Ai lavori del CD – all’insegna del motto “La
FDIM dice Basta! Noi donne esigiamo la pace e l’uguaglianza, la fine delle
guerre e delle discriminazioni!” – hanno preso parte 35 delegate
provenienti dalle aree regionali d’America e Caraibi, Asia, Africa, Regione
Araba ed Europa. Il logo disegnato con i colori della bandiera palestinese simboleggiava
la profonda partecipazione della FDIM/WIDF alla lotta di resistenza della
Palestina contro l’occupazione israeliana.
I lavori si sono conclusi con l’approvazione del Piano d’Azione da realizzare nei
prossimi due anni e della Dichiarazione
finale che qui sotto riportiamo.
Il CD internazionale dellaWIDF/FDIM si è riunito dal 7 al 9 novembre 2023 a Madrid, nel contesto di una
drammatica acutizzazione della crisi geopolitica globale, di cui in questo
momento le nostre sorelle palestinesi e l’intera popolazione della Palestina stanno
subendo gli effetti più atroci.
Neppure per un momento,
durante lo svolgimento dei lavori, abbiamo potuto distogliere il nostro sguardo
dal feroce bombardamento e attacco di terra condotto dall’esercito israeliano
contro la Striscia di Gaza e dalle atrocità tremende che esso continua a
causare: in un mese è stata superata la cifra spaventosa di diecimila morti,
dei quali oltre un terzo sono bambini. Più della metà delle case di Gaza sono
state distrutte. Dei 2,3 milioni di abitanti della piccola Striscia di Gaza, un
milione e mezzo sono sfollati. Quartieri, ospedali, scuole sono stati rasi al
suolo; attraverso le reti sociali ci giungono immagini sconvolgenti.
Ma l’assordante
propaganda occidentale e israeliana, manipolando l’informazione, cerca di impedirci
di ascoltare le voci di donne, bambini e uomini palestinesi che da decenni
subiscono la violenza brutale di un'occupazione militare permanente, ed ora la
minaccia di una guerra di sterminio totale.
Le nostre sorelle del
Centro Regionale Arabo della WIDF/FDIM hanno scritto: «Rivolgiamo un appello in nome
della solidarietà umana alle donne di tutto il mondo che credono nella libertà,
nella giustizia, nella pace e nell'umanità, affinché continuino a protestare –
in tutte le possibili forme politiche e mediatiche – contro la guerra di
sterminio che si sta conducendo contro il nostro popolo nella Striscia di Gaza,
perché amplifichino la voce della Palestina in ogni forum e contribuiscano a
ripristinare il diritto del popolo palestinese all'autodeterminazione».
La WIDF/FDIM ascolta il grido delle
sorelle e dei fratelli palestinesi. Non li lasciamo soli a difendere la propria
vita e la propria dignità di popolo, partecipiamo alle imponenti mobilitazioni
di solidarietà con il popolo di Gaza che si stanno moltiplicando ad ogni
latitudine.
Siamo con le donne
palestinesi che lottano contro una triplice oppressione: di classe, di genere e
coloniale. Non può esserci una Palestina Libera senza la libertà delle donne,
come non potrà esserci libertà per le donne palestinesi senza una Palestina
libera dall'occupazione israeliana. Patriarcato e colonialismo sono due facce
della stessa moneta.
Esigiamo la fine
immediata dell'aggressione sionista, la fine della pulizia etnica e del
genocidio del popolo palestinese! Esigiamo non solo tregua per i palestinesi
sotto le bombe, ma anche giustizia, fine della Nakba che dura da 75 anni, uno
Stato nazionale palestinese entro i confini del 1967 con Gerusalemme come
capitale, secondo le risoluzioni inapplicate delle Nazioni Unite.
Sappiamo che l’escalation
estrema dell’aggressione alla Palestina, come la sequenza di conflitti sanguinosi
provocati nella regione medio-orientale (Libano, Iraq, Siria, Bahrein, Sudan…),
come pure la guerra in corso in Ucraina ed altre guerre ad altre latitudini, sono
effetti della volontà perversa degli Usa e i loro alleati dell’UE di imporre attraverso
il loro braccio armato della NATO un ordine mondiale basato sul loro assoluto
dominio economico e militare.
L’espansionismo della
NATO capeggiato dagli Stati Uniti, che come una piovra estende i suoi tentacoli
in ogni continente, è il principale fattore scatenante di destabilizzazione e
guerre nel mondo. Poiché, infatti, non accettano che la loro supremazia sia
messa in questione dalla crescita di altre potenze che possano contrastarla o dalla
resistenza di paesi e popoli che vogliano sottrarsi al loro impero economico, essi
spingono per spostare sempre più la competizione sul piano militare”.
Ciò innesca una folle
corsa al riarmo che esacerba le tensioni internazionali e causa i rischi di
nuove guerre, compreso quello di una catastrofica conflagrazione nucleare, che
il preoccupante indebolimento del sistema delle Nazioni Unite e l’allarmante
venir meno di strumenti internazionali di trattativa e riequilibrio non
riescono più ad arginare come avveniva in passato.
L’aumento senza precedenti
delle spese militari, che sottrae una quantità enorme risorse che potrebbero
essere investite per il benessere dell’umanità e nella salute del pianeta, ha
ripercussioni durissime immediatamente percepibili: da una parte con l’aggravamento
della crisi ambientale planetaria, che ha raggiunto livelli allarmanti, dall’altra con il peggioramento delle
condizioni di vita nelle aree del mondo già indebolite dalla preesistente crisi
sociosanitaria dovuta alla pandemia, che colpisce specialmente le classi
popolari, le donne, le generazioni più giovani.
Nelle società capitalistiche
le politiche neoliberiste imposte negli ultimi decenni hanno prodotto ovunque
una polarizzazione estrema nella distribuzione delle risorse, sia sul piano
globale che all’interno dei paesi, inducendo la concentrazione della ricchezza
nelle mani di pochi, a fronte dell’inasprimento delle diverse forme di
sfruttamento economico e della povertà relativa e assoluta.
Molti paesi, compresi gli
Stati Uniti e stati europei, sono attraversati da crisi verticali delle loro
istituzioni politiche le quali, sempre più assoggettate ai monopoli economici
finanziari privati, sono divenute deboli e remissive di fronte al revanscismo
delle forze neofasciste e reazionarie, suprematiste, neocolonialiste.
Questo è il quadro nel
quale verosimilmente ci troveremo a svolgere la nostra azione nel futuro
immediato. Le disuguaglianze, lo sfruttamento, la povertà, la violenza, la
precarietà di vita e di lavoro sono destinati ad aumentare.
I diritti delle donne –
anche quelli che sembravano acquisiti e indiscutibili – sono sotto attacco da
parte delle destre, sia nella loro versione neoliberista che quella neofascista.
Oltre alle politiche finanziarie neoliberiste che hanno precarizzato il lavoro,
indebolito l’educazione pubblica, privatizzato e quasi annichilito i sistemi
sanitari pubblici, le donne si trovano a dover contrastare un furioso attacco
diffuso contro i loro diritti all’autodeterminazione nelle scelte che
riguardano la loro vita, la sessualità e la maternità.
Tutto ciò, tuttavia, non
avviene senza suscitare contraddizioni e senza incontrare l’opposizione dei
movimenti delle masse popolari, femministe e progressiste.
Il mondo sta entrando in
una nuova fase inarrestabile, nella quale, a fronte della situazione di grave
tensione internazionale determinata dalla aggressività imperialista euro-atlantista,
cresce la spinta al riequilibrio delle forze e al multipolarismo.
I movimenti che lottano ovunque
nel mondo per affermare la soggettività, libertà e responsabilità delle donne
non possono essere fermati.
La FDIM è pronta a
raccogliere le nuove sfide e a contrastare i venti di destra che spirano sul
pianeta, le vecchie e nuove forme patriarcali di fascismo, colonialismo,
razzismo, suprematismo e militarismo.
Riaffermiamo il nostro
rifiuto della guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali
e il nostro sostegno alle iniziative nella direzione del disarmo e di una
transizione negoziata verso l’azzeramento degli arsenali nucleari.
Sosteniamo relazioni
internazionali pacifiche, paritarie, fondate sui valori di uguaglianza,
solidarietà e sostenibilità, e su un’idea di sicurezza comune non militarizzata.
C’impegniamo a promuovere
azioni comuni delle donne per un nuovo ordine mondiale multicentrico, basato sul
rispetto della legalità internazionale.
Rifiutiamo la prepotenza
delle sanzioni economiche unilaterali, dal blocco contro Cuba a quelle che
colpiscono i paesi che si sottraggono all’ordine imperiale anglo-americano.
Investiamo in un radicale sovvertimento delle attuali strutture di dominio capitalistiche e patriarcali, nell’affermazione dei diritti delle classi oppresse, a cominciare dal diritto
al lavoro, dalla eliminazione di ogni forma di povertà e di cittadinanza
negata.
Ci battiamo contro la violenza
dei trafficanti di esseri umani, per i diritti e la sicurezza delle popolazioni
migranti, contro ogni forma di discriminazione e violenza di genere, traffico e
sfruttamento sessuale, razzismo e xenofobia, militarismo e guerra.
Ci preoccupa fortemente
il cambiamento climatico, ci sta a cuore la salute dell’ambiente perché
vogliamo lasciare alle generazioni che verranno un Pianeta vivibile.
Siamo donne femministe,
pacifiste, democratiche, ecologiste. Abbiamo un grande patrimonio di idee e
pratiche per realizzare il futuro che vogliamo per il Pianeta. La nostra forza nasce dalla nostra storia e dal
nostro impegno che si rinnova generazione dopo generazione, giorno dopo giorno.
È cruciale perciò far
crescere la nostra WIDF/FDIM, perché possa continuare a far sentire forte la parola
delle donne nei consessi internazionali, sia nei forum sociali che nelle sedi
istituzionali: c’è bisogno più che mai dell’azione positiva e propositiva della WIDF/FDIM nell’ambito del sistema delle Nazioni Unite.
Nella sua esistenza
pluridecennale la WIDF/FDIM si è prodigata nello sforzo di promuovere la migliore
comprensione reciproca e la collaborazione tra le donne di tutto il mondo, la
sua azione è stata sempre orientata verso l’azione con uno scambio aperto e
costruttivo di idee e di esperienze.
Oggi più che mai c’è bisogno di promuovere alleanze estese con le organizzazioni e le reti di donne nazionali, regionali e internazionali, femministe e progressiste, per un’azione incisiva nell’orizzonte comune della lotta per la pace, l’uguaglianza, la giustizia sociale e climatica, per seppellire una volta per tutte l’ordine patriarcale, capitalistico e imperialistico.
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