07/02/21

Assemblea della Magnolia / Non c'è più tempo. Noi siamo la cura

 "Per il pianeta, per il nostro mondo, per le nostre vite"


foto 2020 https://www.quotidiano.net/magazine/milo-manara-coronavirus-1.5134182

Le donne e le associazioni dell’Assemblea della Magnolia comunicano: 

È nata a Roma sei mesi fa, sull’onda di una pandemia lacerante che molti sostenevano fosse

superata ma che ha dato luogo a una seconda ondata forse ancora più letale, l’Assemblea della

Magnolia. Fortemente voluta dalla Casa internazionale delle donne e sostenuta da tantissime

associazioni, gruppi e individue, l’Assemblea è riuscita a produrre, grazie a una fitta rete di

relazioni e discussioni, un documento politico che individua i nodi che il Covid-19

ha fatto prepotentemente emergere e propone soluzioni di genere attente ai diritti e alle libertà

delle donne.

“Non c’è più tempo. Per il pianeta, per il nostro mondo, per le nostre vite. Noi siamo la cura”:

questo il titolo del documento che sottolinea il baratro nel quale siamo piombati tutte e tutti e

chiarisce senza infingimenti che il cambiamento dovrà obbligatoriamente essere radicale e

femminista o non sarà, perché l’epidemia Covid-19 non va affrontata “come una ‘guerra da

vincere’ e per tornare alla ‘normalità’, ma come occasione per cambiare in radice noi, donne e

uomini, e il mondo in cui viviamo”.

La salute, la scuola, il lavoro, l’inclusione, i diritti umani, l’economia, l’ambiente, la pace, il

contrasto alla violenza di genere devono essere declinati attraverso il fitto tessuto della cura che è

“qualità dei corpi e delle menti”.

Da oggi il documento diventa patrimonio di tutte le donne che vorranno sottoscriverlo e

strumento concreto di vertenza politica con le istituzioni italiane ed europee. Perché il Recovery

Fund può essere una grande opportunità o, viceversa, un trabocchetto; perché il Piano di Ripresa e

Resilienza può dare un significativo segnale in controtendenza o, viceversa, rovesciarsi

nell’ennesima manovra predatoria e antisociale.

Ecco perché il documento appena licenziato sarà inviato alle deputate e senatrici italiane, alle

parlamentari europee, alle donne nelle istituzioni, alle rappresentanti politiche, ma anche alle

operatrici della salute, della scuola e dei servizi e alle migliaia di volontarie che hanno fornito il

loro lavoro a sostegno delle persone più deboli nel corso della pandemia. Alle femministe. A tutte

verrà chiesto di condividerlo e di farne strumento di intervento politico e, se necessario, di

conflitto.

Inoltre, oggi stesso il documento verrà recapitato sulla scrivania di Mario Draghi perché prenda

atto che nessun passo ulteriore verso la ricerca di una soluzione può essere compiuto senza il

punto di vista delle donne. Chiediamo, quindi, che quel lento processo di audizioni che era già

iniziato non cessi, anzi, si rafforzi con la costruzione di un tavolo attorno al quale in modo

condiviso e paritario si sviluppi un indispensabile confronto. 

Sarà il prossimo 8 marzo il giorno che simbolicamente e concretamente segnerà la verifica della

capacità del governo di invertire la rotta che sta portando il mondo e le persone che in esso vivono

verso una distruzione ampiamente annunciata. Se entro quella data non ci saranno segnali, la

politica sarà sempre più sola e inutile. 

Roma, 6 febbraio 2021





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