Perché torniamo in piazza
Martedì 18 febbraio dalle 16:00 siamo tutte in Campidoglio per Piazza Aperta
Perché la Casa Internazionale delle donne di Roma rischia ogni giorno lo sfratto. Da agosto 2018 il Comune di Roma ha revocato la convenzione ma le associazioni della Casa continuano a svolgere i servizi per tutte le donne, senza riconoscimento
del loro valore sociale, senza alcun finanziamento da parte del Comune. Si cancellerebbe un luogo storico e simbolico del femminismo romano, patrimonio della storia dei diritti e delle libertà delle donne ma anche di tutta la città.
del loro valore sociale, senza alcun finanziamento da parte del Comune. Si cancellerebbe un luogo storico e simbolico del femminismo romano, patrimonio della storia dei diritti e delle libertà delle donne ma anche di tutta la città.
Perché per Lucha y Siesta il 20 febbraio è previsto il distacco delle utenze, per volere di Atac spa con il sostegno del Comune, nella procedura di concordato per evitare il fallimento della municipalizzata più indebitata d‘Italia, nonostante la Regione Lazio abbia avviato le procedure per partecipare all’asta e acquistare l’immobile. Si vuole chiudere così un presidio sociale e politico contro la violenza e un luogo prezioso con 14 stanze in una città drammaticamente carente di posti in case rifugio e ben al di sotto degli standard previsti nella Convenzione di Istanbul.
Lucha y Siesta e la Casa Internazionale delle donne sono laboratori culturali e politici riconosciuti che puntano sui sogni liberi ed autonomi delle donne che li attraversano. Noi siamo il sogno vivo, libero ed autonomo.
Perché le Case delle donne devono restare aperte e moltiplicarsi in ogni territorio rivendicando progetti di sviluppo nati sui desideri delle donne che lì vivono.
Perché si deve riconoscere la loro autonomia e il valore sociale, politico ed educativo che riversano intorno, sulle scuole, nelle associazioni e per le strade di tutti i quartieri. Noi siamo valore sociale, politico ed educativo.
Perché il regolamento del patrimonio comunale in discussione disconosce di fatto il tessuto sociale, culturale e associativo che in questi anni ha tenuto insieme la città.
Perché non siamo aziende e non ci curiamo di interessi privati, ma tuteliamo i nessi comunitari indeboliti dall'impoverimento culturale e dalla precarietà.
Perché siamo in agitazione permanente verso lo sciopero globale femminista 2020.
L’8 marzo sarà giornata di mobilitazione sui territori e il 9 marzo sarà sciopero femminista. Incroceremo le braccia e ci riprenderemo il tempo e lo spazio che vogliamo.
L’8 marzo sarà giornata di mobilitazione sui territori e il 9 marzo sarà sciopero femminista. Incroceremo le braccia e ci riprenderemo il tempo e lo spazio che vogliamo.
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