"Per il pianeta, per il nostro mondo, per le nostre vite"
foto 2020 https://www.quotidiano.net/magazine/milo-manara-coronavirus-1.5134182 Le donne e le associazioni dell’Assemblea della Magnolia comunicano: È nata a Roma sei mesi fa, sull’onda di una pandemia lacerante che
molti sostenevano fosse superata ma che ha dato luogo a una seconda ondata forse ancora più
letale, l’Assemblea della Magnolia. Fortemente voluta dalla Casa internazionale delle donne e
sostenuta da tantissime associazioni, gruppi e individue, l’Assemblea è riuscita a produrre,
grazie a una fitta rete di relazioni e discussioni, un documento politico che individua
i nodi che il Covid-19 ha fatto prepotentemente emergere e propone soluzioni di genere attente
ai diritti e alle libertà delle donne. “Non c’è più tempo. Per il pianeta, per
il nostro mondo, per le nostre vite. Noi siamo la cura”: questo il titolo del documento che sottolinea il baratro nel quale
siamo piombati tutte e tutti e chiarisce senza infingimenti che il cambiamento dovrà obbligatoriamente
essere radicale e femminista o non sarà, perché l’epidemia Covid-19 non va affrontata
“come una ‘guerra da vincere’ e per tornare alla ‘normalità’, ma come occasione per cambiare
in radice noi, donne e uomini, e il mondo in cui viviamo”. La salute, la scuola, il lavoro, l’inclusione, i diritti umani,
l’economia, l’ambiente, la pace, il contrasto alla violenza di genere devono essere declinati attraverso il
fitto tessuto della cura che è “qualità dei corpi e delle menti”. Da oggi il documento diventa patrimonio di tutte le donne che vorranno
sottoscriverlo e strumento concreto di vertenza politica con le istituzioni italiane ed
europee. Perché il Recovery Fund può essere una grande opportunità o, viceversa, un trabocchetto;
perché il Piano di Ripresa e Resilienza può dare un significativo segnale in controtendenza o,
viceversa, rovesciarsi nell’ennesima manovra predatoria e antisociale. Ecco perché il documento appena licenziato sarà inviato alle deputate e
senatrici italiane, alle parlamentari europee, alle donne nelle istituzioni, alle rappresentanti
politiche, ma anche alle operatrici della salute, della scuola e dei servizi e alle migliaia di
volontarie che hanno fornito il loro lavoro a sostegno delle persone più deboli nel corso della
pandemia. Alle femministe. A tutte verrà chiesto di condividerlo e di farne strumento di intervento
politico e, se necessario, di conflitto. Inoltre, oggi stesso il documento verrà recapitato sulla scrivania di
Mario Draghi perché prenda atto che nessun passo ulteriore verso la ricerca di una soluzione può
essere compiuto senza il punto di vista delle donne. Chiediamo, quindi, che quel lento processo
di audizioni che era già iniziato non cessi, anzi, si rafforzi con la costruzione di un tavolo
attorno al quale in modo condiviso e paritario si sviluppi un indispensabile confronto. Sarà il prossimo 8 marzo il giorno che simbolicamente e concretamente segnerà
la verifica della capacità del governo di invertire la rotta che sta portando il mondo e
le persone che in esso vivono verso una distruzione ampiamente annunciata. Se entro quella data non
ci saranno segnali, la politica sarà sempre più sola e inutile.
Roma, 6 febbraio 2021 |
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