughe le prime vittime, potrebbe includere, se cresceranno ancora, entro non molto, repressione e sottomissione di ogni altra persona estranea al sistema. Soprattutto di coloro che a partire dalla differenza – donne, persone giovani, precarie, disoccupate, e così via – lo rifiutano. Queste forze di destra cercheranno di emarginare il pensiero e l’azione politica e sociale che lotta per una società di uguali nei diritti e nelle libertà, edificata su valori e pratiche di dignità, rispetto, solidarietà, inclusione e democrazia.

È necessario invertire questo processo, lottare e mobilitarsi a favore del rispetto incondizionato dei diritti umani delle persone migranti e profughe. Soprattutto del loro diritto alla libertà di circolazione. Negli ultimi mesi, in Europa si tengono manifestazioni con un solo obiettivo: la lotta contro la repressione delle persone più vulnerabili. Tale è l’iniziativa del 5 maggio in un gruppo di città europee che, insieme ad altre convocazioni, specialmente in Germania (19 maggio) e Francia (25 maggio), costituiscono la “catena di primavera” dei migranti in Europa. Si faranno prima delle elezioni europee, per rendere visibile che sono in molti a pensare che si debba invertire la tendenza e delegittimare l’estrema destra.
Un atto pubblico rappresentato con un abbraccio collettivo. Un simbolo di solidarietà e ricerca di uguaglianza nel rispetto delle differenze, contro l’imposizione di una società gerarchica, divisiva e disuguale.

* Articolo pubblicato sulla Tribuna di El País, il 17 maggio 2019, a firma di Nancy Fraser, filosofa; Joan Subirats, Università di Barcellona; Saskia Sassen, Columbia University.

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