RISOLUZIONE DI ROMA
Roma, 22 giugno 2017
Il Segreteriato della Federazione Democratica Internazionale delle Donne (WIDF), riunito a Roma (Italia) dal 19 al 23 giugno 2017, avendo esaminato globalmente la situazione politica delle donne, i conflitti più rilevanti e l'impatto di essi sulla loro vita, dichiara:
1. Le donne arabe, in particolare in Palestina, Yemen, Siria, Libano, Iraq, Bahrain, Libia e Sudan, vivono una situazione estremamente difficile a causa delle guerre, del terrorismo, delle bande della criminalità organizzata che determinano la condizione di detenzione per migliaia di donne, particolarmente ragazze, trattate come schiave del sesso nelle mani di gruppi terroristici, nel contesto di uno scenario sociale segnato dalla mancanza di servizi pubblici e da un alto tasso di violenza domestica esercitata dal maschilismo dominante.
2. Le violenze dei gruppi terroristici e la cultura patriarcale dominante privano del diritto a una vita libera dalla violenza anche le ragazze e le bambine africane, costrette a subire una realtà in cui soprattutto i/le minorenni sono vittime di sequestri e violenze sessuali, gravidanze non volute, traffico di esseri umani.
3. Le donne dei paesi arabi, africani e americani e della regione dei Caraibi si trovano ad affrontare una situazione politico-economica pregiudicata dalla strategia militare distruttiva e predatoria degli Stati Uniti, che pretendono di mantenere il controllo delle risorse naturali col ricorso all'intervento militare, l'occupazione e l'aggressione. Tale condizione di pericolo subiscono anche le donne nella Repubblica popolare di Corea che costantemente vivono sotto la minaccia di un attacco nucleare.
4. Teniamo questo segretariato in una congiuntura storica particolare per il continente americano e i paesi dei Caraibi, in cui l'offensiva imperialista tenta sempre più di zittire e neutralizzare il movimento progressista e rivoluzionario, opera senza sosta per distruggere il processo di integrazione tra i paesi dell'area, in particolare nel caso di Venezuela, Argentina, Brasile, Bolivia, Perù, Ecuador, Nicaragua e El Salvador.
5. Condanniamo l'Unione Europea e la NATO che, in complicità con gli interessi imperialistici degli Stati Uniti, si sono prestate come punta di diamante nell'offensiva contro la Siria e i paesi della regione araba. Allo stesso tempo le donne europee denunciano l'aumento crescente delle disuguaglianze sociali e le restrizioni dei diritti, in conseguenza dell'attuazione di politiche neoliberiste, secondo le quali la spesa sociale è solo un fardello che limita l'accumulazione di capitale delle grandi industrie e dei grandi gruppi economici e la concentrazione nelle loro mani della ricchezza generata dal lavoro. Tutto ciò si traduce in precarizzazione del lavoro, aumento della disoccupazione e riduzione dei benefici di un sistema pensionistico decente.
6. Denunciamo le difficoltà che incontra nei paesi europei lo sviluppo dei movimenti per i diritti delle donne e di sinistra in generale, con restrizioni di fatto alla partecipazione politica attiva.
PER TUTTO QUESTO:
1. Chiediamo l'attuazione coerente della CEDAW, di tutti i suoi articoli senza riserve; che siano contrastati con efficacia il terrorismo e i fondamentalismo che nei paesi arabi minacciano le donne nella loro indipendenza, autodeterminazione e loro stessa esistenza. Mettiamo in guardia contro le gravi conseguenze delle politiche razziste e repressive determinate dall'occupazione israeliana in Palestina, che continua a costruire ulteriori insediamenti nei Territori Occupati. Chiamiamo tutti ad contrastare tale ingiustizia con ogni mezzo, compreso il boicottaggio dei prodotti israeliani provenienti da insediamenti coloniali sionisti; chiediamo la liberazione delle fattorie di Shebaa, delle colline di Kfarchouba e del Golan siriano e rivendichiamo i diritti inalienabili del popolo palestinese, la libertà dei prigionieri e il ritorno dei profughi, in conformità con la risoluzione 194 delle NU, la creazione di uno stato indipendente palestinese con capitale al Quds - Gerusalemme.
2. Esprimiamo il nostro sostegno al processo di pace in Colombia e riaffermiamo il nostro impegno a sostenere l'attuazione dell'approccio di genere nei accordi di pace. Sosteniamo la proclamazione dell'America Latina e dei Caraibi come zona di pace e denunciamo l'aggressione imperialista in questa regione. Dichiariamo il nostro appoggio a Cuba, contro il blocco economico che riflette l'odio e la disumanità dell'impero americano; sosteniamo la lotta delle donne brasiliane per ripristinare la democrazia e la giustizia sociale, il consolidamento delle conquiste a favore delle donne e delle masse espropriate in El Salvador; appoggiamo senza riserve le donne della Repubblica Bolivariana del Venezuela, contro i tentativi di destabilizzazione politica ed economica di quel paese messi in atto dalle forze della reazione che vogliono fermare l'avanzata del processo rivoluzionario.
3. Chiediamo a tutte le donne di unirsi per una vita libera dallo sfruttamento, per la parità di diritti tra uomini e donne, per la realizzazione dei diritti sessuali e riproduttivi, ad una maternità libera e responsabile.
4. Proclamiamo il diritto di tutti i popoli all'autodeterminazione e leviamo in alto la bandiera della pace per tutti i popoli del mondo.
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