Giù le mani da Rafah! Cessare il fuoco ora! Fermare il genocidio! Il 2 marzo 2024 giornata internazionale d'azione per la Palestina. La sezione europea dell'Assemblea Internazionale dei Popoli (AIP/IPA), rete che riunisce oltre 200 organizzazioni popolari, politiche e sindacali, movimenti sociali di ogni continente, invita e chiama tutti coloro che amano la giustizia e l'umanità a mobilitarsi.
«A più di
quattro mesi dall’inizio del genocidio in diretta streaming messo in atto da
Israele contro il popolo della Striscia di Gaza, circa 110.000 palestinesi sono
morti, dispersi e feriti. Il settore sanitario è completamente demolito dal
sistematico attacco alle strutture mediche.
«Le forze di occupazione israeliane
(FOI) hanno bombardato più di 245 chilometri quadrati di aree civili,
equivalenti al 67% della superficie totale della Striscia di Gaza, spingendo
quasi due milioni di abitanti di Gaza a essere sfollati con la forza dalle loro
case e dalle aree residenziali nella Striscia di Gaza, senza un rifugio sicuro
a loro disposizione. Ciò equivale al 90% della popolazione della Striscia. Israele
sta cercando di occultare le atrocità prendendo di mira specificamente gli
operatori dei media e i giornalisti; finora ne sono stati uccisi oltre 120.
«Mentre
scriviamo questo appello, gli aerei e l’artiglieria delle FOI stanno
bombardando varie aree di Rafah, che è diventata l’ultimo rifugio per circa 1
milione e mezzo di sfollati palestinesi schiacciati nel sud di Gaza. Israele
pianifica e insiste ad espandere il suo attacco a Rafah mentre le persone sono
intrappolate lì, terrorizzate, senza nessun altro posto dove andare dopo essere
state spinte da un punto all'altro di Gaza e private di acqua pulita, cibo,
medicine e altri beni di prima necessità, mentre dilagano le malattie.
«La guerra
genocida del governo israeliano è una continuazione e un’estensione della
Nakba, iniziata nel 1948 dalle milizie coloniali sioniste che ripulirono su
base etnica i territori di oltre 750.000 residenti e crearono lo stato di
apartheid israeliano che vediamo oggi. Le Forze di occupazione israeliane (FOI)
continuano a commettere i massacri più atroci, i crimini di guerra e contro
l’umanità senza tregua né deterrenza, in mezzo alla complicità e al silenzio
della “comunità internazionale”, alla paralisi delle Nazioni Unite e del
Consiglio di Sicurezza e all’assenza di una vera volontà politica di fermare il
genocidio da parte dei leader del Nord del mondo. Nonostante la Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) abbia stabilito che Israele sta
plausibilmente commettendo un genocidio e gli abbia ordinato di prevenire
potenziali ulteriori atti di genocidio, le FOI continuano a perpetrare atrocità
contro i palestinesi.
«Invece di
isolare politicamente Israele, imporre un embargo sulle armi e attuare sanzioni
diplomatiche ed economiche immediate e disinvestimenti nei suoi confronti, la
maggior parte dei paesi occidentali ha negato i finanziamenti all’UNRWA sulla
base di false accuse e senza prove nel mezzo di una carestia, una catastrofe
umanitaria che rappresenta una grave minaccia per la vita di 2,3 milioni di
persone.
«Non
possiamo rimanere in silenzio e normalizzare il genocidio. Dobbiamo continuare
a mobilitarci come hanno fatto negli ultimi mesi in tutto il mondo i movimenti
di solidarietà con i palestinesi, le organizzazioni politiche, i sindacati, gli
studenti, gli operatori sanitari, le comunità di migranti, i lavoratori
portuali, i giornalisti e le donne. È nostro dovere intensificare il movimento
ed esercitare pressione sui governi, sulle amministrazioni politiche e sui
decisori in tutti i modi possibili con l’obiettivo di:
- Imporre un
cessate il fuoco permanente e fermare immediatamente il genocidio e i crimini di
Israele contro il popolo palestinese a Gaza e in Cisgiordania.
- Aprire i
valichi, revocare l’assedio alla Striscia di Gaza, portare aiuti, fornire tutti
le abitazioni necessarie agli sfollati e ricostruire la Striscia di Gaza.
- Rispettare
la disposizione della Corte Internazionale di Giustizia di prevenire ulteriori
atti di genocidio in quanto Stati parte della Convenzione sul genocidio,
smettere di armare Israele, sanzionare e porre fine a qualsiasi complicità in
atti di genocidio contro il popolo palestinese.
- Impedire
la deportazione dei palestinesi dalla Striscia di Gaza, dalle terre del 1948 e
dalla Cisgiordania, impedire che su di loro si scateni una nuova Nakba. Nessun
trasferimento nel Sinai, in Giordania o in qualsiasi altro luogo. Il solo movimento
di profughi, sarà quello del ritorno alle loro case e alle terre da cui furono
espulsi dal 1948, come previsto e ripetuto più di 150 volte dalle risoluzioni
internazionali.
- I paesi e
i governi devono smettere di trattare Israele come uno “stato al di sopra della
legge” e accettare la verità che si tratta di un’entità che occupa un territorio
e il suo popolo da più di 75 anni.
- Agire perché
siano incriminati per genocidio i leader dello stato israeliano e i loro
complici, sia individui che entità, per violazione di norme e leggi
internazionali, per tutte le sofferenze, le vittime e le perdite che ne sono
derivate, e perché paghino i costi dei loro crimini, incluso l’uccisione di civili
e la distruzione di case, ospedali, scuole, università, siti religiosi e
infrastrutture».
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