Il 1° dicembre di 78 anni fa nasceva a Parigi la FederazioneDemocratica Internazionale delle Donne (FDIF/WIDF/FDIM). La Federazione è rimasta fedele al giuramento fatto dalle fondatrici nel 1945 di unire donne dei cinque continenti per difendere i diritti delle donne, la giustizia sociale e la pace, per eliminare finalmente il fascismo, il razzismo, il colonialismo e aprire la strada a un futuro migliore per le generazioni a venire. Questo costituisce a tutt’oggi la sua forza.
Quel 1° dicembre 1945, erano passati appena sei mesi dalla fine della seconda
guerra mondiale, che aveva lasciato nel fisico e nell’animo di milioni di
persone ferite che non si sarebbe rimarginate. Centinaia di migliaia di donne
in Europa e nel mondo avevano preso parte attiva alla lotta contro il fascismo
e i suoi crimini e in difesa della loro dignità di esseri umani. Molte avevano
perso i loro parenti più stretti, i mariti e i figli; erano state sottoposte a
torture disumane nei campi di concentramento nazisti; avevano vissuto e
combattuto nell'illegalità.
Le univa una comune richiesta: «Mai più guerra!». Tra
di esse c'erano donne che sarebbero diventate figure di spicco: l’eminente
scienziata francese e combattente della Resistenza Eugénie Cotton fu eletta prima presidente della WIDF; la prima
segretaria generale fu Marie Claude
Vaillant Couturier, che era sopravvissuta ai campi di concentramento di
Auschwitz e Ravensbrück e che era comparsa come testimone nel processo di
Norimberga; Dolores Ibarruri, la
Pasionaria, già figura assai nota internazionalmente per il ruolo che aveva
avuto nella lotta antifranchista in Spagna. E tante altre. La delegazione
italiana al congresso, una fra le più nutrite, era guidata da Ada Gobetti e Camilla Ravera.
L'idea di creare una federazione globale di donne era
stata lanciata già l’8 marzo 1943 a Londra, mentre si celebrava la Giornata internazionale della donna con
la partecipazione di antifasciste di ogni estrazione sociale e diverse
nazionalità. L’idea prese forma negli anni che seguirono. Nel 1945 si formò un Comitato internazionale per preparare il
primo Congresso mondiale delle donne, che ebbe luogo a Parigi dal 26
novembre al 1 dicembre 1945 e culminò
nella fondazione della FDIF.
Le 850 partecipanti, provenienti da 41 paesi,
espressero la volontà di unire le forze per proteggere la vita dei propri
figli, per il rispetto dei loro diritti di madri, lavoratrici e cittadine, per la
definitiva sconfitta del fascismo e per l’affermazione della pace, l’indipendenza
nazionale e le libertà democratiche.
La FDIF è stata una delle organizzazioni
internazionali non governative che più hanno svolto un ruolo efficace e sono state
ascoltate nell’ambito del sistema delle NU, grazie allo status consultivo di
cui ha goduto fin dal 1947, pur con alterne vicende, presso il Consiglio
Economico e Sociale dell’Onu, la partecipazione alla CSW, la cooperazione con Unesco,
Unicef, Oil[1].
Alla FDIF va ascritto il merito di aver proposto
l’istituzione, nel 1975, dell’Anno
internazionale della donna che culminò nella conferenza di Città del
Messico. Da lì nacque il Decennio delle Nazioni Unite per la donna che diede
vita alla Conferenza di Nairobi
nell’85 e a quella di Pechino nel
’95, con i Forum delle Ong segnati da una partecipazione di donne senza
precedenti, da ogni parte del mondo.
La FDIF figura tra i promotori della Convenzione
sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione verso le donne (CEDAW) -
adottata nel 1979 dalle NU e oggi sottoscritta da quasi tutti i paesi del
pianeta - e ha partecipato all’elaborazione della Dichiarazione sulla
partecipazione delle donne alla promozione della pace e della cooperazione
internazionale, adottata dalle Nazioni Unite nel 1981: il primo passo
verso l’omologa e successiva Risoluzione
1325 del Consiglio di Sicurezza, dell’ottobre 2000, che auspica una
presenza egualitaria delle donne ai tavoli negoziali dei grandi conflitti
internazionali.
In settantotto anni sono cambiate parecchie cose,
rispetto al congresso fondativo di Parigi. Dopo le tensioni parossistiche della
guerra fredda, il mondo è stato attraversato dalla distensione, e poi di nuovo
da guerre calde, la cosiddetta “guerra a pezzi” che attraversa il mondo oggi. I
muri ch’erano stati costruiti in Europa sono stati abbattuti, ma poi ne sono
stati eretti di nuovi.
Ma la FDIF è rimasta fedele al giuramento fatto dalle
fondatrici nel 1945 e continua ad operare oggi per difendere i diritti delle
donne, la giustizia sociale e la pace, per eliminare finalmente il fascismo, il
razzismo e per aprire la strada a un futuro migliore per le generazioni che
verranno.
La sua universalità e l'appeal del suo programma sono
andate riflettendosi nella sua costante crescita: nel 1945 la FDIF contava 41
organizzazioni associate; nell'Anno internazionale delle donne 1975 le
organizzazioni affiliate erano 103, oggi ne conta 135, unendo donne di diversi
paesi di tutti i continenti. Questo costituisce a tutt’oggi la sua forza.
[1] Per
approfondire la storia della WIDF, vedere: GALINA
GALKINA La Federazione Democratica Internazionale delle Donne. Capitoli nella
storia (Edizioni Il Raggio Verde, 2017) Il volume è reperibile in formato
ebook: https://www.bookrepublic.it/book/9788899679286-la-federazione-democratica-internazionale-delle-donne/
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