16/04/18

gendered diplomacy mission

LA WIDF VA A PYONGYANG

Roma, Casa internazionale delle donne, giugno 2017. Chae Chun Hui e Lorena Peña durante la riunione della WIDF

Su invito dell’Unione delle donne socialiste della Repubblica Popolare Democratica di Corea (UDSC), una delegazione della Federazione Democratica Internazionale  delle Donne (WIDF), guidata dalla presidente Lorena Peña Mendoza e che sarà composta da rappresentanti di vari paesi di Europa, America, Paesi Arabi e Asia, si recherà in visita di amicizia a Pyongyang dal 17 al 23 aprile 2018. Nel corso del suo soggiorno in Corea la delegazione della WIDF avrà modo d’incontrare dirigenti e rappresentanti dell’Unione delle donne socialiste di Corea, i delle istituzioni e della società civile e dialogare con loro; visiterà diversi luoghi significativi della città e della regione di Pyongyang. È prevista anche la partecipazione della delegazione internazionale ad una marcia di solidarietà, per l’unità e l’autodeterminazione dei popoli e per la pace, che attraverserà le vie della città per richiamare il mondo all’urgenza di azioni di distensione e di politiche globali di disarmo e pace.
Nel corso del soggiorno a Pyongyang, la WIDF terrà inoltre (presso il Palazzo della Cultura Popolare messo a disposizione delle convenute per l'occasione) l’annuale riunione del proprio comitato direttivo per valutare gli adempimenti realizzati nell’anno trascorso dalla precedente riunione che si tenne a Roma nel giugno 2017, presso la Casa internazionale delle donne.  
Fu in quella occasione, lo ricordiamo con grande soddisfazione, che la WIDF accolse l’invito della vicepresidente dell’UDSC Chae Chun Hui, presente alla riunione, a visitare il suo Paese.
Come è facile immaginare, al centro dei colloqui e degli incontri di Pyongyang ci saranno i temi dell’attuale crisi dell’ordine mondiale e l’impatto sulla vita delle donne, i pericoli che corre la pace mondiale e che cosa le donne possono fare per mettere fine alle guerre in atto e per scongiurare i pericoli di nuove guerre, compresa una guerra nucleare, che si profilano all’orizzonte.   
Fin dalla sua fondazione 72 anni fa, la WIDF ha accettato la sfida di farsi protagonista di politiche di pace, di solidarietà e di costruzione di concrete prospettive di sicurezza globale, investendo nella diplomazia delle donne in quanto capace di porsi come laboratorio di idee e pratiche internazionali basate sull’incontro, il dialogo, il negoziato e la proposta di misure efficaci per prevenire e superare i conflitti internazionali.


In particolare nei momenti di acutizzazione delle tensioni della guerra fredda, la WIDF ha svolto un significativo lavoro di tessitura di relazioni solidali fra le donne dell’Ovest e dell’Est. Per iniziativa della WIDF, nel lontano 1951, nel pieno della sanguinosa guerra che divise in due la Corea, una Commissione internazionale d'inchiesta composta da 21 persone di 17 paesi visitò la Repubblica Popolare Democratica di Corea per condurre un’indagine sui crimini commessi dalle forze di occupazione USA contro la popolazione civile, in particolare sull’uso devastante di armi batteriologiche. I materiali raccolti dalla commissione furono pubblicati nel pamphlet intitolato Noi accusiamo! che fu consegnato alle Nazioni Unite.
Detto per inciso, in seguito alla sua denuncia documentata la WIDF subì una vera e propria persecuzione da parte dei governi di alcuni paesi: in Francia, dove era allora la sede internazionale centrale della WIDF, fu imposto il divieto ad ogni sua attività; in Gran Bretagna ci furono minacce e persecuzioni contro Monica Felton, componente della commissione d’inchiesta in Corea; la stessa cosa accadde in Canada contro la signora Rodd, presidente della stessa commissione d’inchiesta. Gli Usa imposero alle stesse Nazioni Unite una misura punitiva contro la WIDF, che fu privata per una decina d’anni dello status consultivo “B” di cui godeva presso la massima istituzione internazionale.
In seguito la WIDF, riacquistate in pieno le sue prerogative, ha svolto un significativo ruolo nel sistema delle Nazioni Unite, soprattutto a partire dai primi anni ’70, contribuendo alla costruzione di un’agenda pluriennale di iniziative internazionali tese a promuovere i diritti delle donne, la distensione e il disarmo e a favorire relazioni pacifiche fra i popoli. 
Oggi la WIDF torna a Pyongyang  e, letto in tale contesto, questo è  un evento che suona storico.

Nessun commento:

Posta un commento