I bombardamenti sulla striscia di Gaza
sono cessati ma l’aggressione e la pulizia etnica nei confronti del popolo palestinese continuano. Nell’ennesimo
massacro contro Gaza, durato 11 giorni, sono stati uccisi 256 palestinesi, fra
cui 66 bambini e 42 donne, mentre i feriti sono 6 mila, tra cui 170 giornalisti. Gli sfollati sono più di
110 mila, 1.500 gli edifici abitativi e pubblici distrutti o gravemente lesionati, tra cui 66
scuole, moschee e presidi sanitari. Sono state inoltre sventrate strade, comprese quelle di accesso agli
ospedali, distrutte o gravemente danneggiate infrastrutture, acquedotti e linee
elettriche, la sede dei media, e centinaia di stabilimenti industriali e
commerciali.
A Gerusalemme non si fermano le aggressioni dei coloni, protetti e appoggiati dai soldati israeliani, contro la moschea di Al-Aqsa e la popolazione palestinese con il chiaro obiettivo di liberare la città dalla loro presenza. In tutto il paese sono in corso azioni punitive con massicci arresti di palestinesi nei Territori occupati nel 1948, La loro colpa, aver solidarizzato con i loro fratelli di Gerusalemme, della Cisgiordania e di Gaza; mentre, su coloro che hanno partecipato allo sciopero generale di protesta contro i bombardamenti, piovono i licenziamenti.
Ma qualcosa sta cambiando. Dopo molto tempo, i palestinesi dei Territori palestinesi occupati nel 1948 si sono sollevati di nuovo insieme, e le strade e le piazze di tutto il mondo si sono riempite di giovani manifestanti. Il consiglio per i diritti umani dell’ONU ha annunciato l’apertura di un’inchiesta su possibili crimini di guerra e lo stesso ha fatto la procuratrice della Corte Penale Internazionale. Le ONG B’Tselem (Israele) e Human Rights Watch (Stati Uniti) hanno scritto nei loro rapporti che in Israele vige un sistema di Apartheid. Le Nazioni Unite, l’Unione Europea e la comunità internazionale non possono più continuare nella loro politica complice di Israele, che gli permette di violare impunemente le risoluzioni ONU, i diritti umani e il diritto internazionale.
È tempo che Italia, Unione Europea e gli altri Stati avviino il boicottaggio dell’economia di guerra israeliana e delle imprese e istituzioni che ne sono complici, come avvenne contro il regime di Apartheid in Sudafrica, oltre a rompere ogni trattato di associazione commerciale e militare con Israele.
La pressione internazionale dovrà mantenersi fintantoché Israele non avrà
posto fine all’occupazione, colonizzazione e apartheid in Palestina,
smantellato il Muro, riconosciuto a tutti gli abitanti della Palestina storica
la piena uguaglianza dei diritti fondamentali, riconosciuto il diritto al
ritorno dei profughi palestinesi (risoluzione ONU 194) Togliere lassedio alla
striscia di Gaza. Noi sosteniamo, il diritto all’autodeterminazione, alla
resistenza con ogni mezzo possibile, come lo prevedi anche il diritto
internazionale.
VITA, TERRA E LIBERTA’ AL POPOLO PALESTINESE
LE COMUNITA’ E LE ASSOCIAZIONI PALESTINESI IN ITALIA:
Comunità del Lazio, Toscana, Campania, Abruzzo, Veneto, Lombardia, Puglia, Sicilia, Sardegna, Modena, Parma. Associazioni: API Associazione dei Palestinesi in Italia, Unione Generale dei Medici e Farmacisti Palestinesi, Unione Generale degli Ingegneri e degli Architetti, Mezza Luna Rossa Palestinesi.
(Seguono le adesioni alla manifestazione di gruppi, associazioni, partiti politici italiani)
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