L’esercito israeliano attacca le Flotillas in acque internazionali, sequestra medici, giornalisti e parlamentari nell'impunità assoluta. Ogni silenzio, ogni rinvio, ogni neutralità è complicità.
La Freedom Flotilla Coalition
(#FFC) conferma in un comunicato che riportiamo qui per intero:
«Nella notte tra il 7 e l’8
ottobre, l’esercito di occupazione israeliano ha attaccato e sequestrato la
Flotilla in piene acque internazionali, a 120 miglia nautiche (220 km) da Gaza,
commettendo un ennesimo atto di pirateria, in violazione palese del diritto
marittimo internazionale e delle Convenzioni delle Nazioni Unite sul diritto
del mare (UNCLOS).
La Freedom Flotilla Coalition (#FFC)
e Thousand Madleens to Gaza (#TMTG) confermano che le imbarcazioni dirette a
Gaza — 8 barche a vela e la nave #Conscience — sono state intercettate,
abbordate con la forza e attaccate illegalmente alle 04:34 di oggi, mentre
navigavano in una zona dove Israele non ha alcuna giurisdizione né diritto di
intervento.
A bordo si trovavano equipaggi
interamente disarmati, composti da medici, infermieri, giornalisti,
parlamentari e attivisti internazionali. Tutte e tutti sono stati rapiti e
sequestrati con la forza, mentre le 18 tonnellate di aiuti umanitari destinate
a Gaza — medicinali, apparecchiature respiratorie, forniture alimentari e
nutrizionali — sono state confiscate illegalmente.
Questi aiuti erano diretti principalmente
agli ospedali di Gaza; dopo due anni di assedio e bombardamenti, la popolazione
vive in condizioni di carestia e collasso sanitario, e i medici ci hanno chiesto
aiuto, dato che non hanno più medicinali e sono esausti.
“Israele non ha alcuna autorità legale per detenere volontari internazionali a bordo di navi civili umanitarie”, ha dichiarato David Heap, membro della Canadian Boat to Gaza e del Comitato di Coordinamento della Freedom Flotilla Coalition. Questo sequestro viola apertamente il diritto internazionale e sfida le ordinanze vincolanti della Corte Internazionale di Giustizia, che impongono un accesso umanitario senza ostacoli a Gaza. I nostri volontari non sono soggetti alla giurisdizione israeliana e non possono essere criminalizzati per aver consegnato aiuti o denunciato un blocco illegale. La loro detenzione è arbitraria, illegittima e deve terminare immediatamente.”
Questo nuovo crimine segue il sequestro
illegale e la detenzione arbitraria degli equipaggi delle navi della Global
Sumud Flotilla, nonché delle precedenti missioni #Handala e #Madleen, e
l’attacco con droni israeliani contro la nave #Conscience lo scorso maggio
nelle acque europee, che lasciò l’imbarcazione in fiamme e fuori uso.
Si tratta di una strategia
deliberata di violenza e intimidazione, volta a impedire la solidarietà
internazionale e a criminalizzare la cooperazione umanitaria. Israele mostra
ancora una volta di non temere alcuna conseguenza, protetto dall’inerzia
complice dei governi occidentali, che tacciono di fronte a crimini evidenti,
violazioni sistematiche del diritto internazionale e atti di guerra contro
civili disarmati.
Israele continua ad agire nell’impunità più assoluta, violando: le ordinanze vincolanti della Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) che impongono il libero accesso degli aiuti umanitari; le Convenzioni di Ginevra, che tutelano civili e operatori umanitari; il diritto del mare, che garantisce la libertà di navigazione in acque internazionali; e ogni principio etico e umano alla base del diritto internazionale.
La Freedom Flotilla Coalition e
Thousand Madleens to Gaza denunciano con forza questo ennesimo crimine di
guerra e chiedono a tutti i governi, alle Nazioni Unite, alla Corte Penale
Internazionale e alla società civile mondiale di agire immediatamente per
fermare l’escalation e imporre la fine dell’assedio genocida contro Gaza.
Chiediamo: la fine immediata del blocco illegale e mortale imposto alla Striscia di Gaza; la cessazione del genocidio israeliano contro la popolazione civile; il rilascio immediato e incondizionato di tutti i volontari rapiti; la consegna diretta e immediata degli aiuti umanitari ai palestinesi, senza alcun controllo israeliano; l'apertura di un’inchiesta internazionale indipendente sui crimini commessi contro la Flotilla e i suoi membri; la piena responsabilità e condanna ufficiale per gli attacchi militari israeliani contro imbarcazioni civili umanitarie in acque internazionali.
La comunità internazionale ha il dovere morale e giuridico di reagire. Ogni silenzio, ogni rinvio, ogni neutralità è complicità con il crimine. Le nostre navi non portavano armi, ma coscienza, solidarietà e umanità. Ed è proprio questo che Israele teme di più».
#FreedomFlotilla #FreePalestine
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