22/11/16

Referendum costituzionale

 4 dicembre

Quando le donne dicono NO


Roma, assemblea delle donne per il NO nella Casa internazionale delle donne 

Il 4 dicembre andremo a votare per esprimerci sulle modifiche alla Costituzione italiana volute dal governo.
Noi voteremo No principalmente perché, modificando ben 47 articoli della Costituzione, si vanno ad intaccare nella sostanza i principi di partecipazione democratica contenuti nella prima parte di essa e si intende disegnare un ordinamento politico verticistico, nel quale viene ridotto pericolosamente il necessario bilanciamento tra poteri legislativo, giudiziario e ed esecutivo, tutto a favore di quest’ultimo.
Sappiamo che l’indebolimento degli equilibri  costituzionali riduce la nostra capacità di esigere i nostri diritti e rende più difficile il cammino della democrazia e della partecipazione delle donne.  Per questo voteremo NO insieme a molte altre associazioni e organizzazioni di donne che negli ultimi decenni sono ripetutamente scese nelle piazze per protestare contro una politica tutta  declinata al maschile, per costruire o allargare lo spazio pubblico ove praticare la politica  e “fare la differenza”.
La parità di genere è già scritta nella Costituzione italiana, basta applicarla!
Voteremo NO insieme a molte altre donne di diverse generazioni, impegnate nei partiti politici, nei sindacati e in diverse istituzioni, che  nei decenni dal 1946 ad oggi hanno lavorato per difendere e rafforzare gli spazi di dialogo sociale e di partecipazione democratica.
Come dicemmo No al tentativo di stravolgimento costituzionale nel referendum del 2006, diciamo NO anche questa volta, convinte come siamo che dire NO non è affatto un atto di conservazione, ma la premessa per rilanciare il confronto tra i soggetti politici attivi della società, tra le donne e gli uomini impegnati ad affrontare le sfide del futuro, a partire dai principi e dalle lungimiranti potenzialità  che sono già scritte nella Costituzione italiana.

17/11/16

FONDAMENTALISMI

LIBERTA' DELLE DONNE E FONDAMENTALISMI 

Roma, Casa internazionale delle donne, 26 novembre 2016, ore 10



INVITO A ROMA
Libertà delle donne e fondamentalismi è il tema dell'incontro che terremo a Roma, il 26 novembre 2016 dalle 10 alle 13, nella sala Simonetta Tosi della Casa internazionale delle donne, in via della Lungara 19
Abbiamo stabilito questo orario, contenendo il nostro incontro alla sola mattinata del 26 novembre  per consentire a tutte noi di partecipare alla manifestazione nazionale contro la violenza sulle donne prevista nella stessa giornata a partire dalle ore 14.

Da alcuni mesi il nostro gruppo sta ragionando, e invitiamo coloro che lo vorranno ad unirsi a noi, su un pezzo di realtà che coinvolge tutte le nostre vite: la libertà delle donne di fronte allo sviluppo di vecchi e nuovi fondamentalismi. E’ nostro intento arrivare ad organizzare un seminario internazionale su questo tema entro la prossima primavera.

Viviamo in un'epoca segnata  da regressioni culturali e politiche, da violenze, sulle persone e sulle popolazioni, da guerre e da migrazioni. Spesso la religione, qualsiasi essa sia, viene usata per “giustificare” atti repressivi e di violenza, politiche distruttive e degradanti  della civiltà umana.

I fondamentalismi possono avere natura differente, ma sono sempre “totalizzanti” ed “escludenti”; a noi interessa ragionare su alcuni: quelli che più hanno come bersaglio la libertà delle donne, i fondamentalismi religiosi o ideologici a oriente e occidente la cui ossessione è cancellare la possibilità di queste ultime di disporre liberamente del proprio corpo e della propria mente. Spesso essi si intrecciano con altri fondamentalismi, i cui effetti minano alla radice la libertà delle donne, che è a nostro avviso un indicatore del livello di libertà e civilizzazione generali. Pensiamo a quello “tecnologico-scientifico” e a quello del “libero mercato”: dal dominio della tecnologia sui nostri corpi alle guerre, i loro effetti disastrosi sono sotto gli occhi di tutti.

L'altra faccia della violenza è la estrema debolezza del pensiero e della capacità di immaginare alternative fondate sull'inclusione e la partecipazione. La volontà di riconoscere criticamente le differenze e farle coesistere, può essere un antidoto all'assolutismo fondamentalista.

E' come se la straordinaria avanzata delle donne nel mondo negli ultimi decenni dovesse essere ricacciata indietro. Ma la resistenza delle donne si manifesta, in modi diversi, in molte parti del mondo.

Nonunadimeno

Tutte a Roma il 26 novembre 2016 

MANIFESTAZIONE NAZIONALE 

CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE





L'AWMR Italia parteciperà alla manifestazione nazionale contro la violenza sulle donne, il 26 novembre a ROMA, all'Assemblea nazionale autoconvocata per il 27 novembre, nella quale si definirà un percorso comune per la revisione del Piano Straordinario Nazionale Anti-violenza, che le donne ritengono insoddisfacente. 
Su https://nonunadimeno.wordpress.com/ è disponibile uno spazio d'informazione e comunicazione aperto a tutte.


Appello per la manifestazione nazionale del 26 novembre 
Un terzo delle donne italiane, straniere e migranti, subisce violenza fisica, psicologica, sessuale, spesso fra le mura domestiche e davanti ai suoi figli. Dall’inizio dell’anno decine e decine di donne sono state uccise in Italia per mano maschile. La violenza maschile sulle donne non è un fatto privato né un’emergenza ma un fenomeno strutturale e trasversale della nostra società, un dato politico di prima grandezza che affonda le sue radici nella disparità di potere fra i sessi. Le politiche di austerity e riforme come quelle del lavoro e della scuola, in continuità con quanto accaduto negli ultimi dieci anni, non fanno altro che minare i percorsi di autonomia delle donne e approfondire le discriminazioni sociali, culturali e sessuali.

08/11/16

Saharawi

Un atto brutale e arbitrario

L’Unione Nazionale delle Donne Saharawi (UNMS) protesta e condanna l’espulsione arbitraria dal Marocco di Suelma Beiruk, vice presidente del Parlamento Panafricano

Nella foto: Suelma Beiruk con (a destra) Fatma Mehdi, presidente dell'UNMS 
Le autorità del Marocco lunedì mattina hanno fermato ed espulso da Marrakech  Suelma Beiruk, vice presidente del Parlamento panafricano, appena giunta nella città marocchina per partecipare in qualità di vice presidente del Parlamento panafricano alla 22a  sessione della conferenza delle Nazioni Unite sul clima  #COP22 .
Suelma Beiruk è stata costretta ad imbarcarsi su un volo per Casablanca e da lì, dopo alcune ore, a prendere un altro volo diretto a Oran in Algeria.
Dal momento che Suelma viaggiava con passaporto diplomatico, con questo atto il Marocco ha violato il principio di inviolabilità del personale diplomatico sancito dal diritto internazionale consuetudinario e riconosciuto dalla Convenzione di Vienna del 1961 sulle relazioni diplomatiche.

Le donne dell’UNMS,  davanti a questo atto di flagrante violazione dei diritti umani e delle norme e i trattati internazionali, esprimono il loro sostegno e la solidarietà a Suelma Beiruk, denunciano i metodi e le pratiche arbitrarie delle forze di occupazione e sollecitano le Nazioni Unite e la comunità internazionale a esercitare pressioni sul Marocco per la violenza permanente e sistematica contro la popolazione Saharawi nei territori occupati e fuori di essi. L’UNMS chiede inoltre alle Nazioni Unite di monitorare i diritti umani nel Sahara Occidentale,  con l'apertura dei territori occupati agli osservatori internazionali, in modo che possano prendere atto della realtà di brutale repressione che specialmente le donne Saharawi vivono quotidianamente.


In seguito all’atto inqualificabile delle autorità marocchine verso Suelma Beiruk, l’intera delegazione del Parlamento Panafricano si rifiuta di partecipare a COP22 : ma finora né le Nazioni Unite né il governo del Marocco si sono espressi sull’avvenimento, che getta un’ombra pesante sulla neutralità del Marocco quale sede del 22° vertice  sul clima, che si pone l’obiettivo di ratificare gli accordi di Parigi.  

http://www.mujeressaharauis.com/2016/11/repulsa-y-condena-de-la-union-nacional.html