La mattina
del 10 dicembre sono state diffuse le prime notizie sulla decisione presa dell’Alta
Corte inglese in merito al ricorso degli Stati Uniti contro la sentenza dello
scorso gennaio, che bloccava l’estradizione dell’editore e giornalista
australiano Julian Assange. Smentendo la precedente sentenza, il ricorso degli
Usa è stato accolto e ora Assange potrebbe essere estradato negli Usa e lì
giudicato per presunti reati di cui viene accusato. Ricordiamo che la sua “colpa”
è avere informato il mondo, attraverso Wikileaks, sui crimini commessi dall'imperialismo
statunitense e i suoi alleati in luoghi come l'Afghanistan, l'Iraq e la Libia.
Stella
Moris, compagna di Julian Assange, nonché avvocata della sua difesa, ha
dichiarato: «L’Alta Corte è andata contro Julian, in questa occasione, sulla
base di assicurazioni/ “non-assicurazioni” politiche che gli Stati Uniti hanno
dato al governo del Regno Unito… Parlo di “non-assicurazioni”, perché tali
assicurazioni sono intrinsecamente inaffidabili e mostrano la loro natura
fallace nella loro stessa formulazione… Nell’ultimo anno, così come negli
ultimi due anni e mezzo, Julian è rimasto nel carcere di Belmarsh. In realtà,
subisce pene detentive in una forma o nell’altra, dal 7 dicembre 2010: da 11
anni! Per quanto tempo ancora può andare avanti così?
«Oggi è la
Giornata Mondiale dei Diritti Umani. Che vergogna, che cinismo, prendere questa
decisione in questo giorno! Tenere uno tra i più importanti editori e
giornalisti degli ultimi 50 anni in una prigione del Regno Unito, accusato per
aver pubblicato la verità sui crimini di guerra, sui “kill team” della CIA! Ad
ogni nuova udienza veniamo a sapere di più sulla natura criminale e violenta di
questo caso. Julian ha denunciato i crimini delle torture della CIA, delle
uccisioni della CIA e ora sappiamo che quegli assassini della CIA stavano
pianificando di uccidere anche lui! Come può questa Corte approvare una
richiesta di estradizione in queste condizioni? Come possono accettare
un’estradizione nel paese che ha tramato per uccidere Julian, che ha tramato
per uccidere un editore a causa di ciò che ha pubblicato?
«Questo caso
lede i fondamenti stessi della libertà di stampa e della democrazia! Ma
lotteremo! Ogni generazione ha una battaglia epica da combattere e questa è la
nostra! Perché Julian rappresenta i fondamenti di cosa significa vivere in una
società libera, di cosa significa libertà di stampa, di cosa significa per i
giornalisti fare il proprio lavoro senza dover temere di passare il resto della
loro vita in prigione. Il Regno Unito incarcera i giornalisti, stanno detenendo
Julian per conto di una potenza straniera che sta intraprendendo un’azione
violenta, criminale e vendicativa contro un giornalista: è di questo che si
tratta! Esorto tutti a unirsi e combattere per Julian! Julian rappresenta tutte
le nostre libertà e tutti i nostri diritti.»
Respingiamo
con forza la decisione della Corte d'Appello di Londra di autorizzare
l'estradizione del giornalista Julian Assange negli Stati Uniti. Se estradato,
Assange dovrà affrontare 18 accuse che potrebbero portare fino a 175 anni di
carcere.
Leviamo
anche la nostra voce per dire: No all'estradizione! Julian Assange libero!
#FreeAssange #FreeAssangeNOW
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