Dichiarazione dell’Ufficio regionale europeo della Federazione Democratica Internazionaledelle donne (Widf/Fdim)
“Oggi è evidente che la nostra lotta
di lunga data per servizi sociali e di cura pubblici e gratuiti è davvero una
lotta per la vita. Ma è anche evidente che godere di ciò che è essenziale per
la nostra salute è incompatibile con le regole del mercato e la ricerca del massimo
profitto. Perciò dichiariamo che la
medicina più efficace contro la pandemia è la lotta per i nostri diritti.”
L'Ufficio europeo della Widf/Fdim esprime la sua solidarietà alle donne d'Europa e a
tutte le organizzazioni affiliate nella regione e nel mondo, i cui popoli
stanno affrontando gli effetti della pandemia COVID-19. A tutti coloro che sono
stati malati, inviamo i nostri pensieri e calorosi auguri per una pronta guarigione.
1.
Crisi sanitaria e responsabilità dei
governi
Ogni giorno,
in tutto il mondo, migliaia di persone perdono la vita e altre migliaia sono
esposte al rischio di innumerevoli effetti sulla loro salute, perché le
politiche dei governi, comprese anche quelle degli stati più potenti, minano
costantemente il diritto alla tutela della nostra salute a vantaggio dei
mercati e dei profitti delle grandi imprese.
Gli effetti della
pandemia illustrano tragicamente le profonde inadeguatezze dei sistemi sanitari
in tutti i paesi capitalisti. Questi erano ben noti prima della comparsa del
COVID-19: non sono emersi dal nulla. Sono il risultato di politiche
antipopolari attuate da tutti i governi, sia liberali che socialdemocratici.
Ciò che le persone stanno vivendo è il risultato della mercificazione della
salute e della privatizzazione dei servizi sanitari e di cura, a favore di
sempre maggiori profitti per le grandi imprese.
Tali
politiche minano la capacità del grande potenziale scientifico e tecnologico oggi
disponibile, di soddisfare pienamente ogni esigenza delle persone - sia di prevenzione
delle malattie che di cura di chi si ammala.
Sosteniamo
la lotta di medici, infermieri e tutti gli operatori ospedalieri – donne e
uomini - che stanno lavorando duramente nonostante la carenza di strumenti e
dispositivi, correndo un grande rischio per la loro salute e la loro vita,
insieme a tanti altri che hanno mantenuto in funzione i servizi essenziali
durante questi tempi difficili.
L'ufficio
regionale europeo della Widf/Fdim rivolge un saluto speciale alle donne di
tutto il mondo che lavorano instancabilmente per proteggere le persone più
vulnerabili e salvare vite, anche con risorse scarse o inesistenti, mettendo
così a rischio la loro sicurezza personale.
Durante i
periodi di quarantena, le organizzazioni europee della Widf/Fdim hanno
continuato la loro lotta e non hanno smesso di sollecitare:
•
Finanziamenti statali per rafforzare i sistemi sanitari pubblici,
• Assunzione
di personale medico e infermieristico a tempo pieno, con pieni diritti
lavorativi.
• Fornitura
di tutto il necessario per il funzionamento delle Unità di Terapia Intensiva
• Sviluppo
dell'infrastruttura necessaria per il funzionamento globale dei servizi
sanitari e di ricerca pubblici.
Oggi è
evidente che la nostra lotta di lunga data per l'assistenza sanitaria pubblica
gratuita è davvero una lotta per la vita. Fornire ciò che è essenziale per la
salute delle persone è incompatibile con le regole del mercato e la ricerca di massimo
profitto.
Questi
problemi non sono nuovi. Ne evidenziammo molti già nel convegno che le nostre
organizzazioni europee tennero a Bruxelles nel 2015. È una lotta che abbiamo
combattuto in molti luoghi per un lungo periodo.
2.
Crisi sanitaria e tensioni
internazionali
Abbiamo
accolto con favore l'esempio di paesi come CUBA, che hanno mostrato in ogni modo possibile la loro
solidarietà ai paesi colpiti, mentre abbiamo denunciato l'UE, la cui politica
condanna i nostri popoli a vivere carenti dell'assistenza sanitaria pubblica
gratuita su cui confidano.
Denunciamo
la NATO che, nel profondo di questa crisi, esige da tutti gli Stati membri che
raggiungano l'obiettivo del 2% del PIL sugli armamenti e sulla spesa per la
"difesa". Ci opponiamo, chiediamo che i governi europei riducano i
loro bilanci di guerra per provvedere ai bisogni civili e ai servizi sociali.
L'epidemia
di COVID-19 è stata la scintilla che ha dato fuoco alla crisi economica globale,
ormai avanzata, intensificando gli antagonismi imperialisti, mentre i popoli gemono
sotto il peso che sono costretti a sopportare. Mentre essi piangono i loro
morti, i loro governi sono impegnati a pianificare nuove guerre di conquista.
La strategia
di controllo delle risorse e dei mercati, invece, non solo si è sottratta alla quarantena
negli ultimi mesi, ma è addirittura in fase di rimodulazione per potersi
avvantaggiare delle contraddizioni create dalla pandemia. Le maggiori potenze,
in primis USA, NATO e UE, stanno adottando misure sempre più aggressive per
promuovere gli interessi dei loro monopoli.
Sviluppi
pericolosi e preoccupanti si stanno verificando nell'Egeo e nel Mediterraneo
orientale. Questi sono causati da forze sociali, economiche e politiche che
cercano di trascinare i popoli della regione in avventure sanguinose non per
loro scelta. La lotta per il controllo delle risorse energetiche, delle rotte
del petrolio e del gas e delle merci nella regione è nell'interesse delle
classi dominanti della regione e non delle popolazioni. Il circolo vizioso
della concorrenza minaccia la pace e la stabilità, mentre le classi popolari di
Grecia, Cipro e Turchia non hanno nulla da guadagnare.
L’Ufficioregionale Europeo della Widf/Fdim pertanto:
• Si oppone
in ogni caso al coinvolgimento in conflitti e guerre.
• Si oppone
a tutte le violazioni dei confini e a qualsiasi violazione dei termini dei
trattati internazionali.
• Afferma
che le risorse della terra e del mare devono essere utilizzate per soddisfare i
bisogni delle popolazioni.
• Chiede di
porre fine alla corsa agli armamenti e al dispiegamento di armi nucleari.
3.
Ricaduta della crisi socio-sanitaria
sulle donne
La durata
delle misure di confinamento in Europa e nel mondo ha aumentato l'incidenza
della violenza domestica contro le donne, sulla quale governi, organizzazioni
transnazionali e grandi imprese multinazionali hanno continuato a versare
lacrime di coccodrillo. Ma gli ipocriti non dicono nulla delle loro guerre e
dei loro interventi armati in ogni angolo del globo, dei massacri
indiscriminati che creano migliaia di rifugiati, in maggioranza donne e
bambini.
Per contrastare la violenza sulle
donne, sono
necessarie politiche mirate e inasprimento delle sanzioni nei casi di
violazione dei diritti fondamentali delle donne. Alle donne devono essere
riservati finanziamenti statali adeguati perché possano usufruire di servizi
sociali e infrastrutture operanti a tempo pieno, con personale specializzato e
permanente - senza doversi rivolgere al settore privato – per l’assistenza a
coloro che subiscono abusi, come centri di accoglienza, case rifugio, linee
telefoniche dedicate e assistenza legale.
E soprattutto
va intensificata la lotta per eliminare le radici sociali ed economiche della
multiforme violenza contro le donne, in una società basata sullo sfruttamento e
l'oppressione.
La risposta alla
domanda: chi pagherà la crisi economica in Europa e nel mondo? È ancora una
volta nei milioni di lavoratrici e lavoratori che perdono il posto di lavoro,
subiscono riduzioni salariali e sono costretti a lavorare a tempo parziale e
contratti temporanei a chiamata. Ciò non è a causa del COVID-19, ma perché il
sistema capitalistico costringe le persone a coprire il costo delle sue crisi.
E nel frattempo, i governi e la UE decidono di distribuire miliardi di euro di
alle imprese private e ai monopoli, escogitando ulteriori oneri per i
cittadini. I motivi reali delle accese discussioni tra i paesi dell'UE cui abbiamo assistito riguardano quali
monopoli, quali settori e quali paesi faranno la parte del leone, e su chi scaricare
il peso maggiore della crisi. Come pagheranno le popolazioni, attraverso
aumenti delle tasse o ulteriori misure di austerità che riducano la spesa
sociale, per l'istruzione, la salute e il welfare? O entrambe le cose?
È evidente che, in tutta Europa, le
donne sono colpite in modo sproporzionato dagli effetti della pandemia, in quanto le più vulnerabili
nella forza lavoro: perché sono colpiti maggiormente i settori dei servizi e
dell'assistenza in cui la maggior parte dei dipendenti sono donne; perché sulle
donne si scarica il maggior peso cura dei bambini e degli anziani; perché l'assenza
di servizi pubblici pesa soprattutto su di esse, quando anche le scuole vengono chiuse e molte
sono costrette a restare a casa; perché molte vengono indirizzate al part-time
o perdono del tutto il lavoro, licenziate dai datori di lavoro che non ne hanno
più bisogno, come le addette ai servizi domestici, spesso neanche protette dal
sistema di sicurezza sociale.
In aggiunta,
i governi incoraggiano i datori di lavoro ad aumentare lo sfruttamento delle
donne, come accade con il telelavoro non regolamentato, orari di lavoro
flessibili e diritti lavorativi ridotti. E – a completamento – adottano misure
“di sicurezza” per reprimere e criminalizzare le lotte delle lavoratrici e dei
lavoratori che protestano.
Di fronte a tutto questo, le
organizzazioni europee della Widf/Fdim dicono: non glielo permetteremo!
L'esperienza
del COVID-19 ha accresciuto le difficoltà sociali ed economiche preesistenti di
molte donne e ha reso evidente ai loro occhi che disuguaglianze,
discriminazioni e violenza che esse subiscono sono inseparabili dalle
disuguaglianze, l'oppressione e lo sfruttamento insiti nel modo di produzione e
riproduzione capitalistico.
Non desisteremo
finché ciascuna di noi non avrà un lavoro stabile con una retribuzione
dignitosa e orari ragionevoli e l'accesso a servizi sanitari pubblici, l’istruzione
e welfare gratuiti di buona qualità. Finché non raggiungeremo quel futuro
giusto per noi e i nostri figli, che non può essere realizzato in una società
che mette al centro il profitto delle imprese.
4.
Il domani deve trovarci forti e
combattive
Chiediamo a
tutte le donne e alle organizzazioni di donne di prendere il loro posto nella
lotta collettiva in ciascuno dei nostri paesi e con la Widf/Fdim, partecipando
attivamente all’azione per garantire i nostri diritti e il nostro futuro.
Il nostro messaggio è chiarissimo: i
virus più letali sono lo sfruttamento e l'oppressione. La medicina più efficace
è la lotta per i nostri diritti.
L’Ufficio Europeo della Federazione democraticaInternazionale delle Donne
9 settembre 2020
Testo ingl.
DECLARATION of WIDF EUROPEAN REGION
The WIDF Office expresses its solidarity with the
women of Europe and all WIDF organizations in the region and the world, whose
peoples are facing the effects of the COVID-19 pandemic. To all who have been
ill, we send our thoughts and warm wishes for your recovery.
Each day, across the world, thousands of people are
losing their lives, and thousands more are put at risk of innumerable effects
on their health, because the policies of the governments, including those of
even the most powerful states, constantly undercut our health protection needs
to maintain markets and big business profits.
The perils of the pandemic tragically illustrate the
profound inadequacies of health systems in all capitalist countries. These were
well known before the appearance of COVID-19; they have not emerged out of
nowhere. They are the result of
anti-popular policies implemented by all the governments, either liberal or
social-democratic. What people are experiencing is the result of the
commercialization and privatization of health and care provision in the
interests of ever greater profits for the huge corporations.
This policy undermines the great scientific and
technological potential that exists today, which is well able to meet in full
people’s every need – both for prevention of illness and the curing of those
who become sick.
We support the struggle of doctors, nurses and all
hospital workers who are working hard despite lack of “tools” and at great risk
to their health and their lives, together with many others who have kept
essential services running during these difficult times.
The WIDF European Regional Office offers a special
salutation to women everywhere who work tirelessly to protect the most
vulnerable people and save lives, with scarce or no resources, thus putting
their personal safety at risk.
Throughout the quarantine period, the WIDF European
organizations continued their struggle, voicing their demands for:
·
State funding to strengthen public health systems,
·
Recruitment of full-time medical and nursing staff,
with full labor rights.
·
Provision of everything necessary for the running of
Intensive Care Units (ICUs) and
·
Development of the infrastructure necessary for the
comprehensive functioning of public healthcare and research services.
Today, it
is evident that our long-running struggle for free public healthcare is indeed
a struggle for life. Provision of what is
essential for the health of our families is incompatible with the
rules of the market, and quest for ever greater profits.
These issues are not new. We highlighted many of them
at the joint meeting of our organizations in Europe in Brussels back in 2015.
It is a struggle we have fought in many places over a long period. We welcome
the example of countries such as CUBA, which show their solidarity with
affected countries in every possible way and denounce the EU, whose policy
condemns our peoples to live without the free public healthcare on which they
rely.
We denounce NATO, which, in the depths of this crisis,
is requiring all member states to meet its 2% of GDP target on armaments and
‘defense’ spending. In contrast, we demand that European governments redeploy
their war budgets to provide for civilian needs and social services.
The COVID-19 epidemic was the spark that ignited the
global economic crisis, now well underway, intensifying imperialist
antagonisms, while the people groan under the weight of the burden they are
forced to bear. As they mourn their dead, their governments are busy planning
new imperialist wars.
The strategy to control resources and markets has, by
contrast, not only escaped quarantine in recent months, but is rather
undergoing reshaping to benefit from the contradictions created by the
pandemic. Each imperialist power, first
of all US, NATO and the EU, is taking steps to promote more aggressively the
interests of its monopolies.
Dangerous and worrying developments are taking place
in the Aegean and Eastern Mediterranean. These are caused by social, economic,
and political forces which seek to draw the peoples of the region into bloody
adventures not of their choosing. The fight to control the energy resources,
oil and gas routes, and commodities of the region are in the interest of the
region’s bourgeoisie and not its people. The vicious circle of competition
threatens peace and stability, while the popular strata of Greece, Cyprus and
Turkey gain nothing whatsoever.
The WIDF European Region therefore:
·
Opposes in any case of a hot incident and war
involvement.
·
Opposes all border violations and any contravention of
the terms of international treaties.
·
Asserts that the resources of the earth and sea must
be used to meet the needs of the people.
·
Calls for a halt to the arms race and deployment of
nuclear weapons.
The duration of lockdown measures in Europe and
throughout the world has increased the incidence of domestic violence against women, about which governments,
imperialist organizations, and large multinational corporations have constantly
shed crocodile tears. But the hypocrites say nothing about their wars and interventions
in every corner of the globe, as they wantonly massacre people and create
thousands of refugees, the majority women and children.
To tackle violence against women, targeted policies
are needed and increased penalties for cases of violation of women’s
fundamental rights. Women must be
accorded adequate state funding for the provision of social services and
infrastructure - operating full-time with specialist, permanent staff and
without the involvement of the private sector - to support those who are
abused. This should include, but not be limited to, crisis centers, refuges,
dedicated telephone lines, and legal assistance.
But above all, the struggle to eliminate the social
and economic roots of multi-faceted violence against women, in a society based
on exploitation and oppression, must be intensified.
The economic crisis in Europe and across the world is,
once again, witnessing the demand that the people must pay. That is why
millions of workers are losing their jobs, suffering wage reductions, and being
forced into part-time working and temporary, on-call contracts. This is not
because of COVID-19 but because capitalists are forcing people to cover the
cost of their crisis. And all the while, governments are distributing trillions
of dollars to business corporations.
The EU is giving billions of euros to its monopolies,
while announcing new burdens for the people. In recent times, we have witnessed
intense arguments between the EU countries over which monopolies, which sectors
and, especially, which countries will get the lion’s share and onto which
opponents to shift the greatest load. The people will pay either through
tax increases or further austerity measures reducing social expenditure,
education, health, and welfare – or both.
It is evident that throughout Europe, women are
disproportionately affected as the most vulnerable in the workforce. Firstly,
the pandemic has most affected the sectors of service and care in which the
majority of employees are women. Secondly, women are disproportionately
responsible for the care of children and older people. The absence of public
services to support them, especially during the pandemic when even schools were
closed, forced many women to stay at home. As a result, many lost their jobs or
were channeled into part-time work. At the same time, women from the popular
strata lost their jobs when employers no longer needed their workers, such as
those employed in domestic work. Many such women are not protected by the
social security system and fall through the net.
At the same time, governments are empowering employers
to increase women’s exploitation, for example through unregulated teleworking,
flexible working hours and reduced working rights.
They then take measures to suppress and criminalize
workers’ struggles in a bid to silence us.
WIDF
European organizations say: We will not let them do it.
The COVID-19 experience has increased the social and
economic difficulties of many women and made clear that inequality,
discrimination, and violence against women are inseparable from the inequality,
oppression, and exploitation inherent in the capitalist system.
We will
never agree that our needs can be sidelined when it is possible for every one
of us to have a stable job with decent pay and reasonable hours, and access to
free high-quality public health services, education and welfare. A just future
for women and children cannot be realized in a society that puts the profits of
business corporations at its center.
Tomorrow
must find us strong and militant.
We call on all women and women’s organizations to take
their place in the collective struggle in each of our countries and in the
WIDF, participating fully in the counterattack to secure our rights and our
future.
Our
message is crystal clear: The deadliest viruses are exploitation and
oppression. The most effective medicine is the struggle for our rights.
September 9, 2020
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