Non ci sono guerre giuste, ci sono cause giuste
Adolfo Pérez Esquivel, premio Nobel della Pace*
Occorre fare un'analisi pacata sulle responsabilità della guerra tra Ucraina e Russia e sul silenzio e il rifiuto di USA e UE di trovare una soluzione diplomatica per evitare la guerra.
La NATO,
nella sua politica con gli Stati Uniti, cerca di espandere il suo controllo e
il dominio sul mondo e di sottoporre molti popoli ai suoi interessi militari,
politici ed economici. La guerra ha molte facce, dall'azione psicologica, di propaganda, quella economica che USA e UE impongono contro la Russia, il blocco dei
suoi prodotti e delle esportazioni, le sanzioni sui beni bancari, sugli uomini
d'affari russi, con cui si cerca in tutti i modi di danneggiare l'economia russa, fino all'intervento indiretto nella guerra con l'invio di armi a sostegno del governo filonazista dell'Ucraina che per otto anni ha attaccato e perseguitato la
popolazione delle province separatiste del Donbass.
I grandi
media dominanti hanno assistito in silenzio complice ai massacri della NATO e
degli USA in Siria, Libia, Iraq e all’istallazione delle basi militari nei
paesi confinanti con la Russia, che mettevano in pericolo la sicurezza di quel
paese. La guerra psicologica dei grandi media impone la sua propaganda
disastrosa versando carburante sul conflitto, diffondendo falsità e
disinformazione sui fatti. Rimangono in silenzio e nascondono la verità sulla
guerra, mentre cercano di demonizzare la Russia.
L’escalation
della situazione e l'intervento della NATO e degli Stati Uniti nel confronto
con la Russia provocherebbero la terza guerra mondiale, che colpirebbe il mondo
intero in un olocausto nucleare. È urgente trovare una soluzione negoziata
prima che sia troppo tardi. Inviare armi e combattenti all'Ucraina, applicare
sanzioni e punizioni alla Russia significa cercare di spegnere un incendio con
la benzina.
Le sanzioni
contro la Russia danneggiano l'economia mondiale e di tanti paesi che hanno
bisogno della Russia, è un boomerang per gli stessi paesi che le impongono.
È importante
rilevale la posizione della Cina, che guarda con pacatezza agli eventi, alle
conseguenze della guerra e all'avanzata della NATO e degli Stati Uniti, e si
pone come mediatore tra Russia e Ucraina per porre fine al conflitto armato.
È urgente
pensare a un nuovo ordine mondiale equo e non sotto la coartazione capitalistica
che genera più degrado, povertà e disuguaglianze. Molte volte abbiamo sollevato
l'urgenza di un Nuovo Contratto Sociale. Le Nazioni Unite hanno bisogno di una
profonda riforma e democratizzazione del Consiglio di Sicurezza. Il Preambolo
delle Nazioni Unite recita “Noi popoli del mondo”.
Oggi
purtroppo i popoli del mondo sono assenti dai luoghi dove si decide e dai percorsi
che il mondo dovrebbe seguire, di pace, solidarietà, per combattere la fame, la
povertà, il clima. Più che di cambiamento climatico, l'umanità ha bisogno di un
cambiamento di sistema, sociale, politico ed economico, di cercare la diversità
nell'unità e porre fine al monopolio della forza in poche mani e delle armi,
investire nella produzione per la vita e lo sviluppo dei popoli e non in
strumenti di morte. Sono i popoli che subiscono la violenza della guerra, non
possiamo dimenticare le migliaia di profughi in fuga dalla guerra in Ucraina.
Sia la
Russia e che il governo ucraino devono proteggere i corridoi umanitari per
salvare vite umane e garantire ai rifugiati cure e sicurezza fondamentali per le
loro vite e le loro famiglie.
L'umanità
sta attraversando momenti di grande incertezza e sofferenza che hanno mietuto
migliaia di vittime in varie parti del mondo. La pandemia di Covid-19 non
colpisce tutti allo stesso modo, i più poveri sono sempre i più colpiti. Aumentano
i conflitti armati, ma anche la fame, che è la guerra silenziosa che miete
migliaia di vite ogni giorno.
Ci sono
forze sociali positive nel mondo che chiedono la PACE, che vogliono un Nuovo
Ordine Mondiale, libero da dominazioni, delle organizzazioni culturali,
sociali, politiche e religiose che lavorino per la costruzione di un mondo più
giusto e solidale. Esse rivendicano una pace nelle relazioni umane, l'unità nella diversità e il diritto degli individui e dei popoli alla
libertà.
La fede
sposta le montagne.
*Adolfo Pérez Esquivel,
pacifista argentino, ricevette il Premio Nobel per la Pace nel 1980, per le sue
campagne di denuncia contro la dittatura militare argentina negli anni settanta
del XX secolo.
#Ucraina #Nowar
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