28/12/17
22/12/17
19/12/17
Lettera alla RAI TV
Se il servizio pubblico d'informazione non ci informa
LETTERA APERTA DI PROTESTA
Alla Presidente RAI TV dott. Monica Maggioni
Al Direttore Generale RAI TV dott. Mario Orfei
non abbiamo parole per esprimere la nostra indignazione per il silenzio in tutti i TG e le reti della RAI TV Servizio Pubblico sull'importante cerimonia di Oslo (9-12 dicembre) per la consegna del Premio NOBEL per la PACE a ICAN , campagna mondiale per l'abolizione delle armi nucleari.
I media di tutto il mondo hanno dimostrato di avere compreso la portata storica di un avvenimento che ha gratificato l'impegno di centinaia di associazioni e movimenti da anni impegnati per elevare a livello giuridico l' aspirazione all'eliminazione degli ordigni nucleari, minaccia di morte per tutta l'umanità.
Il 7 luglio 2017 è la data che ha concretizzato un percorso, durato anni, con la firma del Trattato per la messa al bando di queste armi. Oslo ha voluto celebrare degnamente questa grande conquista di civiltà.
A Roma, lo stesso 11 dicembre, varie associazioni promotrici della campagna antinucleare hanno voluto solennizzare l'evento, e insieme sollecitare l'Italia alla RATIFICA DEL TRATTATO E ALLA RIMOZIONE DELLE BOMBE NUCLEARI che all'insaputa della gran parte dei cittadini sono ospitate nel nostro territorio. La Conferenza Stampa si è svolta presso la Sala NASSIRIYA del SENATO.
Il silenzio della RAI in tutta questa vicenda è inaudito e incomprensibile.
Si tratta di una battaglia di civiltà , sulla quale chi vive nel nostro paese ha diritto a essere informato e sensibilizzato.
Assistiamo quotidianamente alla rappresentazione di fatti di assai secondaria importanza , non raramente in grado di sollecitare addirittura istinti riprovevoli, mentre non si è voluto dare spazio a un evento di questa portata, a differenza di quanto hanno fatto i mezzi di informazione di altri paesi.!
Esprimendo tutta la nostra disapprovazione porgiamo distinti saluti
Wilpf Italia, Disarmisti esigenti, Peacelink, Donne in nero, Pax Christi,Comitato Nazionale No Guerra No NATO - CNGNN, IPPNWAssoc It.Medici Prevenzione guerra Nucleare. Awmr Italia - donne della regione mediterranea, Accademia Kronos - onlus , altri firmatari.
13/12/17
Palestina / GUPW
Unione Generale Donne Palestinesi (GUPW)
Noi donne palestinesi in lotta per i nostri diritti
A nome delle donne Palestinesi che combattono e lottano
da decenni per il diritto del popolo palestinese alla autodeterminazione e alla
costituzione di uno Stato palestinese indipendente con Gerusalemme Est come
capitale, per il diritto al ritorno dei profughi secondo le legittime
risoluzioni internazionali relative alla questione palestinese, leviamo la
nostra voce contro la decisione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump
di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele e di trasferirvi la propria
ambasciata, contraddicendo la posizione della comunità internazionale che
riconosce Gerusalemme come parte del territorio palestinese occupato in base
alla risoluzione 478.
Questa decisione smaschera gli Stati Uniti come
sostenitori dell’occupazione e non onesti mediatori del processo di pace.
Tutto il popolo palestinese rifiuta questa decisione e
chiede a tutte le forze democratiche nel mondo che credono nei diritti umani e
nella legalità internazionale di appoggiare il diritto del popolo palestinese a
costituire uno stato palestinese indipendente entro i confini del 4 giugno
1967, con Gerusalemme est come capitale.
Ci appelliamo al mondo come associazione di donne
democratiche che sta con il popolo palestinese, contro l’imperialismo e il
sionismo, perché si condanni, si deplori e si denunci questa decisione. Ci
appelliamo alla comunità internazionale perché si promuova una conferenza
internazionale sotto l’egida del processo di pace delle Nazioni Unite per
raggiungere una giusta e complessiva soluzione alla questione palestinese.
Viva l’amicizia tra i popoli pacifici, viva la lotta del
popolo palestinese, viva le donne palestinesi in lotta, libertà ai prigionieri
politici palestinesi nelle carceri israeliane
INTISAR ELWAZIR
Presidente General Union of Palestinian Women
Palestina / Solidarietà
FUDANREN (Giappone)
Gli Usa ritirino la loro decisione irresponsabile
Noi donne del FUDANREN (Giappone) chiediamo l’immediato
ritiro della decisione dell’amministrazione Trump che riconosce Gerusalemme
come capitale di Israele.
Il governo giapponese è stato favorevole alla ricerca di
una risoluzione del conflitto israelo-palestinese attraverso il raggiungimento
della coesistenza pacifica fra i due Stati. Oggi sollecitiamo il governo di Shinzo Abe a
fare pressioni sull’amministrazione Usa perché ritiri la sua decisione
irresponsabile.
Per la pace in Medio Oriente, noi chiediamo il ritiro
delle truppe di occupazione israeliane dai territori palestinesi, il rispetto del
diritto palestinese alla autodeterminazione e alla costituzione di un proprio
stato sovrano, con il reciproco riconoscimento del diritto ad esistere.
Ci impegniamo ad operare ulteriormente per una giusta soluzione
della questione palestinese e degli altri urgenti problemi del Medio Oriente.
Yuri Horie
Vice-Presidente di FUDANREN
12/12/17
Gerusalemme è palestinese
Movimento Democratico delle Donne del Portogallo
Una decisione illegale alla luce del diritto internazionale
Il Movimento Democratico delle Donne (MDM) condanna il riconoscimento di
Gerusalemme come capitale di Israele da parte degli USA, atto politico
imperdonabile che viola i diritti del popolo palestinese.
La decisione, annunciata lo scorso 6 dicembre del presidente degli Stati
Uniti Donald Trump, di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele e di
trasferire l’ambasciata nordamericana da Tel Aviv nella città considerata santa
da cristiani, ebrei e musulmani, è illegale alla luce del diritto internazionale.
Nell’ambito delle Nazioni Unite essa costituisce una violazione gravissima
del diritto internazionale, definito specificatamente in numerose risoluzioni,
compresa la recente 2334 del Consiglio di Sicurezza del dicembre 2016, che
esplicitamente menziona Gerusalemme Est come “territorio palestinese occupato”.
Ancora una volta, è stata dimostrata l’ipocrisia degli Usa nel presentarsi
come “mediatori imparziali” nel conflitto, mentre hanno sempre appoggiato
l’occupazione, l’espansionismo e l’aggressione israeliana contro il popolo
palestinese, votando insieme ad Israele contro tutti le misure che riconoscono
la legittimità della causa palestinese e il diritto al riconoscimento dello
Stato palestinese, in particolare imponendo sanzioni contro gli organismi delle
Nazioni Unite ogniqualvolta valorizzino il patrimonio politico e culturale
della Palestina.
Ecco perché è importante ricordare, e l'MDM lo fa, che nel conflitto
israelo-palestinese, le due parti non sono su un piano di parità, e che dalla
parte della Palestina ci siano innumerevoli proposte di negoziato all'interno
delle Nazioni Unite per il riconoscimento di due Stati.
Nell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del dicembre 2016, il
presidente dell'Autorità Palestinese, aveva ribadito la speranza che il 2017 fosse
l'anno conclusivo dei negoziati per l'indipendenza, con la proposta di Conferenza
internazionale di pace entro la fine dell'anno. Con questo passo inaccettabile gli
Stati Uniti, ancora una volta e in modo aperto, offrono copertura alla politica
sionista di occupazione illegale dei territori palestinesi, compresa l'occupazione
totale di Gerusalemme. Questa misura unilaterale e illegale degli Stati Uniti
fa parte di un rapido deterioramento della situazione in tutto il Medio
Oriente, con un crescendo di minacce e misure che costituiscono il pericolo di
un ulteriore escalation di guerre e conflitti nella regione.
A questo punto, il MDM, in sintonia con la causa dell'indipendenza e della
liberazione della Palestina fa appello allo Stato portoghese perché - come hanno
fatto numerosi enti e paesi stranieri - condanni, in modo inequivocabile, il
riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele da parte degli Stati Uniti
ed esiga nelle sedi internazionali il rispetto della legalità internazionale.
Inoltre, chiede al governo portoghese, in obbedienza ai principi costituzionali
e in osservanza delle raccomandazioni adottate nel Parlamento, di riconoscere
formalmente lo Stato di Palestina con capitale Gerusalemme Est.
Nel mondo globale in cui viviamo, non possiamo tacere e ignorare le guerre
e i pericoli che minacciano l'umanità, provenienti da paesi che – sotto le
vesti di agnello, sono lupi - seminano odio, ingiustizia, disuguaglianze,
oppressione nei territori altrui, a vantaggio dei propri interessi e affari militaristici e di sfruttamento
delle risorse naturali e umane.
L'MDM ribadisce la sua solidarietà con le donne e il popolo palestinese e sostiene
la loro giusta lotta per il loro inalienabile diritto alla terra e a costruire lo stato libero, indipendente,
sovrano e vitale di Palestina nei confini precedenti al 1967 con la capitale a
Gerusalemme Est, insieme a una giusta soluzione per la difficile situazione dei
milioni di rifugiati palestinesi a cui sono state confiscate le proprietà, e
che sono stati costretti a lasciare la loro terra e la loro patria.
L'MDM invita le donne portoghesi e del mondo a sostenere la giusta lotta
del popolo palestinese per il diritto alla terra e chiede alle forze vive di
denunciare l’ennesima violazione del diritto internazionale perpetrata dal
governo degli Stati Uniti, e a respingere la politica di apartheid e genocidio messa in atto dal governo di Israele, che
umilia i diritti universali e la dignità umana del popolo palestinese, mette in
pericolo la pace in quella regione del pianeta e nel mondo.
Palestina/Israele
Federazione delle donne greche
Respingiamo la provocatoria e cinica decisione di Trump
La Federazione delle Donne Greche (OGE) denuncia con forza l’inaccettabile decisione degli USA di riconoscere Gerusalemme come capitale
d’Israele: in questo modo essi sturano gli “otri di Eolo” sulla questione palestinese
Con brutale provocazione
e cinismo il presidente degli Usa Donald Trump ha descritto come “una delle democrazie di maggior successo nel mondo” lo stato di Israele, questo stato assassino che
continua da decenni ad occupare i territori palestinesi e ad opprimere un intero popolo con gli insediamenti
illegali, le uccisioni, migliaia di prigionieri politici.
Sollecitiamo il governo
greco di SYRIZA-ANEL a riconoscere immediatamente lo Stato di Palestina con
capitale Gerusalemme Est, secondo quanto stabilito dal parlamento greco nel
2015, invece di sostenere attivamente lo stato d’Israele
intensificando i rapporti militari e commerciali e prendendo parte ai piani
imperialisti Usa e Nato nella regione.
Noi denunciamo con forza
questa politica. Siamo decisamente solidali col popolo palestinese, con le
coraggiose donne palestinesi e continueremo a sostenere la loro eroica lotta.
11/12/17
Palestina e Israele
Movimento di Donne Democratiche in Israele
Noi, donne israeliane arabe ed ebree, chiediamo
che Trump ritiri la sua grave decisione
Il Movimento di
Donne Democratiche in Israele, che rappresenta migliaia di donne ebree ed
arabe, esprime il proprio disappunto e rifiuto del riconoscimento annunciato
dal presidente Trump di Gerusalemme come capitale di Israele. La decisione del
presidente Trump è in contrasto con tutte le risoluzioni delle Nazioni Unite
contro l’occupazione israeliana dei territori palestinesi, compresa Gerusalemme
Est. Noi siamo preoccupate che questo annuncio porti ad una rinnovata
esplosione di violenze.
Tale decisione mette fine
alla finzione degli Usa di giocare un ruolo di mediatore nel processo di pace. La
politica del presidente Trump attizza il fuoco nel Medio Oriente e non aiuta a
risolvere il problema. Per le donne della regione ciò si tradurrà in ulteriori
sofferenze per le conseguenze della violenza repressiva. Negli ultimi giorni
diversi palestinesi sono stati uccisi e centinaia sono stati feriti
dall’esercito israeliano. Altre madri soffriranno per la perdita dei loro
figli.
Noi ancora vogliamo
credere che la soluzione di due Stati e la creazione di uno Stato Palestinese
entro i confini anteriori al 1967
in Cisgiordania, Striscia di Gaza e Gerusalemme Est sia
la giusta e durevole opzione per risolvere la perdurante occupazione.
La sovranità di Israele
su Gerusalemme Ovest non è mai stata riconosciuta internazionalmente, e tutti i
paesi mantengono le loro ambasciate a Tel Aviv. Il presidente Trump con questa
sua decisione contraddice la posizione della comunità internazionale e sostiene
l’occupazione illegale dei territori palestinesi da parte di Israele.
Tale decisione rinfocola
i contrasti religiosi e incoraggia i gruppi fondamentalisti, poiché Gerusalemme
è la città santa di tre religioni.
Noi, donne israeliane
arabe ed ebree, chiediamo che il presidente Trump ritiri la sua pericolosa
decisione e voglia svolgere un ruolo positivo nella soluzione del conflitto
fra Israeliani e Palestinesi perché si giunga ad una giusta e durevole pace tra
due Stati indipendenti.
10 dicembre 2017
Movement od
Democratic Women in Israel
10/12/17
Solidarietà Palestina
Centro Regionale Arabo della FDIM/WIDF
Chiediamo solidarietà con i diritti umani e nazionali delle donne palestinesi
Nella giornata internazionale dei diritti umani, dove sono i diritti del popolo palestinese disperso nel mondo, la sua terra usurpata e la sua capitale minacciata?
Il Centro Regionale Arabo della Federazione Democratica Internazionale delle Donne denuncia che la decisione del presidente nordamericano Donald Trump di spostare l'ambasciata degli Stati Uniti ad Al Quds (Gerusalemme) e proclamare questa città capitale dello stato sionista costituisce il passo più pericoloso compiuto dall'amministrazione Usa in tutta la sua storia fatta di arroganza e dominazione e di sostegno agli ingiusti e usurpatori.
Questo fatto richiede una mobilitazione di tutte le donne e gli uomini liberi della regione araba e del mondo, a livello politico, giuridico, mediatico, diplomatico combattivo e militante.
Salutiamo le donne palestinesi che lottano e resistono fermamente, così come tutte le donne del mondo, quale forza promotrice e anche più influente, e ci rivolgiamo alla Federazione Democratica Internazionale delle Donne - che ha sostenuto tanto lungamente e continua a sostenere le lotte delle donne per i loro diritti come quelle dei popoli per la libertà e la democrazia, per la pace e contro la guerra, ed è in particolar modo accanto al popolo palestinese nella sua lotta per conquistare il suo diritto al ritorno e a costruire il proprio stato indipendente in terra di Palestina con Gerusalemme come capitale - per affrontare unite questa nuova biasimevole situazione.
In nome del Centro Regionale Arabo chiediamo alla WIDF/FDIM - come nostro alto e prestigioso forum democratico e nostra voce contro la flagrante ingiustizia che si sta compiendo contro la storia e il diritto dei popoli ed i loro valori nazionali - di rivolgere un appello alle donne del mondo affinché sia assunta una comune posizione di solidarietà con i diritti umani e nazionali delle donne palestinesi che oggi devono affrontare questa grave situazione provocata dalla decisione del presidente Usa Donald Trump.
Chiediamo appoggio per il popolo palestinese nella sua sollevazione contro la grave e pericolosa decisione di Trump.
Beirut, 8 dicembre 2017
Il Centro Regionale Arabo della WIDF/FDIM
08/12/17
Palestina libera
Presidio per la Palestina
AWMR Italia -Donne della Regione Mediterranea aderisce al presidio per la Palestina di fronte all'ambasciata USA di Roma, indetto per il 9 dicembre dalla Rete di solidarietà con il popolo palestinese, per protestare contro la decisione arbitraria e illegale del presidente Trump di considerare Gerusalemme capitale dello stato di Israele e di trasferirvi l'ambasciata americana da Tel Aviv.
La AWMR Italia - Donne della Regione Mediterranea rifiuta il riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele da parte degli USA, annunciato dal loro presidente Trump in aperta violazione del diritto internazionale e dei diritti del popolo palestinese.
Respinge anche, come atto di ostilità nei confronti del popolo palestinese, l'annunciata intenzione di spostare da Tel Aviv a Gerusalemme l'ambasciata americana.
Tutto ciò sarebbe una violazione delle numerose risoluzioni dell'ONU, compresa la recente 2334 del Consiglio di Sicurezza (dicembre 2016) che esplicitamente cita Gerusalemme Est come "territorio palestinese occupato".
Questo inaccettabile atto smaschera l'ipocrisia degli USA che si sono finora presentati come " mediatori imparziali" nel conflitto israelo-palestinese, mentre in realtà hanno sostenuto l'occupazione, l'espansionismo e l'aggressione israeliana contro il popolo palestinese, votando all'ONU contro tutte le misure che riconoscono la legittimità della causa palestinese, in particolare quelle riguardanti l'applicazione di sanzioni contro gli insediamenti israeliani nei territori palestinesi.
Con questo inaccettabile passo gli USA palesemente appoggiano la politica sionista di occupazione illegale del territorio palestinese, compresa l'occupazione totale di Gerusalemme.
Questa misura arbitraria e illegale degli USA, inoltre, innesca l'ulteriore deterioramento della situazione in Medio Oriente, col rischio di nuove escalation di guerre e conflitti nell'intera regione.
La AWMR Italia, solidale con la causa dell'indipendenza e liberazione della Palestina, chiede al governo italiano di condannare e respongere - come hanno già fatto altri governi europei - questo atto e di reclamare presso il governo USA e nelle sedi internazionali il rispetto della legalità internazionale.
La AWMR Italia inoltre sollecita il governo italiano a riconoscere formalmente e inequivocabilmente lo Stato di Palestina con capitale Gerusalemme Est, conformemente a alle risoluzioni delle Nazioni Unite.
Ribadisce infine la piena solidarietà con le donne e tutto il popolo palestinese e ne sostiene la giusta lotta per l'inalienabile diritto alla terra e alla edificazione dello Stato palestinese libero, indipendente e sovrano dentro i confini esistenti anteriormente al 1967 con capitale Gerusalemme est, insieme alla giusta soluzione per la condizione delle migliaia di profughi palestinesi costretti a lasciare beni, terra e patria.
Invita le donne italiane e del mondo a sostenere la.lotta legittima delle donne palestinesi per il diritto al ritorno in patria e a respingere, insieme a questa ennesima provocazione perpetrata dagli USA, la politica israeliana di apartheid e di occupazione dei territori palestinesi, che viola i diritti umani e umilia la dignità della popolazione palestinese, mettendo ulteriormente a rischio la pace nel mondo.
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