05/12/23

CARISSIMA MARISA

Saluto di Maura Cossutta, presidente della Casainternazionale delle donne di Roma, a Marisa Rodano (Chiesa di San Giovanni a Porta Latina – 4 dicembre 2023)

Marisa Cinciari Rodano - Foto ANPC Nazionale

Carissima Marisa, ti porto l’abbraccio di tutte le donne della Casa Internazionale delle donne, delle tue amiche, delle compagne che ti hanno conosciuto e che ti hanno tanto amato.

Ti abbiamo festeggiato proprio nella Casa per i tuoi 100 anni, con tanti ricordi, con le tue interviste, con il corto bellissimo realizzato da Noi Donne, dove, con il tuo sorriso dolce e con il tuo modo di parlare calmo e sereno, ci hai raccontato la tua vita. Una vita straordinaria. Sei stata protagonista delle lotte per i diritti e per le libertà delle donne e sei stata protagonista della storia della nostra Repubblica, democratica e antifascista.

Democratica proprio perché antifascista.

E tu la scelta antifascista l’hai fatta. Istintivamente, fin da bambina, quando mal sopportavi i privilegi di una famiglia borghese, e poi da ragazza quando ti sentivi a disagio nelle adunate vestita con la divisa dei Giovani Balilla. Ma l’hai fatta poi consapevolmente, al liceo, grazie all’incontro con insegnanti antifascisti. Ed è stato così per tanti altri giovani, come mio padre, che divenne proprio al liceo un giovane antifascista. Una scelta di vita definitiva, dall’impegno attivo nella Resistenza come staffetta, fino alla clandestinità.

 È stata una scelta di libertà - la tua - per la libertà di tutti. Ma anche scelta di coraggio, di rottura con la tua famiglia, che tu hai raccontato in modo semplice, senza enfasi: «Per me - hai detto - è stato normale perché era giusto».

Questa tensione ideale non l’hai mai perduta ed è diventata passione per la politica, sempre intesa come politica alta, strumento per cambiare il mondo.

Ci hai raccontato le tue esperienze, quelle che hanno lasciato il segno nella tua vita, penso al carcere e all’incontro con le carcerate - “quasi tutte colpevoli di aver abortito”, ai Gruppi di Difesa della Donna e poi all’UDI, che hai fondato (ed è tua l’invenzione della mimosa come simbolo della Giornata Internazionale della donna, per il primo 8 marzo dopo la Liberazione). E poi nelle istituzioni (sei stata la prima vicepresidente della Camera, senatrice, europarlamentare) e sempre nel movimento delle donne, di cui hai seguito tutti i passaggi, dalle battaglie per la parità, per l’emancipazione e poi per la liberazione delle donne.

Quindi donna partigiana, donna della Resistenza, donna della Repubblica, donna delle istituzioni e del movimento.

Donna del Novecento, che hai attraversato con i suoi orrori e con le sue straordinarietà, prima fra tutte la rivoluzione delle donne, con tutte le sue conquiste, dal diritto di voto alla democrazia paritaria, che le femministe chiamano democrazia sessuata.

Donna del Novecento, ma anche contemporanea, che ha sempre mantenuto lo sguardo sul mondo. Ieri, per la difesa dei diritti delle donne africane, nella Conferenza di Nairobi e poi di Pechino, per la difesa del popolo Sahrawi. E oggi, contro tutte le guerre, per la pace.

Cattolica “ma molto di sinistra” - ti definivi così - hai contribuito a costruire il Partito Comunista Italiano, insieme a tante donne con cui sei sempre rimasta in contatto. Sempre con spirito unitario, aperto, sottolineando le diversità ma mai “contro”. Sempre vicino alle donne, senza giudizio, senza pregiudizio (qualità preziosa quanto rara).

Cattolica, madre di 5 figli, hai fatto la battaglia per il divorzio e per l’aborto, sempre denunciando il dominio della cultura e dell’organizzazione sociale patriarcale. Alle ragazze ti sei sempre rivolta dicendo loro di non chiudersi nel privato, di non pensare solo alla famiglia, ma di tenere stretti i loro sogni.

Oggi eri preoccupata, molto preoccupata. Per la perdita della memoria, delle ragioni stesse alla base della nostra democrazia; per il fascismo e il nazismo dentro i confini dell’Europa; per l’arretramento delle condizioni di vita delle donne; per i venti di guerra.

Allora, carissima Marisa, noi ci impegniamo a rispettare questa storia, ed a seguire il tuo esempio, perché ci hai insegnato che per tutti, ma soprattutto per noi donne, la difesa della democrazia e la speranza del cambiamento ha bisogno di ognuno e ognuna di noi.

Grazie Marisa, sarai sempre una di noi.

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