5 giornate per i 5 Cubani
Cinque giornate fitte di iniziative pubbliche - dal 30 maggio al 5 giugno - sono in corso a Washington DC, con la partecipazione di rappresentanti di 22 paesi del mondo, per chiedere che cambi la politica Usa verso Cuba e la libertà per i 5 Cubani detenuti negli Usa da 15 anni.
Alle attività di queste 5 giornate hanno assicurato la loro partecipazione parlamentari, intellettuali, avvocati, sindacalisti e attivisti provenienti da 22 paesi del continente americano e del mondo. Tra questi la celebre attivista dei diritti civili Angela Davis, il giornalista e scrittore Ignacio Ramonet , già caporedattore di Le Monde Diplomatique; Dolores Huerta, notissima scrittrice giornalista ed ex parlamentare brasiliana, autrice di numerosi libri, tra cui i best seller Olga; Wayne Smith, ex capo della sezione Interessi Usa a Cuba; Ramsey Clark del Centro per i diritti umani negli Usa; il filosofo italiano e parlamentare europeo Gianni Vattimo, e molti altri.
Oltre alle conferenze stampa pubbliche e ai dibattiti, agli eventi culturali, mostre d’arte e concerti musicali, il 1° giugno si è svolta una manifestazione davanti alla Casa Bianca, cui ha preso parte anche una delegazione di cubano-americani di Miami.
Nelle ultime settimane, sui più importanti media Usa è apparso con evidenza l’interesse per un cambiamento nella politica Usa verso Cuba. Uno dei punti focali dell’ampio dibattito è proprio la ricerca di una soluzione al caso dei 5 Cubani.
Arrestati con l’accusa di terrorismo e condannati nel 1998, i 5 Cubani ormai internazionalmente conosciuti – Fernando, Gerardo, Antonio, Ramon e René - erano giunti negli Usa negli anni ’90 proprio per investigare sulle attività di gruppi di destra anticubani, responsabili di atti terroristici contro Cuba che dal 1959 ad oggi hanno causato la morte di circa 3500 persone. Intervenendo alla conferenza stampa di apertura delle cinque giornate di Washington Ignacio Ramonet ha ribadito l’assurdità dell’accusa di terrorismo rivolta ai Cinque, affermando che “è evidente che essi non hanno mai commesso alcun atto di violenza, al contrario hanno salvato vite umane, perché hanno impedito ad altri di commettere atti terroristici”.
Nonostante il vasto movimento cresciuto in tutto il mondo per la loro liberazione, solo ad uno dei cinque, René Gonzales, è stato recentemente concesso di rientrare a Cuba, dove attualmente si trova. Nel corso della stessa conferenza stampa svoltasi nella prima delle cinque giornate, Gonzales è intervenuto in collegamento internet raccontando la sua esperienza e chiedendo il rilascio dei suoi quattro compagni. Rilasciato nell’ottobre 2011, Gonzales dovette restare negli Usa per altri tre anni in libertà vigilata, finché, in occasione di una visita autorizzata di due settimane a Cuba per la morte di suo padre, gli è stato permesso di restare, dopo avere rinunciasse alla cittadinanza statunitense. Per gli altri quattro continua la detenzione nelle carceri Usa.
Per vedere il filmato sulla conferenza stampa:
Per altre informazioni sulle cinque giornate:
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