Un panel su “Femminismi, movimenti delle donne ediversità verso un altro mondo possibile” si è tenuto il 18 febbraio a Kathmandu (Nepal), nell’ambito del World Social Forum 2024, riflessione in forma di dialogo fra donne provenienti da varie latitudini, coordinato da Rosy Zuñiga (Messico), segretaria generale del Consiglio di Educazione Popolare per l’America Latina e i Caraibi (CEAAL), e Rita Freire (Brasile), componenti del Consiglio Internazionale del Forum Sociale Mondiale. Al panel ha preso parte l’attivista Ann Wright, di Veterans for Peace (Usa), di cui riportiamo qui sotto l’intervento. Con lei: Ada Donno di Awmr Italia; Amanda Anderson e Dalila Calisto (Brasile); Lena Meari (Palestina); Lolita Chavez e Maria Marroquìn (Guatemala); Renu Adhikari (Nepal); Tabitha Mulyampiti (Uganda); Cheima el Ajiam (Tunisia). Claudia Korol (Argentina) ha tratto le conclusioni del dibattito.
«Mi chiamo AnnWright e parlo a nome di migliaia di donne che hanno firmato la Dichiarazione di Pace lanciata a Bruxelles nel luglio 2023.
«La nostra aspirazione alla pace è oggi minacciata
dalla crescente corsa agli armamenti e dal rischio di una guerra nucleare, dal
rafforzamento delle alleanze militari e dalla militarizzazione delle relazioni
internazionali. Tutto ciò rischia di portare l’umanità alla catastrofe.
«Le decisioni della NATO dal 1991 in poi hanno
determinato in larga parte il processo che ha portato a questa situazione di
scontro globale. L’ultimo approdo di questo processo politico è il cosiddetto
Nuovo Concetto Strategico, concordato al vertice dei capi di stato della NATO a
Madrid nel 2022.
«Come donne di pace, rifiutiamo la NATO e la sua visione del mondo, essa fomenta l’instabilità ed esacerba il conflitto internazionale. È inconciliabile con il nostro principio di prenderci cura del mondo – un principio che ci sforziamo di affermare a livello globale. Il tempo del colonialismo e dell’imperialismo è passato. Il tempo delle pretese dell’Occidente al dominio unipolare e alla “supremazia morale” è finito.
«Oggi diamo il benvenuto a un nuovo ordine mondiale
multipolare basato su decisioni condivise, sulla giustizia sociale e
ambientale, sulla condivisione di risorse e tecnologie, sulla transizione verso
l’azzeramento degli arsenali militari.
«Questo abbiamo detto noi donne al Summit per la Pace
di Madrid nel 2022. Lo abbiamo riaffermato in occasione del Summit NATO di Vilnius del 2023.
«Cosa vogliamo?
«Il nostro messaggio quando ci siamo incontrate a
Bruxelles, sede del quartier generale della NATO, è stato:
• NO alla NATO globale, No ai blocchi sempre più
militarizzati, No alla guerra come mezzo per risolvere le controversie
internazionali.
• No alla militarizzazione della ricerca scientifica.
Le generazioni più giovani hanno diritto a un’educazione laica e democratica,
ispirata ai valori della convivenza pacifica tra i popoli e gli Stati.
• No al coinvolgimento delle donne nei piani di guerra
del patriarcato. No a qualsiasi “approccio di genere” nella NATO. Mettere le
donne in ruoli di vertice in un’organizzazione militare guerrafondaia non servirà
a promuovere i principi di uguaglianza, giustizia e pace che sono alla base
delle lotte delle donne per la libertà.
«Invece, diciamo Sì al rispetto delle autentiche
intenzioni della risoluzione ONU 1325 sulla partecipazione delle donne ai
negoziati e ai processi di pace.
«Invitiamo le donne di tutto il mondo a unirsi a noi a
Washington, DC, dal 5 al 7 luglio 2024,
dove contesteremo gli obiettivi della NATO nel suo 75° anniversario.
https://actionnetwork.org/events/summit-and-rally-no-to-nato-yes-to-peace/
«A proposito di Washington DC, ci sono stata nelle
ultime 5 settimane unendomi a donne e uomini che sfidavano la complicità degli
Stati Uniti nel genocidio israeliano dei palestinesi a Gaza.
«Le donne di coscienza si sono mobilitate, hanno
marciato davanti alla Casa Bianca, il Dipartimento di Stato e il
Congresso. Si sono accampate davanti alla
casa del Segretario di Stato Tony Blinken e sono state arrestate per aver
interrotto le udienze del Congresso nel tentativo di fermare il genocidio
israeliano di Gaza e la violenza israeliana in Cisgiordania.
«Un altro gruppo di donne, CODEPINK: Women For Peace, negli ultimi tre mesi ha concentrato la
sua azione sul Congresso degli Stati Uniti nello sforzo quotidiano di affrontare
i congressisti e le congressiste degli Stati Uniti spietati e crudeli che
RIFIUTANO di chiedere il CESSATE DEL FUOCO A GAZA e continuano a votare a
favore di miliardi di dollari in armi da versare a Israele per la sua guerra di
sterminio dei palestinesi di Gaza.
Concludo dicendo: Salviamo Gaza, liberiamo la
Palestina dal genocidio perpetrato da Israele!»
#FreePalestine #GWUAN #NoNatoNoWar
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