25/10/22

Atene 2022 / VI Forum Europeo delle forze di sinistra, verdi e progressiste

“I diritti delle donne contro la destra, il fascismo e l’imperialismo” 

I diritti delle donne contro le destre, il fascismo e l'imperialismo

di Ada Donno (FDIM Europa)

È stata una Assemblea femminista molto partecipata e combattiva quella che si è tenuta il 22 ottobre ad Atene, nell’ambito del VI Forum europeo delle Forze di Sinistra Verdi e Progressiste per la Pace, la Giustizia sociale e climatica (21-23 ottobre 2022). Il Forum, organizzato da European Left e Transform!Europe in collaborazione con i partner greci, ha riunito esponenti di partiti politici, esperti e militanti dei movimenti sociali e della società civile di tutta l’Europa, per ragionare insieme sull’urgenza di riportare la pace nel continente europeo e costruire una strategia politica alternativa per l’Europa, nel quadro di una transizione globale ad un ordine mondiale multipolare fondato sulla giustizia sociale e climatica e una vera sicurezza umana demilitarizzata.

Per quanto i temi dei diritti delle donne attraversassero trasversalmente l’agenda del Forum Europeo e lo sguardo di genere fosse presente in ogni sessione e panel, un’assemblea dedicata alla riflessione femminista sui diritti delle donne, sotto attacco in questo complicato passaggio della storia europea, era indispensabile. E riflettendo su quale titolo darle, quali parole scegliere per nominare le priorità che segnano questo momento in Europa, in fase preparatoria si era convenuto su “I diritti delle donne contro la destra, il fascismo e l’imperialismo”.
Da sin.: Aida Sopi Niang, Ada Donno,Gabriela Lopez,
Elisa Giustinianovich, Cristina Simò

Riprendendo le motivazioni di questa titolazione, Katerina Papatheodorou  ed io, coordinando l’assemblea, abbiamo cercato di esplicitarne così il senso: dopo la grande stagione di crescita culminata nella conferenza mondiale di Pechino nel 1995, nella quale è sembrato che il mondo intero convergesse verso il riconoscimento dei diritti delle donne, oggi abbiamo la percezione che essi siano sotto attacco ad ogni latitudine, che stiamo facendo passi indietro e che ci troveremo a dover difendere con la mobilitazione sociale di massa quello che sembrava incancellabile perché scritto nelle leggi. Tuttavia le donne non cederanno alla logica della lagnanza che le vuole eterne vittime e, capovolgendola, riaffermeranno i loro diritti di fronte ad ogni forma vecchia e nuova di aggressione da parte della destra, del fascismo e dell’imperialismo.

L’Assemblea si è articolata in due panel: nel primo abbiamo ascoltato testimonianze straordinariamente illuminanti da alcuni paesi extraeuropei (Stati Uniti, Colombia, Cile e Senegal) su avvenimenti recenti che stanno riverberando inevitabilmente i loro effetti in Europa.

Gloria Inés Ramirez 
Gloria Inés Ramirez, rappresentante del Foro di San Paolo e neoministra del lavoro nel governo progressista colombiano di Gustavo Petro e Francia Márquez, collegata da Bogotà, ha delineato i passaggi essenziali del nuovo processo avviatosi con il mandato popolare in Colombia in direzione di una nuova politica per assicurare una vita dignitosa per i ceti e le comunità più vulnerabili, la giustizia sociale e ambientale, unitamente al completamento del processo di pacificazione avviato da alcuni anni. Processo di pacificazione che Gloria Inés Ramirez negli anni più recenti ha seguito da vicino in qualità di vicepresidente della Federazione Democratica Internazionale delle Donne (FDIM), incaricata di verificare l’applicazione dell’approccio di genere negli Accordi di Pace che di fatto hanno dato impulso allo straordinario cambiamento democratico in corso in Colombia.

Gabriela Lopez dei Socialisti Democratici d’America (DSA) ci ha riferito sugli ultimi sviluppi dell’attacco della destra conservatrice al diritto all’aborto negli Stati Uniti e sulla situazione determinatasi dopo la recente sentenza della Corte Suprema che, abolendo la storica sentenza Roe v. Wade con cui nel 1973 veniva legalizzato l'aborto negli Usa, ha di fatto aperto la strada alla negazione dell’aborto nei singoli governati dalla destra.

Aida Sopi Niang, vicesindaca di Dakar per il partito Liberare il popolo (Yewi Askan Bii), ha aperto uno squarcio illuminante sui nuovi orizzonti delle lotte per i diritti delle donne in Africa, nel contesto della storica lotta per liberarsi dai retaggi del colonialismo e del neocolonialismo.

Elisa Giustinianovich, che come delegata del movimento femminista 8M di Punta Arenas ha fatto parte dell’Assemblea Costituente incaricata di redigere il testo della nuova Costituzione cilena, si è interrogata sulla lezione da trarre dal risultato negativo del referendum che il 4 settembre scorso ha bocciato una proposta straordinariamente innovatrice riguardo ai diritti delle donne e delle comunità indigene, con la quale il Cile avrebbe segnato l’uscita definitiva dalla triste eredità della dittatura militare di Pinochet.

Il secondo panel si è concentrato sulla realtà europea, dove particolarmente i diritti delle donne sono sotto attacco da parte dell’estrema destra, sia che si trovi all’opposizione sia al governo. Dell’impatto negativo sui diritti delle donne della destra al governo hanno parlato sia Jeannette Escanilla, parlamentare del Vänsterpartiet (partito della sinistra svedese) e personalmente molto attiva sul fronte della resistenza del popolo palestinese, sia Fotini Kouvela (già responsabile delle Pari Opportunità nel governo di Syriza in Grecia). Skevi Koukouma, dell’Associazione Pancipriota delle donne (POGO) e vicepresidente della FDIM in Europa, ha invece raccontato l’azione energica di opposizione delle forze di sinistra a Cipro, nella situazione drammaticamente complicata dalla divisione dell’isola a causa dell’occupazione turca, mentre Toni Morillas, direttrice dell’Istituto per la Donna in Spagna, non ha nascosto luci ed ombre del processo di acquisizione dei diritti da parte delle donne spagnole e sulla costante mobilitazione richiesta alle forze progressiste e al movimento femminista per consolidarli.

Sia dagli interventi delle relatrici , sia dal vivace dibattito che è seguito, è emerso un allarme diffuso riguardo all’impatto negativo dei governi di destra sui diritti delle donne, nel contesto di una più generale involuzione politica in Europa. Un impatto temuto che non ha a che vedere con le capacità delle donne di difendere i propri diritti, ma con la crisi economica capitalistica terribilmente accelerata e complicata dalla guerra in Ucraina; con la conseguente “normalizzazione” della destra postfascista e la sua integrazione nelle istituzioni e perfino nei governi dei paesi europei, che ha lo scopo, da una parte, di rovesciare la narrazione storica europea del secondo dopoguerra, dall’altra di sostenere la rinnovata aggressività di un ordine mondiale unipolare che si presenta in economia con la faccia del neoliberismo, in politica internazionale con quella del suprematismo razzista e militarista.

Una condizione che è incompatibile con i diritti delle donne e dei ceti sociali più vulnerabili.  E se è vero che il fenomeno dell’emersione delle forze postfasciste si manifesta in maniera più preoccupante in alcuni paesi, è vero anche che esso investe l’intera Unione europea: non è saltato fuori dalle recenti elezioni, come quelle italiane di settembre o quelle svedesi precedenti, bensì per passaggi graduali nell’ultimo trentennio, grazie alle complicità diffuse, attive o passive, delle forze cosiddette “moderate” europee ed extraeuropee.
Da sin. Fotini Kouvela, Skevi Koukouma, Katerina
Papatheodorou, Cristina Simò

Non stiamo preconizzando - come banalizza qualcuno – che domani mattina ci sveglieremo circondate da regimi fascisti di tipo mussoliniano o hitleriano. Il neofascismo si è aggiornato: è euro-atlantista in politica estera, è neoliberista quanto basta in politica economica, veste perfino abiti femminili, come stiamo vedendo in Italia e altrove in Europa. Ma la radice ideologica resta quella di sempre: militarista, primatista, anti egualitaria e razzista, patriarcale, sessista e misogina. Il vero rischio è che, dopo la “normalizzazione” di tali forze, i passi successivi saranno una tremenda retrocessione nei diritti civili e sociali, l’introduzione di leggi autoritarie e repressive, la revisione, di nome o di fatto, delle costituzioni europee nate dalla resistenza antifascista.


Da qui la nostra preoccupazione profonda che – come abbiamo voluto ricordare nell’Assemblea – ci riporta con la memoria all’anno 1945, al momento in cui centinaia di donne che erano sopravvissute ai lager nazisti, che avevano fatto la resistenza in Europa ed erano diventate simbolo della lotta antifascista, come Dolores Ibarruri, si riunirono a Parigi nel congresso di fondazione della FederazioneDemocratica Internazionale delle Donne e fecero un giuramento solenne: “mai più fascismo, mai più guerra”. E noi che siamo le figlie e le nipoti di quelle donne intendiamo onorare quel giuramento.

Nel suo commento conclusivo, Cristina Simó Alcarez del MDM (Spagna) ha lanciato la proposta di un piano d’azione da costruire a partire da un prossimo incontro delle donne europee da tenersi nel febbraio 2023 in Italia, nel contesto delle mobilitazioni dell’8 marzo. Proposta accolta dall’Assemblea femminista e restituita nella sessione plenaria di chiusura del VI Forum Europeo da Marta Martin Moran, che ha letto la dichiarazione conclusiva qui sotto riportata.

DICHIARAZIONE FINALE

Il fascismo e i suoi alleati non passeranno!

Vogliamo aprire questa dichiarazione finale dell’Assemblea Femminista del VI Forum Europeo (Atene, 21-23 ottobre 2022) esprimendo la nostra condanna per lo stupro che una ragazza di 19 anni ha subito l’11 ottobre presso la stazione di polizia di Omonia per mano di due poliziotti.

Non può essere che chi dovrebbe proteggerci diventi il nostro carnefice!

Da questo VI Forum delle Forze di Sinistra, Verdi e Progressiste di Atene   vogliamo inviare tutta la nostra solidarietà a tutte le donne del mondo che subiscono abusi e oppressioni, vittime di guerre, blocchi o sanzioni, ma che nonostante tutto continuano a resistere. Continuiamo e continueremo.

Il patriarcato, principale alleato del capitalismo, rinsalda la destra, l'estrema destra, l'imperialismo e il fascismo, che sono facce diverse della stessa medaglia.

L'alleanza criminale tra patriarcato e capitale ci vuole senza diritti e al loro servizio per soddisfare le necessità di cura, sessuali e riproduttive e continuare a trattarci come manodopera a basso costo.

Di fronte a questa aggressione è urgente dare una risposta europea, globale e unitaria! Avendo ben chiaro che non si può essere femministe senza essere anche antifasciste, antimperialiste e anticolonialiste.

Per questo, dall'Assemblea delle donne di questo Forum decidiamo di incamminarci verso un 8 marzo 2023 che affermi la centralità del sistema di assistenza pubblica e di tutti i servizi sociali, e dica NO alla guerra e agli investimenti in armamenti.

Noi ci opponiamo all'incremento della spesa militare a detrimento degli investimenti nel sistema di assistenza pubblica!

Per avviare il nostro percorso di realizzazione degli impegni assunti in questo Forum, proponiamo, in vista di un 8 marzo che sia ancora una volta giornata di grande mobilitazione femminista in Europa, un incontro europeo delle donne da tenersi nel febbraio 2023 in Italia, dove purtroppo da oggi si è insediato un governo capeggiato dal partito neofascista, profondamente patriarcale e intenzionato a privare le donne delle loro conquiste.

Non vogliono ascoltarci, ma ci faremo sentire.

Come femministe antifasciste e antimperialiste, diremo loro chiaramente che i nostri corpi non sono territorio di conquista e, per quanto ci provino, il fascismo e i suoi alleati, il patriarcato e il capitale, non passeranno!


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