13/11/19

Bolivia / #Noalcolpodistato / CMB



Ripudiamo il colpo di stato orchestrato dall'impero e dalle élites della regione americana contro il popolo boliviano e il presidente Evo Morales




La Confederazione delle Donne Brasiliane (CMB), affiliata alla Federazione Internazionale Democratica Femminile (WIDF), condanna categoricamente il colpo di stato perpetrato in Bolivia dalle élites economiche locali e regionali, supportate dal governo degli Stati Uniti, contro il legittimo presidente Evo Morales. 

Tra i progressi e le battute d'arresto della lotta popolare latinoamericana, il colpo di stato che ha portato il presidente Evo Morales fuori dal governo boliviano è senza dubbio uno dei contraccolpi più violenti degli ultimi tempi. Il 10 novembre, il malcontento di quelle élites si è tradotto nell'ultimatum ant-patriottico e antidemocratico lanciato al governo popolare.

Noi crediamo che la leadership di Evo Morales abbia assicurato alla Bolivia un governo che ha rappresentato gli interessi della maggioranza della popolazione, dei popoli indigeni, dei lavoratori/lavoratrici e dei giovani; esso ha operato per assicurare la fine dell'analfabetismo, per realizzare urgenti politiche sociali in un paese ricco ma disuguale, conseguire risultati costituzionali storici come la nazionalizzazione delle risorse energetiche nazionali più strategiche, il rafforzamento dell’economia pubblica.

La Bolivia è il paese in cui le donne sono la maggioranza in parlamento. È il paese che ha drasticamente ridotto la povertà.

A questo punto, chiediamo che sia rispettata la democrazia e sia fermata l’ondata di violenza e razzismo scatenati nei confronti dei settori sociali più vulnerabili. Chiediamo alle forze politiche e sociali di non regredire rispetto ai progressi sociali e culturali raggiunti.

Sollecitiamo le organizzazioni internazionali e i governi democratici della regione americana a contribuire al ripristino della democrazia e delle garanzie per tutti di una vita in pace, giustizia sociale e convivenza democratica nel paese fratello.

San Paolo del Brasile, novembre 2019

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