Il Congresso Internazionale Bicentenario dei Popoli del Mondo, che si terrà a Caracas dal 21 al 24 giugno, in coincidenza con il 200° anniversario della battaglia di Carabobo in cui il Venezuela si liberò dall'imperialismo spagnolo, apre l'opportunità a uno spazio intercontinentale di socialità , attivismo femminista e antimperialista, coordinato e forte, che consenta azioni globali contro attacchi globali ai diritti dell'umanità e alla sovranità dei popoli.
di Cristina Simó Alcaraz MDM Movimiento Democrático de Mujeres (Spagna)
Chávez diceva che il socialismo o è femminista o non sarà.
Noi del Movimento Democratico delle Donne di Spagna diciamo che non può esserci
femminismo che non sia anticapitalista e antimperialista.
L'imperialismo
funziona come il patriarcato, è il dominio e la sottomissione del più
vulnerabile e chi si ribella sarà maltrattato o ucciso. Ci sono governi indegni
e corrotti che servono il grande
patriarca, l'alleanza imperialista egemonizzata dagli Stati Uniti. Governi
prostituiti che sottopongono le loro popolazioni al pagamento di un debito che,
anche volendo, non finiranno mai di pagare.
Per gli Stati Uniti e i loro accoliti non esiste una logica di vita, la loro logica è quella della guerra
contro chi non si sottomette alla loro volontà e a quella della tortura contro
i più deboli.
L'egemonismo economico consente a questa santa alleanza di
comprare le volontà e il controllo dell'opinione pubblica. Sono padroni dei mezzi
di comunicazione, manipolano e generano la cultura imperialista patriarcale.
Milioni di persone mentre guardano la televisione non vedono milioni che muoiono,
che soffrono la povertà, la tratta e lo sfruttamento sotto le grinfie
dell'imperialismo patriarcale.
Non in nostro nome e
non con il nostro silenzio! Gli Stati Uniti e gli stati europei che fanno
parte di questa alleanza si dedicano a dissanguare popoli che cercano di
attuare politiche che migliorino la vita delle persone più svantaggiate, che
apprezzano la pace e la solidarietà.
Come femministe aspiriamo a una società egualitaria e valorizziamo il lavoro di cura invisibile
cui la maggior parte delle donne contribuisce, lottiamo per un modello di
società che metta la vita al centro. Sappiamo che solo da questa prospettiva
sarà possibile sviluppare politiche che promuovano vite degne di essere
vissute.
Siamo in presenza di una battaglia delle idee, una battaglia
ideologica che vede a confronto il
modello imperialista patriarcale e la visione femminista di classe e
antimperialista.
Un modello sociale
femminista di classe e antimperialista che
privilegia la cura e l'attenzione alle persone. Che generi politiche
corresponsabili e l'equa redistribuzione della ricchezza e la ricerca di un
equilibrio tra tempo per vivere e tempo per il lavoro produttivo. Che valorizzi
il pubblico, con servizi pubblici di qualità e impiego pubblico e che ponga
fine alla privatizzazione dei servizi essenziali per la vita.
Siamo di fronte a un modello
imperialista patriarcale che ha come priorità l'accumulazione del capitale
a costo dell'oppressione e la negazione della libertà sovrana dei popoli di
decidere sulla propria vita e sulle proprie risorse naturali.
Un modello che mira a depredare le risorse naturali di altri
paesi attraverso guerre imperialiste. Lo
abbiamo visto in Iraq e in Libia. Lo stiamo vedendo in Venezuela, uno dei paesi più ricchi al mondo di risorse naturali.
Un modello che approfondisce le disuguaglianze sociali e quelle
tra uomini e donne. Nella logica che la vita delle persone povere non vale la
pena di essere vissuta. Di fatto, il valore finisce per essere quello stabilito
da chi può comprarle. Perché sono persone povere, sfrattate dalle loro terre,
sfollate con la forza, profughe in fuga dalle guerre imperialiste, impoverite e
più vulnerabili di fronte alle reti di trafficanti che, come avvoltoi,
attendono i cadaveri di questo sistema. Sono donne che finiranno per essere
vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale e riproduttivo.
Paradossale è che questa alleanza criminale imperialista
accusi paesi come Cuba o il Venezuela di non rispettare i diritti umani delle
persone, mentre loro, nel mezzo di una pandemia globale, non solo continuano a
strangolare questi Stati e a depredare i loro beni e risorse naturali, ma
inaspriscono anche le sanzioni e applicano nuove e aggressive misure coercitive
unilaterali contro di essi.
La crudeltà sta raggiungendo limiti insostenibili per la
maggior parte delle persone che vivono in questi paesi. Le politiche criminali
imperiali tentano di destabilizzare i governi sottoponendoli a vessazioni
permanenti e soffocando le loro popolazioni.
Sono popoli coraggiosi che, stanchi di subire l'egemonismo
economico, culturale e politico degli Stati Uniti, hanno deciso di
intraprendere il loro cammino di liberazione e di autodeterminazione per un
mondo più sociale, giusto e solidale. Confrontarsi con l'impero non è una
novità per loro, lo portano nei loro geni di discendenti di coloro che hanno
liberato i loro popoli dal giogo imperialista della monarchia spagnola.
Cuba, Venezuela o
Nicaragua sono processi rivoluzionari diversi ma totalmente legittimi
perché sono l'autentica espressione politica della maggioranza dei loro popoli.
È urgentemente necessaria un'alleanza sociale femminista
antimperialista. Vogliamo tutelare i diritti della maggioranza dell'umanità e,
in questa logica, l'ingerenza promossa dall'alleanza patriarcale imperialista
non può più essere tollerata.
Lo abbiamo visto in Brasile, come hanno destabilizzato un
governo di sinistra progressista usando tutti i mezzi possibili e criminali, le
false accuse che hanno portato in carcere l'ex presidente Lula, impedendogli di
guidare una lista elettorale che avrebbe avuto la maggioranza alle elezioni.
Abbiamo visto l'enorme manipolazione dell’opinione pubblica attraverso i media
e i social network, che ha favorito la sconfitta della sinistra contro
l'estrema destra di Bolsonaro, il quale coi suoi primi provvedimenti di governo
ha messo la ricchezza del Brasile nelle mani degli Stati Uniti ed ha applicato politiche
regressive sui diritti sociali e civili nel mezzo della pandemia, oltre a diffondere
misoginia, omofobia e razzismo.
Sono le nazioni che non vogliono obbedire all'alleanza
egemonizzata dagli Stati Uniti, che cercano di mantenere la propria sovranità, a
dover subire periodicamente l’assalto della macchina propagandistica
dell'alleanza imperialista, soprattutto quando devono affrontare processi
elettorali cruciali. È il caso del Nicaragua, che affronterà le elezioni
generali nel novembre di quest'anno, dove tutto indica, secondo i sondaggi, che
Daniel Ortega e Sandinismo riconfermeranno la loro vittoria: la macchina imperiale
è in moto per seminare dubbi sul risultato, è la stessa ricetta contro la
sovranità e controrivoluzionaria.
Dall'altra, abbiamo i governi sbirri dell'imperialismo come
quello della Colombia, che ha scatenato le sue forze di polizia repressive in
attacchi senza pietà contro milioni di manifestanti che sono scesi nelle strade
a protestare contro l'annuncio di una riforma fiscale che mirava ad aumentare le
tasse sui prodotti essenziali e servizi pubblici in tempi di pandemia.
Tuttavia, nonostante la riforma alla fine sia stata ritirata, non sono cessate
le manifestazioni di malcontento verso l’insieme delle politiche antisociali, la
persecuzione dei leader sociali, il mancato rispetto dell'accordo di pace e il
massacro di coloro che hanno firmato quei patti.
Tuttavia, questi governi non vengono criminalizzati, né sottoposti
a embargo o sanzionati. Invece, si applicano - in nome della difesa dei diritti
umani! - sanzioni che uccidono le popolazioni privandole dei diritti
fondamentali, come il diritto alla salute, al cibo e alla vita stessa. Blocchi
economici che neppure in tempi di pandemia sono stati revocati per assicurare i
necessari medicinali e aiuti umanitari, né per prevenire un'ulteriore
diffusione della pandemia.
Contro lo Stato venezuelano, dalla dichiarazione di pandemia
fino al marzo 2021, sono state emanate
in totale 19 misure coercitive unilaterali. Misure contro le attività legate
alla produzione, impiego, acquisto e vendita di petrolio incluso il blocco
navale e marittimo contro il Venezuela che ostacola l'importazione di merci
come medicinali e forniture industriali.
Di recente, un
piccolo gruppo di eurodeputati che obbediscono all'agenda di Washington è arrivato
a far includere nella prossima Assemblea plenaria del Parlamento europeo un
punto relativo a “situazione politica e ai diritti umani a Cuba”. Si dicono
preoccupati circa l'esercizio dei diritti umani a Cuba, un paese libero,
indipendente e sovrano, dove democrazia significa giustizia sociale e
solidarietà umana, dove le persone decidono dei loro destino.
Colpisce che europarlamentari così inquieti e preoccupati
per i diritti umani a Cuba non abbiano convocato il Parlamento europeo per
analizzare quella che è la principale violazione dei diritti umani subita dal
popolo cubano, cioè il blocco genocida imposto
da 62 anni e inasprito senza limiti nel mezzo di una pandemia.
Poiché ci temono,
dobbiamo agire. Il Congresso Internazionale del Bicentenario dei Popoli delMondo, che si terrà a Caracas dal 21 al 24 giugno, in coincidenza con il 200°
anniversario della battaglia di Carabobo in cui il Venezuela si liberò
dall'imperialismo spagnolo, apre l'opportunità a uno spazio intercontinentale
di socialità , attivismo femminista e antimperialista, coordinato e forte, che
consenta azioni globali contro attacchi globali ai diritti dell'umanità e alla
sovranità dei popoli.
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