Le
Donne in Nero e Centro Pandora di Padova
annunciano che il 30 ottobre scenderanno in piazza per protestare nella modalità
consueta – in silenzio e in nero – che le caratterizza, per protestare contro l’esclusione
delle emissioni militari dal calcolo delle emissioni di gas serra che alterano
il clima.
«Fra pochi giorni dal 1° al 12 novembre, avrà luogo a Glasgow la conferenza COP26
che, con la partecipazione della maggioranza dei governi del mondo, discuterà
dell’emergenza climatica e i rimedi per contrastarla. Una parte
importante di questa emergenza è l’aumento dei gas serra, in particolare
l’anidride carbonica (CO2), che determina l’aumento delle temperature.
Ogni paese dovrebbe rendere pubblico il livello delle proprie emissioni,
ma fin dal 1997 (Accordi di Kyoto) da questi numeri sono escluse le
emissioni militari
perché il complesso militare industriale - compresi i conflitti in cui gli
apparati vengono utilizzati - sono esentati dagli obblighi di rendicontazione e
riduzione delle emissioni.
I numeri di cui si discuterà a Glasgow quindi non sono realistici, ma
carenti e parziali, come quelli di una bilancia truccata. Non vogliamo essere
prese in giro, perché sappiamo che “non sono certo bruscolini le emissioni
climalteranti riconducibili ai sistemi d’arma, agli eserciti, alle loro basi e
apparati, agli aerei, alle navi, ai carri armati, alle guerre “.
Ma i
veri responsabili delle decisioni sembra che non vogliano aprire questo
discorso. Attualmente le spese militari italiane ammontano a 70 milioni
di euro al giorno (26 miliardi annui); ci scandalizza che secondo gli
ultimi impegni presi in ambito NATO la spesa militare italiana dovrà salire a 36
miliardi annui.
Come risposta e gestione dell’attuale crisi sociale, sanitaria e
climatica che ce ne facciamo di più armi, più eserciti e più inquinamento?
Ci conforta come, di fronte alle immani tragedie che avanzano a causa
del cambiamento climatico, siano aumentate in tutto il mondo la consapevolezza
e la sensibilità di associazioni, organizzazioni non governative, scienziate e
scienziati, di semplici cittadine e cittadini, con la diffusione di iniziative
che rivendicano interventi significativi e non di pura facciata.
Fra le altre segnaliamo la petizione promossa da 325 organizzazioni e
che ha raccolto decine di migliaia di firme, sul problema delle emissioni
climalteranti del comparto militare, che si può firmare su http://cop26.info ».
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