01/07/24

FDIM/WIDF- Per una azione permanente contro la guerra

“No alla guerra! Solidarietà dei popoli contro l’imperialismo!” era il tema centrale del webinar europeo della FDIM/WIDF tenutosi il 29 giugno 2024, organizzato dall’Ufficio regionale europeo della Federazione Democratica Internazionale delle Donne.

Webinar europeo della FDIM/WIDF (29 giugno 2024)


Al webinar hanno partecipato le organizzazioni europee della FDIM/WIDF, la presidente internazionale della FDIM/WIDF Lorena Peña, le rappresentanti delle organizzazioni di Europa, America Latina e Caraibi, Paesi arabi, Africa, Asia affiliate alla FDIM/WIDF: Christina Skaloubaka, presidente della Federazione delle Donne di Grecia (OGE) e Mairini Stefanidis, co-coordinatrice della regione europea FDIM/WIDF per conto della stessa Federazione delle donne greche (OGE); Ada Donno, vicepresidente della FDIM/WIDF per l’Europa e presidente dell'Associazione Donne della Regione Mediterranea (AWMR Italia); Liz Payne presidente dell'Assemblea Nazionale delle Donne in Gran Bretagna (NAW); Eleni Evagorou segretaria organizzativa del Movimento delle donne POGO, Cipro; Regina Marques, Movimento Democratico delle Donne (MDM), Portogallo; Aslıhan Çakaloğlu dei Comitati di Solidarietà delle Donne (UWEF) Turchia. Marta Martin del Movimento Democratico delle Donne (MDM), Spagna. Nisreen Morqus, Presidente del Movimento Democratico delle Donne (MDWI), Israele. Azar Sepehr dell'Organizzazione democratica delle donne iraniane in Gran Bretagna (DOIW); Intisar Elwazir vicepresidente della FDIM/WIDF per i Paesi Arabi, presidente dell’Unione Generale delle Donne Palestinesi; Anahí Arizmendi portavoce del Frente Bicentenario de Mujeres 200, Venezuela; Fernanda Larrainzar, Presidente della Organizacion de Mujeres Trabajadoras de Mexico (OMTM)
Hanno portato i loro saluti i rappresentanti del Consiglio Mondiale della Pace (CMP), della Federazione Sindacale Mondiale (FSM), della Federazione Mondiale della Gioventù Democratica (FMGD).

Riportiamo qui la relazione di Ada Donno (Awmr Italia).

Care amiche e compagne, innanzitutto vorrei ringraziare le nostre compagne della OGE-Federazione delle donne greche, Mairini e Cristina, insieme a tutto l'ufficio regionale europeo della FDIM/WIDF per lo sforzo organizzativo che ci permette di essere qui riunite a discutere e costruire un’agenda comune, che vogliamo attuare nel prossimo futuro.

Perché un’agenda comune incentrata sull'azione permanente contro la guerra? Permettetemi di rispondere a questa domanda semplicemente nominando due motivi di mia grande preoccupazione e angoscia. La prima è che le recenti nomine ai massimi livelli decisionali dell’Ue e della Nato, decise pochi giorni fa dai governi, non ci rassicurano, anzi, ci preoccupano e ci inquietano ancora di più. Il nuovo Segretario generale della NATO è, se possibile, ancora più atlantista e guerrafondaio del precedente, Stoltenberg. Con la crescita dell’estrema destra nel Parlamento europeo e la rielezione della signora Von der Leyen a capo dell’UE, siamo, se possibile, un altro passo avanti verso la guerra.

Il secondo motivo di inquietudine è osservare come l’elezione di donne ai più alti livelli decisionali non è sempre sinonimo o segno di progresso e di pace. Come è nel caso della nomina a capo della politica estera dell’UE della prima ministro estone, la signora Kallas, nota per le sue opinioni guerrafondaie e visceralmente russofobe, a favore del riarmo totale dell’Europa. O come è nel caso della prima ministra italiana Meloni, neofascista e dichiaratamente nemica dei diritti delle donne.

Da un lato, la nomina di tali figure femminili è indice di un completo travisamento e di un uso strumentale dell’uguaglianza delle donne, un espediente che serve ad attenuare agli occhi della gente comune la paura di trovarci sull’orlo del baratro e a distrarci dall’impressione che le istituzioni europee siano nelle mani di pazzi furiosi che non arretrano neppure davanti alla prospettiva di una guerra totale e nucleare.

Purtroppo vediamo come un’ideologia reazionaria e misogina stia guadagnando terreno in paesi come Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Ungheria, Italia, Paesi Bassi, Polonia e Slovacchia, e come l’estrema destra stia occupando le istituzioni democratiche, anche quando non è dentro i governi.

Sappiamo che esiste una connessione molto stretta tra il pensiero che si oppone all’avanzamento delle politiche di uguaglianza di genere e quello che considera la guerra come unica soluzione per le controversie internazionali, e quindi sostiene l’escalation del militarismo nelle società e il riarmo totale.

Ecco perché l’Awmr Italia – Donne della Regione Mediterranea ha partecipato attivamente alla recente mobilitazione contro il vertice del G7, che ha avuto luogo a metà giugno nel Sud Italia, dove i cosiddetti "sette grandi" si sono incontrati per confermare la loro volontà di accelerare la transizione delle economie capitaliste verso la "economia di guerra" con programmi di riarmo, di continuare a finanziare piani di guerra che possono avere risultati catastrofici per tutta l'umanità.

In una tavola rotonda su “DONNE CONTRO L’ECONOMIA DI GUERRA” – tenutasi nell’ambito delle attività contro il G7 – abbiamo detto che è vergognoso che si continui a sprecare risorse in un frenetico riarmo, quando solo una parte della spesa militare dei paesi G7 basterebbe a eliminare la fame, le malattie e la mortalità infantile dalla faccia del pianeta, a risolvere i problemi del riscaldamento globale e del drammatico deterioramento ambientale, a promuovere i diritti umani delle donne e delle ragazze ovunque vengano violati.

Noi donne abbiamo denunciato, quale causa principale del disagio della maggioranza delle donne, lo stesso modello di sviluppo capitalistico, sia per la distruttività insita nei processi di supersfruttamento del lavoro, sia per il deterioramento dei beni materiali e umani, l’aumento sistematico delle disuguaglianze e della povertà, e infine la guerra, divenuta un progetto operativo permanente di un sistema economico-politico-militare che cerca di sottomettere il pianeta e l’umanità che lo abita agli interessi lucrativi di pochi dominatori.

Gli slogan che le donne hanno gridato nella marcia contro il G7 a Fasano in Puglia sono stati: Non un soldo, non un soldato per le guerre della NATO! GIÙ LE MANI DAI DIRITTI DELLE DONNE! BASTA escalation militare! Fermare il GENOCIDIO DEL POPOLO PALESTINESE!

Inoltre, come Awmr Italia stiamo partecipando alla campagna di mobilitazione internazionale contro le basi USA/NATO promossa dalla rete Global Women for Peace united against NATO: con l’occasione del 75° anniversario della fondazione dell'Alleanza Atlantica ne andiamo denunciando il carattere sempre più aggressivo e guerrafondaio, l’espansione illimitata che ha destabilizzato pericolosamente le relazioni internazionali e alimentato conflitti che ci mettono sempre più a rischio di una catastrofe globale.

75 anni di NATO sono troppi e hanno già fatto troppi danni! La permanenza delle basi USA/NATO impone ai nostri paesi il coinvolgimento nelle operazioni di guerra della NATO in tutti i continenti che già fanno presagire uno scenario di terza guerra mondiale. A cui si aggiungono le ricadute sulla società delle politiche di riarmo e militarizzazione, con la sottrazione di risorse pubbliche, che dovrebbero invece essere destinate al benessere sociale, alla sanità, all’istruzione, al lavoro e alla tutela dell’ambiente.

Chiediamo un cambiamento radicale nelle politiche europee: noi donne guardiamo a un’altra Europa, dove vigano pace, solidarietà, liberazione per le donne e gli uomini che ci vivono, accoglienza e rispetto verso le donne e gli uomini che vogliono venire a viverci, senza discriminazioni, sfruttamento, nessuna oppressione, nessuna guerra.

Care compagne, nei prossimi mesi e anni dovremo impegnarci per accrescere la presenza della nostra FDIM/WIDF in Europa, per rafforzare l'ufficio di coordinamento europeo, coinvolgere le organizzazioni affiliate attorno all'obiettivo comune di fermare la guerra, fermare l’avanzata del militarismo e del bellicismo, realizzare il progetto di quello che abbiamo chiamato "tribunale di coscienza" internazionale contro i crimini di guerra e il genocidio a Gaza, come proposto dalla nostra presidente Lorena Peña.

Vorrei chiudere questo mio intervento ringraziando ancora una volta l'OGE e l'ufficio regionale europeo per il loro sforzo organizzativo che ci permette di essere qui riunite, per discutere e costruire un'agenda comune delle donne che vogliamo attuare nei prossimi mesi e anni, attraverso un piano d’azione che coinvolga le organizzazioni affiliate alla FDIM/WIDF in tutta la Regione europea, da Ovest a Est, in collaborazione con quelle delle altre aree regionali – in primo luogo la Regione Araba – per la costruzione di un Mar Mediterraneo di pace, giustizia, accoglienza , diritti e solidarietà. Grazie.

 



Nessun commento:

Posta un commento